Hercule Poirot The London Case Recensione: nuovi casi, vecchia interfaccia

HeUno dei più famosi investigatori al mondo sta tornando in azione, e non solo sul grande schermo. Sì, perché se a metà settembre uscirà Assassinio a Venezia, il prossimo film dedicato all’investigatore belga, solitamente connotato da pipa, berretto e un addome particolarmente pronunciato, anche nel mondo videoludico sembra essere il momento di Hercule Poirot. Nato dalla mente di Agatha Christie poco più di cento anni fa, siamo ora giunti al suo nuovo titolo videoludico, che prosegue la saga dei “cases”, i casi da risolvere. Il prossimo 29 agosto esce dunque Hercule Poirot The London Case, pensato per PC e console dallo studio scozzese Blazing Griffin e dal publisher Microids, e che abbiamo testato su PlayStation 5 in anteprima, non senza lasciarci qualche dubbio. Senza ulteriori anticipazioni e indugi, vediamo insieme cosa ci ha riservato questo titolo!

Hercule Poirot The London Case: ritorno alle origini

Con questo titolo si fa qualche passo indietro nel tempo, essendo il gioco ambientato dopo il primo capitolo, mostrando un Hercule Poirot con grande sicurezza riposta nelle proprie abilità e altrettanta passione mostrata nel risolvere i casi. The London Case è anche importante per un nodo narrativo presente, ossia il primo incontro tra Poirot e il suo storico braccio destro, Arthur Hastings, di cui facciamo la conoscenza sin dal prologo del gioco. Il gioco ci pone al centro di un caso inedito, dove un furto d’arte si intreccia a un omicidio, come sempre prendendo in considerazione la più alta borghesia del tempo, sino a sfiorare quasi la nobiltà. La storia di The London Case infatti inizia su una nave, dove Poirot è stato assunto dalla compagnia assicurativa Lloyd’s of London per proteggere e tenere d’occhio il trasporto di un dipinto di Maria Maddalena, che sta viaggiando da Bruxelles a Londra, per diventare il pezzo centrale di una esposizione di un museo londinese.

Fin da subito, chiaramente, le cose non andranno bene e giunti al museo, il quadro verrà rubato sotto gli occhi di tutti i presenti. Da questo punto in poi, Poirot non dovrà soltanto capire chi ha rubato il quadro, ma anche risolvere un misterioso caso di omicidio. Fino a qui tutto bene, e soprattutto l’intero canovaccio alla base del videogioco è precisamente come ce lo aspetteremmo. Non pochi però saranno gli elementi di sorpresa, tra alti e bassi di questo Hercule Poirot The London Case, che per parecchi aspetti ricorda il precedente The First Cases.

Un passo indietro nel tempo, sia nella narrazione…

Se la narrazione prevede che, a seguito del furto del quadro, seguiranno una serie di eventi con un ritmo abbastanza serrato (ma tutto dipende dalla vostra capacità di risoluzione dei casi), anche il gameplay in questione ci risulta abbastanza tipico, con mappe mentali interattive, ricche di dettagli e che ci permettono di unire i pensieri di Poirot tra loro, in modo da crearne di nuovi e utilizzabili per la risoluzione degli enigmi. Per fare questo però, siamo chiamati a interagire con i tanti personaggi che costellano ogni momento della storia, anche a più riprese, per sbloccare ogni volta contenuti diversi attraverso i dialoghi e fare sì che il nostro ispettore possa procedere nelle sue investigazioni. I vari personaggi non sono solo macchiette e banali comparse, anzi. In questo The London Case viene dato più risalto al loro profilo, oltre al fatto che veniamo man mano inseriti e iniziati al gioco grazie a una sorta di tutorial presente nel prologo. Da come potete immaginare a partire da queste prime descrizioni, il titolo in questione è un’avventura narrativa punta e clicca, basata soprattutto sulla risoluzione di enigmi e sulle deduzioni dell’investigatore, in perfetta sinergia e continuità con il precedente capitolo The First Cases.

Tutto quello che dovremo fare sarà concentrarci sulla risoluzione dei vari casi che ci si presenteranno, sfruttando l’ingegno e il carisma di Poirot, tra interrogazioni di testimoni e sospettati e immediate sospensioni dell’azione quando dovremo scegliere tra le risposte a scelta multipla e selezioneremo le risposte sbagliate. Il tutto avviene anche grazie a una attenta analisi degli oggetti utili che potremo ritrovare man mano, ingrandendoli e ruotandoli in versione 3D per analizzarne ogni minimo particolare e ritrovare ogni volta dei punti di attenzione su questi oggetti, utili anch’essi alla risoluzione del caso. Meccaniche già viste in altri titoli dello stesso genere, e soprattutto unite alla spiegazione metodica e costante di Poirot durante le diverse fasi dell’indagine. Una piccola nota: non sempre sarà facile reperire i punti di interesse su di un oggetto, soprattutto quando quest’ultimo è abbastanza ampio come un quadro, una libreria, e via discorrendo. Altro punto di attenzione sta nella linearità del percorso di gioco, senza bivi o vicoli ciechi e lasciandoci godere di questa storia senza troppe deviazioni.

…sia per scelte stilistiche e di interfaccia obsolete

Se dunque questo mistery punta e clicca funziona bene a guardare il suo gameplay e le strategie che dobbiamo mettere in campo, meno positive sono state le nostre opinioni circa alcuni aspetti del comparto grafico costruito per questo titolo. Se è vero che da un lato ci sono state alcune migliorie, dall’altra sono state compiute delle scelte a nostro avviso abbastanza discutibili. Una delle principali novità del gioco consiste nei puzzle da risolvere in prima persona, andando a manipolare la scena in corso e promettendo un nuovo punto di vista grazie anche a una grafica molto più dettagliata di quella nel precedente The London Case. Non aspettatevi però un incredibile salto in avanti e delle migliorie palpabili e straordinarie; il progresso compiuto si vede, ma senza aver proposto voli pindarici. I miglioramenti non si vedono solo dalla quantità di oggetti di scena, ma anche da veri effetti meteorologici, che variano a seconda del luogo in cui ci troviamo, per quanto alcune animazioni ci sono sembrate un po’ legnose nella realizzazione. Altro elemento di attenzione è anche dettato dalla scelta di rappresentazione estetica di Poirot e del suo comprimario Hastings: nessuno dei due incontrerà le vostre aspettative e i canonici tratti dei due personaggi, dove l’uno presenta segni estetici parecchio moderni e l’altro non ha il classico fisico abbastanza appesantito, né l’incarnato pallido che avete in mente. Oltre a essere parecchio più giovane.

Non staremo a discutere su quale colore della pelle debba avere Poirot, essendo dopotutto un personaggio di fantasia (prima di alzare polveroni come nel caso della nuova interprete del film Disney La Sirenetta, di cui vi ricordiamo qui la nostra recensione), ma è sicuramente un dettaglio che ci ha spaesati un poco, per quanto sia ancora in linea con il personaggio presentato nel precedente The First Cases. Infine, il motore di gioco si è comportato molto bene sulla nostra console next-gen, nulla da dire su questo punto. Un aspetto altrimenti non poco problematico, considerando che il software ha delle dimensioni davvero esigue. E il caricamento del motore di gioco? Veloce, confermando piuttosto agile il passaggio da una schermata all’altra. Qualche difetto invece nel doppiaggio, dove ci sono delle lacune nella traduzione preimpostata di alcuni filmati dall’inglese all’italiano, così come la nostra lingua manca nelle voci dei dialoghi, ma non nei sottotitoli. E in questi ultimi, qualche svista ortografica è scappata. Insomma, cura nei dettagli, ma fino a un certo punto.

Piattaforme: PC, Play Station 4, Play Station 5, Xbox One, Xbox Serie X/S, Nintendo Switch

Sviluppatore: Blazing Griffin

Publisher: Microids

Data di uscita: 29 agosto 2023

Nel complesso, l’affidamento di Microids a Blazing Griffin nella realizzazione di Hercule Poirot The London Case questo gioco è ben riuscito, proponendo un mistery da risolvere un passo alla volta e con diversi puzzle e rompicapo che ci vengono sottoposti, grazie alla visuale in prima persona per la risoluzione di puzzle e per l’analisi complessa di ogni passaggio del caso in corso. Anche il miglioramento della grafica non è di poco conto, ma solo se confrontato al lavoro svolto in precedenza in questa serie videoludica dei Cases. Nulla a che vedere con un titolo che potrebbe girare su console next-gen, forse più adatto alla precedente generazione. Ma con un balzo indietro di diversi anni. Infatti non sono pochi gli elementi di difficoltà che abbiamo riscontrato, allo stesso tempo: alcune scelte grafiche e tecniche non hanno funzionato molto bene, a partire dalla legnosità dei movimenti e dall’evidenza di quanto siano fittizi gli stessi, fino alla scarsa ampiezza delle arene di gioco per poterle esplorare e un movimento della telecamera non troppo libero. Anche la scelta estetica di rappresentazione dei protagonisti principali lascia un po’ di stucco, se paragoniamo Poirot del videogame a quello del grande schermo, così come alcune sbavature e obsolescenze tecniche si sono fatte sentire fin troppo, fatto salvo per le prestazioni del motore di gioco. Uno dei pochi aspetti davvero moderni e all’altezza di un titolo concepito (anche) per next-gen.

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.