Torniamo a parlare di Humankind, dopo la gamescom 2019, quando avevamo avuto modo di dare un first look abbastanza veloce al nuovo strategico di Amplitude (famosa per la serie Endless) pubblicato e finanziato interamente da SEGA. A più di un anno di distanza siamo tornati a poter mettere le mani su una build decisamente più avanzata del gioco, che ci ha permesso di trascorrere qualche ora in compagnia della civilizzazione del pianeta terra e possiamo quindi offrirvi un primo resoconto, decisamente più dettagliato rispetto al precedente, sul nuovo strategico a turni 4X. Un progetto che (ci sbilanciamo subito) è decisamente ambizioso, con un futuro però ancora tutto da scrivere. Humakind infatti è un progetto in divenire, che grazie alle beta per i giocatori e alle build per la stampa sta crescendo di pari passo con il feedback della community, segno che gli sviluppatori al lavoro non vogliono tralasciare nulla al caso e continuare a plasmare così un’esperienza di gioco sempre più vicina ai gusti di chi alla fine dovrà effettivamente godere della versione finale, ovvero i giocatori.
Humanking: dall’alba dei tempi alla civilizzazione
A differenza di altri strategici, che spesso di collocano in un’epoca temporale ben definita, Amplitude ha deciso di utilizzare un approccio diverso per Humankind. Come infatti è ben intuibile dal titolo del videogioco, il team di sviluppo ha deciso di mettere i giocatori al comando di una vera e propria impresa millenaria: da piccolo gruppo all’alba dei tempi, ovvero gli uomini delle caverne, sarà necessario dover raggiungere l’alba della civilizzazione. Un’impresa tutt’altro che semplice, considerando che man mano che si accederà ad una nuova epoca cresceranno responsabilità e doveri, con esiti inattesi sul gameplay di cui parleremo poco più in avanti.
Come accennavamo poco sopra, Humankind comincia con un semplice ma basilare tutorial ambientato nell’età della Pietra. Alla guida del nostro plotone sarà necessario cacciare per ottenere il cibo e crescere di unità, in attesa di una sorta di “promozione”, che avverrà una volta che si saranno ottenute le conoscenze basilari della civiltà. Si passerà così da un piccolo ma folto gruppo che sopravvive ad ottenere una vera e propria rivoluzione societaria, con la possibilità di costruire avamposti che se gestiti nella maniera corretta riusciranno a generare delle città, con delle micro economie al suo interno. Il tutto ovviamente gestendo ulteriori parametri perché da buon strategico che si rispetti una volta raggiunta un’età più o meno avanzata sarà nostro compito instaurare anche i rapporti con altri clan e altri Imperi. Oltre alla diplomazia però sarà necessario far prosperare le città e gli avamposti, con la nascita di distretti e la possibilità di poter sviluppare un culto religioso. Senza dimenticarci di alcuni step evolutivi fondamentali, come la scoperta della ruota, l’addestramento degli animali, imparare i sistemi di irrigazione e molto altro. Di carne al fuoco, essendo comunque uno strategico, ha davvero tantissimi spunti e alcuni sono sembrati molto intelligenti.
Un aspetto importante dell’offerta di Humakind è sicuramente la diplomazia. Oltre al dover convivere con città vicine e regni rivali sarà necessario dover instaurare alcuni tipi di rapporti. Il primo passo è tenere d’occhio il desiderio di guerra: se da una parte sarà maggiore, il rischio di essere attaccati è davvero altro. Una volta che avremo deciso quale tipo di profilo vogliamo mantenere sarà la volta invece delle rotte del commercio e dei trattati, con decisioni cruciali quali l’apertura dei confini o il commercio di alcune unità. Amplitude però ha pensato anche ad altri risvolti improvvisi, come la gestione delle crisi e i rapporti politici: per quanto semplice sia, una nostra eventuale dichiarazione di guerra ad un alleato di un Impero con cui abbiamo buoni rapporti ci ha lasciato decisamente soddisfatti. Si tratta di un primo “accenno” di politica internazionale, che può ovviamente avere delle conseguenze disastrose su un eventuale partita giocata con un approccio decisamente pacifico.
Una gestione intelligente del gameplay
Humakind si colloca nel settore dei gestionali 4x con un sistema di turni che influenzano sia i movimenti che i combattimenti. Il titolo ci offre la possibilità di dividere la mappa ad esagoni, che permettono soprattutto ai neofiti di avere un’idea più chiara di come gestire i movimenti. Per l’esplorazione, almeno inizialmente, il tutto sarà decisamente molto semplice avendo a disposizione pochissime unità in merito ma successivamente per velocizzare il tutto sarà possibile scegliere quali nuclei mandare in avanscoperta in totale autonomia. La fase di battaglia invece richiede un’attenzione maggiore, con una prima fase dedicata al posizionamento delle unità e le successive invece dedicate esclusivamente al combattimento. Durante la stessa battaglia sarà possibile tenere d’occhio diversi parametri, tra cui l’overall generale di forza tra le unità che si andranno a scontrare. Tutto questo si comanderà solamente con il mouse, mentre la tastiera sarà relegata a pochissimi comandi tra cui la possibilità di rinominare le truppe.
Oltre all’esplorazione e alle battaglie, gran parte del gameplay di Humankind verte appunto sulla crescita degli avamposti, con la creazione di città, unità, distretti, quartieri ma anche la gestione della popolazione, che spesso mostra malcontenti se non si provvede al suo benessere. Le possibilità di gioco sono praticamente infinite, tanto che durante la nostra prova in soli 120 turni abbiamo creato una città con un culto religioso e diverse conoscenze acquisite ma siamo stati spazzati via da un Impero a cui abbiamo deciso di dichiarare guerra. Un vero e proprio colpo di scena, che ci ha costretti dunque a vagare per il mondo per ricominciare nuovamente da capo a ricostruire la nostra società.
Humanking: soddisfacente anche a livello tecnico
Pur essendo ancora nelle sue fasi più intense di sviluppo, Humakind gira decisamente bene. La build a cui abbiamo avuto modo di assistere non solo è decisamente pulita ma durante le nostre ore di prova abbiamo riscontrato solamente un crash che non ci ha permesso di caricare il salvataggio più recente. Discorso diverso invece se prendiamo il design del titolo: come abbiamo detto in apertura la barriera d’accesso non è impossibile ma l’interfaccia, almeno allo stato attuale, risulta davvero un po’ troppo complicata per chiunque voglia approcciarsi al genere degli strategici a turni per la primissima volta. Non è un difetto oggettivo: le scelte di design infatti sono sempre a discrezione del team di sviluppo e quindi consigliamo a chiunque voglia prenotare il titolo oppure decidere di acquistarlo direttamente pur non avendo mai giocato uno strategico 4X di prestare molta attenzione ai tutorial proposti.
Attualmente Humankind è disponibile in versione beta (time limited) su Steam solamente dopo aver effettuato il pre-order. La versione che abbiamo provato è completamente in inglese e non sappiamo ancora se la versione finale, prevista per il 2021 sarà completamente in italiano oppure resterà localizzato solamente nella lingua d’Albione.
Tra scontri e decisioni cruciali per il nostro Impero, Humankind si è dimostrato essere uno strategico a turni decisamente solido, in grado di offrire un’esperienza soddisfacente sia per il neofita che per chi gioca invece da diversi anni al genere. Sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare per Amplitude, che punta ad avere un titolo decisamente più grande di questa beta ma la strada imboccata è sicuramente quella giusta. In generale questo hands-on ci ha permesso di entrare in contatto con un prodotto sicuramente non finito ma di cui le premesse sono decisamente incoraggianti, soprattutto per il futuro.