Beyond Contact è un titolo veramente particolare e sfizioso, che unisce elementi di gameplay molteplici, tratti da generi diversi, fondendoli in una esperienza unica, che i suoi creatori hanno definito survival-fantascientifico, azzeccando parecchio lo spirito del gioco. Non aspettatevi però di dover solo correre in tuta spaziale mentre i marziani malvagi cercano di uccidervi, nel titolo c’è molto di più, con elementi gestionali ben realizzati, che includono la costruzione di una base spaziale efficiente e fasi di ricerca e creazione di nuove risorse a partire dalla lavorazione degli elementi autoctoni. Il tutto immerso in un setting Pulp Sci-Fi ispirato alla fantascienza anni cinquanta, davvero affascinane. Siamo chiamati a sopravvivere, il nostro nemico è lo spazio profondo, dove ogni cosa può essere un pericolo.
Un Survival Sci-Fi proveniente dalla lontanissima Australia
Beyond Contact è una produzione accattivante e molto curata di un piccolo studio di sviluppo australiano PlayCorp Studios, composto da soli venti dipendenti e fondato una decina di anni fa, nel 2012 da Silvio Salom e Chris Mosely, attuale CEO, con sede a Melbourne, il cui (scarno) sito ufficiale trovate in questa pagina. Attualmente il team ho aperto una nuova sede californiana che serve come base per il territorio statunitense. Lo studio nasce come sussidiaria di un gruppo più grande, PlayCorp Holding con sede a Victoria, attivo dal 1984 e che si occupa di grande distribuzione per i centri commerciali australiani, fornendo oltre seimila negozi sul territorio del leggendario continente dei Canguri, e che ha deciso di finanziare lo studio di sviluppo videoludico con ben quattro milioni di dollari per partire. Il titolo è stato pubblicato sul territorio mondiale dal veterano Deep Silver e distribuito da PLAION (Ex Koch Media), ed è disponibile oltre che su PC tramite Steam, versione da noi testata che trovate al seguente LINK, anche sui maggiori sistemi attuali, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One ed Xbox Series X|S, con l’esclusione di Nintendo Switch. Il tipo di gameplay offerto può davvero piacere ad un pubblico variegato, perché prende le caratteristiche vincenti di diversi generi e le mescola in maniera saggia. La tela di partenza è un mondo open world di tipo sandbox completamente esplorabile, con un approccio decisamente moderno, a cui vengono aggiunti interessanti spunti gestionali, con la costruzione di una base spaziale perfettamente funzionante e, soprattutto, il fattore ricerca e creazione, che ci permette di utilizzare i materiali che troviamo sul pianeta misterioso per renderli delle risorse utilizzabili per la sopravvivenza. Fra l’altro il gioco presenta una feature molto interessante, ovvero il cross play tra piattaforme diverse, console incluse, con un multiplayer che aggiunge parecchio all’esperienza in solitaria, già molto appagante. Questo è un fattore che, se spinto bene dalla comunità videoludica, potrebbe renderlo parecchio appetibile per chi ama questo genere di esperienze. Sopravvivere in gruppo può essere chiaramente molto più divertente che farlo in solitaria, ma non per questo lo sviluppatore australiano ha sottovalutato il single player, che risulta solido, variegato e parecchio intrigante. La Quest principale per i giocatori singoli è appagante e completa, e non va assolutamente considerata secondaria rispetto all’esperienza in multi.
La base del successo, come in tutti i giochi di tipo Survival, è riuscire a calarsi al meglio nell’ambiente di gioco e diventarne letteralmente parte, apprendendo dinamiche e caratteristiche del battlefield, studiare il nemico e capire quali elementi si possono realmente trasformare in risorse. Un po’ come in The Walking Dead, quando gli oggetti insospettabili possono diventare armi letali contro gli zombi, per capirci. La dicotomia tra fasi esplorative con scansione dell’ambiente e accumulo di elementi si alterna a quella squisitamente crafting di trasformarli in risorse, con in più l’elemento paura che ci rende più attenti e sulle spine, poiché in qualunque momento ogni cosa potrebbe minacciarci, l’intero pianeta è il nostro nemico, ricordiamolo sempre. Beyond Contact offre la possibilità di affrontare i nemici con combattimento a corpo libero, ma volendo anche di scappare e mettersi al riparo, per chi preferisce un approccio più simile allo stealth. Lo scontro coi nemici, del resto, è solo un elemento marginale all’interno del complesso gameplay. Piuttosto che una visuale in terza persona più scontata, gli sviluppatori australiani hanno optato per una evocativa visuale a volo d’uccello, con telecamera quasi sempre posta in alto, cosa che non solo rende più affascinante il titolo, ma aiuta anche ad avere una panoramica più ampia del territorio che stiamo esplorando. Quest’ultimo, è bene saperlo, viene costruito dal motore di gioco, l’infaticabile Unity 3D Engine che tante meraviglie ci ha regalato negli anni, in maniera procedurale, quindi ogni partita sarà sempre diversa dall’altra. Questo elemento porta ad avere un level design chiaramente altalenante, poiché la IA del gioco dipinge in modo bizzarro sulla tela, ma offre anche sorprese sempre nuove nelle run successive alla prima. La fase puramente costruttiva e gestionale della base spaziale è quasi un gioco nel gioco, e non ha certo caratteristiche blande, poiché si presenta ricca di particolari, è espandibile e va anche difesa dalle minacce aliene, con una particolare attenzione soprattutto al complesso sistema di rete elettrica, da cui dipende il corretto funzionamento della struttura. Gli elementi puramente farming sono parecchi, e ben implementati.
A volte questa fase, in verità molto complessa, ricorda il vecchio classico degli anni novanta per i sistemi a sedici bit UTOPIA: A creation of Nation di Celestial Software. Non mancano, oltre alla costruzione degli edifici base anche fasi dedicate all’agricoltura e possibile allevamento persino di bizzarre creature locali. La fase micro gestionale della struttura è uno degli elementi più interessanti del gioco, che vi porterà spesso a voler cercare sempre maggiori risorse, esplorando, facendo crafting e costruendo, dimenticandovi però che l’obiettivo maggiore è proprio quello della sopravvivenza. La modalità Endless Survival Mode sta lì proprio per ricordarci che la Morte è in agguato dietro l’angolo, sempre, senza tregua, non si tratta di una gita in una sorta di Farmville spaziale, sia chiaro. Anche il livello di difficoltà in generale è settato su parametri molto alti, a volte estremi, rappresentando una vera sfida anche per gli esperti del genere.
Beyond Contact: tutto inizia con lo schianto dell’astronave sul misterioso pianeta ostile Ketern
L’eccellente gameplay di cui abbiamo appena parlato è inserito in un contesto fantascientifico davvero intrigante, che presenta una trama ricca di colpi di scena, e narrata attraverso bellissime illustrazioni bidimensionali in stile fumettistico, ispirate, oltretutto, alla classica fantascienza anni cinquanta delle riviste tipiche Pulp Sci-Fi Magazine statunitensi dell’epoca. Un vero periodo d’oro per la Science Fiction classica, quella in cui ancora gli alieni (più spesso i marziani) sono sempre ostili e la narrativa avventurosa esotica contamina ancora il genere. Se amate film e fumetti classici su questo tema, adorerete letteralmente il delizioso Beyond Contact. Dall’intero immaginario artistico del periodo prende spunto lo splendido comparto audiovisivo dell’opera, davvero appagante nelle fasi esplorative, in cui si ammira il paesaggio alieno stupiti, benché sempre coscienti che esso sia pregno di minacce ostili. Come le migliori produzioni di fantascienza c’è spazio anche per le scelte morali, per la riflessione sulla natura degli esseri umani, che immersi in mondi lontanissimi e così diversi, spesso si sentono più piccoli. Il Pianeta Terra, in confronto a stelle grandi trecento miliardi di volte il nostro Sole, del resto, non è che un piccolo granello di polvere nell’immenso ed infinito universo. Tutto nasce da un naufragio improvviso su un pianeta sconosciuto, ma alla trama di fondo, che vede una semplice storia di sopravvivenza, nella cosiddetta Narrative Driven Quest, si unisce anche la possibilità di collaborare con alcuni specifici alieni, si scopre infatti durante lo svolgimento del gioco, che esistono anche PNG non ostili, civiltà potenzialmente amichevoli, e misteriosi personaggi imprigionati sul pianeta che possono essere liberati, grazie ad apposite quest secondarie.
Forse il pianeta Ketern nasconde un segreto oscuro da svelare. Il canovaccio di base della trama è semplice, siamo nell’anno 2766 e Quinn Hicks, una giovane cadetta d’élite dei Corpi Spaziali per le Spedizione dell’istituzione chiamata C.M.U. viene scelta per indagare e porre rimedio ad una crisi che si sta svolgendo ai confini estremi dello spazio. Siamo sul pianeta Ketern ed una fonte misteriosa forma di energia sta mettendo in pericolo la vita e la civiltà del corpo celeste. Ma invece di atterrare, la povera ragazza, subisce un naufragio, e si trova a dover sopravvivere da sola sul globo alieno. Il gameplay non concede sconti, sia chiaro, ed è fortemente punitivo verso il giocatore, nella migliore tradizione Survival, anche attraverso una alternanza delle stagioni dell’esopianeta, spesso con condizioni meteo estreme, dal ghiaccio al fuoco, senza vie di mezzo, come si suol dire. Gli amanti di Star Trek saranno felici di sapere che, nelle uniformi dei personaggi, l’Ammiraglio Taero che si vede nel filmato introduttivo in particolare, c’è una citazione diretta del classico logo del franchise di Gene Roddenberry, un omaggio davvero gradito. Veramente affascinante, infine, risulta la protagonista del gioco, Quinn, le cui fattezze ricordano l’indimenticabile Ripley del classico Alien, accompagnata da un iconico robot olografico di nome C.A.R.L. che si occupa di molte faccende a suo supporto, e fondamentale per la sopravvivenza della stessa. Il titolo offre anche una localizzazione in italiano che lo rende maggiormente fruibile al grande pubblico, con un buon doppiaggio limitato alla lingua inglese ed ottimi filmati di raccordo narrativo che introducono la trama del titolo, nello stesso evocativo stile visivo ispirato all’universo illustrato dei Pulp Sci-Fi Magazine di cui abbiamo accennato prima. Perdersi tra le eccezionali location del gioco è davvero un viaggio mentale unico. Apparentemente un gioco adatto ai teenager, che però nasconde una complessità nel gameplay, già svelato ad una prima occhiata dalla nutrita interfaccia del resto, che lo rende adatto anche ad un target più adulto che cerca una esperienza ludica di un certo spessore. Un titolo in sviluppo da diversi anni, che finalmente giunge nelle nostre mani e che ci è piaciuto tantissimo, se vi piace la fantascienza di qualità non perdetelo.
Piattaforme: PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S
Sviluppatore: PlayCorp Studios
Publisher: Deep Silver, PLAION
Beyond Contact è un titolo veramente particolare, definito Survival Sci-Fi dai suoi stessi creatori, ma che offre un gameplay davvero variegato, in cui si mescolano con stile elementi crafting, gestionali, farming, uniti alla sopravvivenza, al mistero ed alla continua tensione. Esplorare e sopravvivere sul misterioso pianeta alieno Ketern non sarà affatto facile, e solo i più forti ce la faranno. Ad un gioco così solido non poteva che essere abbinato un comparto audiovisivo davvero appagante, ispirato all’universo artistico delle illustrazioni Pulp Sci-Fi degli anni cinquanta, in un ambiente creato in modo procedurale sempre diverso, con tanto di supporto cross play in multiplayer, con una componente single player comunque molto profonda. Da non perdere.