What Happened Recensione: il volto della depressione giovanile

what happened rose

Vi siete mai chiesti quale volto abbia l’ansia e la depressione? E quali mostri possono generare nelle vite quotidiane delle persone? What Happened prova a mostrarcelo attraverso un viaggio mentale scandito da vicissitudini della vita di uno studente del liceo che si ritroverà a combattere tra la vita e la morte nella sua testa. L’indie sviluppato da Genius Slackers ci propone un’avventura horror-psicologica in prima persona che, nei panni del giovane Stiles, vuole trasmetterci la propria visione della depressione giovanile grazie a un percorso ansiogeno, esteticamente forte, e impattante sul giocatore finale. Sarà riuscito ad impressionarci?

What Happened: un incubo senza fine

Che piaccia oppure no, tutti abbiamo affrontato il periodo scolastico, e ogni individuo ha vissuto questa parte d’infanzia con più o meno spensieratezza. Nel caso del nostro protagonista Stiles, le cose non potrebbero che andare peggio. Alle prese con una rottura del rapporto con la sua ragazza Maya, avvicinata dal suo migliore amico Ben, e preso di mira periodicamente da un bullo locale di nome Jimmy. Come se non bastasse, la dipartita di suo padre ha complicato notevolmente la vita di Stiles, che ora trova rifugio nelle droghe che faranno precipitare inevitabilmente la situazione ancor di più. In tutto ciò, solo una misteriosa presenza amica di nome Rose mostrerà interesse per noi, ma saremo già nel baratro dei nostri pensieri più reconditi.

What Happened level school

Una volta avviato il titolo, ci troviamo effettivamente in una stanza con delle porte, che con nostra sorpresa rappresenta il menù iniziale del gioco stesso, in cui potremo muoverci e familiarizzare con i comandi. Decidendo di entrare nella porta dedicata alla Nuova Partita, rappresentata da un classico bagno, siamo invitati a tirare lo sciacquone. È qui che tutto ha inizio, proprio dal bagno della scuola che Stiles odia enormemente, insieme a coloro che la popolano abitualmente. Per il nostro protagonista, proprio il locale sanitario rappresenta la fuga dal mondo esterno, un luogo di pace in cui pensare e rintanarsi per leccarsi le ferite nonostante alcune scritte sulle pareti ci ricordano la cattiveria delle persone che circondano il giovane. Lo dimostra il fatto che non appena saremo in grado di muoverci, aprendo la porta ci attenderà Jimmy il bullo che inveirà contro di noi, facendoci subire uno dei rituali tanto cari ai soggetti in questione.

Per Stiles, tale affronto rappresenta solo l’ennesimo colpo basso della sua gioventù, che tuttavia darà inizio a una serie di ricadute psicologiche importanti. Una volta fuori dal bagno, ci troveremo nei corridoi della scuola, in cui vedremo all’opera la cognizione del nostro protagonista. Gli studenti sono trasparenti ai nostri occhi, proprio come loro percepiscono noi, a simboleggiare il nostro complicato rapporto con i coetanei. Urtandoli darà vita a ricadute mentali e reazioni più o meno scomposte da parte dei ragazzi che rimarcano la difficile sussistenza di Stiles nell’ambiente. Il giovane tuttavia, non è da solo fuori dall’amato bagno. La voce scaturita dalla sua mente ci accompagnerà durante tutto il nostro percorso psichedelico suggerendoci cosa fare e dandoci dritte su come affrontare le situazioni, nel bene o nel male.

What HappenedOgni azione intrapresa avrà riflesso su Stiles, e saremo noi a dare forma al suo percorso, che se dapprima ci sembrerà al limite del possibile, ben presto inizierà ad assumere delle dimensioni sovrannaturali per colpa dell’assunzione di droghe che il ragazzo assume per sentirsi meno afflitto dalla difficile vita che si ritrova a condurre.

Depressione e dimensione

Il viaggio tra ansia, paure e depressione inizierà a mutare l’aspetto della scuola, spingendoci ad esplorarla in lungo e in largo alla ricerca di indizi sulle memorie di Stiles, che ci aiuteranno ad empatizzare con lui e conoscere la sua storia in ogni sua sfaccettatura, tra un tracollo mentale e l’altro accusato tra spezzoni di gameplay alternato tra fughe, sezioni puzzle e ricerche di oggetti particolari relative agli eventi che hanno portato il ragazzo all’oblio mentale. Ogni stanza che visiteremo racconterà una storia o una dinamica percettiva del protagonista, e l’ambiente intorno a noi subirà delle modifiche estetiche e strutturali per rappresentare al meglio lo stato d’animo del giovane. Grazie a un’interazione ambientale piuttosto essenziale, dovremo aprire cassetti, trovare lampadine, montarle per poi accenderle, e tra una visione e l’altra, farci strada anche attraverso degli ostacoli intimorenti, evitando di creare dei loop di morte inquietanti.

Nonostante più volte torneremo nei corridoi scolastici, il percorso tracciato dalla produzione è abbastanza lineare, sebbene nelle circa 8 ore di gioco necessarie per portare a termine la narrazione ci troveremo ad esplorare le varie aule ad ogni cambiamento scenico, guidati dal nostro istinto e talvolta qualche segno evidente che catturerà la nostra attenzione. Sebbene le nostre azioni avranno un impatto concreto per arrivare ai 3 diversi finali a disposizione, What Happened non si presenta propriamente rigiocabile e con contenuti aggiuntivi, volendo offrire un’esperienza singola forte e che sensibilizzi l’utenza nei confronti dei problemi adolescenziali che possono portare ad azioni estreme come nel caso di Stiles.

What Happened level black white

Gli ambienti hanno un’ottima resa e l’utilizzo dell’Unreal Engine 4 calza perfettamente con il setting dell’opera, che sfrutta sapientemente la telecamera inscenando ogni paura recondita del protagonista dettata dai pensieri che affliggono quotidianamente la sua vita, tra cui il tormento persistente della rottura della relazione con Maya. Il viaggio tra i pensieri però, mostra il fianco a una costruzione poligonale dei personaggi di basso livello che potrebbe minare la potenziale presa empatica sull’utente, accompagnata anche con delle animazioni molto basilari e le cut-scene in terza persona che rovinano un po’ l’atmosfera di base. Gli stili artistici utilizzati per i vari ambienti tuttavia, lasciano che il nostro percorso nella tormentata mente di Stiles sia fluido e non senza qualche momento orrificante, grazie anche alla moltitudine di filtri utilizzati nella messa in scena. È lecito lodare il comparto sonoro della produzione, che sfrutta a menadito l’audio posizionale di ottima qualità con destrezza nei vari punti dell’avventura.

Il titolo non presenta la lingua italiana, ma avrà i dialoghi in inglese con relativi sottotitoli della stessa lingua, risultando tuttavia molto semplici e con un voice acting molto basilare quanto potente nel tono. La fluidità dell’incubo senza fine è ciò su cui a livello tecnico si è puntato molto, essendo What Happened non particolarmente dispendioso di risorse hardware per essere fruito discretamente. Ogni stile artistico utilizzato e diverso per occasione, contribuisce a creare un’atmosfera convincente grazie anche alle ambientazioni ben diversificate tra loro che hanno la forza di raccontare frangenti di esistenza con simbolismo impressivo.

What Happened propone un’esperienza curata, senza particolari colpi di scena ma con ottime atmosfere coerenti con il cupo racconto che accompagnano il gameplay nelle sezioni meno intuitive senza mai annoiare, in cui non ci saranno mai nemici tangibili, ma solo demoni creati dalle nostre inquietudini. Un prodotto ansiogeno e opprimente che deve far riflettere sulle problematiche proposte, e lo fa grazie a un’ottima direzione artistica e una telecamera ben implementata attenta alla cura dei dettagli, tralasciando qualche fase di gioco poco levigata e qualche bug strutturale. Il peso delle scelte velate durante il nostro percorso ci verrà restituito addosso come un urgano di emozioni, e la noncuranza per i problemi di Stiles da parte del giocatore avrà dei riflessi concreti sulle sue scelte finali, identificando eventualmente l’utente come un’altra di quelle figure estranee a tali problemi per il prossimo. L’incapacità di reagire è un problema concreto e trovare il coraggio di chiedere aiuto può fare la differenza tra la vita e l’oblio. Le cose dopotutto, accadono e basta, senza una vera e propria ragione, e l’indifferenza si trasforma lentamente nel cadavere dell’esistenza.

VOTO: 7

Mirko è un appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni. Ama alla follia i platform 3D e i GDR, ma è un giocatore a tutto tondo. Grazie a una PlayStation e a un Mega Drive, il mondo per lui si è fatto dinamico fin da subito grazie a un irriverente marsupiale arancione e a un velocissimo porcospino blu. Cresciuto credendo che il cuore sia la propria chiave guida, ritiene che il videogioco sia la quintessenza dell’intrattenimento e materia dall’alto potenziale costruttivo.