Spoiler alert: attenzione! La seguente recensione contiene numerosi riferimenti ai precedenti episodi, ivi comprese rivelazioni sulla serie TV. Quindi, se non ci avete ancora giocato e siete gli unici al mondo (insieme al nostro Keiser) a non aver ancora visto una puntata del Trono di Spade, chiudete tutto e cercate di rimediare il prima possibile! Nel caso, qui trovate la review del primo capitolo, qui del secondo e qui del terzo.
L’ultima volta che abbiamo percorso le strade di Westeros eravamo in fremente attesa dell’inizio della nuova stagione del Trono di Spade. Certo, c’erano stati già diversi leak sugli immancabili torrent, ma per quanto mi riguarda ho preferito attendere la messa in onda italiana, in fondo qualche settimana in più di attesa non ha mai ucciso nessuno… Oddio, forse nel caso dei Forrester questo non è proprio tanto vero, se consideriamo che il destino del loro casato appare sempre più appeso a un sottilissimo filo, indipendentemente dai nostri sforzi. Ma tornando a bomba alla serie di HBO, devo amaramente ammettere che, almeno fino a questo momento, ci sono stati ben pochi momenti davvero degni di nota e il timore che le prossime puntate riservino poche sorprese sta iniziando lentamente a insinuarsi fra le mie certezze. Sì, lo devo ammettere, mi sento un po’ un fanboy deluso, ma visto l’altissimo standard delle scorse stagioni il mio hype era piuttosto giustificato. Certo è che al momento ci troviamo al giro di boa, quindi non resta che sperare in una seconda parte più entusiasmante.
SEASONS IN THE ABYSS
[quotedx]questo Sons of Winter non sembra soffrire di particolari perdite di ritmo[/quotedx]
Un giro di boa che caratterizza anche questa quarta uscita del Game of Thrones firmato Telltale, che per sua fortuna continua a seguire la linea narrativa della precedente stagione televisiva. Ripartiamo quindi dall’incontro fra la khaleesi (con drago annesso) e Asher Forrester, alla ricerca di un esercito da portare in quel di Ironrath per cacciare gli odiati Whitehill. Ci troviamo quindi alla vigilia dell’assalto a Meereen, la città degli schiavisti che ultimamente sta dando tanti (forse anche troppi) grattacapi alla bionda Daenerys. Toccherà quindi scendere a patti con la Madre dei Draghi, promettendo il nostro aiuto in cambio di qualche soldato affamato di sangue e denaro. Dall’altra parte del Mare Stretto invece le cose sembrano iniziare a girare leggermene meglio per Lord Rodrick, che finalmente riceverà un inaspettato quanto proverbiale aiuto da una vecchia conoscenza. Solo ricordatevi che questo è il Trono di Spade, quindi meglio non farsi troppe illusioni, perché il pericolo (sotto forma di lama acuminata) è sempre dietro l’angolo.
E al Castello Nero che succede di bello? Beh, niente balli in maschera e libagioni fino all’alba, come potete ben immaginare. Il povero Gared Tuttle è stato infatti accusato di aver ucciso un Guardiano delle Notte e la punizione per un simile reato è nientemeno che la decapitazione. Nemmeno l’amicizia con Jon Snow potrebbe salvarlo, essendo quest’ultimo ancora lontano dall’elezione a Lord Comandante. Per fortuna, manco a dirlo, qualcuno ci aiuterà a fuggire e ci guiderà oltre la Barriera alla ricerca del misterioso North Grove. Sì, incontreremo qualche amabile guerriero appartenente al Popolo Libero, mentre almeno per il momento ci verrà risparmiata la visione degli Estranei (anche se prima o poi succederà, potete scommetterci). Ben più a sud, ad Approdo del Re, Mira si troverà in una posizione sempre più delicata, specialmente dopo aver perso l’appoggio della nuova regina, Margaery Tyrell, e del buon Tyron Lannister, che come tutti ben sappiamo si trova ora imprigionato con l’accusa di aver ucciso quella carogna di Joffrey. Una situazione alquanto delicata, che costringerà la giovane ancella a dover tirare fuori le unghie per riuscire ad aiutare la sua famiglia.
In quanto a contenuti, questo Sons of Winter non sembra soffrire di particolari perdite di ritmo, sfruttando intelligentemente le quattro storie parallele, che di base permettono una flessibilità nella narrazione decisamente apprezzabile. Mediamente ho riscontrato qualche dialogo in più rispetto ai capitoli precedenti e un discreto numero di QTE, nessuno dei quali particolarmente impegnativo, come ormai è di consuetudine nelle opere di Telltale. Non manca neppure un colpo di scena finale, che di certo avrà un suo peso nelle prossime uscite, visto che tornerà a farsi vivo uno dei personaggi più detestabili della serie.