Chiudete gli occhi e immaginate la vostra idea di “ambientazione cyberpunk”. Che siate fan di opere cinematografiche come Blade Runner, Ghost in the Shell o anche dei giochi di ruolo come il Cyberpunk cartaceo di Mike Pondsmith o il Cyberpunk 2077 di CD Projekt RED. Con molta probabilità, vi ritroverete – almeno in una visione “superficiale” – a spuntare sempre le solite caselle: metropoli ultra tecnologica, monopolio globale da parte delle mega corporazioni, conflitto umano tra spirito ed evoluzione cibernetica e critica alla deriva della nostra società. Senza mettere in secondo piano nessuno di questi lavori e i loro autori, cerchiamo di “cambiare le carte in tavola” con questa provocazione: in che modo i messaggi e le tematiche cyberpunk possono essere applicate all’interno di una delle città più belle d’Italia? Questo è più o meno l’incipit di Venice 2089, l’avventura grafica sviluppata da Safe Place Studio e che negli scorsi mesi si è imposta nella scena dello sviluppo indipendente del bel paese ottenendo riconoscimenti di tutto rispetto come il Red Bull Indie Forge 2022 e il premio di Best Italian Debut Game agli Italian Video Game Awards 2023. E con l’arrivo delle versioni console – grazie al porting effettuato da Fantastico Studio – su PlayStation, Xbox e Nintendo Switch, è arrivato il momento di entrare in questa distopica visione della “Regina dell’Adriatico” e buttarsi in questa opera prima tutta italiana.
Tra gondole e Hoverboard
Per passare una vacanza “diversa dal solito” Nova decide di tornare nella sua città natale Venezia e fare visita al nonno, noto architetto della zona, e trascorrere i prossimi 6 giorni nella città “affondata” nell’acqua. In questi anni infatti la conformazione di Venezia è rimasta pressoché intatta rispetto a quella che conosciamo noi nel 2023, ad eccezione della immensa marea che a giorni alterni la sommerge. Da Zattere al Mercato fino a Punta della Dogana e Dorsoduro. Questo pericolo ricorrente – nato dalle drammatiche conseguenze del cambiamento climatico – ha costretto la maggior parte dei cittadini a scappare, alla ricerca di nuove opportunità e una nuova casa, annullando gran parte del turismo e dando il via libera alle mega corporazioni come la Atlas, e trasformando la città in una vetrina per cartelloni pubblicitari e sponsors ma senza apportare migliorie significative alla vita di chi è rimasto.
La realtà con cui Nova viene in contatto durante questa breve settimana è quella di una comunità allo sbaraglio, che giorno dopo giorno cerca di raccogliere i pezzi e vivere una normalità imposta da una situazione pressoché disperata, dando però vita a personalità forti e carismatiche che offriranno alla giovane nuovi punti di vista sulla città e sul suo modo di vedere le cose. Tra una chiacchierata con la vecchia signora ossessionata dai gabbiani e dai piccioni, il gondoliere dal braccio rotto, vecchi amici d’infanzia e soprattutto suo nonno, Nova matura al punto da sostituire l’iniziale cinismo e apatia con un una voglia irrefrenabile di mettersi in gioco per fare la cosa giusta, cosa che la porterà a prendere una scelta del quale conseguenze parleremo verso la fine di questo paragrafo.
Tuttavia, e qui parliamo di quella che è in effetti l’unica nota stonata della narrazione, la divisione in 6 soli giorni dalla durata media di 20/30 minuti l’uno non permette un vero attaccamento a questa visione distopica di Venezia, con le sub-quest opzionali che vanno se non altro a infarcire l’esplorazione con piccoli trivia sulle leggende e le tradizioni della città. Ciononostante, il messaggio principale che viene lanciato al giocatore verso la fine dell’opera potrebbe lasciare a desiderare fino a quando non si capisce dove gli autori vogliano andare a parare. Venice 2089 infatti non presenta un lieto fine o un finale dal sapore amaro, optando piuttosto per una conclusione più aperta all’interpretazione del giocatore, portandolo – in maniera giocosa – a una realizzazione coscienziosa su questo scenario urbano-ambientale impensabile, ma che con l’andare del tempo e della crisi climatica odierna diventa sempre meno improbabile.
Nova Hawk Pro Musician
Prima di analizzare il di gameplay di Venice 2089, non ci si può non soffermare sulla sua estetica e lo stile artistico scelto da Safe Place Studio. Una volta avviata la partita, il giocatore viene catapultato all’interno di un diorama della città di Venezia abitato da figure bi-dimensionali. Vedetela come una enorme sezione/ispirazione stilistica a Paper Mario, impreziosita da graffiti, cartelloni, monumenti ed elementi dell’architettura urbana ispirati al loro corrispettivo reale e trasportati 56 anni nel futuro e quindi con le dovute “migliorie” e “ammodernamenti” del caso. Il risultato è una metropoli dal notevole impatto visivo e che accompagna bene l’esperienza pad alla mano, con il cambiamento tra bassa e alta marea che aiuta a rendere meno monotoni gli spostamenti tra un punto all’altro della mappa. Non mancano inoltre diversi riferimenti a tradizioni e “meme” del luogo, come una particolare addizione dal risultato ancora ignoto.
Spostamenti che avvengono tramite l’hoverboard di Nova e che rappresentano il mezzo di trasporto più veloce ed efficace per raggiungere i punti più caratteristici e nascosti di questa Venezia a metà tra il presente e il futuro. È possibile percorrere gran parte dei percorsi anche a piedi, andando però non solo ad allungare in modo innecessario la durata complessiva del gioco, ma rende del tutto superflua una delle meccaniche che accompagnano la componente esplorativa: l’accompagnamento alla colonna sonora. Tramite la pressione di un semplice tasto durante l’esplorazione in hoverboard è infatti possibile librarsi in volo con un salto che – se preceduto da un secondo input all’interno di elementi specifici dello scenario – permette al giocatore di influire sulla musica lo-fi di sottofondo. Con panchine e stendini su cui grindare, pozzanghere e fasce di luce, il mix finale risulta sì orecchiabile e piacevole, ma anche di breve durata. Se a questo contiamo che alla fine della fiera questa possibilità risulta opzionale e non influente sulla trama, ci troviamo davanti a un mero accessorio piuttosto che a una meccanica significativa.
L’unica fonte di interazione tra Nova e l’ambiente è rappresentata dal suo drone giocattolo, un aiutante volante che permette alla ragazza di collezionare oggetti, spostare ostacoli e risolvere semplici puzzle ambientali oppure far saltare qualche collegamento elettrico. Gran parte di queste azioni saranno necessarie per completare le quest secondarie proposte dagli NPC, e che sono composte dai compiti più disparati. Tra la consegna di ordini confusi, ingredienti per gelati dai gusti strambi e la raccolta di piume lasciate in giro da piccioni e gabbiani a seconda della marea, questo contenuto rappresenta nella sua semplicità d’esecuzione la parte più divertente ed esuberante di Venice 2089.
Venice 2089 è un crostolo agrodolce
Come detto in apertura, la possibilità di giocare a Venice 2089 su piattaforma console ci ha permesso di rivisitare l’opera su un nuovo formato, in questo caso la versione per Nintendo Switch. E se la portabilità della console ibrida si sposa con l’impostazione da “chill game”, rendendolo così un’ottima scelta per chi è alla ricerca di un gioco da finire d’altro canto l’esperienza viene purtroppo castrata da lacune tecniche inspiegabili e che non rappresentano il biglietto da visita ideale per le capacità tecniche Fantastico Studio sulla console Nintendo. Tra un frame rate che fatica a mantenere i 30 fotogrammi al secondo, caricamenti onnipresenti e alcune situazioni in cui è stato necessario riavviare il software, la stabilità della versione 1.0 di Venice 2089 su Switch ha lasciato molto a desiderare sul lato tecnico, il che è un peccato considerando il potenziale di giochi del genere all’interno di una piattaforma compatibile con uno stile di gioco da “una partita e via prima di andare a dormire”.
Ciononostante, va premiato lo sforzo di Safe Place Studio nel cimentarsi – alla loro opera prima – in un “esercizio di stile” in 2.5D che risulta bello da vedere e soprattutto intuitivo nel suo funzionamento durante la fase di esplorazione, anche grazie a uno stile artistico cartoonesco che strizza l’occhio ai fan delle graphic novel americane. Una volta sistemate le piccole imperfezioni citate in precedenza in termini di gameplay e realizzazione tecnica, ci aspettiamo che il prossimo progetto da parte dello studio possa elevare quest’ultimo in una delle realtà italiane di punta della scena indipendente. Menzione d’onore per la colonna sonora, che spazia tra un futuristico Lo-Fi e brani più in linea con la scena pop/rock contemporanea, utilizzati per sottolineare la “boomeraggine” del nonno di Nova durante una delle loro innumerevoli chiacchierate.
Piattaforme: PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch
Sviluppatore: Safe Place Studio
Produttore: Safe Place Studio
Tutto sommato, Venice 2089 è sicuramente un “buona alla prima” sia in termini di rapporto qualità prezzo (solamente 6,99 euro in tutti gli store), sia in termini di esperienza pad alla mano. È chiaro che gran parte degli sforzi di Safe Place Studio si sono concentrati sul proporre una componente narrativa dalla chiara impronta attivista e soprattutto informativa, cercando di sensibilizzare l’attenzione del pubblico – grande o piccino che sia – su una tematica così importante come il cambiamento climatico, in relazione a uno dei patrimoni del nostro paese. Vero, la parte ludica lascia un po’ a desiderare e di sicuro sarà una priorità degli sviluppatori “perfezionare” questo aspetto per i prossimi progetti, ma alla fine di questa breve ma piacevole vacanza in quel di Venezia ci sentiamo soddisfatti e a ritrovarci d’accordo in tutto e per tutto con le buone impressioni che hanno portato il gioco a ricevere il premio di “Best Debut Game” agli IVGA 2023. Peccato per le performance su Nintendo Switch.
