Libertà di parola, di stampa e di satira

Negli ultimi giorni, due episodi di un certo rilievo sono balzati agli onori della cronaca videoludica. Parliamo delle due petizioni lanciate sul web per rimuovere da Metacritic altrettante recensioni sui due titoli del momento: Uncharted 4 e DOOM. Nel caso di Uncharted 4 si trattava di una satira, priva di votazione, apparsa sul Washington Post a firma di Michael Thomsen. Nel caso di DOOM, la recensione incriminata è quella di IGN US a firma di Joab Gilroy, che ha avuto l’ardire di assegnare al gioco un voto sotto le aspettative. In entrambi i casi, le due recensioni si sarebbero macchiate del reato di aver abbassato la media su Metacritic di entrambi i giochi, facendo storcere il naso a più di qualche animo sensibile, facendo così nascere le due petizioni che potete trovare cliccando qui e qui. Andiamo però con ordine.

Un articolo satirico apparso sul Washington Post è stato oggetto di assurde contestazione e del lancio di una petizione.

Il Washington Post ha in realtà pubblicato due articoli su Uncharted 4: il primo è, appunto, la satira di cui sopra mentre l’altro è la recensione vera e propria del gioco che, tra l’altro, ha avuto toni entusiastici, mettendo in luce come il titolo rappresenti un progetto estremamente ambizioso e davvero ben riuscito. Il problema è nato nel momento in cui Metacritic ha preso erroneamente il pezzo satirico come valido ai fini della valutazione del gioco e, per via del proprio sistema interno, in assenza di un voto è stato assegnato al titolo un 40/100 di default, decretando l’abbassarsi della media che è passata da 94/100 a 93/100. Per quanto riguarda la recensione di DOOM, invece, Joab Gilroy ha affrontato una disanima piuttosto approfondita nella quale ha valutato come decisamente valida, seppur con diverse incertezze, la campagna in singolo e ha perentoriamente bocciato il multiplayer, affibbiando al titolo un controverso e in controtendenza 7.1/10, voto che ha sortito l’effetto di abbassarne la media Metacritic a 85/100. Ciò che mi ha lasciato perplesso, però, indipendentemente dalla condivisibilità o meno dei due articoli in questione, sono le motivazioni esposte nelle due petizioni. Nel caso di Uncharted 4, infatti, il Washington Post è stato aspramente criticato, indipendentemente dall’errore di Metacritic, perché il pezzo satirico sarebbe un atto di totale mancanza di rispetto verso una produzione milionaria che ha visto l’avvicendamento di tanti professionisti e risorse, appellandosi alla caratura della testata che è stata definita, per l’occasione, il diario di un dodicenne. Nel caso della recensione di IGN US, il promotore della petizione si è addirittura spinto oltre, affermando che IGN è pagata dai grandi publisher (quindi una venduta) e, pertanto, avrebbe volontariamente deciso di danneggiare il gioco con una valutazione non veritiera.

Due petizioni lanciate sul web per rimuovere da Metacritic altrettante recensioni sui due titoli del momento

Accuse gravi, infamanti e ridicole! Si, avete letto bene: ridicole. Come detto qualche riga fa, non si tratta di condividere o meno i due articoli, ma di salvaguardare l’inalienabile diritto di espressione, di parola, di stampa e di satira. Ci siamo tutti trasformati in Charlie Hebdo all’epoca del tragico attentato presso la sede del settimanale satirico francese e, in meno di 24 ore, milioni di profili Facebook riportavano immagini del profilo utente con la scritta “Je suis Charlie”, in una tanto strenua quanto ideologica difesa della libertà di stampa e di satira in favore del coraggioso periodico parigino. Eppure, quando a essere toccata è la personale percezione circa la legittimità o meno di talune valutazioni o articoli su un videogioco, ecco che la libertà di espressione può andarsi a far benedire, si scade nel grottesco e, che ve ne rendiate conto o meno, nel cattivo gusto. Non è tanto il tema, quello dei videogiochi, per alcuni importante e per altri no, ma la pretesa di tappare la bocca a delle testate giornalistiche (e, per estensione, a dei giornalisti) perché hanno avuto l’ardire di fare satira o di dare un giudizio in controtendenza rispetto alla massa. Personalmente, vedo in questo tipo di atteggiamento tanta immaturità e stupidità, e ritengo che a essere censurate non dovrebbero essere alcune recensioni, ma piuttosto le follie partorite dalla mente di chi, verosimilmente, non aveva nulla di meglio da fare. E prestate attenzione, vi prego: non contesto minimamente il loro pensare diversamente da quanto letto su quei due articoli, ne contesto aspramente le pesantissime accuse verso chi ha scritto e pubblicato quei pezzi, con relativa pretesa di censurarli.

Il basso voto che IGN US ha assegnato a DOOM ha portato al lancio di un'altra petizione in cui si accusa IGN di agire al soldo di grossi publisher e di aver, quindi, intenzionalmente danneggiato il gioco in questione.

[quotedx]Non si tratta di condividere i due articoli, ma di salvaguardare il diritto di espressione[/quotedx]

Fattore ancor più allucinante, poi, è la totale mancanza di considerazione del fatto che Metacritic integri, oltre alla media delle votazioni della stampa, anche una media delle votazioni utenti. Vi invito dunque a fare un salto sulle loro pagine e vedere come i lettori hanno qualificato rispettivamente Uncharted 4 e DOOM. Su Uncharted 4 abbiamo 4800 voti utente per una media di 7.8/10. Per DOOM abbiamo poco più di 2200 votanti per tutte e tre le versioni (Xbox One, PS4, PC) per una media voto che oscilla tra l’8.0/10 e l’8.2/10. In entrambi i casi, parliamo di una valutazione media degli utenti ben al di sotto della media della stampa specializzata e generalista. E allora perché non lanciare una petizione per rimuovere da Metacritic tutti quei voti utente che hanno abbassato la media generale in modo così determinante? Magari sono dei venduti pure loro, magari sono parenti e amici di sviluppatori concorrenti, magari non capiscono nulla e quindi il loro diritto di espressione andrebbe inibito a prescindere, perché vanno bene solo i pensieri concordi con quelli dei promotori e dei sottoscrittori di queste due insensate petizioni. Ma dai ragazzi, siamo e siate seri. Mi sono sinceramente divertito a leggere la recensione satirica di Michael Thomsen su Uncharted 4, trovando, a tratti, delle forzature e, a tratti, degli spunti davvero interessanti sotto il substrato irriverente intrinseco in ogni approccio satirico. Non ho affatto condiviso, invece, la recensione di Joab Gilroy su DOOM, gioco che a mio avviso vale molto di più di quel 7.1/10. Tuttavia, in entrambi i casi, sono a difendere il diritto di espressione e la libertà di stampa, una difesa che è totalmente intransigente verso qualunque tipo di velleità affine ad un facsimile di ideologia di regime per la quale ciò che diverge dalla personale visione di un individuo vada brutalmente cancellato. Non sono in discussione due articoli, gente, ma il diritto di pensarli, scriverli e pubblicarli. E sì, anche io sono stato Charlie (non con un cambio immagine del profilo Facebook, ma intimamente) e, trattandosi della strenua difesa della libertà di pensiero e di stampa, con le dovute proporzioni e consapevolezze circa le distanze tra i tragici fatti di Parigi e quelli qui presi in esame, posso dire con orgoglio: Je suis Michael Thomsen, Je suis Joab Gilroy.