Horizon Forbidden West Burning Shores Recensione: macchine a Hollywood

Horizon Forbidden West Burning Shores Hollywood

Lo scorso anno abbiamo assistito al lancio di un discreto numero di produzioni di una certa importanza per il panorama videoludico. Tra queste si annovera il sequel dell’acclamato Horizon Zero Dawn di Guerrilla Games e Sony, ovvero Horizon Forbidden West (di cui potete trovare la nostra recensione), che proprio come il suo predecessore vanta di un supporto post lancio corposo. Questo si traduce in un’espansione a pagamento che vuole ampliare la trama del gioco e i suoi contenuti ludici in attesa di progetti futuri, e sebbene il titolo conta un rilascio cross-gen, lo studio ha voluto optare per una pubblicazione in esclusiva PS5 per questa nuova avventura, che porterà l’intrepida Aloy alla scoperta di una Los Angeles post apocalittica. Noi siamo tornati ad imbracciare l’arco e gli altri strumenti del caso, per raccontarvi integralmente l’espansione Burning Shores nella nostra recensione dedicata.

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Horizon Forbidden West Burning Shores: caccia aperta alle Rive Ardenti

A distanza di un anno eccoci tornati nell’Ovest Proibito in cerca di nuove avventure di caccia in un mondo radicalmente modificato da eventi drastici che hanno portato la vita sul pianeta Terra ad una condizione di tribù e macchine dalle sembianze animali più o meno ostili che vengono cacciate con diversi rudimenti ragionati per lo scopo. Senza entrare nel merito della trama alla base dei primi due capitoli, è necessario conoscere gli ultimi avvenimenti per godere appieno del DLC in questione, poiché fungerà da sequel diretto a quanto osservato proprio nel secondo gioco, che a sua volta riprendeva direttamente gli avvenimenti del primo.

L’accesso al DLC impone al giocatore l’aver portato a compimento la storia principale di Forbidden West e quindi aver completato tutte le missioni primarie, laddove Aloy riceverà una chiamata da Sylens che le intimerà di precipitarsi in un luogo specifico per un problema da risolvere relativo agli ultimi eventi narrati nel gioco base, dando così inizio alle nuove vicende che interesseranno una zona inedita che va ad aggiungersi alla già ampia mappa dedicata all’Ovest Proibito.

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Le Rive Ardenti si presentano come un complesso vasto e suggestivo, tecnicamente all’avanguardia e naturale estensione di quanto visto nel gioco principale dal punto di vista stilistico, con un corredo di attività secondarie e incarichi primari che potranno tenere incollati i giocatori per circa una decina d’ore, che scendono a circa 6-7 se si punterà solo al prosieguo dell’avventura centrale di Aloy, ora più che mai vicina ad un terzo capitolo di cui si attende solo l’ufficialità da parte dello studio olandese.

La nostra cacciatrice si addentrerà nella cultura dei Quen, popolo che abbiamo già avuto modo di conoscere e insediato anche tra le sponde delle Rive Ardenti che raccontano una Los Angeles decaduta e profondamente trasformata, dove conosceremo una ragazza di nome Seyka in cerca di sua sorella, la quale ci accompagnerà alla scoperta di questa nuova porzione dell’Ovest Proibito che include le nuove possibilità offerte dall’espansione in termini di gameplay ed esplorazione. Ad attenderci ci saranno nuove macchine da affrontare, come il Bileg e il Pungiglione, con nuove abilità e armi (di cui una estremamente potente), e una variante del Solcasole denominata Tuffoplano che enfatizza ancor di più la componente esplorativa, offrendo la possibilità di immergersi nelle acque oltre che solcare i cieli.

Horizon Forbidden West Burning Shores Tuffoplano

Burning Shores manda avanti la trama del gioco principale offrendo dei dettagli in più in preparazione del terzo capitolo partendo proprio dalle ultime gesta di Aloy in Forbidden West, gettando in tal senso delle solide basi da cui ripartire per un titolo futuro, e questo è piuttosto esplicito, sebbene il comparto narrativo dell’espansione in questione non sia il vero motore trainante dell’offerta di Guerrilla, risultando poco incisivo e interessando maggiormente come preludio per ciò che verrà, così come il gameplay, che nonostante riceva delle aggiunte gradite si dimostra quello solido di sempre, inciampando forse in qualche combattimento confusionario che lascia spazio alla frustrazione. Il vero fiore all’occhiello della produzione risulta essere il comparto grafico e artistico, che giustifica la release esclusiva su PS5, anche se questa manovra ha portato a uno stacco della nuova area da tutto il resto, troncando di fatto la continuità dell’esplorazione a mondo aperto.

Le stelle di Hollywood

In difesa della scelta di divisione delle mappe possiamo affermare che ciò non risulta un problema, poiché le Rive Ardenti si presentano come estese e soprattutto dense di elementi, capaci di sostenere esplorazioni consistenti e magnetiche dal punto di vista grafico, raggiungendo in tal senso nuove vette per questa generazione di console. I ragazzi di Guerrilla Games si sono superati sotto il profilo artistico e scenografico, senza tralasciare il level design, che per un prezzo esiguo riescono ad offrire al pubblico un vero e proprio antipasto di ciò che potremmo verosimilmente aspettarci in un terzo capitolo della serie, almeno in termini puramente tecnici.

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Il Decima Engine raggiunge qui nuove conquiste tecniche che enfatizzano ancor di più il vivace mondo di Aloy, dimostrando di essere un motore grafico ancora all’avanguardia e in grado di restituire prepotentemente un’immagine spaccamascella in ogni istante, maggiormente se si osserva quanto offerto dall’alto in groppa a un Tuffoplano. Gioca un ruolo fondamentale l’ulteriore ottimizzazione per la console ammiraglia di Sony, che mantiene per tutta l’esperienza i caricamenti fulminei e un frame-rate granitico senza rinunciare all’alta risoluzione e alla qualità visiva, ora avvalorata da nuvole volumetriche, vegetazione maggiormente infoltita e un motion capture più convincente, oltre che da un sistema d’illuminazione ulteriormente migliorato che contribuisce non poco a rendere splendente e accattivante l’ambiente che circonda Aloy.

Ovviamente il tutto è accompagnato dall’ormai consolidato comparto artistico, che non sbaglia un colpo e restituisce degli scorci mozzafiato tutti da ammirare, così come l’egregio design delle macchine, già una solida garanzia in occasione del primo gioco e che non riesce a smettere di stupire. Horizon Forbidden West Burning Shores riconferma anche la bontà del comparto audio, mantenendo un alto profilo per quanto riguarda gli effetti sonori, le musiche e il doppiaggio.

Piattaforme: PlayStation 5

Sviluppatore: Guerrilla Games

Publisher: Sony Interactive Entertainment

Horizon Forbidden West Burning Shores è un DLC che non si limita solo ad arricchire il titolo principale e portarne avanti la trama in attesa di un sequel diretto, ma si prodiga nell’offrire uno spettacolo visivo degno delle nuove console che vale da solo il prezzo del biglietto fissato a 19.99 euro. La scelta degli sviluppatori di far esprimere al Decima Engine il suo massimo potenziale (finora) per quanto riguarda questa iterazione, risulta, da un punto di vista tecnologico e di resa, vincente, come risulta imperativo l’acquisto del DLC in questione per tutti coloro che hanno apprezzato il gioco principale e vogliono più di una scusa per tornare nell’Ovest Proibito per una decina di ore o poco più, tra nuovi contenuti e scorci visivi sensazionali. L’attesa dunque può dirsi ampiamente ripagata, e se non vedete l’ora di tornare nei panni di Aloy sappiate che le Rive Ardenti vi aspettano in tutto il loro splendore.

VOTO: 8.5

Mirko è un appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni. Ama alla follia i platform 3D e i GDR, ma è un giocatore a tutto tondo. Grazie a una PlayStation e a un Mega Drive, il mondo per lui si è fatto dinamico fin da subito grazie a un irriverente marsupiale arancione e a un velocissimo porcospino blu. Cresciuto credendo che il cuore sia la propria chiave guida, ritiene che il videogioco sia la quintessenza dell’intrattenimento e materia dall’alto potenziale costruttivo.