Il brand One Piece non ha più bisogno di presentazioni. L’opera di Eichiro Oda è diventata a dir poco un’istituzione, e non soltanto nel suo settore di interesse principale. Del resto, lui è diventato uno degli autori più famosi e amati del medium di anime e manga giapponesi, ed in tutto il mondo ha infranto e continua a infrangere record su record, e non è un mistero se la sua ascesa continui senza sosta. Per tali motivi, ogni volta che si parla di One Piece, in tutte le sue salse, l’attenzione dei fan di tutto il mondo si cristallizza e diventa sempre più ingombrante con il passare del tempo. Ciò è accaduto anche quando è stata annunciata una nuova linea di sneakers a tema, un’iniziativa tanto semplice quanto comunque in grado di spaccare in due il mercato, e soprattutto sta avvenendo con One Piece Odyssey, nuovo tie-in videoludico dedicato alla serie. Sviluppato dal giovane team ILCA e distribuito dal solito colosso del settore in termini di giochi di stampo nipponico Bandai Namco, il nuovo titolo dedicato a Rufy, Zoro, Nami, Robin, Usopp, Chopper, Sanji e tutti gli altri storici personaggi dell’universo creato da Oda-sama è pronto a fare il suo debutto sul mercato a partire dal prossimo 13 gennaio, su console sia di attuale generazione (tranne Swtich) sia di vecchia generazione e anche su PC. Noi di GamesVillage abbiamo avuto modo come sempre di giocare il titolo completo in anticipo, chiaramente nella sua versione completa, grazie a un codice fornitoci dal publisher, e siamo più che pronti a tirare le somme su quella che, al netto di tutto, rimane una delle produzioni più attese del 2023, specialmente per tutti gli appassionati del brand e del mondo degli anime e manga in generale. Siete pronti a salpare verso questa nuova avventura?
One Piece Odyssey: l’avventura di Oda (ri)prende vita
L’aspetto narrativo e tematico di One Piece Odyssey ci ha sicuramente incuriosito, sin dai suoi primissimi vagiti. Il nuovo titolo di Bandai Namco non vuole essere un semplice “rewatch” delle peripezie dell’opera di Oda, ma vuole anche essere un’avventura fresca, con nuove storie pensate per venire incontro anche ai nuovi fan. Certo, per godere appieno dell’intelaiatura narrativa del gioco è necessario avere confidenza con l’immaginario sconfinato creato dal mangaka, ma è chiaro che la volontà degli sviluppatori di rendere l’opera “accessibile” per tutti è evidente sin dalle prime battute. L’espediente scelto è molto semplice, ma complessivamente funzionale: attirati dal bagliore della splendente isola di Waford, la ciurma di Cappello di Paglia si ritrova ben presto invischiata in una lunghissima avventura, dalle mille peripezie raccontate con il solito piglio che ha reso famoso tutto il brand. Rufy, Zoro, Sanji e tutti gli altri si ritrovano privi di buona parte dei loro poteri, assorbiti senza pietà dall’energia dell’isola e dai suoi Guardiani. Viene da sé che per recuperare la propria energia perduta i membri della truppa saranno costretti a compiere un lungo viaggio, a metà tra i ricordi e la stessa vita sull’Isola, alla ricerca dei Cubi misteriosi che sembrano aver in qualche modo assorbito la loro energia combattiva. Sulla strada per la “redenzione” i pirati più amati del mondo dell’industria multimediale a tutto tondo saranno costretti ad affrontare nuovi e vecchi nemici, in una storia che chiaramente non brilla per originalità ma che comunque, nel complesso, funziona tutto sommato abbastanza bene, grazie anche alla supervisione diretta del maestro Oda.
In tal senso, gioca un ruolo importante anche la scelta del cast e del character design, che abbiamo trovato sicuramente intrigante, pur senza mai brillare veramente per le vette di originalità raggiunte. I nuovi volti inseriti nell’infrastruttura funzionano a dovere, e anche le sequenze “mnemoniche”, quelle che ripercorrono gli eventi canonici della storia per intenderci, sono realizzate in maniera molto fedele ma al contempo “originale”, con una serie di variazioni sul tema affascinanti e ben contestualizzate con l’esperienza di gioco. Quello di One Piece Odyssey, insomma, è un meccanismo piuttosto oliato, nel complesso svolge il suo lavoro piuttosto bene, soprattutto se siete appassionati di vecchia data dell’opera. Abbiamo apprezzato parecchio quella voglia di rendere tutto “chiaro” nel provare a far sentire un po’ tutti a casa calandosi in un’avventura tanto longeva e dalle connotazioni ormai ultra ventennali, con tutti i “problemi” di sorta che questo possa comportare. In particolare, ci riferiamo alla scelta di rendere l’esplorazione in sé un po’ “pesante” proprio perché arricchita da numerose scene di intermezzo e di dialogo a volte eccessive, che più di una volta spezzano il ritmo della progressione in maniera piuttosto evidente. Tirando le somme, però, possiamo garantirvi che One Piece Odyssey riesce molto bene ad accompagnare il giocatore durante l’arco della sua avventura, al netto dei limiti sopracitati, e soprattutto riesce a rendere la magia dell’opera di Oda un po’ alla portata di tutti, anche di quelli che non sono esattamente cresciuti a pane e frutti Gom Gom.
One Piece Odyssey è un JRPG in tutto e per tutto, nel bene e nel male
L’aspetto che forse interessa più di tutti e che, onestamente, ci ha un po’ deluso è la struttura ludica in sé della produzione. Il One Piece Odyssey di ILCA è un JRPG molto classico, nel bene e nel male, cosa che potrebbe sia fare felici i molti appassionati del genere sia dargli un po’ di delusione, come accaduto per chi vi scrive. Sia chiaro, la formula funziona e tutto gira abbastanza bene, ma è chiaro fin dal primo istante di gioco che manca quel guizzo innovativo che avrebbe sicuramente fatto fare qualche step in avanti a tutto il pacchetto. Nel titolo distribuito da Bandai Namco c’è tanto di Bandai Namco e del genere tanto caro al publisher: missioni secondarie, missioni principali, quest accessorie, mini sfide e completismo vario sono i cardini dell’offerta ludica, che si basa fortemente anche, e non potrebbe essere altrimenti, sul grande fascino che l’opera di Oda porta con sé in termini di linee di dialogo e di indottrinamento generale. Certo, non ci aspettavamo nulla di clamoroso o di rivoluzionario, ma è chiaro che la formula generale risulti sin troppo “satura” sin dalle prime battute, soprattutto quando si prende in esame lo svolgimento delle attività accessorie, che spesso si limita alla semplice ricerca di materiali e allo sconfiggere un determinato nemico, contrassegnato con l’immancabile taglia sulla testa.
Per fortuna, a salvare questo pacchetto ludico piuttosto “debole” in termini di originalità ci pensano gli scontri, che però, attenzione, anch’essi non hanno alcunché di speciale. Vogliamo provare a spiegarci meglio: One Piece Odyssey è un JRPG a turni molto “vecchio stile” e nella sua rigidità videoludica risulta comunque molto divertente. Scegliere con cura quali avversari affrontare e con quali membri del party, cucinare le giuste ricette, darsi alla pazza gioia nella creazione delle Palline di Usopp, rispettare gli obiettivi dinamici in combattimento, che aumentano l’esperienza equipaggiata, sono tutti fattori che giocano un ruolo fondamentale in termini di divertimento e profondità ludica. Lo ribadiamo, non ci troviamo di fronte a niente di rivoluzionario ma tutti questi fattori, messi insieme, rendono l’esperienza di gioco a tratti assuefacente e (quasi) mai noiosa. Ciò diventa più marcato nelle fasi più avanzate del gioco, quando, per intenderci, gli avversari iniziano a diventare più ostici e richiedono un approccio molto più parsimonioso e attento alle battaglie.
La profondità ludica del sistema di combattimento si rende più centrale anche grazie alla dinamica dei Cubi, che permettono ai membri del party di “ricordare” e potenziare alcune delle loro abilità più peculiari. Tale dinamica si lega all’espediente narrativo che ruota intorno alla perdita dei poteri della ciurma di Cappello di Paglia e alla necessità di riprendersi tutto ciò che si è perso una volta giunti sulla misteriosa isola e il tutto funziona discretamente bene. Pur senza mai puntare alle mire di produzioni più ambiziose del genere, One Piece Odyssey offre anche una discreta libertà esplorativa. Le aree di gioco non ci sono sembrate quasi mai “spoglie” e tra cubi da recuperare, forzieri da aprire e tesori da ritrovare non vi ritroverete quasi mai a brancolare nel vuoto. Questo aspetto passa anche per un’altra dinamica: la scelta del leader. Le abilità uniche di ogni personaggio permettono di esplorare più agevolmente e di recuperare oggetti in maniera unica e, per quanto ancora una volta non ci troviamo di fronte a nulla di rivoluzionario, dobbiamo ammettere che questa piccola caratteristica del gioco ci ha aiutato non poco a immedesimarci con Rufy e la sua ciurma, e soprattutto a comprendere più da vicino quanto ognuno di loro sia importante per qualche motivo. In definitiva, abbiamo trovato l’offerta ludica di One Piece Odyssey tanto piacevole quanto povera di vere novità. Tutto funziona, anche piuttosto bene, ma dobbiamo ammettere che avremmo apprezzato un pizzico di inventiva in più, ma allo stesso tempo siamo contenti che l’esperienza in sé è molto godibile e non ci ha dato motivi validi per farci storcere il naso durante le tante ore di gioco passate tra le onde virtuali dell’oceano più smisurato di sempre.
Tecnica e grafica
Sul piano audiovisivo, pur senza miracoli tecnici e con le ovvie limitazioni dovute dal suo essere cross-generazionale, One Piece Odyssey si comporta molto bene. Tralasciando il discorso sulla stabilità, che sicuramente è uno degli aspetti più “vincenti” della produzione, specialmente in modalità Performance, a lasciare sicuramente quel giusto sapore in bocca è la grande fedeltà con cui il team di sviluppo ha saputo trattare il materiale di partenza. One Piece Odyssey trasuda Eichiro Oda da ogni poro e la mano dell’autore, che ha supervisionato direttamente alcuni aspetti del progetto, si avverte in maniera inequivocabile. Sia chiaro, non siamo di fronte a una rivoluzione in tal senso, e anche altri hanno saputo fare molto bene (vedi CyberConnect2 con Naruto), ma dobbiamo ammettere che nel lavoro di ILCA c’è davvero qualcosa di speciale. Partendo dal doppiaggio, passando per il tratto dei personaggi, anche quelli nuovi e creati apposta per l’avventura, culminando in una vena pirotecnica e spettacolare, oltre che fedelissima, legata alle sequenze di combattimento, il prodotto ci ha veramente fatto (ri)innamorare dell’opera, in modi che non ci aspettavamo di vedere.
A giocare un ruolo centrale è anche la scelta di affidare al tutto un tratto quasi acquerelloso, figlio di un cel-shading gestito molto bene e con minuzia, in cui a dominare la scena sono i colori forti e accesi, che rendono ogni passaggio magico (quasi) come nella sua controparte cartacea o televisiva. Tornando al discorso dei numeri, abbiamo preferito senza dubbio giocare con la modalità Performance, che su PS5 ci ha garantito un frame-rate stabile e ancorato sui 60fps, anche dovendo sacrificare la risoluzione, che ci è parsa nettamente meno “pulita” rispetto all’altra modalità grafica ma comunque di buon livello. Anche sul piano del sonoro il prodotto ha svolto un ottimo lavoro, meno “evidente”, ma che complessivamente rende il tutto un vero e proprio omaggio a Oda e alla sua incredibile storia, specialmente in vista del 25°anniversario dell’anime!
Piattaforme: PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series
Sviluppatore: ILCA
Publisher: Bandai Namco
One Piece Odyssey ci ha fatto rivivere una delle avventure più incredibili di sempre con un piglio decisamente interessante. Pur sottolineando che non ci troviamo di fronte a nulla di rivoluzionario, siamo molto felici che il tie-in curato da ILCA e Bandai Namco abbia saputo portare su schermo un’avventura al contempo originale e fedelissima al materiale di partenza. Il sistema di combattimento a turni, che affonda il suo “appeal” in un bagaglio di tecniche che sono ereditate a piene mani dall’opera di Oda compie poi il passo finale e, anche se ancora una volta non ci siamo trovati di fronte a nulla di clamoroso, siamo contenti di quanto abbiamo visto. Che siate appassionati di One Piece Odyssey (soprattutto) ma anche dei neofiti, siamo sicuri che l’offerta ludica saprà intrattenervi al meglio, sempre però tenendo a mente di avere per le mani un titolo che non vuole rivoluzionare, ma “semplicemente” raccontare una storia infinita che non smetterà mai di sorprendervi.