Yakuza Like A Dragon Provato: inizia la quest!

Yakuza Like a Dragon

La storica serie di Yakuza ci ha accompagnato fin dai tempi della PlayStation 3, con il primo titolo che vedeva come protagonista il leggendario Kazuma Kiryu. L’uomo, perennemente incastrato in numerose vicende all’interno della criminalità organizzata giapponese fa il suo ritor-ah no? Probabilmente, se aveste chiesto ad un fan della saga di immaginare un capitolo della serie senza il suo immancabile Drago di Dojima come protagonista, vi avrebbero considerati dei folli. Eppure eccoci qui, con Yakuza Like A Dragon, settimo episodio della serie ambientata nel Paese del Sol Levante.

Innegabile il fatto che l’opera interattiva in questione abbia suscitato non poche discussioni. La decisione che ha portato al cambiamento del personaggio principale e del sistema di combattimento sono solo alcuni dei punti che hanno fatto dubitare molti membri della community sulla qualità del videogioco.

Menomale che l’attesa per noi occidentali è quasi finita, visto che la data di pubblicazione del suddetto è fissata per il 10 novembre per tutte le console e PC, tranne la versione PS5 che arriverà il giorno 2 marzo del 2021. Noi di GamesVillage.it abbiamo avuto l’occasione di provare in anteprima un capitolo all’interno della fruizione, in cui abbiamo potuto scorgere in minima parte di ciò che dovremo aspettarci al momento della sua disponibilità.

Siamo davanti ad un esperimento riuscito oppure era meglio restare fedeli alla vecchia e cara gestione a cui siamo stati abituati in questi quattordici anni di esistenza della franchise?

Yakuza Like A DragonYakuza Like A Dragon ed il coraggio di osare

Sì, lo abbiamo letteralmente preannunciato nell’introduzione all’articolo, tuttavia, non possiamo far altro che iniziare a parlare di tutte le modifiche fatte in Yakuza Like A Dragon. Non è un segreto che l’ispirazione del gameplay nasce proprio dal JRPG Dragon Quest. Sembrerà una sciocchezza, ma il videogioco “musa” ha un nome che sicuramente si collega alla serie di Yakuza. Ricordiamo che l’ex protagonista Kazuma Kiryu porta un drago sulla sua schiena ed il suo soprannome è proprio quello di “Drago di Dojima“, guadagnato grazie ai suoi sforzi e le imprese compiute durante la sua vita.

Per cui non è stato difficile capire che il baton è passato nella mano di Ichiban Kasuga, il quale avrà l’arduo compito di soddisfare le aspettative degli appassionati e tenere testa ad una figura storica della serie. Ed è proprio qui che vogliamo arrivare: era davvero necessario questo cambiamento? Noi crediamo di sì, e adesso vi spiegamo il perché. In Yakuza 6: The Song of Life vediamo l’ormai patriarca del Tojo Clan all’apice della sua carriera, proprio poiché ha ormai guadagnato il rispetto di tutti e ha conseguito tutte le vicende che potremmo mai immaginare. Per quanto ci dispiaccia non poter più comandare il combattente indistruttibile, non neghiamo il fatto che il suo ruolo era ormai diventato saturo e sempre più privo di contenuti. Per capirlo basta semplicemente seguire la storia della sesta installazione, che non è nemmeno più incentrata su di lui.

Certamente, ciò non vuol dire che il primo arrivato possa subito far affezionare milioni di giocatori abituati a vedere un altro soggetto su schermo, però crediamo che il nuovo pilastro della saga abbia tutte le carte in regola per farsi valere ed essere ricordato. È vero, il passaggio dal calmo e saggio Kiryu all’irriverente, e a tratti bambinesco, Ichiban causa un impatto notevole. C’è anche da dire che il primo ha ormai una certa esperienza, avendo raggiunto quasi i 50 anni con molte esperienze alle spalle, mentre l’altro ha circa 40 anni, tra cui 19 spesi in galera. Ciò vuol dire che il suo vissuto effettivo si ferma a circa 24 anni, facendoci capire come la sua mentalità sia ancora quella di un ragazzo inesperto.

Ed è proprio per questa ragione che abbiamo notato molte similarità tra il nuovo eroe primario ed il vecchio Drago di Dojima apparso in Yakuza 0, che aveva più o meno la stessa età. Le stesse figure fantasy e le mosse speciali che vediamo nelle nostre battaglie sono esse stesse frutto dell’immaginazione dell’ex carcerato, facendoci capire come la sua mentalità sia ancora quella di un bambino. Ma in un mondo oscuro come quello della yakuza si potrà mai rimanere così gentili e ingenui e sopravvivere?

Insomma, le carte in regola per creare una figura che potrà godere della stessa evoluzione psicologica a cui ci ha sempre abituato la pubblicazione di SEGA ci sono, quindi non ci resta che sperare e osservare il lavoro del team di sviluppo.

Yakuza Like A Dragon

Il classico fascino “Yakuza”

Uno degli elementi che nell’ultimo periodo ha fatto spiccare la popolarità della saga sono le attività secondarie offerte nel corso della campagna. Yakuza Like A Dragon non poteva essere escluso dal filone, per cui è inutile dirvi che anche in questo capitolo verremo posti difronte a numerosi mini-giochi e attività opzionali che arricchiranno l’esperienza di gioco.

Sfortunatamente, non abbiamo potuto provare tutti i passatempi dell’opera interattiva, ma abbiamo notato che, oltre agli immancabili karaoke, sale giochi e quant’altro, sono state aggiunte diverse locazioni mai viste prima. Il mix di serietà e puro divertimento è ancora presente, ma questa volta l’utile si unirà anche al dilettevole. Questo perché, essendo ormai diventato un JRPG, ora esiste un livello di level-up parametrico. Ciò vuol dire che compiere side quest, mansioni e molto altro incrementerà il nostro livello e ci permetterà di ottenere nuovo equipaggiamento sempre più potente.

Sì, la gestione aziendale fa anch’essa il suo ritorno, ed il nostro obiettivo sarà quello di portare un negozio sull’orlo del fallimento fino alle vette della classifica degli azionisti di Yokohama. Certamente, tutti coloro che decideranno investire (letteralmente) su questo extra verranno ricompensati. La profondità di gestione del suddetto non è nemmeno da sottovalutare. Infatti, non sarà difficile rimanere incollati allo schermo ponderando per diversi minuti la scelta più saggia da compiere, cercando di non andare in bancarotta.

Yakuza Like A Dragon

L’unione fa la forza

L’avevamo visto già in passato, ma ad essere onesti noi di GamesVillage.it non ci aspettavamo che tutti i membri del nostro party fossero figure attive all’interno della narrativa. Non conosciamo precisamente quanti si uniranno al nostro gruppo nel corso della sessione completa, ma quelli che siamo riusciti a vedere nel corso del capitolo 5 ci hanno convinto.

Seppure il loro carattere e skill siano generici, dobbiamo dire che le interazioni tra il piccolo team di inetti fanno la loro sporca figura. Non sono mancati siparietti comici ed interessanti in cui abbiamo potuto scoprire qualcosa in più l’uno sull’altro. Inoltre, la stessa attività di relazione con i vari accompagnatori sarà utile anche per diversi scopi utilitari.

Ad esempio, aumentare il legame con uno di essi ci garantirà un bonus d’attacco maggiore all’interno dei combattimenti. È stato uno shock passare dal solitario Kiryu alla cricca di Ichiban, ma dobbiamo dire che quest’aggiunta è stata interessante quanto gestita ottimale. Nostro malgrado, non vorremmo sbilanciarci troppo su questo topic, visto che siamo stati catapultati nel bel mezzo degli avvenimenti di Yakuza Like A Dragon, indi per cui non sappiamo quasi nulla del background di tutte le figure principali e cosa motiva le loro azioni.

Yakuza Like A Dragon

E il sistema di combattimento?

Ci siamo finalmente arrivati. Ecco l’argomento più delicato e bollente di Yakuza Like A Dragon: i combattimenti. Avevamo già visto, grazie ai trailer, che il nuovo sistema sarebbe stato quello classico di un JRPG, ma in realtà non è propriamente così. Non vi neghiamo che prima di entrare nel primo scontro eravamo un po’ scettici sulla sostituzione della meccanica core del gioco, ma dobbiamo dire di esserci sbagliati.

Nonostante le battaglie a cui siamo abituati siano decisamente più movimentate e interattive, crediamo che anche questa modifica più statica abbia il suo fascino. Seppure non possiamo muoverci liberamente e decidere che stile adottare, come abbiamo sempre fatto, ora ci è permesso di compiere altrettante azioni originali. Le opzioni messe a disposizione sono le classiche di ogni videogioco dello stesso genere, ma l’arena resta sempre interattiva. Tanto per dirne una, se avete una bici vicino il vostro personaggio, quest’ultimo deciderà di prenderla e sferrare colpi a chiunque si pari davanti, aggiungendo azioni extra che gireranno a vostro favore.

Inoltre, non abbiamo avuto quel classico feeling di lentezza e ripetitività che può caratterizzare la tipologia di opere interattive in questione. Anzi, ci siamo sentiti immersi ad ogni battaglia, soprattutto quando utilizzavamo le skill speciali o chiamavamo i nostri “Pestamici”. Le ultime due cose sono state un vero e proprio spasso da osservare, letteralmente. Anche qui il mix tra ilarità e serietà è presente e ben amalgamato, riuscendo ad alleggerire la pesantezza di un sistema a turni molto chiuso.

Inutile dirvi che il primo amico che abbiamo evocato sia stata la gallina.

Noi di GamesVillage.it siamo rimasti estasiati dalla prova di uno dei capitoli di Yakuza Like A Dragon, ragion per cui abbiamo ora aspettative molto alte per la versione finale. Crediamo che il cambio di protagonista e combat-system siano state due scelte molto coraggiose e, sinceramente, da elogiare. Per ora non possiamo dire molto sui personaggi, ma abbiamo apprezzato le battaglie offerte finora. Speriamo vivamente che i boss presenti nel settimo capitolo siano all’altezza degli scorsi, oltre che a poter vedere una crescita psicologica di Ichiban che possa finalmente fargli spiccare il volo verso l’olimpo dei personaggi principali della franchise. Non vediamo l’ora di vedere come sarà la quest delle nuove figure primarie, e voi?

Appassionato di videogiochi dalla tenera età di 5 anni, passando per diversi generi fino ad arrivare ai titoli eSports, coltivando una vera passione per la competizione e tutto ciò che la riguarda, soprattutto nell'ambito degli sparatutto in prima persona.