Warhammer 40.000 Boltgun Recensione: uno sparatutto indie dal sapore invitante

Warhammer 40.000 Boltgun

Quando si parla del franchise legato a Warhammer 40.000, spesso e volentieri riemergono in me dei piacevoli ricordi quando per la prima volta ho scoperto questo fantastico universo con i giochi da tavolo. Però, il mio amore videoludico è nato grazie ad opere videoludiche passate quali Warhammer 40.000 Dawn of War, il quale fu una costante fissa nella mia carriera da videogiocatore, dato che Relic Entertainment e THQ realizzarono diversi capitoli che offrivano un’esperienza sempre più ricca di contenuti nei successivi capitoli. Dopo l’uscita di Warhammer 40.000 Space Marine, third-person-shooter in cui il giocatore assumeva il comando di uno Space Marine, la situazione legata al brand era però diventata difficile poiché furono creati diversi giochi che persero l’anima pulsante dei videogiochi usciti in precedenza. Ora sappiamo che nel 2023 dovrà giungere sul mercato Warhammer 40.000 Space Marine 2, titolo di cui ne sapremo di più in occasione dei prossimi eventi digitali in arrivo. Quindi, la domanda da porci in questo momento è: come ingannare l’attesa? Ho io la risposta per voi! Aurorch Digital, studio di sviluppo indipendente, insieme al publisher Focus Entertainment, hanno dato vita ad uno sparatutto old-school con protagonista proprio uno Space Marine, ossia Warhammer 40.000 Boltgun. Il titolo sarà riuscito a farsi valere o si rivelerà l’ennesimo buco nell’acqua per la serie? Scopritelo in questa recensione del gioco.

Warhammer 40.000 BoltgunWarhammer 40.000: facciamo fuori gli eretici

Parlando della trama del gioco, Warhammer 40.000 Boltgun è ambientato nel Mondo Forgia di Graia diversi anni dopo gli eventi accaduti in Warhammer 40.000: Space Marine. Il giocatore assume il ruolo di Malum Caedo, uno Space Marine veterano Sternguard del Capitolo Ultramarines inviato dall’Inquisizione su Graia per una missione molto importante. Dopo le invasioni degli Orchi e del Caos degli anni precedenti, l’Inquisizione ha tenuto Graia sotto stretta osservazione per evitare ulteriori minacce. L’Inquisitore incaricato della missione rivela che i Tecnici Sacerdoti su Graia hanno fatto esperimenti con i resti della Fonte di Potere del defunto Inquisitore Drogan, esperimenti i quali hanno portato all’apertura di una fenditura warp grazie la quale ha permesso alle Forze del Caos di invadere nuovamente il Mondo della Forgia.

Malum Caedo e la sua squadra hanno il compito di recuperare la fonte di potere e con l’aiuto di un Teschio Servo appartenente a Drogan. Quando però gli Ultramarines precipitano sul pianeta, la loro navicella viene gravemente danneggiata durante la discesa e si schianta sulla superficie del pianeta, lasciando Malum Caedo come unico sopravvissuto. Dopo aver appurato che tutti gli Space Marine sono effettivamente morti e solo Caedo è rimasto in vita, quest’ultimo dovrà proseguire al completamente della missione da solo e senza alcun supporto. Insomma, questo è l’incipit narrativo del gioco, ma è proprio qui che notiamo i primi difetti della produzione indipendente. La storia dell’opera è solo un pretesto per dimostrare ai giocatori che il core del gioco risiede interamente nel suo gameplay e la narrazione non ha un ruolo centrale in tutto ciò, anzi, tutto il contrario. Infatti, quando caricheremo i livelli ci verranno fornite solo qualche manciata di informazioni e nulla più. Insomma, la trama in questo Warhammer 40.000 Boltgun è sicuramente uno dei fattori meno interessanti della produzione!Warhammer 40.000 BoltgunCorri, spara, salta e ripeti

Warhammer 40.000 Boltgun non è un comune sparatutto in prima persona, ma si avvicina al genere inerenti a quelli di “vecchia scuola”. Per intenderci, stiamo parlando di opere come Doom e Wolfenstein, che hanno aperto la strada a questo genere “frenetico”. Infatti, grazie ad essi, quest’oggi il mercato videoludico è pieno di FPS e non oso immaginare come sarebbe stato il mercato dei videogiochi senza la loro ispirazione. Detto ciò, Warhammer 40.000 Boltgun è un FPS dallo stile retro, il che significa che presenta un comparto tecnico molto simile agli sparatutto degli anni ’90. Soffermandoci su uno degli elementi più riusciti nel gioco, ossia lo shooting: quest’ultimo è veramente molto appagante. Oltre ad una dose di violenza capace reggere al confronto con DOOM e Wolfenstein, il gunplay è divertentissimo ma soprattutto riesce a tenere il giocatore incollato per tutta la durata dell’avventura principale. Addentrandoci proprio nel cuore pulsante dell’opera, vale a dire il gameplay, con la software house che ha concepito qualcosa di superlativo, stimolante e dai tratti molto gore. Il giocatore potrà effettuare diversi salti per schivare o attaccare i nemici con un’arsenale molto vario. Parlando delle armi, ad esempio abbiamo il Fucile Requiem o Boltgun, utile per fare da “crowd-control”, ossia fare piazza pulita dei nemici nel minor tempo possibile, almeno quelli meno forti, mentre per i più ostici verranno in nostro soccorso bocche da fuoco ancora più performanti come lo shotgun e il fucile al plasma.

L’arsenale non delude affatto e ci dimostra la forza bruta di ogni singola arma. In Warhammer 40.000 Boltgun abbiamo ovviamente altri mezzi per porre fine alla vita dei nostri nemici in maniera brutale, come le granate o un carica che sarà possibile usare fino ad un certo punto. Infatti, dopo averla utilizzata, dovremo aspettare qualche secondo di couldown per poterla nuovamente sfruttare contro i nemici ostili. In più, come da tradizione per quanto riguarda gli Space Marine, avremo in dotazione come arma corpo a corpo una splendida motosega in grado di maciullare i nemici e danneggiare quelli più resistenti. Warhammer 40.000 Boltgun presenta una vastità di tutto rispetto per quanto riguarda l’arsenale e lo stesso discorso vale anche per i nemici. L’opera ci introdurrà sin dagli inizi dell’avventura dei power-up per le singole armi, grazie ai quali ci consentiranno di avanzare in determinate aree che brulicano di forze del Chaos e riusciremo a fare una carneficina ancora più soddisfacente, seppur i potenziamenti siano molto limitati poiché una volta sfruttati non saranno usufruibili nuovamente e quindi bisognerà studiare con molta tattica e pazienza come superare delle determinate zone. In più, Warhammer 40.000 Boltgun premia soprattutto per coloro che esploreranno cima e fondo dei livelli per trovare proprio questi oggetti segreti.

Warhammer 40.000 BoltgunUccidiamo per l’Imperatore!

Uno degli aspetti meno convincenti del gioco l’ho trovato nell’IA dei nemici. Gli eretici non saranno molto rapidi durante gli scontri, quindi potrete studiare con calma la situazione e risolverla nel miglior modo possibile. Diciamo che, seppur non siamo ai livelli di Redfall, dove l’intelligenza artificiale nella produzione targata Arkane Austin è totalmente da rivedere, qui almeno ha un certo senso proporre un’IA non molto “performante”, poiché il giocatore dovrà vedersela con orde sempre maggiori quando proseguirà con l’avventura principale. Inoltre, gli sviluppatori hanno adottato una sorta di difficoltà crescente dall’inizio della campagna fino alla fine, e questo senz’altro mi ha mi ha ricordato molto DOOM e DOOM Eternal (il che è positivo trattandosi di un titolo indie), nei quali i nemici diventano sempre più forti e sempre più numerosi. Una nota molto positiva risiede anche nel level design del gioco. Aspettatevi somiglianze con i giochi citati in precedenza o agli FPS-Arena come Unreal Tournament o Serious Sam, e dunque i punti vita o gli scudi saranno trovabili in varie parti della mappa, garantendoci continui re-full!

In più, come se non bastasse, la software house indipendente ha adottato uno stratagemma molto interessante per quanto riguarda il level design. Infatti, se vi perderete nell’area circostante e non saprete come proseguire, è presente una guida che darà dei consigli molto utili non solo per avanzare nel livello, ma anche per raccogliere munizioni, kit medici, armature e tanto altro ancora. Questo per scongiurare anche la frustrazione del giocatore che potrebbe perdere più volte la strada e non sapere dove andare. Oltre ad aver parlato dell’ottimo gameplay e level design, è arrivato il momento di parlare dello stile grafico del gioco. Ci troviamo dinanzi ad un gioco in 2.5D, esattamente come alcuni titoli tipo Dragon Ball FighterZ. Infatti, il mondo di gioco è interamente realizzato in 3D mentre i nemici, o per meglio dire gli sprite di quest’ultimi, sono stati creati in 2D. Lo stile grafico molto retro farà sicuramente felici i più nostalgici ma anche i giocatori nuovi. Il comparto estetico della produzione mi è piaciuto e non poco, contando anche i 60 fotogrammi al secondo che certamente non saranno stati una fatica implementare in un titolo del genere, specialmente su next-gen e PC. Insomma, Warhammer 40.000 Boltgun ha lasciato qualcosa dentro di me, un ricordo molto bello e non vedo l’ora di scoprire cosa realizzerà in futuro Aurorch Digital, poiché mi piacerebbe vedere questa software house nuovamente in azione con nuovi progetti.

Sviluppatore: Aurorch Digital

Publisher: Focus Entertainment

Piattaforme: PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch

Warhammer 40.000 Boltgun si è dimostrato una piacevole sorpresa come FPS old-school. Lo stile retro (unito ad un comparto grafico che unisce 2D al 3D) è molto godibile da vedere e da vivere. Il gameplay si presenta con delle meccaniche di gioco molto divertenti e stimolanti, oltre ad un sistema di shooting intrigante e che potrà garantirvi tante ore di divertimento fino alla conclusione dell’avventura principale. Anche il level design è studiato nei minimi particolari e garantisce tante possibilità al giocatore. Purtroppo, l’IA non mi è sembrata particolarmente efficiente e la parte narrativa all’interno di Warhammer 40.000 Boltgun è quasi del tutto inesistente. Ma nonostante questo, mi sento di consigliare fortemente questo titolo ai fan di vecchia data, agli amanti degli sparatutto in prima persona e agli appassionati del franchise di Warhammer 40.000. 

VOTO 7.8

Appassionato di videogiochi all'eta di 4 anni. Mattia entra nel fantastico mondo del gaming durante l'anno 2001 quando per la prima volta provò il suo primo gioco di strategia Empire Earth, da quel momento in poi non abbandonò più i videogiochi. Sempre in cerca di generi come Fps, Tps, RPG e platform, ma non si fa scrupoli per provare ogni tipo di videogioco.