Call of Duty Warzone: ci siamo tuffati nella nuova battle royale di Activision

Call of Duty Warzone

Abbiamo visto durante il 2019 la corsa agli armamenti videoludici per proporre una modalità battle royale capace di attirare le masse, tra tentativi riusciti o falliti, Fortnite è riuscito indubbiamente a rimanere sulla cresta dell’onda, nonostante l’agguerrita concorrenza. Col fenomeno Apex Legends, arrestatosi dopo pochi mesi, risulta inequivocabile che la popolarità del genere non abbia più quello stesso risalto del periodo d’oro, eppure non mancano i tentativi da parte dei grandi publisher di competere in tale ambito. Abbiamo visto titoli come Battlefield V e Fallout 76 proporre una propria versione della suddetta modalità, mentre altre produzioni meno facoltose hanno puntato tutto sull’originalità, offrendo qualcosa di diverso ma che a conti fatti, ritornano sulle meccaniche più blasonate.

Dopotutto anche lo sparatutto ne è uscito influenzato, con i grandi colossi del genere che non si sono tirati indietro di fronte al successo di Epic Games, proponendo a loro volta una propria versione della battle royale nei loro titoli di punta. Chi ha copiato i compiti per bene, sicuramente è stata Activision, la quale ha sperimentato tale modalità in Call of Duty: Black Ops 4 con Blackout, puntando a realizzare una mappa che sapesse soddisfare in primis gli appassionati della saga, e successivamente anche i giocatori più accaniti. Ciò che invece più mi ha sorpreso è stato il ripensamento di Infinity Ward in Call of Duty: Modern Warfare, che in partenza bocciò l’ipotesi di una battle royale per l’ultima iterazione della serie. Eppure, da qualche giorno è disponibile Call of Duty Warzone, una versione free-to-play di Modern Warfare che include unicamente Warzone, la nuova battle royale targata Activision. Dopo aver passato un buon quantitativo di ore a cercare di sopravvivere, siamo finalmente pronti per parlarvene in questo nuova prova.

Call of Duty Warzone

Call of Duty Warzone: la nuova battle royale secondo Infinity Ward!

Call of Duty: Modern Warfare ( Qui per la nostra recensione ) arriva dopo molte incertezze reincarnatesi nei vari capitoli sinora pubblicati. Per molti versi, rappresenta una piccola rivoluzione per la saga, per motivi che ormai abbiamo avuto modo di comprendere: a partire dal supporto post-lancio gratuito strutturato in stagioni, l’eliminazione del costosissimo Season Pass e un mix tra passato e presente dal richiamo nostalgico. Dal 10 marzo, l’ultimo Call of Duty si è arricchito con una modalità battle royale, distribuita come free-to-play il quale non richiede nemmeno l’iscrizione al PlayStation Plus sull’ammiraglia di Sony, situazione contraria invece su Xbox One, che richiede l’abbonamento al servizio Live per poter giocare online. Ciò che appunto può stupire, oltre al tempismo perfetto con cui è stata lanciata tale modalità, risiede appunto nell’accessibilità a tale modalità: chi non possiede Call of Duty: Modern Warfare può comunque scaricare il client e i relativi aggiornamenti, chi invece è in possesso di una copia del gioco, basterà scaricare il pacchetto di Warzone attraverso il download modulare.

Una strategia di commercializzazione che non ha tardato a dare i suoi frutti: solo nelle prime ventiquattro ore sono stati sei milioni gli utenti connessi in Call of Duty:  Warzone, mentre al quarto giorno dal suo lancio, gli accessi hanno raggiunto i quindici milioni di giocatori. Un risultato che, all’inizio del 2019, ha visto protagonista Apex Legends di Respawn Entertainment e chissà, Activision sembra avere fatto centro questa volta, presentandosi alla concorrenza con un prodotto mica da sottovalutare. Infatti, la proposta di Infinity Ward getta nella mischia la bellezza di centocinquanta giocatori, destinati ad aumentare fino a duecento in futuro. Questo perché, Warzone è attualmente in una fase beta, ma la sua offerta è pregna di freschezza e non ha nulla da invidiare alla concorrenza, se non quella di essere l’ultima arrivata: a conti fatti però, questo può considerarsi come un vantaggio per la serie di Call of Duty.

Centocinquanta giocatori che lottano per la supremazia!

La peculiarità della battle royale di Call of Duty: Warzone è senza ombra di dubbio la presenza di 150 giocatori in una partita. Un numero che potrebbe non significare nulla a conti fatti, ma una volta entrati in partita, la tensione è palpabile date le possibilità di incontrare altri giocatori sin dalle prime battute della partita. La mappa di gioco, Verdansk, ritrae i paesaggi dell’est europeo, le cui dimensioni generose rendono gli scontri meno immediati ma sicuramente più tattici, rifacendosi sui punti d’osservazione dettati dai tetti degli edifici. L’esplorazione come ogni buon battle royale che si rispetti, instaura la prima fase della partita, ossia un’estenuante corsa agli armamenti. Un equipaggiamento adeguato, unito ad un buon senso tattico, aumenta le chance di sopravvivenza, e anche in questa idea di battle royale ritroviamo armi ed equipaggiamenti catalogate in rarità. Ma Call of Duty: Warzone non si limita ad offrire un’esperienza di gioco più immersiva, poiché riserva meccaniche alquanto curiose. Infatti morte e respawn sono gestite in maniera diversa. Ogni soldato caduto in battaglia per la prima volta, verrà riportato all’interno di un gulag, il quale fungerà da arena dove è possibile contendersi una rianimazione. Il respawn nella partita dunque va guadagnato, a meno che non abbiate degli alleati generosi capaci di spendere i dollari accumulati per acquistare una vostra rianimazione. Infatti, vi sono diversi terminali sparsi per la mappa di Verdansk, dove è possibile acquistare rianimazioni, serie d’uccisioni ed altri oggetti utili per la vostra partita. Accumulare soldi  fa parte del complesso ludico di questa battle royale, il cui meccanismo da vita ad un’altra modalità che approfondiremo tra poco.

Call of Duty Warzone non si limita di certo a proporre un more of the same della concorrenza, piuttosto, cerca di migliorare quella formula imbastita nella modalità BlackOut di Call of Duty: Black Ops 4. Difatti, la mappa è piena zeppa di contratti i quali,  suddivisi in categorie, pongono alla squadra degli obiettivi secondari, come l’eliminazione di un giocatore o la cattura di una bandiera, dando quel pizzico di varietà al gameplay che rappresenta un’incognita costante. Portare a termine una taglia beneficerà al vostro portafogli, dandovi anche dei bonus espressi in percentuali sull’acquisizione dei punti esperienza. Tornando al discorso della mappa, quest’ultima si mostra ricca e variegata, unendo al suo interno diverse arene del multigiocatore dividendole tra loro con spazi decisamente aperti. Muoversi al suo interno può risultare pericoloso, ma sfruttando le varie coperture, soprattutto nei centri urbani, passare inosservati non sarà poi così difficile. Sicuramente la tattica premia, sfruttare i punti più alti per individuare i nemici e colpire a tradimento è una mossa che vi terrà talvolta al sicuro; muoversi con troppa energia vi renderà facili bersagli grazie all’ottimo comparto sonoro del nuovo Call of Duty, un’arma alla vostra mercé davvero acuta.

Call of Duty Warzone

La modalità che spalleggia Warzone: ecco a voi Malloppo!

La battle royale di Call of Duty Warzone non è l’unica novità del contenuto aggiuntivo: Infinity Ward ha ben pensato di arricchire l’offerta con una seconda modalità: Malloppo. Una rivisitazione della portata principale meno frustrante, ma comunque interessante. Malloppo infatti si basa su un obiettivo molto semplice: chi raggiunge il milione di dollari accumulati o immagazzinati, o possiede più denaro di tutti al termine della partita, vince automaticamente. Nulla di più semplice da apprendere, ma le carte in tavola cambiano drasticamente, favorendo uno stile di gioco anche più avventato e a rischio zero. Infatti Malloppo non pone limiti al respawn, una volta morti si torna in partita, senza passare per un’entourage nel purgatorio, e l’equipaggiamento in utilizzo saranno le classi create nel multigiocatore. Ciò non vuol dire che la mappa sarà priva di equipaggiamenti: al contrario, ogni giocatore dovrà dare la caccia alle casse o cercare dentro gli edifici le banconote e accumularne il più possibile. Essere estremamente ricchi – nel gioco, sia chiaro – è un’arma a doppio taglio: mentre potrete scalare la classifica, diventerete dei bersagli maggiormente esposti, a tal punto da venir contrassegnati sulla mappa. Depositare il denaro raccolto mette al sicuro il vostro punteggio, che calcolerà sia quello immagazzinato che quello in vostro possesso. Ad ogni morte, perderete metà del denaro raccolto, per questo è consigliabile – se non quasi obbligatorio – recarsi in uno degli eliporti per poter depositare il vostro capitale, riprendendo a conti fatti la meccanica di deposito della Zona Nera in The Division.

E’ pur vero che Call of Duty: Warzone attualmente si trova in una fase beta, esistono ancora dei margini di miglioramento e manca all’appello la tanto promessa battle royale da duecento giocatori. Al momento, l’offerta proposta da Activision ed Infinity Ward ci fa ben sperare, merito anche di una distribuzione gratuita che rende accessibile a chiunque la fruizione del prodotto. Si tratta di una modalità che cerca di migliorare la formula classica del genere, implementando una serie di meccaniche destinate a migliorare la varietà del gameplay, seppur ci ritroviamo dinanzi ad un’ennesima sperimentazione di questo genere. I quindici milioni di utenti collegati nei primi quattro giorni si traducono in un’ottima partenza per Call of Duty: Warzone, non ci rimane dunque che attendere l’evoluzione di questa novità.

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.