Microsoft e Activision Blizzard: il Sudafrica approva ufficialmente l’accordo

Microsoft Activision Blizzard

La proposta di acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è stata approvata dal Sudafrica, dopo che già ad aprile c’erano stati segnali di non preoccupazione da parte del paese.

Oggi lunedì 3 luglio il Competition Tribunal del Sudafrica ha dichiarato di aver “approvato incondizionatamente” l’operazione. Le motivazioni della decisione del Tribunale saranno rese note a tempo debito.

L’acquisizione proposta ha ricevuto l’approvazione di quasi 40 autorità di regolamentazione mondiali. A maggio, la Commissione europea e l’autorità di regolamentazione della concorrenza cinese hanno dato il via libera all’operazione, che vedrebbe Microsoft acquisire la proprietà di popolari franchise di gioco, tra cui Call of Duty, World of Warcraft e Candy Crush.

Tuttavia, il Regno Unito e gli Stati Uniti continuano a essere punti critici per Microsoft. Ad aprile, l’Autorità per la concorrenza e il mercato (CMA) del Regno Unito ha dichiarato di voler impedire l’operazione da 69 miliardi di dollari a causa delle preoccupazioni relative al suo impatto sul nascente mercato del cloud gaming.

Microsoft ha ufficialmente presentato ricorso contro la decisione della CMA, definendola “negativa per la Gran Bretagna”.

Anche la Federal Trade Commission statunitense ha citato in giudizio Microsoft nel tentativo di bloccare l’acquisizione proposta per problemi di antitrust.

Microsoft e la FTC si sono affrontate in tribunale la scorsa settimana. L’autorità di regolamentazione sta cercando di ottenere un’ingiunzione preliminare per bloccare Microsoft dal completare l’acquisizione prima che il suo giudice amministrativo interno possa esaminare l’accordo in una sfida legale separata in agosto.

Da parte sua, Microsoft vuole cercare di portare a termine l’accordo prima della scadenza dell’attuale accordo di fusione, prevista per il 18 luglio, dopo la quale Activision Blizzard potrebbe ottenere una penale di 3 miliardi di dollari.

Qui un nostro speciale sulla situazione.

 

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