Road 96 Mile 0 Recensione: tirannia, repressione e rock’n’roll

Road 96 Mile 0

L’anno scorso, di questi tempi, parlavamo di quel che accadeva lungo la famosa Road 96 americana (e di cui potete trovare qui la nostra recensione), grazie al porting per PlayStation 5 del precedente lavoro poliedrico e originale di DigixArt e Ravenscourt, uscito per la prima volta nel 2021. Dall’esperienza di un autostoppista che percorre appunto la Road 96, ai fatti accaduti prima delle combutte politiche e dei loschi individui di questo capitolo, grazie al lancio di Road 96: Mile 0. Anche stavolta permane la principale ed evidente componente narrativa e d’avventura, senza dimenticare l’aspetto musicale molto forte, dove si alternano le prospettive di Zoe e Kaito, due adolescenti con vite e ideali diversi, già incontrati in precedenza, e non solo nel mondo di Road 96. Un viaggio dove il simbolismo e la narrativa diventano un unicuum in grado di comunicarci le asperità del controllo di una città, che possiamo estendere anche a un intero Paese, e di cui abbiamo attraversato le varie sfumature nella nostra prova della versione per PlayStation 5. Ripercorriamo insieme questa esperienza a seguito della nostra prova di Road 96 Mile 0, in arrivo oggi 4 aprile!

Road 96 Mile 0: ricomincio da me e te

Il controllo di una città come White Sands è evidente e invasivo, per quanto imanga una lussuosa città in cui risiede l’élite di Petria, il Paese in cui ci troviamo, e in cui lavorano i genitori di Kaito, che con Zoe rappresentano i due protagonisti di questo prequel di Road 96. I due però presentano parecchi contrasti nel loro background socio-culturale: se Zoe arriva dalla parte ricca della città e suo padre lavora per il governo nel ruolo di ministro delle attività petrolifere, Kaito, ripescato da Lost in Harmony (un precedente lavoro di DigixArt), vive invece nella zona meno agiata, oltre a provenire dalla capitale di Petra ultra inquinata, Colton City. Questo però non impedisce alla loro amicizia di rimanere solida, ma presto tutto potrebbe cambiare, soprattutto per la perdita di Aya, la ragazza a cui era legato e che scompare dopo una lunga e grave malattia. Il viaggio di Zoe e Kaito in Road 96: Mile 0 metterà a dura prova il loro rapporto e tutto ciò in cui credono, per via del clima teso e difficile che si respira in questo luogo. L’atmosfera generale è un mix tra il Big Brother raccontato in 1984 da George Orwell, le Quarantine Zone di The Last of Us e i più tristi e veri lager di confinamento, dove tutto è sotto controllo e ogni minima azione non contemplata dalla legge vigente può portarci a una brutta fine. Il tutto è reso in maniera stigmatizzata dalla grafica con cui sono stati realizzati i personaggi, i luoghi e i vari momenti di alternanza tra quelli narrativi di gioco ed esplorazione dei luoghi disponibili in Mile 0 e tra quelli più action e ritmici a bordo di uno skateboard. Ma chi è la controparte da affrontare stavolta? Il presidente Tyrak è il tiranno della situazione, di nuovo nel ruolo del controverso leader di Petra, e a White Sands vivono anche i principali vip del Paese, ma saranno in primis i genitori di Kaito a sostenere l’opposizione, qui rappresentata dalle Brigate Nere, da cui la famiglia del ragazzo spera anche di poter ottenere il loro aiuto.

Tra corse su skateboard e scelte essenziali da prendere

I principali tratti caratteriali di Zoe e Kaito emergono sin da subito nel gameplay, dove le caratteristiche primarie sono essenzialmente due, come anticipato poc’anzi: le esplorazioni di ciascun luogo all’interno di White Sands e 10 singoli livelli che prevedono tutti la stessa suddivisione. Da un breve scambio di battute, sempre più importante, tra Zoe e Kaito, un breve mini-gioco mentre si esplora una zona di White Sands e per finire una corsa a rotta di collo sullo skateboard o sui pattini, guidando uno dei due protagonisti (o di entrambi). Ogni volta si riparte dal ritrovo segreto di Zoe e Kaito, dove possiamo disegnare e scrivere sui muri con delle bombolette, giocare a un cabinato o ascoltare buona musica, tutte attività che Kaito ama in particolare. Zoe è la sua unica amicizia in tre anni trascorsi a White Sands, e scopriamo quanto siano diventati intimi dalle loro conversazioni, le quali sono determinate da risposte di Zoe sempre a scelta multipla e talvolta in grado di spostare la nostra barra delle opinioni in base alle risposte che diamo, sempre presente in alto a sinistra sullo schermo. Questa barra presenta infatti un indicatore, che dal punto centrale della nostra certezza si sposta verso un atteggiamento più conservatore o ribelle a seconda di alcune risposte che forniamo, ma attenzione: prima ancora di rispondere, sappiamo verso quale dei due poli ci sposteremo sulla barra, visto che ogni opzione presenta il simbolo relativo a uno dei due poli per segnalarci in anteprima della posizione che andremo ad assumere a seconda della risposta data.

Il gameplay dunque si focalizza da un lato sull’aspetto qualitativo delle nostre reazioni e dei nostri feedback, dall’altro sulle performance su skateboard (o pattini) ogni volta che dobbiamo affrontare percorsi adrenalinici, raccogliendo quanti più punti possibili e cercando di arrivare al termine della sequenza con il minor numero di game over. Sono queste sequenze in particolare a risultare tanto affascinanti dal punto di vista della colonna sonora, quanto ardue e ostiche nel gameplay. Ogni volta che andremo contro un ostacolo sarà game over immediato e dovremo ripartire dal checkpoint precedente, salvato in maniera automatica. Solo dopo un certo numero di errori, il sistema ci chiederà se vogliamo ritentare di nuovo questa parte di livello o se passare in automatico a quella successiva; una facilitazione che costa però l’abbassamento della valutazione finale del livello, la quale, se non ci soddisfa, potrà essere migliorata ritentandolo ulteriormente.

Da Bella Ciao ai The Midnight

Concentriamoci ora su quelle che sono le caratteristiche più simboliche e significative di Road 9 Mile 0, da un punto di vista di concetti e messaggi che vogliono essere comunicati da DigixArt. Lo si evince dalla prima sequenza con la versione acustica per tromba del canto antifascista Bella Ciao e la presenza delle Brigate Nere durante il gioco: i riferimenti alla politica del mondo reale sono ancora una volta parte fondamentale dell’universo fittizio di Road 96. Non mancano poi le sonorità synthwave anni Ottanta, che sembrano ricalcare il successo di Stranger Things, per citare uno dei prodotti mediatici di punta degli ultimi anni, evidenti in particolare nella produzione di un pezzo originale come traccia della colonna sonora di Mile 0, con la collaborazione dei The Midnight: Land Locked Heart. Si tratta di una canzone che parla del paradosso di tornare a casa: per quanto possa essere il luogo dove tutto ha avuto inizio, a un certo punto niente può essere di nuovo come prima, addirittura diventando un posto da cui evadere e non tornare più. Una cura evidente nei dettagli visivi e sonori, rimanendo fedeli alla grafica dai tratti duri e spessi che caratterizza i personaggi, mentre le location risultano dagli spazi abbastanza ampi e relativamente spogli. Dall’altra parte abbiamo anche ampi spazi facili da percorrere e abbastanza limitati, esplorati sempre con la guida in prima persona e con la facilità di un caricamento del motore di gioco ben evidente. Su PlayStation 5 infatti i tempi di preparazione delle mappe e del livello da affrontare sono decisamente fluidi, senza intoppi e cali di frame rate. Un plus molto utile ed efficace soprattutto nelle sequenze di pattinaggio.

Piattaforme: Switch, PC, PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S

Sviluppatore: DigixArt

Publisher: Ravenscourt

Data di lancio: 04 Aprile 2023

La semplicità e la chiarezza sono i punti di forza per la comprensione di un messaggio, e DigixArt ha dimostrato di avere ben interiorizzato queste lezioni. I tratti narrativi ed estetici di Road 96 Mile 0 si mantengono pressoché identici a quelli del precedente capitolo. Un très d’union importante con Road 96, affermando ancora una volta l’identità chiara di un piccolo, grande franchise come quello di Road 96, e al contempo quello di un team di sviluppo che mantiene la sua linea di comunicazione e di coerenza nel racconto di una storia importante e dal messaggio chiaro. Per quanto il gioco sia di per sé poco longevo e i 10 livelli presenti si portino a casa in poche ore, oltre a mostrare un’ossatura di gioco coerente, ma forse fin troppo ripetitiva nella sua schematicità, la nuova IP di DigixArt e Ravenscourt sa il fatto suo, soprattutto in termini di messaggi e di “responsabilizzazione” del giocatore, segnalando le conseguenze di ogni gesto compiuto in maniera chiara e pedissequa. La denuncia politica è evidente, i riferimenti a contesti verosimili e i richiami alla realtà del mondo in cui viviamo non esitano a farsi sentire, ma lasciando sempre a noi la libertà di prendere la nostra strada. Sia a suon di scelte, sia guidando i nostri pattini alla volta dello skateboard di Kaito o dalla parte opposta.

VOTO 8