Bloodhound First Day in Hell Provato: la discesa negli inferi non è priva di problemi

Bloodhound First Day in Hell

Bloodhound è un titolo frutto di una campagna Kickstarter e realizzato dal team polacco Kruger & Flint Productions, i quali si sono ispirati a titoli cult FPS come Doom e Quake per la creazione del gioco. La campagna ha realizzato un discreto successo con 123 sostenitori che hanno contribuito con circa 9000 ad aiutare la realizzazione di questo progetto. Il gioco racconta la storia di un membro dell’Ordine dei Custodi dei Cancelli, incaricato di sorvegliare le porte dell’Inferno. Sfortunatamente, il Culto di Astaroth si trova sulla sua strada e vuole aprire i cancelli, lasciando che la progenie infernale li attraversi. Tutto questo nel nome di Astaroth, il signore dell’Abisso, in modo che possa camminare sulla terra e seminare ancora una volta il caos. Lo scopo del gioco è quello di fermare i cultisti e sventare l’invasione di demoni. La demo di Bloodhound First Day in Hell che abbiamo provato ci porta ad esplorare il primo atto del gioco e ci butta a capofitto nell’azione. Non c’è nessun filmato introduttivo che ci spiega quello che è successo e perché siamo lì, il nostro unico scopo è uccidere le orde di nemici che intralciano la nostra strada. Provvediamo quindi a esporvi le nostre impressioni dopo l’hands-on, raccontandovi gli elementi positivi e negativi del titolo.

Bloodhound

Bloodhound: ecco com’è stato il nostro primo giorno negli inferi

Come abbiamo già accennato poc’anzi, la demo che abbiamo provato non ci spiega nulla di trama e lore del titolo che, immaginiamo, saranno esposte meglio nel gioco completo. Iniziando la nostra prima partita veniamo introdotti al gioco tramite un tutorial molto grossolano su schermo, che ci elenca i vari comandi da usare ed il loro funzionamento. All’inizio siamo equipaggiati con solo 2 armi, il revolver ed un machete, ma avanzando nel gioco sbloccheremo nuove armi. La peculiarità del gameplay di Bloodhound sta proprio nelle armi e nel gunplay. Infatti, è possibile utilizzare una meccanica secondaria che varia da arma ad arma. Se con il machete possiamo sia attaccare che deflettere i proiettili con il tasto destro del mouse, con il Revolver la storia cambia e possiamo utilizzare due pistole contemporaneamente. Durante la beta abbiamo avuto modo di provare 6 armi su un totale di 10 che saranno disponibili nel gioco completo. Ogni arma è diversa ed ha dei pro e dei contro. Tutto sommato ci è sembrato che il gioco riproponesse le stesse armi ma con delle skin diverse, con un gunplay simile e delle piccole modifiche al ratio di fuoco, fatta eccezione della balestra che lancia dardi esplosivi. Un altro problema è quello della mira che, spesso e volentieri, non ha funzionato come avremmo desiderato. In un FPS ci sembra anche un problema abbastanza importante.

Spesso, infatti, con i nemici più piccoli o quando sono molto vicini, i proiettili non sono andati a segno e ci è parso di notare un gunplay che non risponde a dovere con un sistema di puntamento che deve essere rivisto e sistemato. Assente è il supporto al gamepad, ma gli sviluppatori promettono che al lancio sarà pienamente supportato dal gioco. In futuro è persino previsto il debutto di Bloodhound anche su console. I livelli di gioco sono molto lineari e con poche diramazioni risultando in un’esplorazione ridotta all’osso, ma c’è da aspettarselo in titolo del genere il cui focus è lo shooting vecchio stampo. Nei livelli dovremo raccogliere oggetti come munizioni, scudi, kit medici, ma fondamentale è la ricerca delle 3 chiavi colorate che, una volta ottenute, ci permettono di proseguire nel gioco. Questa meccanica si è reiterata in due ambientazioni della demo che richiedevano di trovare queste tre chiavi per proseguire. Probabilmente sarà un gameplay loop che troveremo anche nel gioco definitivo, ma avremo preferito una leggera varietà in più nell’avanzamento, ad esempio sconfiggendo un mini boss di metà livello. Sarà tutto da vedere come gestiranno il gameplay nel gioco definitivo. Il gioco non è esente da bug ed infatti uno non ci ha permesso più di proseguire bloccandoci nell’arena di gioco, un altro risiede nel sistema di salvataggio che potrebbe cancellare i nostri progressi una volta usciti dal gioco o li fa persino scomparire mentre siamo in game. Infine, a parte un crash del gioco che ci ha spedito sul desktop il titolo non ha presentato altri problemi.

Bloodhound

Tra demoni, cultisti, succubi la varietà c’è, ma non troppa

All’interno della demo sono presenti diverse tipologie di nemici, da umani a demoni infernali. I cultisti sono molto simili tra loro nel design, ma lo stesso non si può dire dei demoni infernali. Infatti, i demoni spiccano subito all’occhio del giocatore con il loro design molto particolare, ma allo stesso tempo non del tutto originale. Partiamo dai Demon Cupidyn che invece di lanciare frecce con cuoricini ci scagliano addosso frecce intrise del fuoco infernale. Arriviamo alle letali Blade Dancer di Astaroth, le quali con i loro movimenti fulminei e grazie alle loro lame sono letali se non tenute a distanza. È soprattutto la parte femminile del cast demoniaco che tende ad essere la più curata, sia in termini di design che pattern di attacchi. Sembrerebbe che il team abbia preso ispirazione da titoli come Agony e Succubus per la loro caratterizzazione. Parliamoci chiaro, Madmind Studio ha sdoganato questo “genere” videoludico di violenzia, follia e nudità in tempi moderni e colmi di politically correct. In Bloodhound First Day in Hell è presente un filtro nudità per le simpatiche donzelle. Disattivando il filtro eviteremo di affrontare il gioco con un filtro censura applicato occasionalmente ed all’evenienza.

Per quanto riguarda le ambientazioni, la demo ha spaziato da una zona montuosa e rurale per poi arrivare ad una serie di gallerie scavate nella roccia. Prendendo un portale siamo poi giunti in una nuova area dove abbiamo esplorato una fabbrica abbandonata e decadente. Infine, arriviamo all’ultima area di gioco dove ci siamo scontrati contro Creeper, il boss finale della demo. La boss fight non è stata particolarmente ostica o difficile a differenza del gioco stesso nel quale abbiamo riscontrato una difficoltà abbastanza alta. Il boss non ha un gran repertorio di mosse a parte sparare ripetitivamente con la balestra e, dopo avergli inferto abbastanza danni, scomparirà per breve tempo evocando diversi demoni che gli daranno man forte durante la battaglia. Conclusa la battaglia e sconfitto l’ultimo demone abbiamo finito il nostro viaggio nel mondo creato dal team polacco. Vi ricordiamo che Bloodhound First Day in Hell non è il gioco definitivo ma solo un assaggio di quello che sarà. Nonostante il gioco non abbia una grafica molto pulita ed all’avanguardia, le prestazioni sono state altalenanti con cali sporadici di frame rate nelle situazioni più concitate e con tanti nemici su schermo. Considerando che un titolo come Atomic Heart giri alla grande, immaginiamo che gli sviluppatori abbiano ancora molto lavoro da fare per quanto riguarda l’ottimizzazione. Vi lasciamo alla configurazione di prova utilizzata.

PC Desktop
GPU: RTX 2060
CPU: Ryzen 2700X
RAM: 32GB
SSD NVME: Samsung 970 Evo Plus 500GB
Sistema Operativo: Windows 11

Piattaforme: PC

Sviluppatore: Kruger & Flint Productions

Pubilsher: Kruger & Flint Productions

Data d’uscita:  TBD

Bloodhound First Day in Hell è stata una piacevole sorpresa ma che deve rivedere alcune meccaniche e migliorare alcuni elementi del gameplay. Il team si è ispirato a titoli cult del genere FPS come Doom e nonostante alcuni difetti il gunplay ha saputo intrattenerci e divertirci, quando funzionava a dovere. Il titolo non è esente da bug ed errori però immaginiamo che il team di sviluppo Kruger & Flint Productions prenderà nota del feedback dei giocatori durante la demo del 30 marzo in modo da migliorare il prodotto finale. Bloodhound è un titolo che può intrattenere grazie al suo gunplay dinamico, innovativo, frenetico e soprattutto grazie anche al vario roster di armi che sarà disponibile ed al design ricercato dei nemici.