Xenoblade Chronicles è sicuramente uno dei J-RPG più apprezzati di sempre, su questo credo non ci sia molto da discutere. Quando Monolith Soft lo pubblicò su Wii, ormai quasi quattro anni or sono, parecchi appassionati del genere acquistarono la console di Nintendo solo per giocarci. Non fu quindi un caso che anche un burberone come il nostro Luca Salvucci si sia entusiasmato non poco, come dimostra la recensione che scrisse a suo tempo per GamesVillage.it con grande piglio e professionalità, e che potete raggiungere comodamente cliccando qui. Prima di proseguire, fatevi (e fatemi) un piacere: rileggetela. I contenuti di Xenoblade Chronicles 3D, porting di quello stesso gioco su New Nintendo 3DS, sono esattamente i medesimi, e da quelli partirò – dandoli per scontati – per commentare ciò che nei prossimi giorni troveremo sugli scaffali di tutti i negozi di videogiochi che si rispettino.
UN PORTING CHE S’AVEVA DA FARE?
Vi dico subito che l’idea di uno Xenoblade in formato tascabile mi aveva stuzzicato non poco. La voglia di rimettere le mani su un capolavoro senza tempo, rompendo la monotonia di un viaggio in treno o in aereo, era assai alta. Il problema è che Xenoblade Chronicles 3D è un porting spudorato e infilato di peso in una cartuccia, senza che sia stato oggetto di alcun adattamento per meglio rispondere alle esigenze di chi tiene in mano un New Nintendo 3DS, e non l’accoppiata Wiimote + Nunchuk.
Nello schermo alto si vede esattamente ciò che appariva sulla televisione quattro anni fa, con la differenza che la risoluzione inferiore del New Nintendo 3DS (400×240 pixel per occhio, attivando la stereoscopia) impasta tutta l’immagine, rendendo complicata l’interpretazione di ciò che accade quando l’azione si fa un po’ frenetica. Ad aggravare la situazione intervengono le scritte, talmente sfocate e piccole da risultare illeggibili in molti casi, e comunque di difficile fruizione anche in quelle schermate statiche dove sullo schermo si muove il nulla e quando, quindi, non dovrebbero palesarsi in alcun modo situazioni di confusione.
Al di là di questo fatto, comunque non di poco conto, l’inciampo più grande di Xenoblade Chronicles 3D riguarda il sistema di controllo, basilare in un titolo che fa della precisione e della velocità di esecuzione la sua ragion d’essere, soprattutto nei combattimenti. Tutto il combat system del gioco originale si basava sulla contemporaneità di fruizione tra l’analogico del Nunchuk e il digitale del Wiimote, visto che con uno ci si muoveva e con l’altro si selezionavano le varie abilità. Su New Nintendo 3DS i due input si trovano a disposizione del medesimo pollice (quello della mano sinistra), il che rende i combattimenti un vero strazio, soprattutto in quelle situazioni in cui basta una mezza esitazione perché il party ci lasci le penne e tocchi ripartire dall’ultimo checkpoint. In parole più semplici, per scegliere le abilità tocca togliere il polpastrello dall’analogico, lasciando il nostro personaggio fermo in mezzo allo schermo, in balia dei nemici e del fato avverso: vista la frenesia di alcuni momenti, perdere il controllo di uno dei membri del party, anche solo per un paio di secondi, si rivela spesso fatale e ci costringe a ripetere più volte combattimenti che su WIi avevano dato molti meno problemi.
NON TOCCARMI!
Per ovviare al grave problema di cui sopra sarebbe bastato un po’ di branistorming da parte degli sviluppatori sul corretto utilizzo del touch screen, magari pensando di posizionare le icone delle abilità sul suo lato destro, così da poterle attivare rapidamente col relativo pollice, senza perdere il controllo del personaggio. Oppure, adibire i tasti L e R allo scorrimento nei menu di selezione, dove sono allocate le azioni. Insomma… a pensarci cinque minuti cinque, di soluzioni praticabili e di facile costruzione ne sarebbero emerse a nastro. E invece, il touch screen non solo non è stato utilizzato per ospitare in modo intelligente le icone delle abilità, ma non è stato sfruttato in alcun altro modo, se non come secondo schermo informativo. La mappa, per dire, non può essere consultata se non muovendola con l’analogico. Allo stesso modo, tutti i pannelli di gestione dei personaggi e dell’equipaggiamento non ne vogliono sapere del touch screen, affidandosi ai soli controlli tradizionali per la navigazione e la selezione. Per lo meno, la presenza del C-Stick garantisce un minimo di controllo sulla telecamera, anche se la sensibilità si poteva tarare meglio, visto che basta sfiorare il pointer perché la visuale si sposti con eccessiva rapidità.
Insomma… giocare a Xenoblade Chronicles 3D è spesso più una questione di tenere a freno la frustrazione, che di godersi le indubbie meraviglie della versione originale. A memoria, non ricordo un porting peggiore di questo, partorito col minimo sforzo e senza alcuna voglia di adattare il sistema di controllo alla console che lo ospita. DI fatto, quello che abbiamo tra le mani è Xenoblade Chronicles infilato a forza e in malo modo dentro una console portatile. Poi oh… il gioco, di per sé, è talmente bello che non me la sento di penalizzarlo eccessivamente. Però sappiate che il rischio di andare incontro a una delusione cocente è alquanto elevato, soprattutto se lo avete già giocato su Wii. A chi, invece, fosse vergine di Xenoblade Chronicles mi sento di consigliare l’acquisto di un Wii e della versione originale (magari recuperandola in qualche scatolone dell’usato), ripiegando su Xenoblade Chronicles 3D su New Nintendo 3DS solo se le altre vie non sono praticabili.
Ah… attenzione a una cosa. Se avete intenzione di far vostra la versione digitale di Xenoblade Chronicles 3D, sappiate che la scheda MicroSD da 4 GB inclusa nella console non è sufficiente a ospitare l’intero gioco. Nintendaro avvisato…