Final Fantasy 16: abbiamo intervistato il Localization Director Koji Fox (con il commento di Yoshida)

Final Fantasy 16 è notoriamente il primo capitolo della celebre saga a fregiarsi di un doppiaggio completamente italiano, un grandissimo passo che permetterà di rendere il gioco ancora più inclusivo. Pur apprezzando lo sforzo, siamo consapevoli che le traduzioni per i titoli profondamente narrativi – quali sono i vari Final Fantasy – sono onerose sotto ogni aspetto, quindi abbiamo approfittato di un incontro stampa con Square Enix per esplorare le complessità vissute dal team di sviluppo nipponico direttamente con Michael-Christopher Koji Fox, Localization Director dell’atteso video game.

Da sinistra: Michael-Christopher Koji Fox, Naoki Yoshida, Hiroshi Minagawa.

Il doppiaggio di Final Fantasy 16 nasce meticcio

GamesVillage: Questo è il primo Final Fantasy nel quale possiamo effettivamente ascoltare i personaggi che parlano in italiano. Cosa vi ha spinto a compiere questo passo e quali sono state le sfide che avete dovuto affrontare?

Michael-Christopher Koji Fox: Io sono il Direttore della traduzione, ma mi sono concentrato perlopiù sulla versione inglese perché questa volta.. ciò che è stato particolarmente unico a proposito di Final Fantasy 16 è che per molti dei Final Fantasy che abbiamo avuto fino a oggi capitava che il doppiaggio giapponese fosse finito – che facessero il motion capture, che facessero le registrazioni, che la parte giapponese fosse completata e che solo allora si passasse alle altre lingue basandosi sulla versione giapponese. Per Final Fantasy 16 abbiamo fatto le cose un po’ diversamente. L’autore giapponese, Kazutoyo Maehiro, e io abbiamo lavorato assieme per creare questo copione che, in un certo senso, dà l’impressione di essere nato da entrambe le lingue [inglese e giapponese, n.d.r.].

Avevamo [il copione] il giapponese e lo abbiamo tradotto in inglese, quindi abbiamo rivisto insieme tutte le battute e le abbiamo tradotte nuovamente in giapponese. A quel punto abbiamo iniziato le registrazioni a partire dall’inglese. Quando abbiamo concluso con l’inglese siamo passati di nuovo al giapponese e magari era il loro turno di voler cambiare qualcosa. È stato un avanti e indietro. Al posto di avere una [traduzione] originale che fosse giapponese o inglese, l’originale è in un qualche modo sia inglese che giapponese.

Comunicare con l’azienda delegata è stato difficoltoso perché c’era [da considerare] una differenza di fuso orario, nonché la distanza», racconta Koji Fox. «Quando facciamo le cose localmente abbiamo un canale sempre aperto attraverso cui comunichiamo quotidianamente coi traduttori. Hanno domande del tipo “cosa vuol dire questo passaggio?” o “cosa succede a questo punto?”. Visto che siamo nella stessa azienda, a quel punto io posso direttamente girarmi verso Maehiro e dirgli “ehi Maehiro, questa cosa non ha senso! Che sta succedendo?” e lui me la può spiegare. Con il team italiano questo non lo si può fare. 

Abbiamo dovuto aprire un canale di comunicazione tra i traduttori italiani e me, così che tutte le informazioni che raccoglievo finissero anche in mano a loro. Sebbene non sia stato l’approccio più efficiente, abbiamo cercato di fornire al team italiano la maggior quantità possibile di informazioni, perché credo che per un traduttore sia veramente importante avere tutti i dettagli utili a creare una traduzione che sia puntuale. 

Final Fantasy XVI

Yoshida vi invita a comprare, se volete altri Final Fantasy in italiano

Michael-Christopher Koji Fox non è però stato l’unico membro dello staff che ha detto la sua in merito all’adattamento italiano, lo stesso Naoki Yoshida, Producer e Director di Final Fantasy 16, ha voluto intervenire nella discussione mantenendo un tono a cavallo tra l’ironico e il pragmatico.

Naoki Yoshida: Quando decidiamo in quali lingue tradurre e doppiare il gioco le decisioni ricadono tutte sul produttore, ovvero su di me. Detto questo, non abbiamo risorse infinite. Abbiamo un budget, quindi dobbiamo riflettere e dire “abbiamo questo budget, quali sono le lingue che dobbiamo coprire?”. Per deciderlo guardiamo alle stime di vendita, a quante copie del gioco venderanno in ogni singola regione, quindi dobbiamo capire quanto verrà a costare la traduzione di un titolo. E non solo il testo, ma anche il parlato!

Teniamo in considerazione tutte queste valutazioni, quindi raccogliamo i riscontri dei nostri team delle relazioni pubbliche globali in Europa – ma anche i team delle relazioni pubbliche americani – e diciamo “ok, se dobbiamo far progredire la serie dobbiamo cercare di vendere quante più unità ci è possibile e di fare quanti più soldi siamo in grado di fare. Dove ci sono maggiori opportunità di riuscita? Dove sono i fan più appassionati? Chi supporterà di più il nostro gioco?”. Sfruttando tutti questi fattori prendiamo una decisione. Seguendo questo processo abbiamo stabilito che la lingua italiana sarebbe stata una buona scelta per Final Fantasy 16. […]

Come produttore, ovviamente, sono nella posizione di dover vendere il gioco, quindi sta a VOI [giornalisti, n.d.r.] aiutarci a vendere il gioco in lingua italiana. Perché se non vendiamo abbastanza in Italia, forse non ci sarà motivo di doppiare anche il prossimo gioco. Se lavoriamo assieme nel far girare la voce che Final Fantasy 16 è in italiano, possiamo ottenere un sacco di vendite e sperare di avere un altro titolo in italiano.

L’importanza del doppiaggio di Final Fantasy 16

Per spezzare una lancia in favore di Yoshida, al di là della mera questione delle vendite, vale la pena rimarcare che la presenza di un doppiaggio italiano sia effettivamente un passo avanti degno di nota. Chi mastica l’inglese si dimentica troppo facilmente di quanto la barriera linguistica sia ancora oggi un limite insormontabile da molti. La possibilità offerta dai sottotitoli è peraltro valida fino a un certo punto, non sempre valorizza pienamente l’opera fruita: basta che l’attenzione sia focalizzata sul gameplay e si rischia di perdersi importanti dettagli di trama. Uno dei quesiti topici sollevati dal pubblico videoludico italiano è d’altronde proprio quello che chiede la presenza di un doppiaggio comprensibile a tutti, un traguardo che Final Fantasy 16 può tranquillamente vantare di aver raggiunto.