R-Type Final 2 Recensione: Pura Poesia Blastatoria

R-Type Final 2

R-Type Final 2 giunge finalmente sui nostri schermi, dopo una sontuosa raccolta fondi sul web ed uno sviluppo travagliato. Un franchise leggendario, che proviene direttamente dagli anni ottanta, brilla di nuova luce grazie a questa ultima installazione. La parola FINE era stata pronunciata nel 2004, ai tempi della PlayStation 2, ma quando si è scritta, letteralmente, la storia dei videogiochi è difficile non porre una ulteriore pietra miliare nella ricerca dello sparatutto perfetto. A volte ritornano, diceva Stephen King, il Re del terrore, ed R-Type ha deciso di tornare, decisamente in grande stile!

R-Type Final 2

Customize This! L’estrema personalizzazione veicolare

Dopo aver scaricato un installer da poco più di cinque giga, che rende disponibile nei nostri dichi rigidi un eseguibile di ben undici giga e mezzo, ci apprestiamo a giocare, ma ben lungi dal farlo si nota subito una interessante caratteristica, che aumenta parecchio il fattore divertimento. In R-Type Final 2 ogni nave è personalizzabile in cinque diverse voci, si inizia con gli intuibili e scontati colore della scocca e colore del cupolino, a cui si aggiungono gli invece strabilianti adesivi di bordo, alcuni tipicamente anni ottanta, simili a quelli che mettevamo sui nostri motorini brum brum da ragazzini, e vi assicuriamo che vedere una astronave da battaglia con occhioni, cuoricini e loghi motociclistici è una trovata davvero divertente! Passerete ore a riempire le superfici metalliche con stickers impossibili! Si continua poi con la tipologia di missili, anch’essi divisi tra siluri di precisione, a lunga gittata, bombe di profondità e via dicendo. Concludono la carrellata delle customizzazioni i misteriosi Bit, che altro non sono che delle piccole sonde gravitazionali aggiuntive utilissime durante le varie missioni. Non tutte le customizzazioni sono in realtà presenti fin dall’inizio, poiché molte vanno sbloccate. Tutto questo arricchisce il gameplay di base, che si rivela classico e solido, ma allo stesso tempo fluido e vibrante, con trovate sempre nuove, scrolling multidirezionali, effetti di parallasse come se piovesse, oltre che la totale assenza di tempi morti. Dopo aver personalizzato al massimo la nostra nave da battaglia ci attende un’odissea spaziale classica ed intrigante che appaga parecchio ogni tipo di giocatore, da quello più attempato fino al neofita totale, che magari ha solo visto dei video longplaying dei classici R-Type da sala degli anni ottanta ed ora ha la possibilità di provarli con mano la prima volta. Le prime impressioni, che abbiamo pubblicato in questa pagina, in occasione del rilascio della Demo ufficiale del titolo sono state decisamente confermate. La qualità del gioco è veramente elevata e la cura per ogni particolare è davvero certosina.

R-Type Final 2

R-Type Final 2: una pennellata aliena su una tela spaziale

R-Type Final 2 è realizzato con il motore grafico Unreal Engine, che sappiamo capace di grandi meraviglie, e che è stato sfruttato davvero bene. Già dal secondo livello, Distruzione: Invasione della Fabrica, gli scenari si faranno sempre più onirici ed alieni, con quell’incredibile stile che mescola organico e meccanico che ha letteralmente decretato il successo della leggendaria saga. Si, perché passateci l’elogiativo e meritato termine, qui non siamo di fronte ad un titolo qualsiasi, ma di fronte ad una serie che ha letteralmente scritto la storia degli Shoot ‘em Up, italianizzati prima in Sparatutto e poi, per differenziarli dai successivi Sparatutto in 3D, che nel mondo anglosassone si chiamavano con un ben differente 3D Shooter, ribattezzati in corsa Spara e Fuggi. Che poi, per inciso, non si fuggiva mai da nessuna parte, e la sigla non ha mai avuto senso… R-Type sta agli sparatutto come Resident Evil sta ai Survival Horror, per capirci. Perdersi tra le strabilianti trovate grafiche di R-Type Final 2 è pura poesia digitale, un viaggio onirico e quasi lisergico che fa viaggiare la mente in scenari ultramondani che quasi stordiscono per la loro bellezza.

Il tutto, per altro, mentre orde di nemici ci vengono addosso ad ondate ed ondate, in una catartica lotta all’ultimo sangue. La nobiltà del genere trascende il videogioco stesso e ne racchiude l’essenza più pura, con buona pace degli estimatori della via narrativa che spesso prende il sopravvento anche in giochi d’azione puri. La presenza di un punteggio e della misurazione numerica dei più piccoli parametri è una perfetta dicotomia con l’assenza assoluta di tempi morti, la distruzione ossessiva della nostra astronave, che riporta alla purezza dell’esperienza Arcade, dove tot morti significava la necessità di dover tirar fuori un gettone, o, nell’indimenticabile Belpaese degli scintillanti anni ottanta, le duecento lire, magari tratte dalle tante monetine che altro non erano che la paghetta data dal nonno alpino o dalla zia del piano di sopra. Ricordi comuni per i videogiocatori di vecchia data, che affiorano al solo rumore di ricarica del super laser della nostra astronave. Perché R-Type Final 2, parimenti alla sua perfezione tecnica e compositiva, fa leva biecamente sulla nostra nostalgia, tirando fuori a suon di bombe di precisione il fanciullino che è in noi, e che saliva sullo sgabello pur di giocare quel “gioco da grandi” troppo alto per la sua età. Non si può non restare rapiti da quel continuo balletto quasi coreografico delle ondate, che a volte si permettono persino di volteggiarci attorno, beffarde, senza colpirci, in un gioco di illusioni che crea un happening artistico fenomenale. One Shot, One Kill. Tempi in cui un solo colpo poteva ucciderci e decretare il Game Over definitivo! E, per inciso, i livelli di difficoltà, rapportati ai parametri moderni, sono tutti difficilissimi, dai semplici addestramento o bambini, fino al letale R-Typer, per veri eroi digitali. L’Arte di R-Type raggiunge livelli davvero elevati, trattando i performanti chip della PlayStation 4 in una vera tela per pittori digitali, accompagnando l’azione, anche all’interno dello stesso livello con variazioni sonore notevoli, dal lento andante, quasi classico alla techno più scatenata, quando l’azione diventa concitata. Similmente a quello che spesso compie il polistrumentista britannico Mike Oldfield nelle sue suite musicali, complesse ed oniriche. Fermarsi per un attimo a contare i livelli di parallasse, in scenari che a volte paiono citare mondi lontani, quali NES ed Amiga, non ha prezzo. “Quello che conta non è la destinazione, è il viaggio”, dicevano in Star Trek Voyager, e questa filosofia viene qui applicata in pieno. Tra catartiche peregrinazioni in undici stage indimenticabili, ricchi di trovate ludiche bizzarre, a volte quasi bohémien ed hippie, perché questo titolo sa di poterselo permettere, così elitario e così grandioso, nella sua perfezione tecnica unita come granito all’aspirazione artistica più possente. Raro trovare tanto amore per il proprio lavoro, il videogioco, ai giorni nostri, dove i tripla A spesso devono seguire le grandi leggi del mercato.

R-Type Final 2

Passione Collezionista, tutti gli Extra di R-Type Final 2

Dietro al titolo troviamo un autore videoludico leggendario, ovvero Kazuma Kujo, tra i creatori della serie classica di R-Type, dello sparatutto cult In The Hunt, ed anche collaboratore alla serie Metal Slug di Nazca Corporation, e di cui questo sequel rappresenta uno dei più grandi sogni. Dopo la chiusura della storica casa IREM Corporation, che in realtà dal 2010 ha solamente spostato il suo Core Business dai videogiochi alle macchine da sala Pachinko, ma è viva e vegeta, l’artista ha creato la sua software house Granzella Inc. l’anno successivo con cui, grazie anche ai fondi racimolati online con Kickstarter, ha potuto realizzare R-Type Final 2, oltre che titoli quali Soccer Love e Disaster Report 4 Plus: Summer Memories. Conscio di dover essere un titolo finanziato dai fan e realizzato per i fan, il gioco presenta dunque diverse feature che paiono scritte apposta per i collezionisti e gli appassionati della saga. Prima tra tutte la sezione R-Type Museum, dove sono presenti ben 99 navi sbloccabili, altamente customizzabili, che completano l’enorme offerta di velivoli. Solo tre all’inizio disponibili, ovvero le navicelle classiche R-9A Arrow Head, R-9D Shooting Star, dotata di base dell’incredibile Onda Cintura Fotonica ed R-9F Andromalius, capace di generare un potentissimo campo gravitazionale esplosivo letale per qualunque nemico spaziale. Lo Shop, sbloccabile dopo aver superato il primo livello, offre poi un materiale di bonus acquistabili decisamente alto, tra cui spiccano caschi e divise extra per i nostri piloti, materia base dei misteriosi elementi, Etherium, Bydogen, Solonium, che avranno un ruolo importante nel gioco, ma che non vi diciamo per non rovinarvi la sorpresa, oltre agli immancabili nuovi adesivi, vero tormentone divertente del titolo, tra cui troviamo anche degli artistici ideogrammi dipinti, che potrebbero rendere unica la nostra astronave. Altre sezioni importanti, oltre ai suddetti Museo e Shop, sono le Informazioni Pilota, semplici e snelle, un commovente manuale cartaceo vecchio stile, digitalizzato, una splendida Galleria degli Artwork, con ben sessantaquattro opere grafiche sbloccabili, ed il Laboratorio Bydo, dove si trova un vero e proprio centro di ricerca che contiene tutte le informazioni sui Bydo scoperti durante le missioni, e che rappresenta allo stesso tempo un vero e proprio Bestiario, numerato ed ordinatissimo, alla giapponese, verrebbe da dire, non solo degli “alleati” ma anche dei nemici affrontati, Il “Carciofone Gigante Quasi Indistruttibile” ovvero la Pianta Carnivora del secondo livello, che odierete in meno di due nanosecondi e che vi costerà diverse vite, ad esempio, è classificato al numero 15 dell’archivio. Ogni vittoria, quindi, si scopre un nuovo tassello nella collezione. Molto similmente ai Bestiari degli RPG, lo ammettiamo. La “follia catalogatoria” giapponese arriva anche a dare i parametri per ogni singolo nemico specificando la sua tipologia, se sia una specie meccanica oppure organica, il livello dove è presente, la tipologia, quanti HP possiede e quante volte lo abbiamo sconfitto. Si, amiamo questo titolo anche per particolari come questi, che fanno capire quanta cura ed amore siano stati messi nel suo sviluppo. Ogni sezione ha una musica personalizzata, che si aggiunge alle altre presenti nei livelli, che variano, a seconda dell’azione tra il Jazz Fusion, l’Acid House anni ottanta, la Techno anni novanta, ma anche passaggi Ambient e New Age di notevole livello. La canzone cantata dei Credits è quasi commovente, ed ascoltarla dopo aver terminato il gioco, se mai ci riuscirete, vi farà letteralmente commuovere.

R-Type Final 2La colonna sonora del titolo è una piacevole sorpresa, e potrebbe tranquillamente essere ascoltata al di fuori del gioco stesso, con molta soddisfazione per gli amanti delle melodie di qualità. Cosa, del resto, a cui le vecchie e classiche produzioni IREM dei tempi passati ci avevano abituato. L’eccezionale soundtrack è opera di Takayuki Iwai e Yuki Iwai, quest’ultima è una delle autrici musicali più note storicamente nella scuderia Capcom, con all’attivo titoli di culto quali Mega Man, Gargoyle’s Quest e tanti altri. Per saperne di più sulle sue opere vi rimandiamo a questo LINK. Notevole, infine, anche il contributo vocale di Mai Iida. Chiudono la carrellata delle sezioni bonus Livello e Attacco a Punti, dove si può rigiocare all’infinito ogni singolo livello, tra gli undici disponibili nel titolo, tutti affascinanti e decisamente evocativi, anche dai titoli molto particolari, come ad esempio Distruzione: invasione alla fabbrica, che si presenta come stage di tipo organico, in cui sembra quasi di essere in un acquario alieno, o Irruzione: laboratorio IA depredato, dove alcuni nemici citano Metal Slug! L’amore enorme per la saga e per il nobile mondo degli Shoot’em up trasuda da ogni pixel. Una curiosità. Diversi programmatori, sia principali che minori, nei credits, appaiono con i soli nickname, come negli anni novanta, Maru e Ginta, ad esempio, o usano semplici sigle come FBL o HX1104. Il concetto di Old School si può palpare con mano in questo titolo, decisamente. Durante un assolo di pianoforte, alla fine dei titoli di coda, vengono citati uno per uno tutti i partecipanti alla campagna Kickstarter. Un momento molto toccante. Il titolo è disponibile sul mercato dal 30 Aprile 2021, per tutte le piattaforme attuali, Nintendo Switch, Sony PlayStation 4 (versione provata), con compatibilità PS5, Microsoft Xbox One e Series S/X ed anche PC Windows, tramite Steam. Il nuovo titolo di Granzella Inc., edito da NIS America, è decisamente imperdibile per gli amanti della serie, che aspettavano ben diciassette anni un nuovo capitolo!

Piattaforme: PS4, PS5, Xbox Series X/S, Xbox One, Switch, PC

Sviluppatore: Granzella

Publisher: NIS America

R-Type Final 2 esce esattamente diciassette anni dopo il suo predecessore, che si riproponeva di mettere la parola fine alla saga. E riporta sotto le luci dei riflettori un genere che, per oltre due generazioni, è stato tra i più importanti del settore, specie nel ramo Arcade. Un ritorno in grande stile, con un gameplay rifinitissimo vicino alla perfezione, aspirazioni artistiche elevate, per un titolo elitario e che attinge a piene mani dalla Vecchia Scuola. Il grande sogno di Kazuma Kujo di riportare la saga in vita si è concretizzato. Se c’eravate lo amerete, se lo scoprite adesso vi si aprirà un mondo. E’ tempo di tornare a Bydo, tutto il resto è solo un gioco.

VOTO: 9

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.