South Park: Scontri Di-retti – Recensione

Quello del franchise di South Park è uno degli esempi migliori di come un prodotto, in questo caso un intero brand, voti la sua esistenza alla qualità. Non mi vergogno a dire che all’inizio la serie animata non fosse affatto di mio gradimento, la trovavo stupidamente e inutilmente volgare. Lo stesso non sense, che oggi è geniale, all’epoca era vuoto di contenuto quindi, privo di alcuna ragione di esistere ai miei occhi. La rabbia di due ragazzini nei confronti del mondo che li circondava (Trey Parker e Matt Stone) era il pilastro portante del titolo e col passare degli anni quella rabbia si è trasformata in consapevolezza e quella consapevolezza in feroce critica. Le ultime serie di South Park, assieme a pochi altri esempi di animazione occidentale come BoJack Horseman, sono tra i migliori esempi di critica sociale che io conosca, su questo non c’è dubbio. Questa premessa era necessaria per poter passare a parlare dei videogiochi basati su South Park, Il Bastone della Verità e in questo specifico caso Scontri Di-retti. Analogamente alla serie animata i videogiochi hanno subito un evoluzione ma questa volta non tanto in termini di scrittura e storytelling (il primo titolo infatti nasce quando la serie volava già altissimo) quanto in termini di gameplay e profondità. Il Bastone della Verità è stato un ottimo titolo. Piccola produzione, grandissimo developer dietro, Obsidian: una certezza per quanto concerne i giochi di ruolo. Lo studio americano ha tracciato un’ossatura così solida e perfetta rispetto allo controparte animata che è stata ripresa in toto da Ubisoft (che stavolta, visto il successo, ha voluto fare tutto internamente) per lo sviluppo di Scontri di-retti.

Da grandi poteri derivano un mare di soldi e figa

L’architettura e l’impianto (anche narrativo) del titolo, infatti, sono rimasti pressoché immutati. Il tutto si svolge pochi giorni dopo la fine de Il Bastone della Verità. Cartman ne ha abbastanza di maghi e streghe, passati ormai di moda, e decide che è arrivato il momento di ricominciare a giocare ai supereroi. Torna indietro nel tempo (si fa per dire, ovviamente) e, trasformatosi ne Il Procione, avvisa i suoi compagni di gioco che un’ondata di crimine di proporzioni bibliche sta investendo la città. Il giocatore è chiamato ancora una volta a vestire i panni del Novellino per aiutare le due fazioni di supereroi presenti a South Park (Il Procione e i suoi amici e gli Amici della libertà) a salvare la città. Non è necessario scendere nel dettaglio per quanto riguarda la trama di Scontri Di-retti, vi basti sapere che, come per il suo predecessore, è stata scritta da Tray e Matt e riprende spunti narrativi della serie per modificali e ampliarli secondo le necessità di gioco. L’unica cosa richiesta è la capacità di mettere da parte la propria sensibilità. Come nella sua controparte animata Scontri Di-retti non risparmia nulla in termini di volgarità e battute e situazioni politicamente scorretti, ma non vi preoccupate perché nulla di ciò che vedrete è gratuito (flatulenze escluse). Tutto è costruito sulla base di una feroce critica alla società contemporanea. Dall’utilizzo dei social media, all’ipersensibilità verso le minoranze, non c’è nessuna follia sociale che il duo di folli autori non abbia messo alla berlina sfruttando nel migliore dei modi il linguaggio della comicità non-sense.

Sebbene la struttura generale del titolo non sia cambiata di molto, un grandissimo lavoro di approfondimento e modifica delle meccaniche di gioco è stata concentrata sugli scontri e sulla gestione del personaggio, adesso entrambi estremamente profondi e ricchi di sfaccettature. Ottima l’intuizione di allungare ancora di più (in termini di tempo di gioco) lo sviluppo del personaggio. Per introdurci al complesso sistema di combattimento e sviluppo del personaggio occorrono una buona dose di ore (nella prima run almeno 10) per padroneggiare al meglio le meccaniche di gioco e comprendere i sistemi migliori per sviluppare le proprie abilità. A differenza de Il Bastone della Verità qui il giocatore può scegliere fino a 4 classi diverse, in momenti successivi: la prima scelta è tra Brutalista, Velocista e Blaster, la seconda tra Elementalista, Medium e Cyborg la terza tra Assassino e Gadgettato e infine tra Floramante e Marzialista. Tutte e dieci possono essere combinate a piacimento dal giocatore e sono, in realtà, varianti più o meno efficaci delle quattro classi tipiche dei giochi di ruolo, guaritore, mago (elementare), guerriero e ladro/assassino. Ciascuna classe ha ben quattro poteri più una mossa speciale; parliamo in totale quindi di quaranta abilità diverse che il giocatore può provare, scegliere e gestire. A questo va aggiunto il sistema di crescita del personaggio, gestito attraverso due differenti meccaniche.

Da un lato i Manufatti, questi sono l’equivalente delle “toppe” presenti nel primo capitolo, incidono sulle statistiche di combattimento, quindi attacco, difesa e guarigione e sono equipaggiabili a prescindere dal costume indossato che, quindi, in Scontri Di-retti diventa una mera scelta estetica. Dall’altro abbiamo i filamenti di DNA che incidono direttamente sulle statistiche base del personaggio (Cervello, Forza, Cazzimma etc) e, indirettamente, sulla potenza dei suoi poteri in base alla loro fonte. Questo significa che andando ad aumentare la stat Forza, tutti i poteri ad essa legati ne usciranno potenziati. Un impostazione ben più articolata rispetto al Bastone della Verità soprattutto se si aggiunge il fatto che il combattimento in se non è più gestito semplicemente sulla base dei turni. Il terreno di scontro è infatti gestito come una sorta di griglia all’interno della quale i due party possono muoversi spostandosi in tutte le direzioni. Ogni colpo (o potere, come viene chiamato in Scontri Di-retti) ha, infatti un pattern spaziale, ed è fondamentale muovere bene le proprie pedine sulla scacchiera per potare a termine i combattimenti e, all’occorrenza, usare gli elementi ambientali presenti sulla griglia a proprio vantaggio. Va da se che grazie a tutti questi accorgimenti la componente tattica è molto aumentata. Prima di uno scontro importante infatti, non solo è necessario scegliere accuratamente i propri poteri (quattro dei sedici a disposizione) ma soprattutto i membri della propria squadra, a seconda del tipo di nemico e dello modalità dello scontro.

Menzione d’onore, in merito ai combattimenti, per i nemici. La fantasia nella scelta degli avversari e la meticolosità con cui sono state escogitate varianti nella classica modalità “fai fuori tutti i nemici” è sicuramente uno dei fiori all’occhiello di Scontri Di-retti. Durante le boss fight, e anche in altri momenti chiave, il giocatore si troverà ad affrontare scontri all’interno dei quali ci saranno obiettivi speciali da portare a termine. In alcuni casi sarà necessario scappare da un nemico di fatto imbattibile, in altri raggiungere una parte della griglia o addirittura spingere i nemici all’interno di una zona precisa del campo di battaglia. Tutto fatto per evitare che il giocatore entri in una routine che avrebbe portato gli scontri a diventare la parte meno interessante del gioco.

Guarda come ti piego lo spazio tempo

Come da titolo, al centro di Scontri Di-retti c’è il potere del Novellino di emettere a suo piacimento peti di varia entità. Ne Il Bastone della Verità avevamo appreso come gestire e direzionare la nostra aria intestinale, ma nel secondo capitolo Matt e Trey hanno portato questa arte ad un livello successivo. Adesso grazie alla nostra dote speciale (da vero supereroe) possiamo manipolare il tempo. Parliamo di un potere aggiuntivo davvero versatile che risulterà molto utile sia durante gli scontri perché permetterà al giocatore di guadagnare qualche turno extra o dare qualche colpo aggiuntivo al nemico, sia durante le fasi di esplorazione per risolvere i numerosissimi enigmi ambientali. Riavvolgere il tempo per rimediare ad un errore commesso oppure mettere in pausa per superare temporaneamente un ostacolo sono solo alcuni degli usi che possono essere fatti del sacro potere del peto. Ma la questione flatulenza non termina qui! Anche i nostri compagni di squadra gioveranno di questo bene maleodorante. Infatti, oltre che a manipolare il continuum spazio-temporale, la nostra potenza anale ci permetterà di volare per brevi tratti, se combinata con il potere di Aquilon Man (Kyle), di spostare oggetti pesanti se aggiunta alla forza bruta di Capitan Diabete (Scott) o ancora di spazzare via i meravigliosi mattoncini lego lavici se abbinata alla Sabbiatrice di Brico Boy (Stan) e così via.

È possibile (ma difficile) completare la storia principale tirando dritto per la propria strada ma in questo modo vi perdereste un parte corposa del titolo e un gran numero di risate, le side quest. Giocato in modalità normale, come ogni buon gioco di ruolo che si rispetti South Park: Scontri Di-retti chiede al giocatore un minimo di impegno nel grinding, e questo si sposa perfettamente con l’andare su e giù per la mappa durante lo svolgimento delle missioni secondarie. Ma non vi preoccupate, non vi annoierete mai: si passa dalla ricerca di oggetti disseminati per la mappa per conto di NPC al completamento delle diverse storyline dei singoli personaggi tuoi alleati. Puro giubilo per i maniaci del completamento e giubilo al quadrato per i fan della serie che apprezzeranno (così come ho fatto io) i riferimenti alle ultime stagioni andate in onda. Forse l’unica pecca, in tal senso, è una varietà non sempre all’altezza. Di fatto ci sono pochi tipi di missioni, che vengono ripetute con alcune varianti. Aiuteremo il Preside PC a combattere le micro aggressioni razziali e di genere, il fidanzato del Signor Maso a ritrovare i suoi gatti e ritroveremo perfino i Ricordacini, indiscussi protagonisti della confortante cultura popolare. Ma tutto si riduce a svolgere compiti per conto di altri o cercare collezionabili all’interno di una ambiente di gioco che in dimensione e luoghi ricalca quasi in modo speculare quella vista ne Il Bastone della Verità, inclusi viaggi rapidi e scorciatoie. Nettamente migliorato è invece il sistema di gestione della mappa che adesso permette di identificare con grande rapidità tutti i luoghi di missione tramite anche un pratico short cut. Ad arricchire un’offerta già di per sé consistente infine ci sono i minigiochi, presenti nelle situazioni e luoghi più disparati. Si va da un improbabile rhythm game da portare avanti in ogni singolo bagno della città, mentre si va di corpo, ovviamente, alla ruota della fortuna per la richiesta di un prestito bancario. Ma l’apice è sicuramente la corsa in paradiso a bordo di un unicorno che scoreggia arcobaleni. Follia allo stato puro.

Ma… non è tutto oro quello che luccica. South Park: Scontri Di-retti è funestato da un doppiaggio in Italiano a dir poco arrabattato. Errori di traduzione, nomi che cambiano in itinere e audio non sempre in sincrono non sono giustificati da una localizzazione pressoché totale. Uno sforzo sicuramente apprezzabile per coloro che non parlano inglese, visto anche l’alto livello richiesto per comprendere il titolo in lingua, ma che gestito in questo modo rischia di minare l’intera esperienza di gioco. Per godere a pieno del potere della satira e dei taglienti dialoghi (in particolare quelli che vedono coinvolto Cartman, ancora una volta protagonista indiscusso) consiglio infatti di giocarlo tutto in lingua. Un piccolo impegno extra per cui verrete ripagati e che vi permetterà di apprezzare a pieno il piccolo gioiello che è South Park: Scontri Di-retti.