Child of Eden – Recensione

Ci sono titoli che richiedono di imparare mille tasti per essere giocati, e altri dove basta lasciar volare la fantasia.

Come si può spiegare a un giocatore Child of Eden? Come si può far capire a una persona che non ha mai sentito parlare del gioco cosa ci sia di tanto affascinante nel rilasciare un tasto al momento giusto e muovere uno strano mirino attraverso uno schermo? Il fatto è che qualsiasi cosa si possa dire di bello su Child of Eden, il rischio è quello di essere tacciati per dei fricchettoni stonati che si eccitano davanti a un caleidoscopio. Incominciamo col dire che è vero: chi vi scrive considera i caleidoscopi uno splendido passatempo, ma è anche certo che la nuova fatica di Tetsuya Mizuguchi è adatta anche a un pubblico di giocatori più ampio dei soliti fan di Jeff Minter, e sotto la splendida grafica fatta di colori e forme geometriche, c’è un gameplay di un certo spessore.

Fondamentalmente, il concetto è il medesimo di Rez: il mondo scorre intorno al protagonista, e l’unica azione possibile è il muovere un mirino per inquadrare i nemici, fino a un massimo di otto alla volta. A questo punto, basterà mollare il tasto A per farli esplodere. Se lo si riesce a fare a ritmo di musica, oltre all’ovvia esaltazione di essere andati a tempo, si viene premiati con l’aumento del moltiplicatore di punteggio. Rispetto a Rez, però, è stata aggiunta una nuova arma, fondamentale per eliminare i nemici di un certo colore e i proiettili che ci vengono sparati da avversari e – soprattutto – dai boss. Potremmo insomma considerarlo come Rez con un’arma in più e una skin differente, ed effettivamente la definizione calza a pennello. Se avete apprezzato Rez, è inutile proseguire: dovete assolutamente correre a comprarlo, e state certi che il nuovo stile grafico, anche se ben lontano dal mix fra Tron e Il Tagliaerbe, vi farà piangere dalla gioia: assisterete a un piccolo big bang, a fiori impollinati che esplodono in ammassi di pixel colorati, enormi balene e pterodattili stilizzati. Ogni tanto apparirà pure la bella Lumi, la giovane ragazza che dovete salvare dall’attacco dei virus nonché la cantante dei Genki Rockets, il gruppo che ha realizzato la colonna sonora del gioco. Occhio però: se i Genki Rockets esistono davvero (e ci suona pure Mizuguchi), Lumi è solo una pia illusione, un personaggio generato (e pure bene) al computer.

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I livelli sono cinque, e nonostante il livello di difficoltà non certo basso, ci vorrà relativamente poco a completare l’avventura. E a quel punto, fortunatamente, Child of Eden è ancora capace di regalare emozioni… anzi… ne regala ben di più! Si potrà giocare attivando filtri grafici che renderanno il tutto ancora più bizzarro, così come affrontare l’avventura a un livello di difficoltà superiore o – per chi lo preferisce – dando energia infinita al giocatore, che potrà così concentrare l’attenzione sulla psichedelica grafica senza preoccuparsi di dover sopravvivere. Non solo: sarà anche possibile attivare filtri audio e dilettarsi a modificare i controlli di cutoff, resonance e persino i filtri passa-alto e passa-basso, il tutto con lo stick analogico di destra. Semplicemente geniale.

L’unica nota fuori scala di questo gioiellino è il supporto a Kinect, che è semplicemente terribile. Eravamo affascinati dall’idea di poter controllare il tutto col movimento delle braccia, ma dopo qualche minuto abbiamo desistito sconsolati: se col joypad far esplodere i nemici a tempo di musica richiede un buon senso del ritmo e tanta precisione, con Kinect è praticamente impossibile – se non per mera fortuna – azzeccare il momento ideale. Non solo: anche semplicemente mirare gli avversari, che non si muovono certo a rilento, richiede parecchio sforzo, e la lentezza di reazione della telecamera di Microsoft non si presta a un gioco tanto frenetico. Bella l’idea, insomma, ma alla prova pratica il controllo con Kinect è bocciato severamente. Chi se ne frega, del resto, quando in ogni caso anche con un banale joypad ci si riesce a divertire così tanto?

L’unica vera perplessità è il prezzo: Child of Eden ci sembra perfetto come titolo scaricabile, a non più di una ventina di euro. Purtroppo, Ubisoft ha deciso di allinearlo ai tanti giochi Kinect, e quindi per portarlo a casa bisognerà lasciare al negoziante una cinquantina di euro. Un po’ meno che i titoli “standard”, ma sempre tanto. Anche per dei fricchettoni stonati.

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