The Talos Principle – Recensione

The Talos Principle

Gran gioco. Alla fiera di Colonia avevo già potuto apprezzare il “test pubblico” di The Talos of Principle (come potete leggere qui), ma il risultato finale è riuscito davvero ad affascinarmi, un po’ per la propensione verso tematiche sci-fi a me particolarmente care, un po’ per la notevole competenza con cui sono stati concepiti la struttura del gioco, gli enigmi e gli strumenti risolutivi. Ed è bene sottolineare il rapporto praticamente antitetico con Serious Sam, celebre serie sparatutto di Croteam, da cui lo sviluppatore ha visibilmente ripreso alcuni scenari “storici” (l’antico Egitto, ad esempio, insieme a rovine e fortezze di varie epoche) senza però suggerire ulteriori paragoni o affinità. The Talos Principle è un purissimo puzzle-physic-game, che guarda con genuino interesse alla lezione di Portal e la declina in modo molto personale, esibendo una cultura e una capacità compositiva – non solo sotto il profilo ludico – a tratti addirittura eccezionale. Per lo stesso motivo, mi esibisco volentieri in un rispettosissimo inchino a inizio recensione, ancora più sentito del voto a fondo pagina. I numeri sono freddi, ed Elhoim lo sa.

HUMAN IS

Ben poco ci è dato sapere della nostra condizione iniziale. Nei metallici panni di un androide ci materializziamo in uno strano complesso, a metà strada fra un tempio e una struttura industriale, e subito veniamo accolti dalla voce tonante di Elhoim, che si professa nostro creatore e ci esorta a raccogliere i “Sigilli” che ha disposto per noi nei “Mondi” da lui creati (gruppi di stage con diversi enigmi, nella sostanza, contestualizzati in scenari meta-storici). Il linguaggio è semplice e simbolico, con chiari rimandi all’Antico Testamento: tra le strutture ne riconosciamo una che svetta una verso il cielo, perdendosi tra le nuvole, e che Elhoim ci vieta di risalire, esortandoci invece ad accettare la sua elementare e antica verità, pena la morte e l’infinita lontananza dalla salvezza. Il concetto di base è molto semplice, ed è quello che i giocatori meno curiosi si troveranno di fronte: sfidando una difficoltà crescente, talvolta al limite del proibitivo, è possibile raccogliere tutti i Sigilli per poi affidarsi letteralmente alla bontà di Dio, accedendo alle porte di quello che lui chiama “Paradiso”; non è difficile, però, supporre che molti “Bambini” (così veniamo chiamati da Elhoim) preferiranno utilizzare i Sigilli per aprire i piani della Torre, nascosti dal monitoraggio della divinità, sperando così di capire cosa davvero è successo alla Terra, il perché del nostro corpo di robot e la reale sostanza di ciò che ci circonda, nel suo equilibrio fra naturale e sintetico.

The Talos Principle[quotedx]The Talos Principle si cimenta in una narrativa ben più articolata della media[/quotedx]Ancor prima, però, di arrivare all’efficace concezione dei puzzle e dei meccanismi avanzati, The Talos Principle si cimenta in una narrativa ben più articolata della media, dove tutto non è semplice come sembra. L’ambiente centrale, così come i Mondi che si aprono “digitalmente” ai suoi margini, è costellato da terminali con cui possiamo profondamente interagire, per una volta non in senso fisico bensì attraverso il linguaggio, in una sorta di narrazione dinamica della “verità”: stralci di filosofia, letteratura, documenti scientifici, test in stile voight-kampff (Philip Dick è uno dei riferimenti dichiarati di The Talos Principles, da cui vengono riprese alcune delle tematiche centrali) e soprattutto dialoghi non lineari alimentano molteplici e comunque valide interpretazioni, per cui anche il solo pensare che Elhoim sia la solita Intelligenza Artificiale menzognera della fantascienza potrebbe rivelarsi fin troppo banale.

Di sicuro, le IA dei terminali sembrano aver a che fare con la divinità (e allo stesso modo conoscono alcune delle nostre azioni, ad esempio se abbiamo o meno violato la Torre), e possono venire interrogate per guadagnarsi la condizione di “amministratore del sistema”, nella speranza di svelare il reale stato delle cose o, almeno, di carpirne una piccola parte. Elhoim ha davvero nascosto la verità sulla Torre, sapendo che la tentazione di violarla sarebbe stata irresistibile? Esiste una verità assoluta, oppure ne esistono tante in relazione alle nostre azioni? E ancora: il fatto di essere un robot ci pone automaticamente ai margini delle risposte esistenziali, fatalmente ingannati da Elhoim, oppure è il nostro livello di complessità razionale, la consapevolezza che siamo in grado di raggiungere, a legittimare il nostro status di “persona”? Giocate e (forse) lo scoprirete.

The Talos Principle

BENVENUTO NEL MONDO, BAMBINO

La struttura generale dei livelli, un po’ come la volontà di Elhoim, si ispira a criteri semplici e simbolici: nei vari ambienti troveremo Sigilli verdi per aprire nuove sezioni e nuovi Mondi, Sigilli arancioni per sbloccare strumenti sempre più avanzati e Sigilli Rossi, necessari a completare il gioco e decidere, così, se accedere al Paradiso o all’ultimo piano della Torre; ogni Sigillo ha una forma chiaramente ispirata ai blocchi di Tetris, e allo stesso modo andrà ruotato e inserito in una serie di quadri a incastro, che non presentano la frenetica impostazione del gioco di Aleksej Pažitnov e, anzi, danno tutto il tempo al nostro cervello di valutare le varie concatenazioni possibili, con un livello di sfida più o meno elevato a seconda del grado di avanzamento dell’esperienza.

[quotesx]siamo di fronte a uno dei migliori esempi di puzzle-adventure degli ultimi anni[/quotesx]L’esempio di Portal emerge dall’ottimo background narrativo intorno alla risoluzione dei puzzle, oltre che nel linguaggio essenziale che li descrive e accompagna, in una declinazione del racconto comunque meno ironica e leggera. L’atmosfera visiva, al contrario, è ben più luminosa e rassicurante, e anche lo schema di gioco differisce in diversi punti, nella libera sequenza delle sfide come in altri aspetti: non c’è uno strumento centrale paragonabile alla Portal-Gun, ad esempio, e nemmeno alla sfera di The Ball o al duttile fucile del recente Deadcore, ma ogni elemento risulta comunque ben studiato e viene messo efficacemente in relazione con gli altri, dalle semplici casse fino al portentoso “registratore” quadridimensionale delle fasi avanzate (possiamo usare il nostro io del passato per risolvere enigmi nel presente), passando per strani proiettori che inibiscono le barriere energetiche, lenti rifrangenti per concatenare i flussi d’alimentazione, potentissime ventole per lanciare/innalzare gli oggetti e un ulteriore aiuto per gli enigmi di manipolazione del tempo. Il risultato è un’esperienza discretamente varia anche in termini di gameplay, che beneficia di una campagna piuttosto longeva e potrebbe rimpolparsi in futuro di contenuti amatoriali, nel caso i giocatori decidano di sfruttare intensivamente la lodevole apertura al modding, veicolando le proprie creazioni sul Workshop di Steam.

The Talos PrincipleTutto ciò che ho descritto fin qui non è esente da difetti e piccole sbavature: occasionalmente ho trovato enigmi “verdi” o “arancioni” maledettamente macchinosi e complessi, oppure puzzle “rossi” fin troppo facili da completare (la maggior parte, però, vi costringerà a spremervi disperatamente le meningi), e anche il sistema di controllo è ancora migliorabile nell’interazione con gli oggetti, nonostante la generosa fase di test e l’utilizzo di alcuni asset grafici non proprio di primissima mano, che hanno sicuramente snellito lo sviluppo del gioco. Nondimeno, i contenuti principali, le sfide e persino le stanze segrete di The Talos Principle sono capaci di premiare ogni sforzo con nuove interpretazioni del racconto, persino davanti a una semplice stellina bonus, attraverso enigmi di cui potremmo ammirare la complessità anche a livello visivo, costruendo spettacolari intrecci di corpi eterei e fasci d’energia. D’altra parte, ammesso che Elhoim sia davvero il creatore dei Mondi, la sua cultura dei videogiochi è fuori di discussione…