The Legend of Heroes Trails of Cold Steel IV

The Legend of Heroes Trails of the Cold Steel III e Trails of the Cold Steel IV Recensione: la saga leggendaria in arrivo su PlayStation 5

Questo è un periodo certamente favorevole per i JRPG e le produzioni di stampo nipponico, ed è il momento anche di tornare a parlare di The Legend of Heroes. Basterebbe, difatti, non distogliere troppo lo sguardo da ritrovarsi Persona 3 Reload fra i piedi e Granblue Fantasy Relink pronto a essere giocato in ogni modo possibile e immaginabile. Quest’ultimo, peraltro, è attualmente uno dei videogiochi più scaricati su Steam, stando alla classifica che chiunque – già, pure voi – potrebbe consultare. È l’occasione giusta, specie per gli utenti di The Legend of Heroes, di rivivere al meglio due delle esperienze più significative del franchise sviluppato da Nihom Falcom, ora al suo meglio sotto ogni punto di vista.

Come dicevamo, è il miglior modo per vivere entrambe le esperienze. Oltre a essere videogiochi coinvolgenti, oltremodo ben integrati nei massimi sistemi dei JRPG più celebri, The Legend of Heroes è una serie estremamente longeva, calda e ben apprezzata, nonché grondante di produzioni di vario tipo. Non occorre fare uno storico per definire la sua importanza, a monte di due operazioni per portare le produzioni su PlayStation 5, la fortunata ammiraglia di SONY, eppure è ben chiaro sottolineare quanto ciò possa essere utile per chi è alla ricerca di nuove produzioni che spingano su tematiche importanti, come l’amicizia, il senso dell’onore e sì, anche il desiderio di fare un passo ulteriore verso l’empatia, che è alla base delle recenti produzioni del franchise, ora fra i migliori in terra giapponese e non solo. Perché The Legend of Heroes, oltre a essere un brand che sviscera sapientemente il bello del mondo, riesce ad arrivare al suo obiettivo con semplicità, come abbiamo già sottolineato in passato in molteplici occasioni.

L’obiettivo di far arrivare la serie anche su PlayStation 5, dunque, va oltre la solita operazione per dare spessore a un intero franchise che propone opere con un game design a turni delineato, non sporcandolo ulteriormente, ma rendendolo a fuoco, tanto a fuoco. È un’operazione che serve, soprattutto, per far conoscere il capitolo tre e quattro di The Legend of Heroes anche, e soprattutto, sulla quinta ammiraglia di Sony, ora fiammante per la demo di Final Fantasy VII Rebirth, il titolo più interessante di questo primaverile febbraio, tanto caldo e freddo al tempo stesso. Un mondo da scoprire e amare, dunque, capace sia di convogliare pragmatismi unici e particolareggiati e di dare vivido abbraccio ai classicismi di un genere ormai intramontabile, reso ancora più grande per le produzioni proposte nel corso degli anni. D’altronde, si sta parlando di una serie ormai resa celebri fin dalla notte dai tempi: scopriamo come si comporta, quindi, nella quinta ammiraglia SONY.

Due storie di sofferenza

Niente è più potente di un dolore lancinante, anche se la speranza, talvolta imprevedibile, può offrire altro al mondo. O per dare il via, in realtà, a una lancinante ultima battaglia così che il mondo sia in pace per sempre. In The Legend of Heroes Trails of the Cold Steel III sono passati undici mesi esatti dalla fine di una guerra brutale, con la Fazione Nobile che non è più un pericolo, mentre le Quattro Grandi Casate si sono ormai annientate a vicenda, dando così pace all’intera Ereboria, la terra in cui sono ambientate gli accadimenti di entrambe le opere, ora riproposte per PlayStation 5. La storia di The Legends of Heroes Trails of the Cold Steel III, senza fare esagerati spoiler, è intensa e scritta con estrema passione dando spessore a una trama avvincente che riesce a coinvolgere e appassionare, portando il giocatore a vivere dinamiche e situazioni intense. Il protagonista, Rean Schwarzer, è scritto con attenzione e passione, ed è un personaggio che riesce a emozionare e trasmettere sensazioni di vario genere, poiché la trama classica del terzo capitolo del franchise, specie se si guarda alla Classe VII, è quella di tentare di arrivare al suo massino, con lo scopo di migliorare un paese costantemente in conflitto. La trama del terzo capitolo del franchise, in tal senso, è avvolgente poiché trasporta il giocatore in diramazioni di ogni tipo.

Lo stesso si può dire, in realtà, anche per The Legend of Heroes: Trails of the Cold Steel IV, tratteggiato con ancora più maggiore attenzione e passione del predecessore, con l’obiettivo di rendere quest’ultimo ancora più intenso. Il quarto capitolo, in tal senso, espande i significati e i rapporti della Classe VII, andando a delineare un racconto maturo e appassionante, superiore per certi versi al terzo capitolo del brand. Vengono approfonditi i rapporti e le complessità fra ogni membro della classe, espansi inoltre i temi e trattati ancora meglio i dinamismi tra i vari protagonisti, così da rendere la scrittura ancora più omogenea e pensata al suo meglio, pregna di messaggi e tematiche fondamentali che potrebbero suonare comuni per gli appassionati.

Entrambe le pubblicazioni, adattate e spiegate egregiamente anche su PlayStation 5, danno vita a un grande insieme di temi. Alcuni di essi, portati all’estremo, mostrano le peculiarità tipiche dei rapporti tra i vari personaggi, approfonditi con maggiore cura e attenzione in entrambe le iterazioni, così da rendere le opere realmente indimenticabili per chiunque le viva per la prima volta e non potesse farne a meno. Di sicuro, è bene avere una conoscenza delle opere basilari prima di interfacciarsi con queste ultime, così da procedere senza tentennamenti alle loro conclusioni – con finali che si raggiungono, inoltre, in sole sessanta ore di gioco.

The Legend of Heroes al suo meglio

Entrambe le produzioni, in termini di game design, non sovvertono di molto ciò che propongono nella loro struttura di gioco. In tal senso, perfezionano ulteriormente per dinamismo, specie scenografico, quanto avviene a schermo. In tal senso, le pubblicazioni non sono poi molto diverse l’una dall’altra, proponendo un sistema a turni estremamente ben costruito e appagante, in grado di coinvolgere per l’intera durata dell’esperienza di gioco. Certo, nulla di nuovo all’orizzonte, siccome l’opera prende quanto è stato fatto bene da altrettanti JRPG, nonostante la faccia a modo suo, proponendo una diversificazione. Il quarto capitolo, per l’appunto, concentra ogni sua energia per elevare l’esplorazione, rendendo quindi la produzione più appagante per i giocatori alla ricerca di un’opera che sappia emozionare.

I porting, adeguato soprattutto nel gameplay, rimangono pressoché inalterati rispetto alle versioni originali, così come entrambe le produzioni, e coinvolge e diverte soprattutto perché permette di concatenare attacchi di vario genere a non finire, dando inoltre l’occasione di imparare le abilità dei vari membri del party, giocabili completamente all’interno della cornice riguardante i combattimenti. Al riguardo, la produzione, come già esplicato, non si differenzia affatto dalle analisi in precedenza realizzate: restano entrambi forte e perfezionano, anche grazie ai comandi del DualSense, un apporto interessante per l’intera esperienza, dando al gioco un coinvolgimento ulteriore che riesce, inoltre, a non staccare dallo schermo.

Ciò che ci è garbato molto dell’opera, in tal senso, è il dinamismo dei combattimenti e la possibilità di fronteggiare i nemici senza troppi tentennamenti, con la possibilità ulteriore di arrecare danno agli avversari in modo letale, spesso servendosi delle abilità che consumano energia, comunque recuperabile con gli oggetti specifici, così come parte della vita – a meno che nel party non vi sia qualcuno incaricato di curare il prossimo e dare, di conseguenza, un po’ d’aiuto. La caratteristica principale di entrambi i giochi, che è poi il motivo per il quale l’opera è riuscita a convincerci in passato, è la possibilità di muovere i personaggi nell’area di battaglia, approcciandosi in questo modo alla sfida come si preferisce. Nulla di nuovo, sia chiaro, ma è stato comunque coinvolgente riuscire ad appagarsi in questo modo.

The Legend of Heroes Trails of the Cold Steel III e Trails of the Cold Steel IV: un porting ben realizzato

Temevamo che le opere, in realtà, non venissero adeguatamente trattate per l’occasione, che cadrà il prossimo 16 febbraio. La grafica, rimasta pressoché inalterata, è stata comunque ripulita a fondo, definendo così ogni modello poligonale all’interno dell’opera. In tal senso, il lato tecnico è stato fedelmente riportato su PlayStation 5, con un impatto visivo comunque piacevole, anche se servirebbe un ammodernamento grafico che possa consentire a entrambe le produzioni di lasciarsi sapientemente godere.

Non abbiamo avvertito alcun bug di sorta e tanto meno problematiche relative ai caricamenti. Il titolo fila liscia e senza intoppi, offrendo così tante ore di gioco da poter godere di ogni caratteristica. Di sicuro, un porting è la cosa meno faticosa rispetto a una remastered completa, che magari potrebbe arrivare in futuro, così da dare ulteriore spolvero all’intera serie. Al momento, però, non si può che considerare promossa l’operazione di Nihon Falcom e NIS America, che hanno l’obiettivo, ormai da diverso da tempo, di far rivivere opere di questo calibro anche a chi non le ha mai provate con mano. Un risultato, a nostro avviso, davvero soddisfacente.

Piattaforme: PlayStation 5

Sviluppatore: Nihom Falcom

Publisher: NIS America

Una proposta ludica che riesce ad arrivare al suo obiettivo, portando i porting di due fra i videogiochi più importanti del franchise di The Legend of Heroes anche su PlayStation 5 nelle loro versioni migliori. Forti di due trame accattivanti e ben delineate, scritte con passione e attenzione, entrambe le opere convincono per il loro look e per il loro game design strutturato in modo eccelso, capace sia di appassionare e coinvolgere quanto di trasportare il giocatore a esplorare tematiche toccanti e rilevanti. Peccato, tuttavia, per la mancata localizzazione in italiano, con i giocatori che dovranno per forza di cose seguire i giochi e i dialoghi con un dizionario messo di fianco.