Scars Above Recensione: un viaggio troppo movimentato

Scars Above

Scars Above è stato un titolo che già avevamo avuto modo di trattare in fase di preview. Infatti, sulle nostre pagine è disponibile il provato e vi consigliamo caldamente di recuperarlo al più presto! Detto ciò, l’opera pubblicata dall’etichetta Prime Matter e sviluppata da Mad Head Games aveva alcune premesse interessanti quando toccai con mano il gioco per la prima volta, ma al tempo stesso presentava dei difetti ben evidenti nella struttura di gioco, ma anche in altri ambiti come quello del Game Design e non solo. Diciamo che il provato Scars Above non mi aveva lasciato qualcosa dentro, specialmente per una narrativa molto scialba e piatta, la quale non trasmetteva originalità, e anzi, evidenziava diverse problematiche lato scrittura. Detto questo, noi della redazione di GamesVillage siamo riusciti a mettere le mani sulla build definitiva del gioco, la quale ci ha permesso di giudicare completamente e in maniera piuttosto obiettiva l’opera sci-fi. Sarà migliorato Scars Above da quanto abbiamo testato la fase preview? Non ci resta che scoprirlo in questa recensione del gioco. Mettetevi comodi e vi auguriamo una buona lettura!

Scars AboveScars Above: il mondo usato come esperimento

Facendo una sorta di riepilogo delle puntate precedenti, in Scars Above accade un avvenimento piuttosto strano e insolito. Nell’orbita del pianeta Terrà appare una misteriosa nave dalla forma geometrica, che gli scienziati chiamano Metaedro. Per scoprire cosa accade di preciso, la squadra della spedizione di contattato analisi e ricerca, conosciuta con l’acronimo di SCAR, guidata dal comandante Richard insieme alla scienziata Kate e agli altri due membri dell’equipaggio, ossia Tamara e Mike, dovranno scoprire qualcosa in più al riguardo su questa misteriosa nave. Però, dopo che Kate avrà svolto alcune analisi di routine all’interno della navicella SCAR, succede qualcosa di inaspettato e la squadra subisce un impatto devastante e si ritrova girovagare in un mondo sconosciuto e molto pericoloso. Ma un fatto ancora più strano ci si presenta in Scars Above: Kate al momento dell’impatto è morta, ma per qualche strano motivo essa ritorna in vita. Ora che abbiamo raccontato l’incipit narrativo dell’opera realizzata da Mad Head Games, posso dire che la trama non mi ha per nulla colpito. Diciamo che nelle fasi avanzate nel gioco la storia guadagnerà un po’ di forma e capiremo maggiormente le intenzioni del Metaedro, all’interno del quale vi è presente una forma di vita che vuole usare il mondo come esperimento, e adesso ha preso di mira il pianeta Terra.

Però, nonostante questo, il modo in cui vengono raccontati i vari avvenimenti è privo di qualsiasi interesse, e infatti, tutto ciò che avviene intorno al racconto non è per nulla intrigante ed è privo di qualsivoglia colpo di scena. Insomma, è ben evidente anche agli occhi di uno non particolarmente attento possano non essere evidenti le diverse problematiche su questo aspetto, con il classico villain che vuole utilizzare il mondo come suo personale laboratorio. Parlando dei personaggi, anche quest’ultimi non brillano certamente per quanto riguarda la caratterizzazione, specialmente Kate, la protagonista principale del gioco. Tralasciando anche dal punto di vista registico le sequenze filmate con Kate che interagisce con i vari comprimari sono molto blande e piatte, e questo è dovuto anche dall’aspetto tecnico del gioco, di cui vi parleremo a breve. Anche gli altri personaggi però sono molto sottotono. Insomma, se siete interessati a Scars Above perchè pensiate possa rivelarsi un buon videogioco sotto quel punto di vista, vi lascio solo con un avviso: non metteteci troppo il pensiero!

Scars AboveScars Above: un gameplay tutto sommato accettabile

Dopo avervi fornito qualche informazione sulla storia, e ora di passare ad una delle componenti più importanti, ossia il gameplay. Inizialmente, si può avere la percezione che il Game Design sia ispirato ai souls-like, il che non è del tutto sbagliato. Infatti, nel pianeta saranno disponibili delle colonne che ci permetteranno di rifornirci, recuperare la salute persa e far ricomparire i nemici precedentemente uccisi, soltanto che quest’ultima si rivelerà una scelta completamente inutile. Prendiamo ad esempio dei capostipiti del genere come Dark Souls o NioH: in generale, quando ci troviamo di fronte a questi “checkpoint” è possibile potenziare il nostro personaggio, far ricomparire i nemici rappresentando un’espediente che permette al giocatore di tornare indietro e fare incetta di materiali per salire di livello o recuperare qualche arma che non abbiamo preso. Però, in Scars Above, tutto questo è completamente inutile, perché il sistema di progressione non si basa sulla quantità dei nemici uccisi, ma bensì sul raccogliere determinati oggetti i quali ci permetteranno di ottenere dei punti d’abilità che potranno essere spesi nello skill-tree per migliorare la nostra Kate. Addentrandoci proprio nel core del gameplay di Scars Above, possiamo dire che l’opera unisce delle meccaniche classiche dai giochi appartenenti al genere dei third-person-shooter insieme a combattimenti all’arma bianca. Parlando delle sequenze di shooting, queste mi sono sembrate del tutto accettabili, con una buona dose di divertimento grazie ad un gunplay che senza alcun dubbio rappresenta alcuni difetti, ma a conti fatti risulta molto accettabile con le diverse bocche da fuoco che i giocatori potranno imbracciare.

Mentre, per quanto riguarda il combat-system con l’arma bianca, purtroppo non ci siamo per niente. Il sistema di combattimento corpo a corpo è totalmente da rivedere poiché risulta molto tedioso e proprio vecchio. Inizio partendo col dire dell’impossibilità di inquadrare i nemici in modo tale che la telecamera segua i loro movimenti, con la sola possibilità di sfruttare un unico attacco con l’arma bianca di default che ci viene assegnata quando ininzieremo l’avventura. Questo rappresenta un enorme difetto nel gameplay di Scars Above: forse gli sviluppatori pensavano che non sarebbe stato particolarmente importante, ma è concettualmente sbagliato. Non si può trascurare un elemento di gioco così importante per non parlare delle animazioni le quali sembrano moto datate. Insomma, non pretendiamo certamente un combattimento simile a Dark Souls o ad un qualsiasi action-game, ma sarebbe stato opportuno curare questa grossa lacuna nella produzione targata Mad Head Games. Invece, un’aggiunta molto gradita è la possibilità di effettuare le varie combo elementali contro i propri nemici. Ad esempio, se il nemico si ritroverà in acqua, noi con la bocca da fuoco che sfrutta l’elettricità potremo effettuare una combo e infliggere più danni. Quest’ultima funzione mi è parsa molto azzeccata, non originale dato che questo sistema lo abbiamo visto in diversi giochi, ma è senz’altro divertente e appagante sfruttare i vari elementi per effettuare maggiori danni.

Scars Above: direzione Artistica passabile

Ora, uno degli elementi che dovrebbe risaltare stando alla pagina del gioco su Steam risiede nella direzione artistica del progetto. Se devo essere sincero, questa non mi è parsa particolarmente ispirata, nonostante i diversi biomi presenti nel pianeta sono piacevoli da guardare. Tra l’altro, in una parte del gioco ci ritroveremo dinanzi un ambiente innevato dove la protagonista se non sfrutterà i vari “falò” per riscaldarsi morirà d’ipotermia. Questa è stata una scelta molto funzionale per quanto riguarda il Game Design, ma sarei stato curioso di vedere questa meccanica di gioco come avrebbe funzionato negli altri biomi presenti nel gioco. Insomma, nonostante la Direzione Artistica non mi abbia particolarmente entusiasmato, questo non vuol dire che il setting generale del gioco vada condannato, ma sicuramente manca d’originalità e ispirazione. Dal punto di vista grafico il gioco senz’altro gira bene, dato che abbiamo avuto modo di mettere le mani sul gioco con un PC dotato di una Nvidia RTX 3080 da 10GB. Il problema è la resa qualitativa del gioco, e non diciamo che un comparto visivo del genere può essere giustificato, poiché abbiamo alcune software house che hanno dato vita ad alcuni giochi graficamente validissimi, come ad esempio Mundfish con il recentissimo Atomic Heart, considerando anche che l’opera appena citata è la prima pubblicazione del team di sviluppo.

Parlando invece del design delle creature, diciamo che i vari nemici che sono presenti in Scars Above sono interessanti. Seppur lato IA lasciano parecchio a desiderare, ma questo è un lato che riguarda principalmente l’intelligenza artificiale e non il loro design. Detto ciò, ogni creatura vanta di diverse peculiarità, anche se, è presente una creatura in particolare che ha rovinato le mie sessioni di gioco poiché era sicuramente afflitta da qualche bug dato che i suoi attacchi continuavano imperterriti e diverse volte sono morto proprio per questo motivo. Anche i vari boss sono belli da vedere, ognuno con una propria estetistica seppur le meccaniche di gioco facciano sono molto banali per quanto riguarda l’uccisione di questa tipologia di nemici.

Sviluppatore: Mad Head Games

Publisher: Prime Matter

Piattaforme: PC, PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S

Scars Above è un titolo che ha tanti difetti e pochi pregi. Sicuramente le meccaniche da third-person-shooter sono azzeccate ma, ad esempio, i combattimenti all’arma bianca sono letteralmente inguardabili. La storia che gira intorno al titolo non colpisce particolarmente e presenta qualche problematica, con il villain principale scritto in maniera non ottimale. Per non parlare dell’Art Direction che, nonostante sia gradevole da vedere, risulta poco ispirata e non dà la percezione di esplorare un pianeta sconosciuto. Insomma, Scars Above è un progetto che avrebbe potuto dare molto, ma molto di più, ma purtroppo le scelte apportate al gioco sono risultate veramente poco azzeccate ed entusiasmanti, almeno la maggior parte. 

VOTO 5.5

Appassionato di videogiochi all'eta di 4 anni. Mattia entra nel fantastico mondo del gaming durante l'anno 2001 quando per la prima volta provò il suo primo gioco di strategia Empire Earth, da quel momento in poi non abbandonò più i videogiochi. Sempre in cerca di generi come Fps, Tps, RPG e platform, ma non si fa scrupoli per provare ogni tipo di videogioco.