Call of Duty: Advanced Warfare – Recensione

Quest’anno, come abbiamo già fatto in altre occasioni, abbiamo deciso di dividere la recensione di Call of Duty: Advanced Warfare in due parti. Quella che vi apprestate a leggere si occupa della Campagna per singolo giocatore, mentre il multiplayer competitivo e cooperativo saranno oggetto di un secondo articolo, previsto per mercoledì mattina, che ospiterà anche il voto che abbiamo deciso di assegnare al gioco. Il motivo è presto detto: vogliamo attendere che i server di gioco siano pieni per verificarne il comportamento, senza contare che lo sviluppo del nostro personaggio nella competizione online richiede un po’ di lavorazione per essere valutato col giusto giudizio. Allo stato attuale siamo a livello 23, dopo un fine settimana di gioco intenso in cui i server si sono comportati bene (come al solito, prima del day one, del resto).

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TERRORISTA, PORTAMI VIA!

Cominciamo l’analisi parlando della trama di Call of Duty: Advanced Warfare, che – diversamente da quanto accaduto in passato (se escludiamo Black Ops II e pochi altri capitoli) – si segue facilmente, senza patemi e senza il rischio di perdersi per strada qualcosa. Uno dei vantaggi a favore della comprensione è senza dubbio il fatto che, lungo tutta l’avventura, il nostro alter ego è sempre e solo uno, ovvero il soldato scelto Jack Mitchell. Le vicende umane di Jack si intrecciano con un plot concentrato sulla solita organizzazione terroristica che, nel 2054, ha la bella idea di voler destabilizzare il mondo con un attacco su scala globale. Nel giro di poco, il nostro eroe si ritrova addosso la casacca della Atlas Corporation, un’agenzia non-governativa che ha carta bianca per agire indisturbata contro la minaccia terroristica, ovviamente dietro lauto compenso. A capo della Atlas Corporation, nei panni del CEO Jonathan Irons, troviamo un magistrale Kevin Spacey capace, con la sua interpretazione, di reggere l’intero carrozzone narrativo.

[quotesx]Nei panni del CEO di Atlas troviamo un magistrale Kevin Spacey[/quotesx]Le scene che aprono e chiudono le missioni, così come alcuni passaggi durante il gioco vero e proprio, sono realizzate con grandissima perizia e hanno il pregio di tratteggiare alla grande protagonisti e comprimari, grazie anche alla vena interpretativa di alcuni attori che, pur faticando a stare dietro alla sontuosità di Kevin Spacey, il loro sporco lavoro lo svolgono più che bene. Il nostro Jack, ad esempio, ha il volto di Troy Baker, diventato ormai un’istituzione nel mondo dei videogiochi grazie a performance come quella che lo ha visto mattatore in inFamous: Second Son, nei panni del giovane Delsin Rowe. È comunque Spacey a svettare su tutti, con l’aiuto non secondario del doppiatore ufficiale italiano (Roberto Pedicini) e di un lavoro di motion capturing da parte dei grafici di Sledgehammer Games che, a tratti, restituisce qualcosa di molto vicino al fotorealismo.

Call of Duty: Advanced Warfare

Come detto, la trama fila via liscia e senza prestare il fianco a incomprensioni. Anzi… se vogliamo è quasi troppo lineare nello sviluppo, tanto che solo raramente ci si ritrova a sobbalzare dal divano per via di qualche colpo di scena. Personalmente, tra questo tipo di approccio e quello spesso confusionario del passato, preferisco di gran lunga il primo, anche se in Call of Duty: Advanced Warfare lo scorrere degli eventi è viziato da una certa prevedibilità e da un finale eccessivamente frettoloso.

EXO TAGLIA 48, GRAZIE!

La grande novità a livello di gameplay è rappresentata dall’EXO, una sorta di nanotuta à la Crysis capace di donare a Jack e compagni alcune abilità cibernetiche e tecnologiche che, in Call of Duty: Advanced Warfare fanno spesso la differenza tra un soldato che resta vivo e uno che ci lascia prematuramente le penne. Dopo aver indossato l’EXO, Jack si trasforma in una sorta di supersoldato, dotato di possibilità di movimento precluse ai militari semplici. Ad esempio, i mini-jetpack integrati nell’innesto consentono di effettuare un doppio salto, magari seguito da un veloce movimento orizzontale in aria, da concludere poi cadendo in testa a un gruppo di nemici eliminandoli. Anche tenendo i piedi a terra, Jack può sfruttare i propulsori per compiere rapidi spostamenti laterali, perfetti per allontanarsi dal raggio d’azione di una granata che sta per esplodere o, più semplicemente, per disorientare un nemico che ci sta vomitando addosso piombo come se non ci fosse un domani.
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GUNPLAY BELLICO

Il gunplay di Call of Duty: Advanced Warfare non ha bisogno di grandi approfondimenti, visto che ricalca in modo quasi fedele quanto già proposto nei precedenti capitoli della serie. In sostanza, ogni arma ha i suoi parametri che regolano il rateo di fuoco, la precisione e la distanza di ingaggio, così che si possa in fretta trovare la combinazione che più ci aggrada. I nemici che uccidiamo lasciano a terra l’arma in loro possesso, che possiamo raccogliere e fare nostra all’occorrenza: in questo modo, sono poche le situazioni in cui siamo costretti a imbracciare un fucile che non si adatti alle nostre esigenze. Completa il quadro l’immancabile iron sight, che aumenta il danno inflitto e ci permette di puntare automaticamente i soldati che hanno la sfortuna di finire nei pressi del nostro mirino.[/box_articoli]
La tuta EXO non si limita però a questo, ma aggiunge abilità che ci vengono messe a disposizione di volta in volta, a seconda della missione che stiamo affrontando.
La più comoda di tutte è senza dubbio l’Overdrive, che attiva per qualche secondo un effetto paragonabile al Bullet Time visto in Max Payne e consente di fare un po’ di pulizia della zona senza patire troppo il fuoco nemico. Ho trovato estremamente utile anche l’abilità che crea un’onda sonica capace di stordire i nemici nelle vicinanze, un vero e proprio “salvavita” quando lo schermo è tinto di rosso e Jack è più di là che di qua; utile proprio come l’abilità che ripristina istantaneamente la salute, toccasana indispensabile se non c’è un riparo nelle vicinanze. Non mancano all’appello uno scudo antiproiettile portatile e l’invisibilità, quest’ultima purtroppo disponibile in un’unica missione di stampo stealth, che permette a Jack e ai suoi compagni di muoversi non visti, almeno fino a quando c’è sufficiente energia nella batteria della tuta EXO. Eh già… non pensavate mica di disporre di tutto questo bendidio senza limitazione alcuna, vero? Fortunatamente la batteria si ricarica col tempo, ma comunque troppo lentamente rispetto alla frequenza con cui vorremmo sfruttare impunemente i vantaggi dell’esoscheletro. Tocca farsene una ragione.

Call of Duty: Advanced WarfareDue parole vanno spese anche sulle granate, divise in tattiche e offensive. Entrambe le categorie offrono dei sottogeneri, che vanno selezionati poco prima del lancio: in pratica, basta tenere premuto il tasto assegnato al tipo di granata e passare in rassegna le varianti schiacciando la X sul pad, fino a quando l’etichetta presente sull’ordigno non corrisponde a quella che ci interessa; fatto ciò, è sufficiente prendere la mira e “mollare” tutti i tasti per osservare gli effetti del nostro “tiro da tre”. Tra le granate tattiche, quella che mi sono trovato a usare di più è la marcatrice, che mostra le sagome dei nemici nei pressi della zona di deflagrazione, anche se i codardi stazionano nascosti dietro a qualche muro; in alcuni frangenti, invece, è utile affidarsi alle EMP, granate che procurano parecchio danno a tutti i nemici composti principalmente di silicio (i droni volanti in particolare, ma non solo). Per quanto riguarda le granate offensive vere e proprie, oltre alle quelle classiche il nostro Jack può lanciare anche quelle a ricerca intelligente, ottime per sfoltire la compagine nemica rimanendo ben protetti dietro a un riparo.

SONO FUORI DAL TUNNEL-EL-EL-EL

Genere FPS, sottogenere canalone. Collocato in questa categoria Call of Duty: Advanced Warfare fa più che bene il suo mestiere, alternando con sapienza momenti stealth e passaggi roboanti, ma concedendo ovviamente più spazio ai secondi rispetto ai primi. Durante le sette ore necessarie per portare a termine la campagna a livello Normale (a Veterano ce ne vogliono almeno il triplo) si sprecano situazioni alternative, dove ci viene dato il comando di un mezzo corazzato, di un drone volante, di una specie di moto futuristica, di un jet e di un sacco di altri simpatici gingilli. In qualche rara occasione i designer di Sledgehammer Games concedono al giocatore di prendere una breve deviazione, ma si tratta comunque di piccole varianti in un percorso che rimane sempre ben definito, con l’obiettivo successivo perennemente indicato a schermo da una bella freccia gialla.

[quotesx]una tuta exo ben equipaggiata fa davvero la differenza[/quotesx]Tra un livello e l’altro è poi possibile spendere dei punti che si accumulano completando sfide progressive, così da acquisire migliorie per la tuta EXO, come alcuni slot aggiuntivi per le granate, un minor rinculo nell’uso delle armi, una batteria più durevole per le abilità, e via di questo passo. In Call of Duty: Advanced Warfare una tuta ben equipaggiata fa davvero la differenza: prima di gettarvi nelle fauci affamate della modalità Veterano, quindi, il consiglio è di potenziarla almeno un po’ con un primo giro di giostra a livello Normale, a meno che non desideriate morire con una frequenza imbarazzante. Anche perché l’Intelligenza Artificiale è carne da macello alle difficoltà basse, ma i ruoli si invertono alzando il tasso di sfida: poco importa che ciò accada solo per un’efficacia superiore delle armi e della mira altrui, e non per maggior scaltrezza da parte dei nemici stessi.

Call of Duty: Advanced WarfareHo provato un po’ di fastidio nel non poter decidere quali abilità equipaggiare sulla tuta EXO all’inizio di ogni missione. Come detto, in fase di briefing il gioco ci assegna cose di suo, senza che possiamo fare alcunché per intervenire. Questo è un vero peccato, perché un potere aggiuntivo come l’Overdrive, per dire, è sostanzialmente universale e sarebbe tornato utile anche in alcuni passaggi dove, invece, ne siamo misteriosamente sprovvisti. Si tratta chiaramente di una scelta dettata dalla necessità di rispettare alcuni limiti imposti dal design dei singoli livelli; tuttavia, non posso non osservare come altri titoli “nanotutati” lascino molta più libertà al giocatore su come fruire delle abilità associate. In questo modo, la costante sensazione – almeno durante la Campagna – è di idea buona ma parzialmente incompiuta, e forse propedeutica più al multiplayer che al gioco in singolo.

SOBBALZI TECNICI

Come ormai è noto anche ai sassi, i ragazzi di Sledgehammer Games hanno avuto tre anni a disposizione per lo sviluppo di Call of Duty: Advanced Warfare, contro i due di Infinity Ward e Treyarch. Questo ha permesso loro di creare un motore grafico quasi da zero, conservando poco o niente di quello utilizzato negli ultimi anni dagli altri team (e che ormai aveva dato tutto quello che poteva… diciamocelo!). Il risultato è in massima parte eccellente: al di là dell’incredibile somiglianza degli attori digitali con le controparti reali, la quantità di effetti presenti a schermo ci dona scenari da “bocca aperta”, in particolare nei livelli cittadini e in uno ambientato in Antartide, dove la resa dei ghiacci non ha eguali. Anche i 60 fps, sempre granitici, aiutano parecchio a garantire immedesimazione e velocità d’esecuzione.

[quotedx]i 60 fps sono granitici, anche nelle situazioni più congestionate[/quotedx]Detto dell’ottimo colpo d’occhio generale, è mio dovere segnalarvi qualche magagnetta tecnica sparsa. Un paio di volte ho faticato ad attivare gli script previsti dalla missione, nonostante fossi posizionato nel punto corretto; in un’altra occasione sono rimasto incastrato nello spazio tra una cassa e il muro prospiciente, senza poter fare altro che ricaricare l’ultimo checkpoint; in un’altra ancora un mio commilitone ha bloccato una scala sulla quale sarei dovuto salire, e mi sono visto costretto a prenderlo a pugni per svegliarlo. Niente di disastroso, ma un pochino di polishing in più avrebbe giovato.

Call of Duty: Advanced WarfareMolto bene, invece, il comparto audio, che si avvale di nuove routine per la gestione del panning in presenza di impianti multicanale, tipicamente 5.1. In questo è esemplare il primo livello di gioco, dove veniamo attaccati da uno sciame che è sembrato effettivamente volare in giro per il salotto (con tanto di gente che stava guardando la partita che ha abbassato la testa impaurita). Benino anche il doppiaggio: se sul duo Spacey/Pedicini ho già speso le giuste lodi, altrettanto posso fare per chi ha dato la voce a Jack e a un paio di commilitoni che ci accompagnano lungo la via; purtroppo, lo stesso non vale per altri interpreti (la bella Ilona, ad esempio), le cui difficoltà interpretative risaltano ancor più evidenti nei dialoghi dove è presente il già citato Pedicini.

E IL VOTO DOV’È?

La Campagna single player di Call of Duty: Advanced Warfare rappresenta la quintessenza del genere “canalone”. La cosa non va vista né come un difetto, né come un pregio, ma solo come segno di appartenenza a un determinato sottogenere di FPS. Partendo da questo assioma, l’ultimo nato di casa Activision si affranca parzialmente dai precedenti capitoli non solo per via di un motore grafico finalmente al passo coi tempi (e garante di 60 fps inchiodati), ma per aver introdotto la variante della tuta EXO, pur prendendo liberamente ispirazione dai fondamenti dalla serie Crysis. Il carrozzone roboante e caciarone allestito da Sledgehammer Games funziona, a tratti perfino trascina ed entusiasma, pur nella piena consapevolezza di una trama un po’ scontata nello svolgimento. Minano il giudizio finale la totale assenza di libertà nella scelta delle abilità da utilizzare nei singoli livelli e la presenza di alcuni bug più o meno fastidiosi. Giudizio che resta comunque più che positivo e foriero di grandi cose per il multiplayer, che tratteremo a breve in una recensione tutta dedicata.

Premesso questo, che vale un po’ come commento finale della Campagna (quantificabile in un 8.0, come voto, se siete appassionati dei numeri), abbiamo deciso di attendere mercoledì mattina per esprimere un giudizio definitivo su Call of Duty: Advanced Warfare, quando pubblicheremo la parte della recensione relativa al multiplayer. Il motivo è spiegato all’inizio del pezzo, e vale ribadirlo: per un prodotto che punta buona parte delle sue fiches sul multiplayer competitivo è essenziale verificare la tenuta dei server e il buon bilanciamento di armi e perk; il recente passato è troppo pieno di esempi che hanno fallito sotto questo punto di vista (Titanfall, SimCity, Driveclub e Diablo III su PC, per citarne i più celebri), almeno al delicato momento del lancio. Appuntamento per il giudizio definitivo a mercoledì mattina!

[EDIT]
Per leggere la parte della recensione relativa al multiplayer e scoprire il voto finale assegnato a Call of Duty: Advanced Warfare, clicca qui.

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