Baldur's Gate 3

Baldur’s Gate 3 Provato: le nostre prime impressioni in attesa della recensione finale

Baldur’s Gate 3, leviamoci subito il primo dente, è uno di quei titoli veramente complessi da valutare. E non è difficile comprenderne il motivo! Del resto, l’opera di Larian ha sin dai suoi primissimi vagiti dimostrato di avere tutte le carte in regola per irradiare con la sua vena autoriale pulsante più che mai un settore sempre più dominato da produzioni scariche di idee. Sia chiaro: Baldur’s Gate 3, sotto questo punto di vista, non rappresenta uno scossone, né tantomeno vuole essere un punto di rottura con il passato e con la serie, anzi, ma anche conservando squisitamente intatta la propria natura riesce a risultare unico, prezioso, incantevole. Mi sono bastate poche ore per comprendere di avere tra le mani, potenzialmente, una delle produzioni videoludiche più ambiziose degli ultimi anni e, sinceramente, non vedo l’ora di poter scoprire se avrò ragione o meno. Quello su cui posso già mettere le mani sul fuoco adesso, dopo un primissimo contatto che ha già abbondantemente sfondato la doppia cifra in termini di ore di gioco (un nonnulla, rispetto alle proporzioni del gioco), è che sto facendo molta fatica a staccarmi da Baldur’s Gate 3 e non è soltanto qualcosa legato alla natura in sé del gioco. Questi primi giorni in compagnia della nuova, titanica, fatica dei ragazzi di Larian Studios, hanno evidenziato quello che un po’ tutti noi avevamo già immaginato per la produzione: Baldur’s Gate 3 sembra veramente mastodontico! Partendo dalla narrazione, che tassello dopo tassello si espande a dismisura verso vette potenzialmente infinite, finendo con la qualità stessa della “vita in game”, la produzione sembra essere un po’ lo specchio della Larian attuale: fiera di sé, convinta dei propri mezzi e, soprattutto, ambiziosa come poche. In attesa della recensione completa, che arriverà per forza di cose nel corso delle prossime settimane, anche considerando la natura gargantuesca del gioco, voglio comunque raccontarvi le mie prime impressioni sul gioco, che nel complesso sono molto positive, al netto di qualche piccola incertezza di natura tecnica.

baldurs gate 3

Baldur’s Gate 3: la vita reale o il gioco?

Sarò sincero: avevo già messo in conto di far fatica a staccarmi da Baldur’s Gate 3 una volta iniziata la partita, specialmente la primissima run. Ciononostante, non vi nascondo che sto facendo veramente molta fatica a staccarmi dalla vita “fittizia” che sto costruendo nei Fogotten Realms, non tanto per la qualità superba della storia, che non ancora avuto modo di approfondire (ovviamente) più di tanto finora, ma più che altro per la carica autoriale con cui Larian sembra aver imbastito l’intelaiatura strutturale della sua creatura. Baldur’s Gate 3 vince anche e soprattutto per la sua scrittura. Queste prime ore di gioco hanno già saputo sciorinare una qualità pressoché infinita di situazioni, soluzioni narrative e tematiche impressionanti, che sembrano avere tutte le carte in regola per far letteralmente impazzire gli appassionati del genere. Del resto, il dettame strutturale rimane sempre il medesimo e segue un percorso molto preciso. L’incipit narrativo con cui si attivano gli eventi del protagonista, che nel mio caso ha le fattezze di un mezz’elfo di nome Yamada (gli appassionati di anime e manga capiranno), è all’apparenza molto semplice anche se, per certi versi, poco chiaro. Imprigionato in una sorta di struttura aliena, il nostro alter ego inizierà ben presto a fare la conoscenza di quello che è un mondo di gioco, come al solito, ricco di segreti, mezze verità, misteri, alleanze potenziali, tradimenti possibili e via dicendo. Ben presto, infatti, la prigione di “carne” che avvolge i protagonisti, finiti sotto il giogo dei misteriosi e spaventosi Mind-flayers, finirà per “sgretolarsi”, lasciando spazio a quello che è l’inizio vero e proprio dell’avventura, quella, per l’appunto, alle pendici di Baldur’s Gate. Da qui in avanti, ho avuto praticamente subito la sensazione di essere di fronte a qualcosa di a dir poco immenso, gigantesco, a tratti soverchiante.

baldurs gate 3

Tralasciando la quantità smodata di razze, etnie, fazioni con cui potenzialmente fraternizzare o farsi la guerra, quello che mi ha trasmesso la sensazione di “perdermi” letteralmente per il mondo di gioco è proprio il modo in cui quest’ultimo si pone di fronte al giocatore. Le prime ore passate in compagnia di Baldur’s Gate 3 sono infatti un piccolo inno alla libertà, un singhiozzo costante nella testa del giocatore che verrà chiamato, in continuazione, a prendersi la responsabilità di plasmare non soltanto la propria storia ma anche quelle di tutti gli altri. Lo so, non è certamente una rivoluzione o qualcosa di strano per un prodotto del genere. È proprio per tal motivo sono rimasto colpito dalla voglia degli sviluppatori di portare avanti i propri ideali e le proprie idee videoludiche, lasciandole trotterellare da un punto all’altro dell’esperienza di gioco, in una continua ricerca di nuove strade da percorrere, storie da assimilare, luoghi da scoprire e, perché no, eventi extra a cui partecipare in “tempo reale”, che spesso contribuiscono a far pendere lago della bilancia da un lato o un altro della bilancia. Lo ripeto: ho visto veramente molto poco, finora, penso di aver scalfito soltanto la punta del gigantesco iceberg che Larian ha scaraventato nelle case dei giocatori, ma sono già abbastanza convinto che, con queste premesse, siamo di fronte a un prodotto dalla rigiocabilità e della longevità impressionante. Del resto, il peso e l’importanza delle scelte del giocatore, sia quelle “dirette” sia quelle più autonome e indipendenti sono il fulcro dell’esperienza di gioco anche a livello di narrazione, che sembra in grado di farsi plasmare liberamente dalla mente del giocatore, che diventa così, passatemi il termine, uno strumento nello strumento.

Un mondo vivo e splendido da vedere, ma allo stesso tempo spaventoso!

Il mondo di gioco di Baldur’s Gate 3 è tanto bello quanto letale. Non ci vuole poi molto per comprenderlo, ma è buona cosa ribadirlo subito prima di iniziare una qualsiasi forma di analisi del comparto ludico della produzione. La nuova fatica di Larian Studios, perfettamente in linea con la tradizione della serie, è caratterizzata da un livello di sfida molto elevato. Proprio per questo motivo ho apprezzato molto la scelta degli sviluppatori di proporre anche una modalità di gioco pensata per offrire un livello di sfida molto più modesto e che mette la narrazione al centro di tutto. Sotto questo aspetto, è abbastanza evidente che Larian vuole cercare di espandere il dominio della produzione al di là della sua comfort zone, con risultati più o meno riusciti. Baldur’s Gate 3, al netto di quanto detto poco sopra, rimane un titolo pensato per essere amato e apprezzato soprattutto dai fan di vecchia data, anche e non solo a causa del suo livello di sfida e dell’importanza che viene attribuita al combat-system ma anche alla gestione e allo sviluppo del proprio alter ego. Fin dalla genesi del proprio alter-ego, la nuova fatica di Larian Studios fa subito capire di voler dare al giocatore le chiavi dell’esperienza di gioco, e lo si comprende con estrema facilità. L’editor di creazione del personaggio, per quanto non esattamente supersonico sul piano delle possibilità estetiche, sembra promettere grandi cose sul piano ludico. Oltre alla possibilità di partire con un eroe “Originale”, il gioco, chiaramente, dà il meglio di sé quando viene interpretata con gli occhi nuovi di un avventuriero di primo pelo. Sotto questo punto di vista, il lavoro svolto da Larian è, come al solito, sontuoso.

L’editor ricorda molto quello di Divinity Original Sin, sia sul piano estetico sia su quello strutturale, con ambizioni, se vogliamo, ancor più chiare. La scelta delle origini, dell’etnia e della razza sono il punto di partenza e tutte loro hanno il potenziale di poter mettere basi importanti sulla creazione e soprattutto sull’evoluzione del proprio avatar. In tutto questo, a fare la voce grossissima è sicuramente la scelta della classe e della sottoclasse che, già da questo primo, sembra in grado di raggiungere mire potenzialmente infinite. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla quantità e dalla varietà di incantesimi, buff, debuff e attacchi a distanza e ravvicinati che si sbloccano in base alla classe selezionata, in un mare di libertà che sembra voler travolgere tutto e tutti. Baldur’s Gate 3 sembra veramente enorme, quasi spiazzante, esattamente come mi sarei aspettato e come ci saremmo aspettati un po’ tutti quanti. Ad ogni modo, toccandolo “con mano”, il tutto diventa ancor più evidente. Come dicevo in precedenza, per questa prima run ho scelto un mezz’elfo, e come classe ho puntato sul puro Wizard, con specializzazione in Evocazione. Ciò mi ha dato accesso a una lunga serie di incantesimi utilizzabili in grado di perforare le difese nemiche, ma anche di creare situazioni di supporto durante gli scontri. Questi ultimi, a loro volta, si svolgono nel modo più classico possibile. Il giocatore, attraverso un sistema a turni, può controllare il suo avatar e gli alleati, e proprio la gestione delle risorse, del movimento e del piazzamento in battaglia mi sono risultati elementi a dir poco fondamentali. Non voglio ripetermi, ma devo farlo: Baldur’s Gate 3 sembra un titolo molto complesso, che non si può approcciare con facilità, perché anche la più semplice delle schermaglie potrebbe risultare una via d’accesso direttissima verso il Game Over. Queste prime ore di gioco mi hanno insegnato a non sottovalutare niente e nessuno, a ponderare ogni singolo aspetto di ogni singola battaglia, ed è forse questo a rappresentare uno degli aspetti più riusciti ma allo stesso tempo potenzialmente “spaventosi” della produzione. Anche per quanto riguarda il gameplay, comunque, ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa che ha ancora tantissimo da dire, anche perché da buon RPG, Baldur’s Gate 3 consente anche di evitare lo scontro armato, quando è possibile, a favore del dialogo e della comunicazione. Da questo punto di vista, la palla passa in mano alle caratteristiche dell’avatar.

Queste sono legate all’etnia e alla classe selezionata, e permettono di sbloccare linee di dialogo extra in base alla situazione. Anche il sistema del lancio del dado è un’aggiunta molto interessante, che entra in gioco nel momento in cui si vuole provare ad avviare un negoziato. Basandosi sui parametri quali la saggezza, l’intelligenza, la capacità da “attore” del personaggio e quant’altro, si avvia un sistema che si fonde al lancio stesso del dado, il cui arresto, segnato con un doppio numero, sancisce l’esito finale della trattativa. Ad ogni modo, le mie prime impressioni sulla produzione sono assolutamente positive. Il potenziale ludico di Baldur’s Gate 3 sembra veramente enorme, radioso e al netto di qualche piccola incertezza e di alcune scelte che non hanno la stessa funzionalità di altre, credo fortemente di essere di fronte a qualcosa di unico nella sua semplicità e non vedo l’ora di scoprire tutto ciò che il gigantesco universo imbastito da Larian ha in serbo per me e per tutti gli appassionati.

PIATTAFORME: PC

SVILUPPATORE: Larian Studios

PUBLISHER: Larian Studios

Queste prime ore in compagnia di Baldur’s Gate 3 hanno aperto, è il caso di dirlo, un gigantesco cancello che ha liberato un oceano di emozioni e di ottime sensazioni sulla produzione. Larian ha fatto davvero centro e sembra aver saputo perfettamente unire il passato con il presente nel plasmare un’opera a dir poco imperdibile per tutti gli appassionati della serie e del genere, nonché un ottimo prodotto anche per avvicinarsi per la prima volta a una delle pietre miliari dell’industry, anche se è doveroso sottolineare che la natura del gioco è tutt’altro che permissiva e “accogliente”. Nel complesso, comunque, il tutto sembra funzionare a dovere. La trama, la caratterizzazione dei personaggi, il gameplay: tutto sembra virare in un’unica direzione, e non avrei potuto desiderare di meglio da un titolo del genere, il cui unico difetto è quello che potrebbe azzerarvi seriamente la vita sociale. Al momento dunque, abbiamo concluso quella che è a tutti gli effetti una review in-progress, offrendovi le nostre primissime impressioni. La recensione definitiva con tanto di voto finale giungerà a tempo debito, ma non dovete preoccuparvi, perché non dovete attendere molto per scoprire il nostro verdetto definitivo!

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.