Disintegration Recensione: tra cielo e terra

Disintegration gamescom 2019

Era la gamescom 2019 quando V1 Interactive, team di sviluppo fondato da Marcus Letho (co-creatore di Halo) decise di svelare al mondo il suo nuovo progetto. E se da nomi importanti derivano grandi responsabilità, parafrasando un famoso personaggi dei fumetti allora l’hype era davvero alle stelle. Letho, insieme ad alcuni ragazzi universitari aveva deciso di tornare nel campo dei first-person-shooter: in un attimo il mondo seppe di Disintegration: reveal trailer e data di uscita fissata al 2020. Un annuncio importante, fatto come si deve ed oggi a poco meno di un anno ci troviamo qui a giudicare l’opera, che arriverà il 16 giugno 2020 su PlayStation 4, Xbox One e PC (via Steam). Sarà riuscito Letho a portare sui nostri schermi un prodotto originale? Oppure si tratta di un more of the same, sempre convincente ma che difficilmente conquisterà i palati più ambiti? La verità come spesso accade è sempre nel mezzo: lo sforzo del team di sviluppo infatti va contestualizzato e va compreso, nel momento in cui si porta sul mercato un prodotto più o meno originale a fine generazione.

Disintegration gamescom 2019

Disintegration: a metà tra FPS e RTS

Disintegration non è il solito first person shooter. V1 Interactive ha infatti deciso di unire e fondere le meccaniche del classico sparatutto insieme a quelle di un classico strategico in tempo reali. Confusi? Forse il termine più corretto dovrebbe essere sorpresi. Per riuscire a bilanciare il tutto infatti il titolo non ci chiede di combattere sul terreno di battaglia ma in realtà in volo. Una scelta che ovviamente si concilia perfettamente con la fusione dei due stili di gameplay. Il nostro protagonista è Romer Shoal, ex pilota di gravicli, i mezzi con cui ci si muove all’interno del mondo di gioco e ovviamente si combatte dall’alto. Si trova in prima linea contro la distruzione della razza umana e della società, cominciata dalla Iron Cloud, una evil corporation che ha avviato il processo di integrazione, che permette di conservare cervelli umani all’interno di armature robotizzate. Romer si unisce ad una banda di Fuorilegge, per combattere contro Rayonne, leader fanatisti delle forze Integrate per la strategia post-umanista. Uno scontro dunque tra buoni e cattivi, ambientato in un mondo distopico e fin troppo militarizzato.

Come accennato poco sopra, Romer Shoal è alla guida del graviciclo, che diventa praticamente il fulcro del gameplay vero e proprio. Il mezzo di pilotaggio è tutto ciò di cui disponiamo per affrontare le orde nemiche e inizialmente i comandi potrebbero essere un po’ spiazzanti, considerando che è necessario gestire non solo lo shooting vero e proprio ma anche l’altezza. Dopo qualche minuto però tutto appare decisamente semplice da gestire: il lavoro del team di sviluppo sotto questo aspetto è stato più che egregio e pad alla mano il graviciclo si dimostra facile, intuitivo e con una grande potenza di fuoco utile per affrontare anche le battaglie più dure.

Non solo shooting però: come detto a inizio recensione, Disintegration unisce le meccaniche FPS a quelle RTS. E così durante la battaglia sarà possibile comandare le unità di terra e impartire vari ordini. Ogni combattente del nostro esercito personale sarà dotato di una particolare abilità, che ci permetterà di avere un vantaggio rispetto ai nostri nemici, non solo dal punto di vista del combattimento ma anche del saccheggio delle risorse del territorio. Durante le missioni è infatti possibile impartire ordini di saccheggio per trovare chip di potenziamento e materiale, aprire casse che permetteranno di rigenerare la salute di tutto il team e interagire con l’ambiente per disattivare jammer, aprire porte e più in generale avanzare nei livelli di gioco. Il tutto è ovviamente gestito anche dall’IA e selezionando il livello difficoltà che più ci aggrada è possibile stabilire anche il peso che avrà la parte RTS sul nostro percorso: scegliendo una sfida più semplice le unità saranno più indipendenti, mentre ad un livello più alto sarà necessario impegnarsi sempre di più per trarre il massimo.

Il vero pregio di Disintegration resta il gameplay. Al di là della trama e del setting, che strizza l’occhio ad opere cyberpunk e distopiche trovando così il favore di chi ama contesti militari e le lotte della ribellione contro un sistema, giocare sul nostro graviciclo e comandare le unità di terra è sicuramente la parte più divertente è meglio riuscita dell’intera opera. Mano a mano che si avanza, che si prende confidenza con i comandi e con la gestione dell’unità (tra cui i vari aggiornamenti alle truppe e i potenziamenti) risulta essere un piacere gestire le orde e girare per città distrutte o appezzamenti rurali che ospitano soggetti ostili. Le missioni sono lunghe e spesso anche complesse, con diversi elementi da tenere d’occhio a schermo. Aggiungono profondità inoltre anche le sfide che possiamo attivare poco prima dell’avvio di una missione, semplicemente parlando con alcuni NPC presenti sulla base. Il sistema di gameplay è profondo, affrontare le orde non è mai così complesso come possa sembrare e il grado di difficoltà, di impegni e la durata dei singoli obiettivi è più che soddisfacente. Sotto questo aspetto V1 Interactive ha lavorato davvero fin troppo bene per permettere a Disintegration di potersi ritagliarsi uno spazio all’interno di un mercato decisamente competitivo. A completare l’offerta ci pensa anche un comparto multiplayer, che offre tre modalità differenti con tanto di fazioni diverse tra di loro. Probabilmente il tutto verrà ampliato sotto forma di DLC, ma non è ancora sicuro considerando che la roadmap non è stata svelata dagli sviluppatori.

Tra tecnica e nicchia

Sotto il piano tecnico, l’opera prima della software house fondata da Marcus Letho non delude. Certo, non ci troviamo davanti a mondi complessi da gestire ma il livello artistico è davvero molto, molto alto: tutte le ambientazioni di gioco sono ispirate quanto basta, gli effetti sonori e il doppiaggio sono molto convincenti e graficamente il tutto ha tutto quello di cui c’è bisogno per una resa grafica soddisfacente. Non c’è da segnalare nessun tipo di crash o bug: la nostra avventura con Disintegration è filata liscia come l’olio, salvo per l’online a causa probabilmente dei pochi giocatori presenti in fase di matchmaking. Anche il frame rate è granitico: abbiamo giocato il titolo su un PC con Intel i7-4770K e una GTX 980, con qualità Ultra tranne per le ombre e alcuni effetti ambientali. Il risultato? 60 frame per secondo granitici, nessun tipo di rallentamento e nessun lag.

Al di là del gameplay e delle performance tecniche, Disintegration soffre di un grande problema: la nicchia di giocatori che può conquistare. L’idea di fondere meccaniche FPS e RTS non è sicuramente di questa generazione, così come l’intero setting di ambientazione è la trama. Il doppiaggio e i dialoghi sono poco ispirati in realtà, anche se ovviamente in titoli del genere conta molto di più il gameplay rispetto alla trama vera e propria. Non sono presenti veri e propri difetti ma probabilmente se Letho avesse progettato il titolo nel corso della generazione precedente ci saremmo trovati davanti un gioco particolarmente interessante, in grado di conquistare una platea ben più ricca e di essere perfettamente godibile al 100% da tutta la platea.

Disintegration ha un grande pregio: il gameplay. Il titolo di V1 Interactive è divertente, si lascia giocare senza troppi problemi e risulta piacevole affrontare diverse missioni in fila. Purtroppo il vero unico problema dell’opera è sicuramente la sua collocazione temporale: troppi prodotti del filone hanno avuto la loro età dell’oro in epoca PlayStation 3 e Xbox 360 e ora risultano un po’ troppo ancorati ad una generazione di svariati anni fa. Nonostante ciò lo sforzo di Letho e del suo team vanno premiati, riconoscendo i meriti di aver progettato un prodotto divertente che trova il favore di fan e affezionati del genere a cui risponde. 

VOTO: 7.0

Alessandro muove i primi passi nei videogiochi grazie a Crash Bandicoot 2 e The Curse of Monkey Island. Il suo genere preferito restano le avventure grafiche e narrative ma ama anche gli sportivi come ad esempio FIFA (dove comunque non sarà mai bravo quanto vorrebbe). Nel tempo libero impreca per i risultati dell'Inter, legge e suona la chitarra