Xenoblade rappresenta il ritorno dei bei GdR giappo di una volta, quelli di classe, che hanno lasciato un segno nella storia del genere. Avete presente Xenogears, Skies of Arcadia, Dragon Quest VIII, i capitoli più belli dei Final Fantasy? Anche se la risposta fosse no, vi basti sapere che il GdR di Monolith si aggiudica il titolo di capolavoro e per mille ragioni diverse, tutte validissime. Non significa che siamo di fronte a un titolo per tutti, sia chiaro, perchĆ© Xenoblade Chronicles ĆØ un gioco di ruolo che richiede passione e dedizione, un mucchio di tempo libero e l’inclinazione giusta per padroneggiare un sistema alquanto articolato. Non c’ĆØ spazio per i giocatori occasionali (ovvero, per i vituperati ācasualā), ma solo per i fan duri e puri, per quelli che non hanno remore a investire in scioltezza cento, centocinquanta ore come ridere in un’esperienza che ti prende all’istante e che non ti molla fino ai titoli di cosa. E tutto questo su Wii.
Su Wii?!? Ebbene sƬ, e levatevi quei musi lunghi. Su Wii, con una grafica non HD, fatta e finita per i vetusti televisori SD. Ed ĆØ comunque una meraviglia. E si resta a bocca aperta davanti a un’infinitĆ di scenari favolosi. Non ĆØ la qualitĆ tecnica a stupire, nĆ© il numero dei poligoni, nĆ© la definizione sopraffina (che non c’ĆØ) ma stile. Anzi, Stile… e una potenza immaginifica che in più di un’occasione ti lascia lƬ sul posto a ruotare la telecamera, semplicemente senza parole, ammutolito da un paesaggio enorme, coloratissimo, ispirato come non mai. Fatto strano, Xenoblade prende più ispirazione dal mondo dei MMORPG e dei GdR all’occidentale che non dall’infinita tradizione di casa propria… fidatevi, però: l’anima ĆØ pur sempre quella di un J-RPG con i suoi classici personaggi, vicende melodrammatiche, più un character e un mecha design sopraffini.
Se dovessi dire ā magari un po’ d’istinto ā quali sono le tre qualitĆ che più colpiscono di Xenoblade, butterei lƬ queste: ambientazione affascinante, un ritmo su misura e un mondo libero e coerente tutto da vivere. Che poi, tre sembrano subito poche e riduttive. E in battuta affiorano prepotenti robette tipo personaggi credibili, una storia degna di essere vissuta, varietĆ a non finire, colpi di scena, un sistema di combattimento solido, una valanga di missioni secondarie e la tendenza a diventare sempre più intrigante mentre si procede, senza perdere fascino. Il GdR perfetto? Resta pur sempre una questione di gusti e la perfezione ĆØ un’ambizione, non una meta. Di sicuro, si tratta di un’esperienza favolosa che merita di essere esplorata da cima a fondo.
Per amore della sintesi, sarĆ meglio tornare alle tre qualitĆ cui ho accennato. L’ambientazione ĆØ di quelle uniche: all’alba dei tempi una divinitĆ meccanica (Mechanis) e una organica (Bionis) lottano a colpi di spade titaniche e restano congelate nel tempo, vicendevolmente trafitte a morte. Col passare dei secoli forme di vita e intere civiltĆ nascono, si sviluppano e muoiono sulla superficie dei due esseri divini, fino ai giorni caotici su cui si aprono le vicende narrate in Xenoblade Chronicles. In un angolo sperduto sulla gamba di Bionis sorge una colonia di Homs (l’equivalente degli esseri umani), alle prese con invasioni di creature meccaniche provenienti da Mechanis che per oscure ragioni vogliono annientare la vita su Bionis. La mitica spada Monade ĆØ l’unica arma efficace contro la spessa corazzatura dei mostri e Shulk, il solito eroico protagonista senza macchia, sembra essere il predestinato che salverĆ il mondo dalle forze di Mechanis impugnando Monade. Oltretutto la spada, oltre ad affettare il ferro come burro, offre al proprietario visioni del futuro e la possibilitĆ di intervenire cambiandolo… quasi troppo bello per essere vero! Ma questo ĆØ solo l’incipit e Shulk dovrĆ attraversare una mezza infinitĆ di immensi territori per trovare tutte le risposte, in compagnia di sei validi compagni, personaggi caratterizzati ad arte, dotati di personalitĆ distinte, capacitĆ uniche e tecniche di combattimento da mescolare con il giusto piglio tattico.
Il bello ĆØ che il ritmo di tutta questa grande avventura viene gestito dal giocatore, a piacimento. A ogni svolta narrativa, piccola o grande che sia, compare sulla mappa una bandierina per indicare che basta recarsi lƬ per innescare il seguito della trama. Un giocatore impaziente potrebbe passare da uno snodo all’altro, gustandosi vagoni di siparietti in grafica di gioco e affrontando le battaglie più significative contro gli avversari principali. Un giocatore curioso potrebbe, invece, accantonare la storia e darsi alla libera esplorazione, visitando gli angoli sperduti della mappa, alla ricerca di luoghi segreti e risolvendo una miriade di missioni secondarie che Xenoblade Chronicles offre a profusione. O, perchĆ© no, anche girovagando senza una meta, per il puro piacere del viaggio e della scoperta. E del combattimento, ĆØ bene ricordarlo. PerchĆ© Bionis brulica di vita e le sue creature sono sempre ben visibili (ebbene sƬ: niente incontri casuali). Il gruppo di eroi, per un massimo di tre alla volta, può ingaggiare qualsiasi creatura lungo la strada, mietendo punti esperienza, cristalli da incastonare nelle armi ed equipaggiamenti assortiti. Più forte ĆØ l’avversario e migliori sono le ricompense, ovvio. E se la lotta in tempo reale contro mostri e animali di tutte le taglie non vi solletica, basta tenersi a debita distanza o darsela a gambe quando un bestio vorrebbe attaccar briga. Il discorso, comunque, ĆØ che il giocatore può miscelare tutti gli aspetti dell’avventura (storia, viaggio, missioni e scontri) arrivando al giusto compromesso per i propri personalissimi gusti.
Infine, tutta questa meravigliosa esperienza si sviluppa in un mondo vivace che cambia sotto gli occhi del giocatore, in larga misura proprio sotto la spinta di scelte concrete. Basta parlare con le decine di NPC per alterarne le relazioni, per spingerli a migrare, per scambiare oggetti migliori o per farsi affidare le missioni più remunerative. Azioni del giocatore e svolte della trama imprimono all’ambiente circostante cambiamenti ora minuscoli, ora epocali. E comunque, resta sempre forte la sensazione che si abbia tra le mani il destino di un mondo intero (anzi due!) da influenzare in ampia parte. Ogni personaggio incontrato non ĆØ il solito pupazzo con una singola battuta da pronunciare, stile classico GdR, ma una vita unica che può prendere direzioni inaspettate, che può spegnersi o diventare un tassello fondamentale in quel mosaico sconfinato che ĆØ Xenoblade Chronicles.
E i difetti? Difficile trovarne, ma se proprio vogliamo essere pignoli, ci sarebbe la questione dell’equilibrio. Può accadere, infatti, che seguendo la sola trama ci si trovi sotto-potenziati per affrontare i boss dell’intreccio, mentre perdendosi nelle centinaia (!) missioni facoltative si finisce per levare mordente ai combattimenti clou, durante gli eventi portanti. Inoltre, la localizzazione dei sottotitoli in lingua italiana non ĆØ particolarmente raffinata nĆ© ispirata, anche se fa bene il suo lavoro senza sbavature. Peraltro, se masticate il giapponese noterete delle discrepanze tra doppiaggio e sottotitoli… un difetto legato, probabilmente, al doppiaggio in inglese (di dubbia qualitĆ ). Nulla che debba preoccupare: in ogni caso, Xenoblade Chronicles resta uno dei GdR più appassionanti, carismatici e ispirati degli ultimi tempi. Fatelo vostro senza pensarci due volte.