The Flash Recensione: a spasso nel tempo

the flash

Curioso notare come le due potenziali “hit” cinematografiche di questa estate, Indiana Jones e il quadrante del destino e il qui presente The Flash, parlino entrambi di viaggi nel tempo e della possibilità di modificare il corso della storia (personale o umana che sia). Curioso notare come questi film che parlano di viaggi nel tempo mirino a far viaggiare nel tempo – almeno con la testa – una parte significativa dei loro spettatori: con Harrison Ford di nuovo in possesso di frusta e Fedora e Michael Keaton vestito da pipistrello, chi allora c’era non può che tornare all’estate del 1989, con la copertina di ‘Ciak’ dedicata all’imminente arrivo – in Italia. In USA uscivano proprio in quel torrido periodo dell’anno – di Indiana Jones e l’ultima crociata e dell’epocale Batman di Tim Burton.
A completare l’asse, Spider-Man: Across the Spider-Verse, che non parla di viaggi nel tempo ma ribadisce l’ormai familiare al limite dell’abuso concetto di Multiverso, che ormai è arrivato fino all’Oscar con l’exploit inaspettato di Everything, Everywhere all at Once interpretato, tra gli altri, da Ke Huy Quan, mitica spalla di Indy in Indiana Jones e il tempio maledetto. Coincidenze? Adam Kadmon direbbe ‘Io non credo’.

THE SPAGHETTI INCIDENT

Noi ci crediamo anche ma non possiamo che rilevare un certo trend, di cui il film di Andrea Muschietti, finalmente in sala dopo una lavorazione molto travagliata, si fa punto focale, mescolando il concetto di multiverso con quello di paradosso temporale con una teoria tanto delirante e appiccicata con lo sputo – secondo la quale il reticolo temporale sarebbe da paragonare a un piatto di spaghetti – talmente priva di un qualsiasi fondamento eppure talmente madida di sicumera che diventa una dichiarazione d’intenti e si finisce per crederci senza fare troppe storie, perché è evidente che è meglio per tutti fingere di essere idioti pena rovinarsi inutilmente la visione.
Accettato questo, e accettato che per qualche ignoto motivo il viaggio indietro nel tempo condotto da Flash per salvare sua madre cambi i connotati del volto di Batman (Ben Affleck) in quelli di Keaton (un autentico ‘non sequitur’) allora vale tutto, e ci si può divertire anche parecchio. E’ vero che laddove vale tutto la maggior parte delle volte è vero anche che non vale niente, ma The Flash si pone con una tale ingenuità e genuinità di fondo che attaccarlo in qualsiasi modo passi dal raziocinio diventa un’arrogante manovra di bullismo.
Questo valga anche per la tanto mal chiacchierata CGI, brutta, certo, ma non più di quanto realizzato – ad esempio – in Marvel con Quantumania o Doctor Strange nell’universo della follia. Muschietti ha già risposto elegantemente alle critiche sottolineando che lo stile della computer grafica nel film è appositamente ricercato, trattandosi di una rappresentazione della percezione di Flash nel momento in cui si trova a contatto con le mille linee alternative del Multiverso, che come è risaputo è un concetto di cui si sa spaventosamente poco.


PENSIONE ANTICIPATA

Prendetela per buona, fidatevi – va detto che a sostegno della tesi c’è che l’apparato cambia totalmente aspetto quando si applica a scene relative alla realtà contingente del momento, come lo splendido primo combattimento sulle nevi, appena dopo il salvataggio di Supergirl – e potrete godere di un film che pur senza troppe pretese riesce a intrattenere ed emozionare soprattutto, va detto, grazie all’ottima performance di Keaton ma soprattutto grazie alla scrittura che sta dietro al suo personaggio.
Da un lato c’è sempre la sindrome che attanaglia i personaggi di rispolvero del cinema pop contemporaneo – dai Ghostbusters originali in Legacy allo Spider-Man di Tobey Maguire in No Way Home – per cui devono necessariamente essere andati a letto presto per molti anni come Noodles in C’era una volta in America, solo perché sono stati fermi gli attori che li hanno interpretati.
Per intenderci, questo Batman ha combattuto solo il Joker, Catwoman, il Pinguino e Max Schreck, perché è totalmente Burtonriferito. Poi è andato in pensione anticipata. Perché non immaginare piuttosto che abbia continuato le sue avventure? La lista dei nemici di Batman è infinita, tra quelli più conosciuti – L’Enigmista, lo Spaventapasseri, Mr. Freeze, Poison Ivy e compagnia bella, che devono la loro fama probabilmente proprio al cinema – a quelli meno usati ma comunque interessanti: Il Ventriloquo, Anarky, Hush, Clayface, Man-Bat, si potrebbe andare avanti all’infinito…
Ma il cinema tende sempre a pensarsi in maniera estremamente autoriferita in questo senso e dunque, in maniera un po’ riduttiva, quello che non s’è visto non esiste.

CHARACTERS E CARATTERI

Però, gli va dato atto che quando Keaton mette su il costume, è lui. E’ esattamente il Batman di Burton che fa tutto quello che ci si aspetta dal Batman di Burton, agisce nel modo giusto, pensa nel modo giusto, senza discrasie o azzardi improbabili per il personaggio, al contrario di quello che avviene, ad esempio, a Indiana Jones nel film in arrivo…
Flash è caratterizzato ancora in maniera molto distante rispetto al fumetto, è un personaggio sostanzialmente comico (e così anche la sua controparte del mondo alternativo in cui si ritrova), e questo nasce da una “stortura” ab origine, perché i film DC Warner, per la fretta di inseguire la Marvel, non hanno mai dato spazio ai personaggi singoli di svilupparsi, buttandosi in crossover già a partire dal secondo film realizzato, Batman v Superman.
Quindi, tra l’Uomo Pipistrello che è già cupo di suo e il Superman incupito dalla mano di vernice datagli da Nolan & Snyder per Man of Steel, serviva – sempre secondo gli Studios, ci mancherebbe – un ‘comic relief’, un tipo alla Spider-Man che spezzasse la tensione con le sue battute, e la scelta è caduta su quello col costume rosso e i poteri basati sull’agilità.
Questo però non è un male, perché visto che Flash si carica tutto l’apparato comico/macchiettistico, lascia spazio ai personaggi “seri”, che sono appunto Bats e Supergirl, di fare il loro, giungendo al paradosso che alla fine rubano di molto la scena al protagonista.

FANSERVICE FOREVER

Come sempre in questi casi, abbonda il fanservice, ma è concentrato soprattutto nella parte finale, lasciando che la pellicola si sviluppi su altre strade. Non abbiamo molto da dire in proposito anche e soprattutto perché sarebbe spoiler selvaggio.
Ci limitiamo solo a una riflessione sull’unica apparizione che è stata sdoganata dal regista stesso, quella di Nicolas Cage nei panni di Superman, come doveva essere in un film “mai realizzato” proprio da Burton. E’ materia da nerd, ma due cose ci hanno fatto storcere il naso.
La prima: non condivide l’universo con il Batman di Keaton, cosa che invece ci si sarebbe aspettati se si volesse parlare in maniera opportuna di ‘Burtonverse’ (dicitura ormai diventata comune che in termini reali non esiste. Burton non ha attivato nessun universo, limitandosi a due film su Batman). La seconda: sembra totalmente realizzata in CGI, mentre ci sarebbe piaciuto vedere il vero Cage indossare quell’iconica tuta.

Ma al di là di questo c’è il film in sé, che funziona molto bene per quel che deve fare: è veloce (e non è scontato. Pensiamo a Zack Snyder che con la sua mania per il ralenti fa apparire Flash percettivamente più lento di tutti gli altri) ritmato, divertente, tutto sommato semplice (perfino nella basilare esposizione del paradosso temporale, roba che a rispetto Ritorno al Futuro sembra un trattato di fisica quantistica) e a modo suo emozionante. Ricalca la storia a fumetti Flashpoint negli snodi principali ma se ne discosta per atmosfera – molto meno dark – e concettualizzazione di base, proponendo un percorso totalmente personale.

Voto: 7.5

Fumettista, giornalista, saggista, tutto quello che finisce in “ista” gli si confà alla grande, spaziando a 360 gradi nell’universo della scrittura ogni volta che la vita glie ne dà possibilità. Vi ricorderete di lui per le storie su ‘Samuel Stern’ e per la graphic novel ‘Garibaldi Vs. Zombies’, ma quando non ha il costume da supereroe scrive di cinema per CinecittàNews e per tante altre testate… tra cui indovinate quale?