Descrivere Double Kick Heroes è piuttosto semplice, ma immaginarlo potrebbe non esserlo altrettanto. Prendi Metal Slug e fondilo con Guitar Hero: è sostanzialmente questo il gioco dello sviluppatore Headbang Club, shoot ‘em up che fa della musica non soltanto la sua colonna sonora ma il cuore pulsante dell’intera esperienza. Strano, non credi? L’ho trovato straordinariamente folle, nel senso positivo del termine. Ti viene assegnato il compito di maciullare mutanti e zombie a suon di proiettili… e strimpellate di chitarra elettrica! I protagonisti sono infatti membri di una band heavy metal che, noncuranti della drammatica situazione in cui verte il Pianeta, continuano a suonare a bordo del loro bolide a quattro ruote, lasciandosi alle spalle morte e distruzione.
L’intreccio narrativo che fa da sfondo è un semplice pretesto per mettere strumenti musicali in mano a ciascuno dei personaggi e farli sfrecciare sull’asfalto rovente. Apprezzabile comunque lo sforzo del team di sviluppo di dare a Double Kick Heroes un contesto: Randie, Derek, Lincoln, James e Snake devono sopravvivere all’apocalisse zombie e scoprire quale sia la causa di questo inferno, intraprendendo un viaggetto apparentemente senza fine durante il quale affidarsi al potere della musica e degli inesauribili proiettili, per non perire sotto le orde di non-morti. La campagna principale è un vero e proprio album discografico con un supporto narrativo: il giocatore è chiamato a premere tasti a ritmo di musica per respingere l’offensiva di zombie, predoni di bande di motociclisti, dinosauri e tentacoli. È di fondamentale importanza, quindi, avere il giusto tempismo, e immergersi nel titolo con un bel paio di cuffie fa solo che bene. All’inizio vieni introdotto al gameplay pigiando sequenze di pulsanti piuttosto monotone, ma la precisione richiesta diventa progressivamente più complessa via via che ti avvicini al fulcro della storia, e una destrezza sempre maggiore delle dita è necessaria per non diventare pasto delle creature orripilanti. Non si può dire che non sia coinvolgente, specie se giocato a un livello alto di difficoltà. Lungo la strada, si incontrano poi personaggi interessanti i cui richiami si fondono perfettamente con il tono satirico della trama. Non mancano riferimenti a film, musica e al mondo geek in generale. Con una manciata di ore (3-4 al massimo) la campagna si porta a termine, ma Double Kick Heroes ha un ottimo livello di rigiocabilità: il merito è della modalità Editor, che consente di caricare qualsiasi canzone dal proprio PC e creare uno stage sfruttando il brano scelto. Poi è possibile condividerlo con gli altri utenti, aumentando esponenzialmente la longevità di un prodotto che fa di questo aspetto social la sua pietra angolare.
È chiaro che per apprezzare pienamente Double Kick Heroes debba piacerti il metal. È elettrizzante far esplodere non-morti in sincronia con riff di chitarra, ma se non apprezzi il genere musicale che spacca le orecchie e fa tremare i vetri il titolo di Headbang Club non è del tutto adatto a te. Lo potresti trovare pur sempre divertente perché gli elementi shoot ‘em up sono ben visibili e arricchiscono l’esperienza, ma la verità è che vanno a completare quello che fondamentalmente è un rhythm game. Sarai sempre più concentrato sulla parte inferiore dello schermo, dove compaiono i tasti da spingere a ritmo di musica, piuttosto che su quella superiore, che dà spazio all’azione vera e propria – ovvero alla vettura guidata dalla band con amenità di ogni sorta al seguito. La macchina dei protagonisti si può inoltre spostare nelle fasi più concitate di Double Kick Heroes, le battaglie con i boss; un espediente che, se da un lato riesce a dare importanza all’aspetto “sparatutto a scorrimento”, dall’altro rende difficile la vita ai giocatori, che devono gestire ritmo e movimento con frenesia. Il titolo è testimonianza del fatto che i giochi a sfondo post apocalittico non debbano essere per forza survival o sandbox per essere convincenti, a volte una trovata audace si può rivelare la risposta migliore. Lo stile artistico pixelato di Double Kick Heroes, che lo avvicina in un certo senso a Metal Slug, è assolutamente piacevole e le tonalità al neon un po’ fredde che esibisce danno un senso di rovina e distruzione, sposandosi bene con il setting. Mi ha fatto tornare un po’ in mente alcune scene di Mad Max o, esagerando, di Hokuto no Ken.