Non di solo pane vive l’uomo, non di solo Assassin’s Creed vive Ubisoft. La roadmap del 2023 è bella ricca, infatti, anche per un altro importantissimo franchise della casa francese: parliamo naturalmente di Tom Clancy’s The Division. Ora, alcuni di voi saranno ancora tutti presi – ancora dopo un lustro – dall’eccellente The Division 2 (che abbiamo recensito a suo tempo): e infatti la scaletta di aggiornamenti e novità, da questo punto di vista, è già stata illustrata ed è anche bella ricca. Per The Division Resurgence, invece, le cose stanno diversamente: a parte qualche informazione abbozzata di qua e di là, fino agli ultimi giorni Ubisoft si è mostrata sempre molto reticente (del resto si tratta di un prodotto ancora in sviluppo). Tuttavia qualcosa si muove: siamo stati invitati ad una nuova fase di testing per dispositivi mobile, e abbiamo così avuto modo di trascorrere diverse ore in compagnia di The Division Resurgence sul nostro OnePlus 10 Pro – non abbiate paura però, perché gli sviluppatori non hanno scelto di lasciare indietro i possessori di smartphone Android e iOS di fascia più bassa. Da questo punto di vista, Resurgence ci è sembrato un capitolo estremamente versatile in virtù della sua natura ibrida: ve lo raccontiamo.
The Division diventa portatile
The Division Resurgence sarà un The Division portatile: questa semplice verità può spaventare una larga fetta di giocatori, ma intrigare tutti i rimanenti. Una produzione mobile deve necessariamente fare fronte ad una serie di compromessi ineliminabili, e come “non è la stessa cosa” passare da un FPS da PC a console, così non può essere lo stesso da console a smartphone; ma se la filosofia funziona, una specifica fetta d’utenza è pronta ad accogliere le novità con interesse. Del resto, ormai su mobile si gioca praticamente a tutto, e Fortnite ha insegnato come qualsivoglia resistenza alla fine venga vinta, soprattutto se in presenza di buone ottimizzazioni… E di un nome importante.
The Division Resurgence resta pertanto un The Division a tutti gli effetti: meccaniche, dimensioni e gameplay compresi. È incredibile come sia stato possibile, ma nel momento in cui scriviamo e dopo un periodo di prova sufficientemente lungo – al netto di tutte le migliorie che vi sarà il tempo di apportare – sembra che Ubisoft sia riuscita a prendere l’intero franchise di riferimento e a portarlo su mobile senza fratture evidenti. Questa operazione, a nostro parere, al momento del lancio ufficiale verrà adeguatamente valorizzata dalla community, soprattutto considerando che il mondo degli smartphone attualmente ha deciso di adagiarsi sulle proposte dei battle royale, il grande genere videoludico degli ultimi anni; The Division non rappresenterà probabilmente una brusca inversione di tendenza, ma di certo un’ottima alternativa per chi ha in mente esperienze “vecchio stile”.
Su mobile, infatti, The Division Resurgence propone già da ora una campagna principale vera e propria, articolata in missioni sequenziali adatte soprattutto a prendere confidenza con la specifica piattaforma di riferimento, e che potrà anche essere fruita in cooperativa (online); missioni aggiuntive (elimina i nemici presenti in una determinata area, o conquista quella zona); classi specifiche per il protagonista; e un sistema di gioco perfettamente coerente con la serie di riferimento. Dal punto di vista narrativo Resurgence andrà a inserirsi esattamente nel lasso di tempo intercorso tra il primo capitolo del franchise e The Division 2, offrendo così anche degli spunti tematici ben calibrati e coerenti; è un po’ la strategia perseguita da Ubisoft anche altrove, per esempio in Assassin’s Creed Nexus VR. Ciò che non ha fatto e che non potrà far piacere è però la dimensione del prodotto, che si amplierà nel corso del tempo ma che già in questo momento richiede più di 10 giga per iniziare a giocare.
Tante possibilità, un’esperienza solida
The Division Resurgence accoglie il giocatore con un filmato introduttivo utile a comprendere la situazione narrativa: la società americana è ormai al collasso a causa di un repentino tracollo economico; le strade non sono più sicure, dati i gruppi armati (e militarmente organizzati) che stanno seminando il panico. In questo contesto, alcuni soldati scelti da sempre per eventualità di questo tipo entrano in azione. Tra i quali, ovviamente, ci siamo anche noi. Un breve editor consente di creare il proprio alter ego, indicando sesso, taglio di capelli, colori, e alcuni accessori – nulla di particolarmente esaltante o approfondito, ma neppure di fondamentale in una produzione di questo tipo, e del resto il tutto è ancora work in progress e lo resterà ancora per un bel po’. Più importante è sicuramente la scelta di una delle classi di gioco attualmente presenti: Demolitionist, Bulwark, Vanguard e Field Medic. Com’è ovvio, ognuna di esse permetterà di accedere ad abilità e armi specifiche, in grado di variare il proprio stile di gioco e, di conseguenza, gli equilibri all’interno di una squadra online. Noi abbiamo optato per la prima specializzazione, il che ci ha assicurato granate e mine con cui agire per le strade cittadine in modo assai… dirompente.
Il primo impatto sul campo di battaglia ha svelato un sistema di controllo e un’interfaccia entrambi largamente funzionali. Con uno stick sinistro invisibile è possibile muovere il personaggio (la prospettiva è sempre ravvicinata sulle spalle, mai in prima persona) ed eseguire lo sprint; sulla destra altri “bottoni invisibili” consentono di aprire direttamente il fuoco, di mirare, e soprattutto di accostarsi alla copertura più vicina o di saltarla al volo per ricominciare a muoversi. I comandi, è vero, sono tanti, ma non mancano già alcune possibilità di personalizzazione, le quali più avanti saranno sicuramente integrati con altre “gesture” per rendere più immediata e fluida l’azione, soprattutto nei momenti più frenetici.
La curva di apprendimento per il momento ci è sembrata abbastanza gestibile: dopo le prime missioni, infatti, vengono introdotti vari sistemi di potenziamento (per armi e abilità secondarie), si sblocca l’accesso ad un armamentario variegato, come anche la possibilità di fare gruppo con amici (ma dovremo rimandare questo aspetto a un approfondimento futuro). Certo, accedere all’inventario nel bel mezzo della battaglia non è la decisione più saggia che possiate prendere: meglio selezionare arma principale e secondaria, così come il proprio set di abilità attive e passive, prima (e non dopo) l’ingresso in combattimento. Il nostro Demolitionist, in particolare, poteva sganciare di tanto in tanto una bomba che rotolava il più lontano possibile prima di esplodere e colpire chiunque rientrasse nel proprio raggio d’azione (inclusi i compagni controllati dall’intelligenza artificiale, purtroppo).
Il gunplay di The Division Resurgence è già di adesso reattivo e funzionale: chi non ha difficoltà nell’adattarsi ai controlli su mobile sarà letteralmente estasiato dalle possibilità offerte. E per tutti gli altri, comunque, è già da adesso possibile sincronizzare un controller fisico, anche se a questo punto l’intera esperienza per come è stata pensata in portabilità viene per forza di cose a risentirne. Da ultimo, abbiamo lanciato Resurgence a un livello di dettaglio alto e il comparto tecnico ci è sembrato estremamente solido e valido, soprattutto se confrontato a produzioni recenti e simili progettate a loro volta per smartphone.
Piattaforme: PS5, PS4, PC, Xbox One, Xbox Series S/X
Sviluppatore: Ubisoft
Publisher: Ubisoft
The Division Resurgence potrebbe segnare una vera e propria novità nel mondo degli sparatutto mobile, ad oggi contraddistinto dalla sola ed invasiva presenza dei titoli di stampo battle royale. Abbiamo provato infatti un capitolo della serie The Division a tutti gli effetti: vasto, corposo, ricco di armi, abilità e potenziamenti. Se quello che abbiamo visto nei prossimi mesi verrà reso ancora più solido e un po’ rifinito, Resurgence potrebbe diventare il massimo esponente del genere su mobile; nel peggiore dei casi si presenterà comunque come appuntamento imprescindibile per tutti i fan del franchise. Resta da capire quante e quali saranno le missioni principali e se il comparto multiplayer online reggerà all’urto delle aspettative.