Trails of Cold Steel III Recensione

Trails of Cold Steel III

Trails of Cold Steel III | C’era una volta Dragon Slayer, il primo tentativo action RPG targato Nihon Falcom, rimasto confinato in madre patria nipponica. Cosa c’entra con Trails of Cold Steel III, vi starete chiedendo. Ebbene, dovete sapere che la terza trasposizione della serie di cui andiamo a parlarvi oggi ha origini ben più lontane, radicate in un passato fatto di pochi pixel e quattro suoni in croce. Dragon Slayer è stato il primissimo esponente action RPG, ispirando svariati titoli usciti in seguito come Hydlide, anche se è con The Legend of Zelda (non appartenente a questo genere) che si evolveranno in quello che abbiamo potuto apprezzare sino ad oggi (come visto nell’articolo dedicato a Shigeru Miyamoto). Da questo brand, Nihon Falcom ha dato vita a due sotto-saghe principali a loro volta suddivise in altre serie. La prima che andiamo a ricordare, mantenente la filosofia action RPG del capostipite, è Xanadu; ad oggi vanta diversi capitoli principali e uno spin-off (Faxanadu, uscito su Famicom/NES). Tra i titoli più importanti ritroviamo senza dubbio i due The Legend of Xanadu e il recente Tokyo Xanadu, uscito originariamente su PS Vita e convertito in seguito per PlayStation 4. L’altra saga è invece The Legend of Heroes che propone un gameplay più classico, da puro JRPG. Dopo due capitoli sotto il nome Dragon Slayer, essa si è poi slegata totalmente dal filone principale, diventando una serie molto più corposa di Xanadu e che ad oggi vanta una marea di episodi e spin-off, nonché manga e anime dedicati. Trails of Cold Steel III appartiene proprio a quest’ultima; non per altro il suo titolo completo è The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III. Come suggerisce il nome, si tratta del terzo capitolo di questa attuale ed ultima sotto-serie, per cui è consigliabile giocare quantomeno i due predecessori, Trails of Cold Steel e Trails of Cold Steel II, prima di avventurarvi nel bellissimo – ma al contempo complesso – universo narrativo imbastito dai talentuosi ragazzi di Nihon Falcom. Se poi non volete proprio perdervi alcun riferimento a personaggi o luoghi, allora non potete fare a meno di giocare pure Trails in the Sky e i rispettivi Zero no Kiseki e Ao no Kiseki della dilogia di Trails – Crossbell arc (quest’ultima rimasta ancorata purtroppo nel Sol Levante). Il motivo? In Trails of Cold Steel III troverete alcune vecchie conoscenze provenienti proprio da questi capitoli. Non ci avete capito nulla? Bene, è ordinaria amministrazione. Bando alle ciance, andiamo a vedere nel dettaglio il terzo episodio di Trails of Cold Steel III, in attesa che arrivi anche da noi il quarto capitolo, già disponibile da un anno in Giappone e che concluderà le vicende di questa tetralogia.

Trails of Cold Steel III e il fascino dei JRPG old school

L’ultimo arrivato di casa Nihon Falcom (almeno qui in Occidente) dimostra quanto i JRPG vecchio stampo con i combattimenti classici a turni siano ancora oggi una garanzia; tutt’altro che vetusti e ormai superati. La software house giapponese con Trails of Cold Steel III è riuscita a consolidare quanto di buono fatto nei predecessori, arricchendo il tutto con succose novità e un’interfaccia molto più immediata che prende un po’ spunto dallo strabiliante Persona 5 in termini di comandi. Proprio come nel capolavoro Atlus, ogni singolo tasto del pad corrisponde ad un’azione specifica, rendendo di fatto l’apprendimento delle meccaniche più immediate, segno evidente che il “modello” Persona sia la chiave per il futuro dei combattimenti a turni. Sareste però in errore qualora stiate pensando che il battle system del titolo Falcom sia un clone di quello presente in Persona 5, poiché la quantità di strategie adottabili in Trails of Cold Steel III è impressionante, così come la mole di azioni e combinazioni eseguibili. Innanzitutto con la pressione di un semplice tasto ci viene data la possibilità di spostare i personaggi sul campo di battaglia, a mo’ di tactical RPG. Questo perché le tecniche speciali, così come gli attacchi standard, hanno un determinato raggio d’azione, quindi è importante tenere d’occhio la posizione dei nemici tanto quanto quella dei protagonisti, ricordandoci per certi versi quanto visto nel leggendario Chrono Trigger. Ci è inoltre consentito impartire degli ordini che andranno ad incrementare determinati parametri, dandoci alcuni vantaggi (o svantaggi, a seconda della situazione), ma la feature più accattivante è senza dubbio legata al Combat Link System. Attraverso questa funzione è possibile creare coppie di personaggi legate dal sistema ARCUS (in questo terzo capitolo evolutosi in ARCUS II) in modo tale da concatenare attacchi e tecniche e sfruttare determinate abilità specifiche.

Trails of Cold Steel III - Opening

L’opening di Trails of Cold Steel III urla “anime” da ogni frame.

Come se non bastasse, Trails of Cold Steel aveva introdotto nella serie le epiche battaglie a bordo dei mecha; in questa terza trasposizione esse raggiungono l’apice grazie a notevoli migliorie che, pur non andando a stravolgere il concept di base, rendono l’esperienza ancora più avvincente; tra queste ritroviamo la possibilità di poter controllare più robot alla volta. Proprio qui la vena tattica della produzione esplode, garantendo scontri di altissimo livello. Il battle system del titolo Falcom è insomma molto profondo e complesso, di sicuro non semplice da padroneggiare (se arrivate dai predecessori il tutto vi sarà comunque molto più familiare), ma una volta riusciti ad arginare l’ostacolo, l’opera saprà regalarvi gradite soddisfazioni, con strategie e approcci cospicui e vari. Il gioco è inoltre settabile su diversi livelli di difficoltà, sposandosi quindi con le esigenze di tutti; da chi cerca la sfida e vuole mettere a dura prova le sue capacità di stratega a chi invece vuol godersi maggiormente la splendida storia narrata in Trails of Cold Steel III, senza perdersi in menu, battaglie e grinding. La scelta spetta solo a voi.

Trails of Cold Steel III - Le tre valchirie

Le tre valchirie di Trails of Cold Steel III.

Il gioco si colloca precisamente circa un anno e mezzo dopo le vicende del diretto predecessore e vestiremo ancora una volta i panni dell’indiscusso protagonista, Rean Schwarzer, noto anche come Ashen Chevalier, colui che ha messo fine alla guerra civile di Erebonia, entrando nelle grazie dell’impero che di fatto gli riconoscerà l’operato offrendogli una “cattedra” nell’accademia militare, Thors, all’interno della seconda divisione. Egli guiderà i nuovi allievi della Classe VII in cui ritroverà anche una vecchia conoscenza, Altina Orion. Tra inediti e non, sono davvero tantissimi i personaggi presenti in Trails of Cold Steel III – caratterizzati con grande stile – ed è incredibile come Falcom sia riuscita non solo a gestirli così bene tutti quanti ma anche a creare una sensazionale continuity all’interno della serie. Per chi ha già giocato gli altri capitoli non potrà restare indifferente nel rivedere volti già noti o luoghi visitati in precedenza, ma in generale il livello narrativo della produzione è semplicemente eccezionale. I personaggi verranno poi approfonditi anche nelle molteplici missioni secondarie, le quali non hanno molto da invidiare alla qualità della quest principale dal punto di vista narrativo (un po’ meno in termini di varietà). Tante le città e i luoghi da esplorare: potremo muoverci – con l’avanzare della storia – oltre che a piedi anche a bordo di una moto o a cavallo.

Trails of Cold Steel III

 

I nostri lottatori in Trails of Cold Steel III potranno unire le proprie forze nel nuovo Combat Link System.

Non mancano i minigiochi come la pesca e il Vantage Master, un vero e proprio gioco di carte, molto profondo e articolato che andrà ad allungare la già corposa longevità del titolo. Ritornano anche i Bond Event che vanno a sviluppare l’affinità tra Rean e gli altri personaggi. Un sistema ripreso in parte anche dall’ultimo Fire Emblem, il quale ci dà modo di passare del tempo con i comprimari che preferiamo, garantendoci anche l’apprensione di alcune abilità per il Combat Link System. L’unica pecca, se proprio vogliamo andare a trovare il pelo nell’uovo, riguarda le cutscene realizzate con uno stile ormai superato, ma questo non andrà comunque a minare gli ottimi momenti che avremo modo di vivere durante l’avventura. Altra scelta discutibile riguarda l’essere legati, a livello esplorativo, ai punti di interesse della storia, a seconda del capitolo che stiamo affrontando. Non tutto potrebbe inoltre risultare chiaro senza il background degli episodi menzionati in precedenza (quindi non solo Trails of Cold Steel I & II). Si tratta di piccolezze, ma il gioco si lascia gustare ugualmente, specie perché sfoggia un comparto tecnico davvero solido, soprattutto grazie ai 60fps granitici che rendono più entusiasmanti gli scontri, e ambientazioni ispirate e di pregevole fattura, sempre vive e pulsanti. Il passo in avanti è netto rispetto ai predecessori, proprio perché il capitolo in questione è concepito originariamente per PlayStation 4, ma non raggiunge comunque la prestanza delle produzioni maggiori. Superba invece la colonna sonora che enfatizza sempre al meglio le scene e i vari momenti dell’avventura; stesso dicasi per i brani che ci accompagneranno nelle battaglie e durante l’esplorazione delle varie location. Consigliabile infine giocare l’opera con il doppiaggio originale giapponese; rende molto di più grazie all’enfasi di tutt’altra caratura garantita dai doppiatori giapponesi. Come per la maggior parte dei JRPG non tutti i dialoghi sono doppiati, ma è la prassi per questo genere di produzioni, considerando la mole spropositata di testo.

Trails of Cold Steel III è un ottimo esponente dei giochi di ruolo di matrice nipponica. Si tratta dell’episodio decisivo prima del grande epilogo che speriamo avremo modo di vivere anche qui in Occidente. Considerando che NIS America li abbia portati ormai tutti, sarebbe quasi assurdo pensare non venga realizzato proprio il capitolo finale, ma si sa mai nella vita. Per comprendere appieno tutte le vicende sarebbe comunque necessario giocare anche alcuni episodi rimasti esclusivi giapponesi (con tutti i crismi del caso). La lingua inglese potrebbe risultare un ostacolo per molti, considerando che in titoli del genere bisogna leggere parecchio. Tolte le difficoltà e alcune piccolezze, Trails of Cold Steel III saprà tenervi incollati allo schermo come solo i grandi JRPG sanno fare, grazie ad una racconto delizioso e ad una qualità complessiva graziosissima, non facendo sentire per nulla il peso dei combattimenti a turni, incredibilmente valorizzati da un battle system eccezionale. Anche se il suo nome qui in Occidente non riecheggia come un Final Fantasy, Dragon Quest o Ni No Kuni, sappiate che si tratta di una serie di altissimo livello che meriterebbe di sicuro un riscontro maggiore. Ricordiamo che Nihon Falcom è anche il team che si è occupato della saga Ys; non gli ultimi arrivati, insomma.

Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni, Ismaele scrive per il settore dal 2010 e da allora non si è più fermato. Nutre amore profondo per Nintendo ed i suoi brand, in particolare per quello di The Legend of Zelda. Col tempo, però, ha conosciuto e scoperto tante nuove produzioni, sia odierne che del passato, affinando i suoi gusti e la sua cultura videoludica. Nel tempo perso, ambisce a diventare un game designer ed un compositore-musicista, ma restano sogni chiusi nel cassetto... almeno per ora!