Picchiaduro e rhythm-game, si sa, sono da sempre due dei generi videoludici più competitivi e difficili da padroneggiare, che richiedono spesso la massima concentrazione e prontezza dei riflessi. Basti pensare alle famose e amate serie di Street Fighter e Tekken, dove giocatori esperti danno spettacolo delle loro abilità con successioni di stringhe rapide e complesse; oppure, per quanto riguarda i rhythm-game, alla serie di Guitar Hero e a Osu, in cui la precisione nel premere a tempo ogni tasto è essenziale per completare una performance perfetta, anche e soprattutto per padroneggiare le canzoni con un livello di difficoltà più elevata. Ma cosa succederebbe se questi due generi si unissero in un unico titolo? Ecco che nasce God of Rock, un nuovo gioco sviluppato da Modus Studios Brazil e pubblicato da Modus Games, che ispira ad essere un ibrido tra picchiaduro e ritmico. Bando alle chiacchiere, scopriamo insieme, in questa recensione, se God of Rock è davvero riuscito nel suo obiettivo.
God of Rock: un rhythm-game mascherato da picchiaduro
L’interfaccia che si presenta al giocatore all’apertura del titolo fa pensare immediatamente a quella di un fighting-game, dando difatti la possibilità di selezionare una modalità tra arcade, online e locale, o eventualmente di fare pratica in una modalità libera in cui non è possibile raggiungere il game over, nella sezione “allenamento”. Avviando una partita, ci accorgiamo in realtà sin da subito che il gameplay di God of Rock è molto improntato sulla componente ritmica. Consiste infatti nel premere i pulsanti corrispondenti alle note sullo schermo, cercando di andare il più possibile a tempo con la musica. Il tutto è strutturato come uno scontro 1v1, in cui figurano i due personaggi sfidanti in combattimento e la loro barra della vita: maggiore sarà l’accuratezza del giocatore, più forti saranno i colpi che riuscirà a sferrare al suo avversario, nel tentativo di portare i suoi HP a zero e quindi vincere lo scontro. Giocando a God of Rock, però, sarete concentrati ad osservare la parte inferiore dello schermo (per non mancare alcuna nota), a tal punto da non rendervi quasi conto della battaglia in atto tra i due personaggi.
L’unica componente del gameplay che effettivamente contribuisce a dare un’esperienza da picchiaduro al titolo è la presenza delle cosiddette mosse Speciali, Ultra ed EX, che chiaramente rimandano ai classici come Street Fighter. Le prime due possono essere effettuate combinando una serie di input che differiscono da personaggio a personaggio in complessità e quantità, utilizzando la carica delle tre barre presenti sullo schermo, mentre il terzo tipo potrà essere attivato in qualsiasi momento premendo L1. L’idea di inserire queste mosse è a nostro avviso ottima, ma difficilmente riesce ad integrarsi con il resto del gameplay. Questo accade soprattutto giocando con le tracce musicali più complesse, in cui il susseguirsi di note è così rapido da costringere il giocatore a doverne sacrificare alcune per effettuare le combo, rendendo il gameplay molto confusionario. La componente ritmica e picchiaduro risultano quindi in fin dei conti abbastanza eterogenee, trasformando quella che sarebbe dovuta essere la colonna portante del gioco in un punto dolente.
Gli sfidanti? Pochi ma buoni
Sebbene con qualche difficoltà, God of Rock prende pur sempre spunto dai fighting-game, e cosa sarebbe mai un picchiaduro senza un corposo roaster di combattenti pronti per sfidarsi, ognuno con le proprie peculiarità e il proprio design unico? Pur non fornendo una vasta scelta, il nuovo titolo di Modus Games propone dei personaggi peculiari, con design abbastanza riconoscibili e accattivanti. Ciò che abbiamo apprezzato, in particolare, per quanto riguarda gli sfidanti, è l’evidente ispirazione musicale, che spazia dal rap alla musica classica, dal jazz al pop, nascondendo anche qualche riferimento a cantanti che hanno fatto la storia del rock: alcuni dialoghi di Ziggie ad esempio citano il fantomatico Starman di David Bowie; immaginiamo quindi che anche il suo nome sia tratto da un’altra canzone dell’eccentrico cantante, ovvero Ziggy Stardust. A dare una caratterizzazione ai personaggi, oltre ai simpatici dialoghi all’inizio di ogni sfida, sono i brevi filmati introduttivi che possono essere osservati nella modalità arcade. Ognuno di questi racconta, tramite le pagine di un fumetto, uno scorcio di vita quotidiana dei vari combattenti (in chiave ironica), bruscamente interrotta dalla proposta del Dio del Rock di partecipare al suo frenetico torneo. Siamo sicuri che queste cut-scene non falliranno nello strapparvi un sorriso!
God of Rock: un editor accettabile e un comparto musicale adeguato
God of Rock propone al giocatore un vasto repertorio musicale con cui poter giocare, suddiviso in vari stage (come fossero degli album). Ogni scenario presenta tracce di crescente difficoltà, che possono variare dal “molto facile” al “molto difficile”, anche se, a nostro parere, il titolo potrebbe non essere adeguato a coloro che non hanno molta familiarità con i rhythm-game (o ai giocatori più casual): anche le canzoni categorizzate come più semplici tendono ad essere punitive in determinati punti, con successioni di note abbastanza veloci, che potrebbero confondere i principianti di questo genere videoludico. God of Rock, oltre a mettere a disposizione del giocatore un grande numero di tracce, lascia spazio alla creatività grazie ad un editor con cui creare le proprie mappe personalizzate. Risulta essere abbastanza intuitivo e semplice da utilizzare, dando la possibilità di scegliere lo stage, la canzone e il tempo musicale in cui suddividerla, in a base al ritmo da dare alle note. L’aggiunta di questo editor è un’ottima scelta, poiché potrebbe essere un’occasione, per coloro che trovano difficoltà nel giocare le varie beatmap già presenti nel gioco, di creare delle versioni più facili con cui esercitarsi.
Una grafica che poteva osare di più
Per quanto riguarda la grafica, God of Rock non si distingue particolarmente, ma risulta comunque abbastanza piacevole alla vista. Lo stile che propone è cartoon, dai colori molto accesi e gli effetti luminosi neon, un po’ sopra le righe. Ciò traspare soprattutto nei brevi filmati introduttivi dei vari personaggi, rappresentati sotto forma di pagine di un fumetto (animate solo in parte), e nella schermata di selezione dei personaggi, in pieno stile pop art. I modelli veri e propri, seppur ben fatti, non rendono bene lo stile che il gioco sembra voler adottare: risultano abbastanza anonimi e talvolta inespressivi, quasi come fossero delle bambole. La scelta di un aspetto cartoon, per un titolo tutto incentrato sulla musica e su combattenti ispirati ai generi più conosciuti, è un’ottima idea, ma nostro avviso, ponendo maggiore attenzione alla coerenza stilistica tra interfaccia, filmati e modelli, God of Rock avrebbe potuto fare il “salto di qualità” (almeno sotto il punto di vista della grafica). Il doppiaggio di questo gioco, al contrario, ci ha colpiti in positivo: sebbene sia esclusivamente in inglese (con sottotitoli in italiano, nel caso abbiate qualche difficoltà) le voci dei vari personaggi risultano azzeccate e lasciano trasparire, nei pochi dialoghi, le loro forti personalità.
Piattaforme: Switch, PS4, PS5, Xbox One, PC, Xbox Series X/S
Sviluppatore: Modus Studios Brazil
Publisher: Modus Games
In conclusione, God of Rock, il nuovo gioco di Modus Studio, ci ha lasciati leggermente perplessi. Sebbene il titolo si proponga come un ibrido tra picchiaduro e rhythm-game, non riesce a fondere adeguatamente questi due generi videoludici. Si limita infatti ad essere un gioco ritmico in cui è possibile effettuare delle mosse speciali ispirate ai fighting game, con degli input che spesso, però, spezzano il flusso continuo delle note, confondendo il giocatore. Anche graficamente, purtroppo, God of Rock non riesce a spiccare il volo. Le basi poste dall’aspetto cartoon e pop art dell’interfaccia e dei filmati introduttivi sono ottime, ma i modelli dei personaggi non sono coerenti con questo stile, mancando di espressività e risultando abbastanza anonimi. Il doppiaggio del titolo è invece ottimo, sebbene abbiamo notato qualche problema di lip-sync in alcune scene introduttive alle battaglie. Grazie alle brevi linee di dialogo i combattenti riescono davvero a prendere vita, con le loro personalità peculiari e il loro umorismo marcato. Anche per quanto riguarda il design dei personaggi ci riteniamo soddisfatti: nonostante siano davvero pochi, sono ben caratterizzati; ognuno di loro rappresenta un genere musicale diverso, tra pop, rap, musica classica e altri ancora, omaggiando addirittura star del rock come David Bowie. L’editor del gioco, infine, è intuitivo e abbastanza semplice da utilizzare, ottimo per creare delle mappe personalizzate, anche come alternativa a quelle del gioco per i meno esperti (anche le più semplici infatti richiedono una buona conoscenza delle meccaniche dei giochi ritmici). In quanto rhythm game, God of Rock potrebbe soddisfare le vostre aspettative, ma a nostro avviso purtroppo non è riuscito a fare il salto di qualità, fallendo nel raggiungere il suo obiettivo di unire due generi videoludici così lontani tra di loro.