Pacific Drive

Pacific Drive Recensione: fari che illuminano il buio

Ed eccoci finalmente al volante della nostra auto in quell’atmosfera che ci eravamo ben immaginati durante la nostra precedente prova di Pacific Drive. Innanzitutto è doveroso fare una premessa che probabilmente potrebbe farvi smettere di leggere questa recensione, ma tant’è. La premessa in oggetto è che non ci troviamo davanti ad un simulatore di guida ma davanti ad un survival-horror dove la componente guida è incredibilmente semplificata proprio a favore della dinamica tipica deglihorror in prima persona. Bene, se avete resistito e adorate il genere survival-horror, Pacific drive qualcosa da raccontarvi lo avrà sicuramente.  Sempre che riusciate a resistere alla partenza bruciante che il gioco ci impone: nulla di nulla in quanto ad informazioni ed eccoci buttati sulla strada. Dopo un tratto dove ci viene spiegato più o meno che sta succedendo qualcosa ed un po’ di stava fatta a piedi l’avventura entra davvero nel vivo con la scoperta del garage, la nostra base operativa dove curare il personaggio, fare benzina e tutto quel chopping che dovrebbe essere il cuore pulsante del gioco.

Pacific Drive: reperire le risorse

In un buio che non ci lascerà praticamente mai, ruggine ovunque, baracche di lamiera e carcasse Pacific drive strizza potentemente l’occhio all’esperienza di Fallout 4 dove la possibilità di montare e smontare cose si è espressa quasi ai massimi livelli, non sui veicoli come invece possiamo fare nel titolo sviluppato da Ironwood Studios. Se siete appassionati dei giochi che nel customing vi portano via davvero tanto tempo Pacific drive fa veramente per voi perché non solo per ogni modifica ci vuole un discreto tempo, ma le risorse che il gioco vi metterà a disposizione sono davvero tante, disperse purtroppo ovunque. L’esplorazione, per quanto limitata agli ambienti che gli sviluppatori hanno deciso di farci visitare è discretamente vasta, ci troveremo così a depredare tutti gli insediamenti che ci troveremo davanti di ogni sorta di bene. In questa operazione di reperimento risorse dovremo fare la massima attenzione perché rimanere feriti (folgorati nella maggior parte dei casi) ci riporterà al nostro garage con l’inventario praticamente vuoto facendoci perdere un’infinità di tempo ed anche buona parte della pazienza.

Le missioni d’altro canto difficilmente riescono a fare presa sul giocatore poiché sembra sempre di comp0iere operazioni di routine e l’unico motivo per andare avanti è veramente vedere cosa ci aspetta dopo, purtroppo le aspettative finiscono quasi sempre per deluderci. Grafica e sonoro non brillano e sono figli chiaramente di un mondo vasto senza cui il gioco non avrebbe assolutamente senso, di fatto la bassa visibilità costante e la poca cura dei dettagli appena ci allontaniamo dalle aree principali di gioco ci farà presto desistere dal voler cercare per forza un senso a tutti gli asset che in molti casi sembrano piazzati a caso. Di buono c’è che i segnali stradali così come gli alberi vengono tranquillamente falciati dalla nostra fuori serie ma è pur vero che una volta caduti non ce ne facciamo assolutamente niente e dover recuperare rottami da un semiasse arrugginito quando è caduto un palo bello nuovo è quanto mai frustrante.

Guidare sì, ma non basta!

Paradossalmente il tempo che impiegheremo nello scassare porte , tagliare con il flessibile pezzi dalle auto e svuotare e riempire inventari sarà incredibilmente maggiore di quello che passeremo a guidare. La nostra povera auto sarà semplicemente il mezzo con cui spostarsi ed una vera e propria divoratrice di risorse, non di rado, infatti uno scontro contro i cattivi del gioco, macchine semoventi che senza un perché ci agganciano o ci scaricano addosso elettricità ci priverà di componenti importanti quali una ruota o il paraurti anteriore. In ogni caso anche a livello rottame la nostra auto marcerà lo stesso ed anche se siete puliti nel guidare tornerete certamente con diversi danni alla base operativa e ci vorrà di nuovo un sacco di tempo per aggiustare tutto, a proposito, tenete in ordine l’officina altrimenti dopo un po’ non troverete più nulla. Una nota sulla fase di chopping dobbiamo però spenderla sul mostrare come buone intenzioni si trasformano in buffi teatrini quando, probabilmente per la fretta di pubblicare, si tirano i remi in barca. Se vi date da fare con il flessibile (che dopo un po’ di utilizzo si scasserà pure e trovarne un altro almeno all’inizio è un serio problema) potrete smontare diverse carcasse di auto ma queste non vi restituiranno solo rottami ma anche risorse come il nastro adesivo (!!!), allo stesso modo potrete smontare la portiera e magicamente farla diventare cofano oppure lunotto posteriore. Quest’ultimo è proprio meglio non montarlo per evitare di doverlo aprire ogni volta.

Anche la fase di guida con un po’ di accortezza poteva essere molto più coinvolgente. La telecamera auto infatti è talmente stretta che il mezzo invece di dare un senso di protezione e rifugio finisce per opprimerci ed uscire dall’abitacolo è l’unico modo per liberarsi dalla claustrofobia. Scorrazzare a piedi  perciò sarà molto più salutale e nemmeno troppo lento in quanto possiamo correre praticamente all’infinito. Anche la parte meramente tecnica non brilla, mancano infatti le marce e fare le manovre in emergenza è praticamente impossibile, provare ad evitare un agganciamento di un cattivo altrettanto, soprattutto non ci saranno inseguimenti al cardiopalma o ruote che scoppiano all’improvviso. Ci sentiremo insomma dentro un simulatore di rigattiere senza però l’amato Apecar.

Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Serie S/X, PC

Sviluppatore: Ironwood Studios

Publisher: Kepler Interactive

In buona sostanza Pacific Drive non è per nulla una brutta idea, perché incarna un concetto di avventura esplorativa con una scarsità di risorse da reperire in ogni dove per costruire apparecchiature che ci permettano di demolire impianti più grandi e portare a casa il necessario per compiere le missioni. Detto così sembrerebbe un discreto passatempo per chi non ama particolarmente l’azione, tuttavia dopo un paio di ore di gioco la noia si farà sentire pesantemente e probabilmente il gioco finirà su di uno scaffale (virtuale) a prendere polvere. Per trovare soddisfazione ci vuole davvero tempo e dedizione, troppo per quello che oggi ha a disposizione un giocatore che non ha più vent’anni ed a cui questo prodotto sembra proprio destinato.