Accanto all’Xbox Games Showcase 2023, Microsoft ha deciso di dare un ampio spazio tramite un intero Direct dedicato anche a uno dei titoli più grandi, attesi e chiacchierati degli ultimi anni. Così, insieme all’evento principale, i gamer di tutto il mondo hanno potuto ammirare ben 44 minuti di gameplay dedicati a Starfield, uno dei progetti più sfidanti per il team di Bethesda, commentato direttamente dalle voci più importanti e coinvolte all’interno di questa avventura spaziale. Un viaggio che ci ha accompagnato dentro un’enorme galassia, mostrandoci cosa ci aspetta il 6 settembre 2023 all’interno del nuovo RPG dell’amata software house.
Starfield: un’intera galassia da costruire
Lo sviluppo di Starfield non è stato di certo dei più semplici. Annunciato ufficialmente nel 2018, questa nuova avventura spaziale ha richiesto ben 10 anni di sviluppo. Questo non perché ci siano stati particolari problemi tecnici ma piuttosto perché, come ha affermato Todd Howard durante la Starfield Direct, avevano bisogno di specifiche tecnologie per costruire il mondo, o piuttosto la galassia, che avevano in mente. Un progetto che si configura come il primo originale e totalmente scritto da zero dopo ben 25 anni all’interno della lunga storia di Bethesda, una carriera costellata di successi come Fallout e Skyrim. Ed è proprio a quest’ultimo titolo che Starfield viene spesso paragonato, promettendo di essere un nuovo, grande capolavoro di arte videoludica. Un progetto che ha alla sua base un piccolo e semplice concetto: libertà. Questo action RPG vuole regalare ai videogiocatori la reale e concreta possibilità di sviluppare la storia, in tutte le sue sfaccettature più disparate, come meglio crede e ritiene più opportuna. Dalla personalizzazione di aspetto, stile e strutture fino ad arrivare alla concretizzazione di ambienti differenti per ognuno di noi. Un’avventura da scrivere non con carta e penna ma tramite il controller, all’interno di una galassia dalle possibilità infinite. Non ci resta che partire all’esplorazione di questo vasto mondo contenuto dentro una piccola console.
Come già visto in precedenza, gli accenni sulla storia sono stati molto contenuti. Di fronte a noi si apre lo spazio infinito dove da tempo l’umanità si è spostata, creando città, avamposti e accampamenti. La spinta alla scoperta, insita nella natura umana, però non si è ancora spenta e molte sono ancora le domande a cui dover trovare una risposta. Questa è la dimensione narrativa in cui il nostro personaggio viene catapultato quando entra a far parte di Constellation, un gruppo mitico, così misterioso da essere divenuto quasi una leggenda urbana, impegnato proprio ad esplorare il vasto cosmo per rispondere a uno dei più grandi quesiti: cosa c’è là fuori? Un piccolo passo verso la verità viene fatto proprio quando entriamo in possesso di un misterioso manufatto alieno, dalle origini e scopi sconosciuti. Proprio per risolvere questo enigma, partiamo quindi all’esplorazione dello spazio, inconsapevoli di cosa ci aspetta nella vastità dello spazio. A darci supporto, però, abbiamo al nostro fianco un gruppo di esploratori pronti a supportarci con la loro esperienza. Con noi c’è: Sarah Morgan, ex soldato e ora leader di Constallation; Mateo, teologo convinto che ci sia altro dietro i manufatti; Noel, talentuosa scienziata; Walter, finanziatore e affarista spaziale; Vlad e Sam Coe, ex pirata il primo e vecchio cowboy spaziale il secondo. Un gruppo eterogeneo di avventurieri, tutti con una psicologia ben definita che renderanno ancora più ricca la nostra avventura.
Un titolo ENORME!
Di fronte a noi si apre una galassia di possibilità, costituita da migliaia di mondi tutti differenti, caratterizzati da ecosistemi specifici e realistici. Ed è qui che entra in gioco il secondo pilastro su cui poggia le sue basi Starfield: realtà. Il mondo all’interno del quale ci muoviamo è stato strutturato per poter offrire un’esperienza altamente coerente sotto molteplici punti di vista. Come sottolinea Howard, la luna che troneggia all’orizzonte non è soltanto un semplice sfondo posizionato per creare l’ambiente ma un elemento reale con cui, se lo vogliamo, possiamo interagire, prendendo la nostra nave e partendo alla sua esplorazione. Una ricostruzione della realtà che raggiunge il suo massimo apice quando passiamo ad ammirare il sistema d’illuminazione di ogni singolo ambiente. L’obiettivo principale è stato quello di ricreare una luce il più possibile cinematografica e allo stesso tempo reale. Il primo traguardo è stato pienamente raggiunto, come possiamo ammirare nelle stupefacenti immagini panoramiche che Bethesda ci ha regalato all’interno del video. Per il secondo, il lavoro è stato un po’ più complicato ma non per questo accantonato. Tutte le diverse ambientazioni vengono infatti illuminate da una luce che viene calcolata in tempo reale sulla base del posizionamento di fonti luminose ed astri, per offrire il massimo livello di fedeltà.
Strutturata questa base visiva, il mondo realizzato poteva essere riempito con gli elementi che si preferiva. E per questo aspetto il team Bethesda si è mosso in una direzione ben precisa. Come ci conferma Istvan Rely, Art Director di Starfield, l’obiettivo non è mai stato quello di creare una dimensione visiva stupefacente quanto plausibile. La creazione del mondo ha quindi sposato un approccio definito NASA Punk: città, abbigliamento, oggetti, mezzi di trasporto sono dotati di una tecnologia indubbiamente avanzata ma sempre ben riconoscibile. La narrazione visiva doveva, ed è riuscita, a creare costantemente meraviglia ma permettendo allo spettatore/videogiocatore di ritrovarsi costantemente in ogni elemento. Concretamente tutto l’ambiente viene investito di un leggero tocco retrò, dove gli elementi trasmettono la sensazione di alta tecnologia ma ancora deliziosamente legata all’analogico. Questo perché la sensazione che si voleva ricreare era quella dei primi voli, un’età dell’oro dove la poesia e la tecnologia, il romanticismo e l’avventura si sposavano insieme. Un ambiente che si unisce perfettamente con l’idea narrativa alla base di Starfield.
Starfield: Oh capitano, mio capitano!
Ovviamente la personalizzazione dell’esperienza non poteva che partire dalla creazione del proprio personaggio. Banalmente anche la semplice scelta delle fattezze fisiche, in Starfield ha raggiunto dei livelli altissimi. Per offrire al videogiocatore la più ampia scelta possibile, il team di sviluppo ha analizzato e scannerizzato i volti più disparati per etnia ed età, con particolari molto differenti fra loro. Scomposti i singoli elementi, hanno lavorato duramente per fare in modo che potessero essere combinati a piacimento, mantenendo una sensazione di coerenza fra loro. Il risultato sono 40 modelli preformati tra cui scegliere il proprio character, presentati all’inizio del gioco come se si trattasse di schede di specifici lavoratori. In seguito è comunque possibile andare a personalizzare ulteriormente la propria selezione, modificando gli elementi più disparati, arrivando a poter scegliere anche la dentatura. Tutto questo si concretizza in una reale risposta alla domanda che spesso ci facciamo quando giochiamo: chi vuoi essere?
Lo stesso sistema grafico è stato utilizzato anche per realizzare ogni singolo NPC presente nel gioco, per continuare a dare la sensazione di un mondo in costante movimento e non semplicemente una realtà che fa da contorno al personaggio principale. Non è raro imbattersi in conversazioni quotidiane incentrate sulla qualità del caffè o su micro fatti avvenuti in città, quasi come se ogni singolo NPC avesse un’esistenza che vive e si trasforma mentre noi procediamo nella nostra avventura. Questo comporta anche la possibilità di imbattersi in tante missioni secondarie che, iniziate con una semplice conversazione, si trasformano in avventure parallele in maniera del tutto naturale, sviluppandosi sulla base delle nostre azioni. E mentre ci lanciamo alla scoperta di queste micro esistenze che gravitano intorno a noi, non è detto che qualcuno non possa diventare qualcosa di più di semplice NPC incontrato per caso.
Alcune volte avremo la possibilità di arruolare qualcuno di questi NPC all’interno del nostro equipaggio. Molti di loro, infatti, possiedono un ruolo e un’abilità specifica che potrebbero tornarci utili durante la nostra missione di esplorazione. Tra i più particolari vi è sicuramente Bosco, un robot che può assisterci in molteplici situazioni, sia di gestione della nave che in combattimento. Molto tempo è stato speso per realizzare questo affascinante NPC, sia graficamente che concettualmente. Dallo stile retrò, ispirato a molti modelli explorer della NASA, gli sono state comunque fornite fattezze umanoidi. Questo sia per renderlo più utile in attività pratiche ma anche per giustificare una sorta di personalità simile a quella umana, che gli permette di commentare ed esprimere giudizi durante le situazioni più disparate. Dopotutto tutti i personaggi che incontreremo punteranno a perdere la loro esistenza digitale per cercare di essere sempre più umani nel senso più stretto del termine. Questo si concretizza a partire dalla capacità di chiamarci con il nome che abbiamo scelto per il nostro personaggio, fino ad arrivare alla possibilità di costruire vere proprie storie fra loro, con uno sviluppo indipendente. Indubbiamente ci si sentirà meno soli nel freddo e oscuro spazio sconfinato.
In viaggio alla scoperta di nuovi mondi
Nell’enorme lavoro fatto per dare la possibilità di vivere e personalizzare la propria avventura, permane un’unica certezza: una vasta varietà di ambienti cittadini. Nel micro-mondo di Starfield, l’umanità ha iniziato la colonizzazione dell’universo. Al centro di questa impresa vi è la United Colonies, un insieme di colonie raggruppate dal desiderio di iniziare una nuova epoca dell’esplorazione e dalla convinzione di essere gli umani più meritevoli. Le similitudini tra le diverse comunità terminano qui. New Atlantis, ad esempio, localizzata su Alpha Centauri, è probabilmente la metropoli più all’avanguardia, dove si concentra il sapere e la ricerca di innovazione. Brillante e moderna, i suoi palazzi si stagliano verso il cielo riempiendo di bellezza gli occhi di coloro che atterrano sul pianeta. Ma dello stesso gruppo fa parte anche Sedonia, città mineraria umana localizzata su Marte, diametralmente opposta per costruzione e mentalità. Le United Colonies, però, non sono gli unici raggruppamenti presenti nella galassia. Altri gruppi si sono formati, con intenti e obiettivi differenti rispetto a quelli nobili della scoperta e della ricerca spaziale, sviluppando caratteristiche specifiche e uniche. Presupposti sociali, etici e anche religiosi che danno forma a gruppi non sempre amichevoli che incontreremo durante il nostro viaggio. Akila City, ad esempio, è una città selvaggia che ricorda molto da vicino il Far West mentre Neon ha seguito uno sviluppo differente che l’ha portata a divenire l’indiscussa città del piacere. Solo alcuni esempi per descrivere la vastità di micro-realtà presenti nell’universo di Starfield, in cui vite e storie scorrono sotto la superficie ed aspettano soltanto di essere scoperte.
Non mancano certamente anche una serie incalcolabile di mondi ancora da esplorare. Pianeti che vengono generati automaticamente, rendendo ogni globo differente sia all’interno del gioco che tra videogiocatori. Per la loro costruzione, in ogni caso, Bethesda ha analizzato attentamente le caratteristiche reali del nostro cosmo, così da fornire a ogni pianeta elementi coerenti con la loro dimensione, velocità di rotazione e distanza dalla stella principale. Viene strutturata così una vera e propria narrazione ambientale che, di volta in volta amplia o restringe le possibilità del personaggio. Banalmente, in un ambiente con una gravita inferiore saremo in grado di salire sulla cima di una torre con un solo balzo mentre con una gravità maggiore saremo costretti a spostarci utilizzando esclusivamente lo zaino propulsore. La stessa fauna assume caratteristiche differenti sulla base del pianeta stesso ma in tutti gli animali è ben visibile il desiderio di non realizzare dei mostri alieni, quanto piuttosto creature stupefacenti, strettamente legate al territorio in cui si trovano.
Una scelta stilistica quasi obbligata visto il forte desiderio di offrire un’esperienza di gioco incentrata non sullo scontro obbligato ma piuttosto sull’esplorazione in senso ampio. Durante i nostri viaggi potremo scegliere di catalogare la flora e la fauna locale, per rendere l’universo un po’ meno ignoto. La conoscenza dell’ambiente ci permette anche di individuare le risorse recuperabili dal pianeta, offrendoci la possibilità di costruire un avamposto addetto al loro recupero. Queste piccole colonie sono totalmente personalizzabili con una logica simile a quella di un classico gestionale, dove scegliere quali edifici costruire e quali membri dell’equipaggio destinare alla loro gestione. La personalizzazione dell’avamposto, però, non si limita solamente all’esterno delle strutture ma anche agli elementi che compongono i diversi locali interni. La gestione degli avamposti è assolutamente opzionale ma, decidendo di sfruttare questa opportunità di colonizzare nuovi ambienti, avremo in cambio risorse e informazioni, elementi utili per proseguire la nostra esplorazione della galassia.
Una nave spaziale per viaggiare verso l’ignoto
Naturalmente non è possibile viaggiare alla ricerca di nuovi pianeti senza una nave spaziale degna di questo nome. E in Starfield la nostra astronave non è considerata solamente come un semplice mezzo di trasporto ma come un vero e proprio personaggio secondario se non proprio una rappresentazione della nostra identità. Per questo motivo, così come per il nostro aspetto, anche la nave spaziale può essere personalizzata in modi differenti. Potremo acquistarne una all’interno di uno spazioporto e modificarne le caratteristiche sulla base delle nostre necessità, come aggiungere un’area dormitorio se l’equipaggio inizia ad essere troppo numeroso. Molto dipenderà anche da cosa vorremmo fare nel nostro viaggio come dedicarci alla caccia di taglie, al trasporto di risorse o alla pirateria spaziale, ad esempio. In ogni caso potremo scegliere di modificarla andando a migliorare i singoli componenti presenti oppure entrare nella sezione di ingegneria aerospaziale per un livello di modifica ancora più approfondito, dove quasi ogni elemento visibile, dentro e fuori la nave, può essere sostituito strutturalmente o visivamente. Perché alla nave possiamo anche dare la forma che preferiamo, facendola assomigliare, come mostrato dal team Bethesda, a un grosso ornitorinco o a un enorme robottone giapponese.
Mi sembra scontato dire che la nostra nave non servirà solamente a spostarsi da un luogo all’altro. Là fuori è una galassia difficile e non mancheranno incontri sgradevoli. Per questo tipo di situazioni è fondamentale avere anche un efficiente sistema di difesa e attacco. In Starfield le navi possono essere distrutte non semplicemente sparando. Bisogna avere uno stretto legame con il proprio mezzo, spostando risorse energetiche in punti differenti della navicella, cambiando abilità e azioni, muovendoci in una sorta di danza spaziale. Una volta distrutta la nave, i rottami lasciati dagli aggressori possono essere recuperati e trasformati in nuove risorse. Ma se non siete tipi da scontri aerei, potete sempre decidere di effettuare un salto spaziale per fuggire alla battaglia o, ancora meglio, abbordare la nave per un buon vecchio scontro faccia a faccia per poi recuperarla e farla entrare nella propria flotta. E per finire, nulla vi vieta di essere voi gli aggressori, per cogliere di sorpresa ignari viaggiatori e derubarli dei loro averi. Non vi avevo già nominato la pirateria spaziale?
Starfield: armiamoci ed esploriamo
Come è ormai chiaro, in questo vasto universo non tutti saranno amichevoli e pronti a tenderci la mano. Per questo avremo bisogno di un vasto arsenale per difenderci da qualsiasi avversità. Naturalmente anche in questo caso, non mancano le possibilità di personalizzazione. Le armi sono tantissime e delle più diversificate, da modificare sia nelle capacità che nell’aspetto. Dal corpo al corpo, passando per le armi da fuoco fino ad arrivare a quelle a grande impatto. Una dotazione da adattare alle diverse situazioni ambientali, come la possibilità di utilizzare armi ad energia in assenza di gravità per eliminare lo spostamento dato dal rinculo dello sparo. Ma fondamentale sarà anche la direzione che decideremo di dare al nostro personaggio. In fase di creazione, infatti, partiremo da un background principale, come Chef, Explorer o Diplomat. Ognuna di queste porterà con sé tre abilità principali che daranno una prima direzione alla nostra avventura, rivelandosi utili nei momenti più disparati e aprendo interessanti side quest. Potremmo ad esempio incontrare un fan che vuole unirsi al nostro equipaggio o un distinto signore alla ricerca di un cacciatore di taglie. Salendo di livello durante l’esplorazione e gli scontri, avremo poi a disposizione uno Skill Tree composto da 5 alberi, ognuno con 4 gradi differenti. Abilità delle più variegate che ci permettono di apprendere il controllo mentale degli alieni, migliorare il nostro combattimento corpo a corpo o renderci maggiormente furtivi per trasformare l’esperienza in un gioco stealth.
Starfield si configura quindi come un’esperienza di gioco tutta da personalizzare, dove troneggia al centro l’esplorazione libera. Bethesda è riuscita a bilanciare perfettamente divertimento e realismo. Hanno costruita un’intera galassia che si muove continuamente, modellandosi sulle scelte del giocatore e portandolo allo stesso tempo a crescere e cambiare. Un’esperienza che ci spinge ad esser curiosi, a non fermarsi al tragitto prestabilito dagli sviluppatori ma ad essere artefici del nostro destino. La sensazione, dopo aver assistito alla Starfield Direct, è quella di completa libertà, dove le possibilità sono infinite. Un progetto ambizioso e mastodontico a cui Bethesda si è dedicata anima e corpo. E per celebrare la nascita di quello che sembra già, a tutti gli effetti, un vero e proprio capolavoro, la software house insieme a Microsoft hanno deciso di fare alcuni regali ai tanti videogiocatori in attesa dell’uscita del gioco. È infatti possibile acquistare un controller Xbox e un Headset personalizzati Starfield, per entrare totalmente all’interno. Mentre per tutti coloro che sono già totalmente conquistati dal titolo, sarà possibile acquistare lo smartwatch presente in Starfield e indossato dal protagonista. Totalmente funzionante, arriverà all’interno della stessa valigetta presente nel videogioco, insieme a una toppa originale. Starfield (qui il sito ufficiale) continua a stupire fuori e dentro la sua galassia. Chissà cosa ci aspetta ancora da qui al 6 settembre 2023, data di uscita del gioco.
PIATTAFORME: PC e Xbox Series X|S
SVILUPPATORE: Bethesda Game Studios
PUBLISHER: Bethesda Softworks
DATA D’USCITA: 6 settembre 2023
La Starfield Direct è stata un’ottima occasione per poter vedere a che punto dello sviluppo si trova il nuovo titolo di punta Bethesda. Dopo 10 anni di sviluppo, il gioco è il primo mondo totalmente originale da 25 anni nella storia della software house e sembra proprio che si siano impegnati al massimo per offrire un’esperienza indimenticabile. Tutto lo sviluppo ruota intorno al concetto di libertà e personalizzazione. Per creare il nostro personaggio avremo a disposizione ben 40 modelli precostituiti da poter ulteriormente modificare. La scelta del nostro background avrà un influsso diretto sulla storia, portando ad accedere a side quest originali, mentre le abilità, divise in 5 skill tree, ci permetteranno di definire al meglio il nostro stile di gioco. L’obiettivo rimane uno soltanto: esplorare una galassia immensa che si costruisce man mano che avanziamo nel viaggio. Pianeti generati sulla base di effettive caratteristiche fisiche del sistema solare, con una fauna che mira ad essere il più coerente possibile. Niente mostri alieni ma animali fantastici da scoprire e catalogare. Luoghi dove allestire avamposti di ricerca e recupero materiali da poter utilizzare o scambiare con altri insediamenti. Dopotutto l’universo è vasto e già altri prima di noi sono partiti, costruendo grandi città tecnologicamente avanzate o sperduti insediamenti dove vige ancora la legge del più forte. Intorno a noi, inoltre, una miriade di NPC si muove, trascorrendo vite parallele, storie secondarie che aspettano soltanto di essere scoperte. Starfield è riuscita a ricreare l’epoca d’oro delle esplorazioni e a noi non rimane altro che partire all’avventura, con la curiosità di chi vuole trovare mondi nuovi.