Correva l’anno 1998 quando il mondo PlayStation si preparava a ricevere la sua serie esclusiva riguardante il mondo dell’automobilismo, scatenando un certo clamore all’epoca della prima console per le doti tecniche del prodotto che lo inquadrarono come primo vero simulatore di guida. Parliamo della serie di Gran Turismo, sviluppata da Polyphony Digital, che nel tempo ha segnato nel bene e nel male ogni singola tappa della console nipponica, accompagnando lo sviluppo dell’automotive videoludico fino ad oggi. Durante la presentazione della line up di PlayStation 5, dove abbiamo potuto finalmente ammirare il design della nuova console, non sono mancate ovviamente le esclusive, come il nuovo Ratchet & Clank e il nuovo capitolo di Horizon Zero Dawn. Tra esse anche un reveal non troppo scontato ma prevedibile, dopo il recente rinnovo del marchio, che gli appassionati di automobilismo di lunga data non si sono lasciati sfuggire. Parliamo di Gran Turismo 7, settima iterazione della serie principale che farà tappa in esclusiva su PlayStation 5 in data non ancora specificata.
Gran Turismo 7: tra fluidità, illuminazione e sound
Il trailer di presentazione si apre con una sequenza alquanto scenica e caratteristica degli annunci del brand, che ci introdurrà lentamente in pista partendo dai box. Ciò che salta subito all’occhio è l’illuminazione generale, elemento su cui la prima parte del filmato pone molta attenzione per mostrare i progressi tecnici del nuovo hardware di PlayStation 5 da molti punti di vista fuori dall’abitacolo. Non manca la canonica fluidità che da sempre contraddistingue il titolo sulle varie console Sony, che per questa iterazione punta a numeri ben più alti dei classici 60 frame al secondo, stando a quanto dichiarato dal creatore della serie Kazunori Yamauchi. Da sottolineare in ogni caso, che molte delle promesse fatte negli anni per migliorare la serie non sono state tutte mantenute e in tempi utili per elevare il prodotto al simulatore di guida perfetto. Durante gli anni infatti, la serie di Gran Turismo ha perso gradualmente il proprio appellativo di “The Real Driving Simulator”, non mantenendosi all’altezza di altre produzioni affini emergenti nel tempo. L’evoluzione della serie si è focalizzata molto sull’aspetto grafico, ma soprattutto sui modelli dei bolidi, che oggi possono vantare dei migliori render a scopo videoludico e non solo. Tuttavia, ciò ha richiesto dei sacrifici in termini di parco auto. Gran Turismo è riuscito a farsi conoscere ed apprezzare grazie proprio allo sterminato catalogo di vetture utilizzabili all’interno della serie, tra cui veri e propri mezzi da collezione o automobili popolari che mai avrebbero sognato una propria riproduzione videoludica. Gran Turismo ha inoltre contribuito allo sviluppo dei sistemi di miglioramento dei bolidi, con il potenziamento delle componenti, la manutenzione e la modifica precisa degli assetti per adattare le vetture su ogni tracciato.
La potenza espressiva della serie però, si manifesta attraverso l’hub di gioco, dove in qualche modo ci si sente a casa, grazie a una solida interfaccia grafica che da sempre ci offre un ampio menù di cose da fare. Proprio questo elemento ha contribuito all’identità visiva che la serie ha costruito nel tempo e che viene inevitabilmente a mancare con i capitoli Prologue, che hanno avuto il compito di anticipare esclusivamente la tecnica e il sistema di guida con cui avrebbe debuttato il capitolo successivo, scandendo in aggiunta la presenza del brand negli anni. Con l’ultimo arrivato, Gran Turismo Sport, la direzione si è spostata su un nuovo terreno emergente: quello degli Esport. Sebbene a partire da Gran Turismo 5 venne implementata una modalità multiplayer online, la posta in gioco non era esattamente la più alta, ma indubbiamente il titolo ha preparato il terreno per quello che sarà lo spin-off più votato al multiplayer dell’intera serie.
Evoluzione e sacrifici
GT Sport ha permesso al brand di entrare prepotentemente nel settore automobilistico competitivo nell’ambito dei videogiochi, e lo ha fatto con una tecnica e una solidità di gameplay encomiabile, al costo di lasciarsi dietro tutto ciò che gli appassionati del singleplayer amavano. Non sono bastati gli aggiornamenti dedicati alla carriera, che simulano la progressione dettata in passato, ad accontentare chi cercava un’esperienza più classica. Per l’occasione il numero delle vetture presenti è stato drasticamente ridotto, lasciando spazio a vetture più curate nei modelli e nei dettagli, e tutte rese qualitativamente in egual modo. Infatti, sul meno recente Gran Turismo 6, vi era la netta divisione tra auto standard e auto premium, con quest’ultime che presentavano una qualità e una cura maggiore, garantendo l’accesso alla visuale dall’abitacolo, cosa impossibile con quelle standard, che spesso sfiguravano accanto a quelle di miglior fattura. Ecco dunque l’estrema decisione di Polyphony Digital di tagliare l’enorme parco auto di Gran Turismo 6, che a sua volta ereditava tutte le vetture dei precedenti capitoli andando a comporre un totale di 1200 veicoli, per concentrare la qualità produttiva in pochi modelli, ma resi perfettamente sia all’interno che all’esterno, senza contare la distinzione eccelsa per manovrabilità e sound, rendendo ogni veicolo coerente e unico in risposta al DualShock 4.
I sacrifici però, non hanno interessato solo il parco auto, ma anche la lenta evoluzione sul piano tecnico, che oggi fa fatica a rapportarsi con i competitor senza uscirne sfigurato. L’elemento che ancora oggi rappresenta la discriminante più grande in termini di comparazioni è indubbiamente quello delle collisioni, dove c’è stato solo un piccolo accenno di danneggiamento alle carrozzerie interessate dagli scontri. L’effetto “rimbalzo” è ancora presente e ormai da troppo tempo amareggia i più che chiedono da sempre maggior realismo sotto questo punto di vista, soprattutto guardando a titoli emergenti di studi di sviluppo con meno esperienza sulle spalle andare a toccare nuove vette per il genere laddove Gran Turismo ancora non ha osato. Da qui a perdere progressivamente l’appellativo di simulatore di guida, ricordando più un ibridazione tra il driving simulativo e quello arcade, che comunque continua ad interessare specialmente per il setting da appassionato dell’automobilismo voluto da Yamauchi, che va a comporre un compendio storico del settore stesso dall’estremo fascino. Proprio la venerazione dell’automobile in quanto tale e in tutte le sue sfaccettature è il motore trainante della produzione ormai da tempo e avremo indubbiamente modo di vedere tale visione riproporsi al pubblico con il nuovo capitolo in esclusiva PlayStation 5.
Gran Turismo 7 sembra prendere a piene mani dalle basi gettate dal più recente Gran Turismo Sport, per quanto riguarda interfaccia e modelli delle auto, ma osando forse qualcosa di più sul modello di guida, con un rinnovamento della sensazione di velocità e limando il pattinamento della vettura, che tuttavia è presente in larga parte sulle automobili meno preparate, assenti dal trailer. Dopo la presentazione cinematica tratta dal gioco veniamo accolti nel nuovo hub di gioco, iconico come abbiamo detto per i capitoli numerati della serie, dove è possibile notare il ritorno di tutte le funzionalità più amate dei vecchi titoli, come il concessionario di auto usate e la scuola guida. Tutto sembra essere al suo posto e in una veste grafica nuova e fluida dove il piacere della navigazione viene accompagnato da alcuni assistenti con foto annessa. Assisteremo anche al ritorno di tracciati originali ed eventi della carriera ormai divenuti iconici che i fan storici ameranno indubbiamente. Si passa infine al gameplay in presa diretta vero e proprio dove il sound delle vetture si fa subito sonoro e convincente, complice probabilmente il nuovo hardware con audio dedicato, accompagnando una scena dalla fluidità invidiabile, mentre l’interfaccia viene ripresa completamente da quella del più recente di GT Sport senza alcun cambiamento. Tuttavia è il magnifico contrasto tra luci e ombre ciò che più continua a risaltare dall’abitacolo, anche se è possibile notare un rallentamento del rendering in tempo reale delle luci preposte in prossimità delle gallerie, che sicuramente scomparirà in prossimità della release ufficiale del gioco che ricordiamo non avere ancora una finestra di lancio.
Le sensazioni riguardo Gran Turismo 7 sembrano positive, lasciando intendere la volontà della produzione di riproporre il passato della serie nipponica, migliorandone la qualità oltre i limiti in accordo al nuovo hardware di PlayStation 5. Resta da capire, pad alla mano, se ci saranno modifiche evidenti al sistema di guida e se verranno introdotti quegli elementi ormai divenuti standard nel tempo per il genere racing game su circuito. La forza di Gran Turismo 7 sarà anche la partnership con i grandi marchi con cui il brand ha accordi importanti su diversi elementi di gioco, come gli accessori del nostro avatar o eventi tematizzati da marche note, che potrebbero santificare l’opera come miglior ambiente automotive videoludico in cui immergersi. Non mancheranno le funzionalità online sedimentate con il precedente spin-off, e come da ogni capitolo principale che si rispetti: un parco auto imponente. Sappiamo dell’impossibilità di replicare perfettamente un numero importante come quello di Gran Turismo 6 con la qualità di Gran Turismo Sport, ma siamo certi che la strada che verrà intrapresa in tal senso, sarà positiva, e insieme a tutti gli elementi più classici e tipici dei 6 capitoli antecedenti contribuirà al ritorno in auge uno dei titoli automobilistici più importanti e affascinanti della storia del videogioco.