One Piece Pirate Warriors 4 Provato dalla gamescom 2019

One Piece Pirate Warriors 4

One Piece Pirate Warriors 4 Provato | Da quasi un decennio, tutti gli appassionati di manga e anime sono alla disperata ricerca di un videogioco che possa rendere piena giustizia a One Piece, opera magna di Eiichirō Oda ormai in corso da oltre vent’anni. Non sempre, però, quando un media viene traslato su altri lidi le cose vanno totalmente per il verso giusto, cosa risaputa da molti interessati sia ai fumetti che ai videogiochi. One Piece, per esempio, annovera tra le sue trasposizioni videoludiche la serie Pirate Warriors, nata nel 2012 su PlayStation 3, che l’anno prossimo arriverĆ  alla sua quarta iterazione. Come i suoi tre predecessori, One Piece: Pirate Warriors 4 ĆØ un musou, sviluppato dai padroni incontrastati del genere negli ultimi anni: gli Omega Force, autori di diversi videogiochi, espansi attraverso diversi franchise, accomunati dalle stesse meccaniche.

One Piece Pirate Warriors 4

One Piece Pirate Warriors 4 prosegue la serie musou incentrata sul manga di Eiichiro Oda

Noi abbiamo avuto modo di provare One Piece: Pirate Warriors 4 da Bandai Namco alla gamescom, con la possibilitĆ  di mettere le mani su una nuova build ambientata su Whole Cake Island, una delle isole del Nuovo Mondo, situata al centro dell’arcipelago di Tottoland. L’isola ĆØ retta con il pugno di ferro da Charlotte LinLin, a.k.a. Big Mom, e dalla sua fazione di pirati: ĆØ proprio qui che, in Pirate Warriors 4, Monkey D. Rufy e la sua ciurma sbarcheranno durante l’avventura, avendo modo di svolgere alcune missioni volte a sconfiggere la possente Imperatrice durante l’omonimo arco narrativo, il primo fra quelli che compongono la trama di Pirate Warriors 4. Si tratta, dunque, di un momento nel continuum di One Piece relativamente recente per il Giappone e ancor di più per l’Italia, che, in riferimento al manga, lo ha visto terminare solo da poche settimane. A livello di storia e sceneggiatura, come ogni altro musou, Pirate Warriors ĆØ comunque molto più ā€œleggeroā€ e scevro delle sovrastrutture narrative, degli approfondimenti e dei dettagli che caratterizzano la controparte fumettistica e, in larga parte, quella televisiva. La vicenda, dicevamo, dovrebbe essere costituita da diversi archi narrativi, dei quali quello di Big Mom, volto a debellare il dominio dell’enorme donnona dall’isola e salvare Sanji, sarĆ  solo il primo.

Se a livello narrativo Pirate Warriors 4 appare giĆ  adesso discretamente godibile ma un bel po’ sempliciotto, i maggiori problemi che lo affliggono sono da attribuire al gameplay. Non aspettatevi un action dalle meccaniche fini, studiato attorno a combo complesse o a determinate tattiche per far fuori con intelligenza ogni tipo di nemico: d’altronde parliamo pur sempre di un musou, ossia di un titolo pensato per piacere a una specifica nicchia di giocatori (soprattutto giapponesi) che da un videogioco d’azione vogliono l’esatto opposto di quel che sono, ad esempio, Bayonetta o Devil May Cry. Avrete dunque a disposizione un vasto campionario di mosse con cui far fuori sterminati gruppi di nemici, inanellando combo spettacolari a vedersi ma nella pratica tutte grossomodo uguali le une alle altre. Se non altro, dal punto di vista scenico la struttura da musou si adatta discretamente bene agli attacchi di Rufy, che può fare sfoggio di tutti i suoi attacchi con braccia estensibili, ma, a livello effettivo, il tutto si riduce al trovare i due o tre più efficaci ed utilizzare solo quelli. A livello di gameplay e varietĆ  nei nemici incontrati, Pirate Warriors 4 ci ĆØ sembrato semplicistico persino per gli standard di un musou: ok, abbiamo giocato poco più di dieci minuti, ma ritrovarsi di fronte schiere di soldati tutti uguali (con un paio di miniboss corazzati da eliminare per proseguire) ĆØ stato parecchio deludente.

Anche il combattimento contro Big Mom si è esaurito nello spazio di due o tre minuti, senza che a renderlo un minimo più interessante intervenisse qualche meccanica aggiuntiva. In quanto boss del livello, la nostra avversaria aveva una quantità di punti vita enormemente superiore ai suoi scagnozzi e uno scudo ricaricabile che bisognava togliere solo nel momento in cui lei stava per attaccare, sorprendendola alle spalle e fuori dal suo cono visivo, in modo da poterle togliere una generosa quantità di HP per volta. Per il resto, la prova si è sostanzialmente esaurita qui: nulla da segnalare per quanto riguarda il level design, con enigmi ambientali dalla difficoltà pari a zero, e la struttura della mappa, che si limita ad essere divisa in grandi aree dove fare terra bruciata di tutti i nemici. Apprezzabile, se non altro, la possibilità di Rufy di fare sfoggio di diverse trasformazioni, fra cui il Gear Fourth, con cui diventa più potente e resistente della sua forma base, al punto da riuscire a sopraffare la stessa Big Mom senza difficoltà, con mosse sì sbilanciatissime, ma se non altro molto scenografiche. I diversi personaggi giocabili annunciati per Pirate Warriors 4 avranno ognuno le sue mosse, studiate, a detta del team di sviluppo, per renderli immediatamente riconoscibili, come fatto per Rufy.

Nulla da dire, infine, sul comparto tecnico: il motore ĆØ sostanzialmente il solito,Ā funzionale al gameplay e poco più, utilizzato da Omega Force per i suoi musou, con un framerate giĆ  adesso piuttosto stabile (abbiamo giocato su PlayStation 4 Pro), nonostante manchino diversi mesi alla conclusione dei lavori sul gioco. Artisticamente, invece, il gioco raggiunge buone vette, riproducendo i modelli dei personaggi con buona qualitĆ , mentre i fondali sembrano ancora un po’ anonimi e necessiterebbero di qualche intervento ulteriore; discreto anche il sonoro, anche se nella nostra prova abbiamo rilevato qualche lieve problema di mixaggio, con suoni secondari un po’ impastati.

One Piece: Pirate Warriors 4 ĆØ destinato a dividere la community di fan del manga di Eiichiro Oda, come i suoi predecessori: se vi piacciono i musou andrete a nozze con il titolo di Omega Force, mentre se speravate in qualcosa di più elaborato, che potesse rendere giustizia all’opera del maestro giapponese, dovrete continuare ad aspettare: specie dopo il mezzo fallimento di World Seeker, Pirate Warriors 4 non punta certo a raggiungere quelle vette.

Nato nello scorso millennio con una console fra le mani e rimasto per molti anni confinato nel mondo distopico della Los Angeles del 2019, ha infine deciso di uscirne per divulgare al mondo intero le sue più grandi passioni: il videogioco in tutte le sue forme, il cinema (quello vero) e Dylan Dog.

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