Persona 5 Strikers Recensione: i Ladri Fantasma conquistano il Giappone

Persona 5 Strikers

Realizzare un seguito diretto di un’opera che ha segnato un genere ed una generazione non è affatto semplice. In primis, l’obiettivo è quello di eguagliare e superare il successo e la qualità del suo predecessore, un qualcosa già di per sé rischioso e lo è ancor più se parliamo di un titolo come Persona 5. Con Persona 5 Strikers, Atlus ed Omega Force uniscono le forze per realizzare una nuova avventura che guiderà i Ladri Fantasma alla scoperta del Giappone, rimpastando e riadattando quella impostazione ludica così convincente quanto profonda in un action-rpg che richiama vagamente il genere musou, di cui però ha ben poco.

Dopo la nostra anteprima del titolo (che potrete trovare QUI), che esplorava in maniera approfondita il gameplay e la prigione di Shibuya, abbiamo concluso il prodotto sviluppato da Omega Force ed esplorato ogni suo contenuto, cercando di capire se il nostro gradito ritorno a Shibuya sia stato all’altezza delle nostre aspettative e se soprattutto, sia riuscito ad eguagliare un prodotto così monumentale come il J-RPG di Atlus. Persona 5 Strikers sarà riuscito a rubare il nostro cuore? Non ci resta che scoprirlo nella nostra recensione.

Persona 5 Strikers

Persona 5 Strikers: crescere imparando dalle proprie esperienze

Persona 5 Strikers nella sua narrazione non è da meno rispetto all’opera di Atlus: in qualità di seguito, mantiene quella struttura narrativa complessa, talvolta satura, ma che in fin dei conti permette di esplorare il background di ogni personaggio nella sua interezza. Lo fa con dei ritmi che, per la sua nuova natura, talvolta sono proibitivi e propongono un ritmo assolutamente sbilanciato. Sebbene in Persona 5 – e soprattutto in Royal – storia e gameplay si intervallavano in maniera bilanciata, dedicando sia molto tempo ai dialoghi che alle sessioni giocate nei Palazzi, Strikers invece non riesce purtroppo a proporre questi due aspetti equamente, creando uno squilibrio sulle effettive ore di gioco e su quelle passate a leggere i dialoghi e le svariate interruzioni. Tuttavia, possiamo affermare che la storia, in questo seguito, schiera in campo temi d’attualità vicinissimi alla nostra realtà, e fa tesoro degli eventi passati per evolvere i protagonisti nella loro caratterizzazione. Le diverse analogie portate avanti, mostrano una maturazione da parte dei Ladri Fantasma, i quali nel loro piccolo, hanno intrapreso una propria strada per la costruzione di un futuro solido, e in tutto ciò il loro modo di interfacciarsi con la realtà non è cambiato minimamente, ma è sicuramente maturato. L’esempio migliore che definisce questa crescita è senza ombra di dubbio Futaba, che è riuscita a riconquistare la sua vita nella società riuscendo a gestire la propria ansia nei luoghi affollati. Nonostante la loro genuina ingenuità, quei ragazzi con cui abbiamo condiviso un’abissale quantità di tempo, nel giro di pochi mesi sono effettivamente cresciuti senza cambiare di una virgola.

Nel nuovo contesto narrativo di Persona 5 Strikers, vediamo l’ingresso di due personaggi inediti: Sophia, una misteriosa intelligenza artificiale che aiuterà i protagonisti nella loro nuova missione, e Zenkichi Hasegawa, un agente della pubblica sicurezza giapponese, che seguirà gli eventi legati alla cosiddetta “epidemia del risveglio del cuore”, identificando i Ladri Fantasma come i principali sospettati. I due comprimari si integrano nella trama con personalità ben distinte, e saranno ancor più importanti per la risoluzione di alcuni aspetti fondamentali della narrazione; la loro interazione con i protagonisti farà sbocciare nuovi legami che andranno a supportare la loro lotta su scala nazionale. Durante l’avventura presso alcune delle più celebri località nipponiche, abbiamo notato come Strikers segua in qualche modo lo stesso copione di Persona 5, presentando quella medesima struttura narrativa ricostruendone ogni fase, da quella introduttiva a quella centrale, fino al portentoso plot twist per concludersi nel medesimo schema. Ciò che però non può e non è stato replicato in Strikers è l’intero costrutto che in passato si formava all’inizio di un nuovo Palazzo, e date le tempistiche del prodotto di Omega Force, il tutto sembra essere velocizzato a tal punto da non creare alcun sentimento verso l’antagonista di turno coinvolto. Mentre ciascun membro dei Ladri Fantasma aveva un legame, un coinvolgimento con il signore del Palazzo, ogni Monarca (di cui vi parleremo tra poco) avrà un certo distacco dagli eventi, e l’unico pretesto narrativo che lo lega ai protagonisti sono i punti in comune con il passato. Eppure, Persona 5 Strikers presenta una trama capace di intrattenere nonostante un ritmo non proprio convincente e alcuni passaggi da rivedere, ma nel suo complesso, niente viene lasciato al caso ed ogni antagonista viene approfondito in maniera tale che si possa comprendere la natura del suo cambiamento. I temi toccati da Persona 5 Strikers sono di natura sociale, i quali denunciano le inadempienze della società verso il singolo individuo, denudando una fallace cognizione collettiva verso argomenti delicati per giovani e non: talvolta sarà semplice immedesimarsi nelle situazioni raccontate dal titolo, poiché nella sua fantasia si celano parecchi aspetti della nostra realtà.

Persona 5 Strikers

La Sindrome di Stoccolma

Se dovessimo riassumere in poche parole le Prigioni, ossia la nuova distorsione cognitiva del Metaverso, potremmo definirle come la “rappresentazione visiva, cognitiva e ludica della Sindrome di Stoccolma”. Questo perché, al contrario dei vecchi Palazzi, le Prigioni sono un agglomerato collettivo della cognizione della società verso un determinato individuo, che, in qualità di Monarca, traghetta i loro desideri verso le proprie avide mani, ottenendo in questo modo dei prigionieri che rispondono alla sua volontà. Manipolando dunque questo aspetto, ogni monarca, nonché il reggente della prigione in questione, può soggiogare le sue vittime traendone vantaggio nella realtà, regnando indisturbato nella sua fetta di società. Nate inspiegabilmente, le Prigioni rappresenteranno una grossa novità poiché si avvalgono di meccanismi differenti dai palazzi che abbiamo conosciuto in Persona 5. La loro influenza avvolge un’intera città, e ciò si riflette sulla natura del level design, il cui aspetto viene plasmato secondo l’identità del monarca coinvolto. Ognuna di queste distorsioni condivide la medesima procedura per attuare un risveglio del cuore – salvo particolari casi –, con la quale i Ladri Fantasma si avvalgono per compiere il loro obiettivo. Tale meccanismo indotto, fa sì che il giocatore possa conoscere il background narrativo di ciascun monarca e come detto poc’anzi, scoprire le motivazioni che lo hanno reso tale. Ed è qui che le tematiche di Persona 5 Strikers saltano fuori: bullismo, abusi, plagio e corruzione sono aspetti già trattati in passato, ma ogni volta, la delicatezza con cui il titolo esprime tali argomentazioni è quasi disarmante. Nonostante le regole che conducono al risveglio del cuore di un bersaglio siano le medesime di Persona 5, il percorso viene snellito, velocizzando soprattutto il raggiungimento della destinazione.
Strikers però non riesce ad eguagliare l’efficacia narrativa del suo predecessore e le storie narrate, purtroppo, non ci hanno convinto a sufficienza. Tuttavia, la coralità della storia mette in atto dei colpi di scena graditi, seppur qualche passaggio ci è risultato piuttosto scontato. Gli stessi monarca non sono valide nemesi come ci saremmo aspettati, e la forzatura che li obbliga ad essere tali snatura le sensazioni provate durante una boss fight. In fin dei conti, non abbiamo provato alcuna emozione negativa nei confronti dell’avversario, tuttavia, avremo modo di provare dell’empatia verso il nostro avversario man mano che avanzeremo nella Prigione.

Persona 5 Strikers

Persona 5 Strikers: Stardust Crusaders

Persona 5 Strikers sacrifica l’esperienza Slice of life per attenersi alla nuova impostazione narrativa. Infatti in questa nuova iterazione di casa Atlus in collaborazione con Omega Force, i Ladri Fantasma intraprenderanno un viaggio presso le principali località del Giappone come Sapporo, Kyoto oppure il mare cristallino di Okinawa, mete in cui è permesso perlomeno visitare con i propri occhi all’interno del gioco. Le tanto decantate attività secondarie purtroppo vengono a meno, dato che ciascuna frazione narrativa occupa tra i quattro e i sei giorni, per poi abbandonare definitivamente il luogo e ripartire verso la prossima meta. L’assenza di attività penalizza l’esperienza di Strikers, rendendo qualsiasi azione svolta nel mondo reale addirittura fine a sé stessa. Anche se volessimo giustificare l’assenza dei confidenti per questioni narrative (dopotutto nel seguito, tale sistema non è necessario per i soli componenti del gruppo), è difficile non provare del dispiacere nel visitare delle splendide città vuote, utili se non altro per l’acquisto di oggetti ed ingredienti o completare alcune missioni secondarie. Vi è una discreta interazione nelle varie mappe che visiteremo durante l’avventura e no, non ritroveremo neppure le doti sociali, pertanto il ritorno al mondo reale servirà principalmente per due motivi: ripristinare punti vita e mana del party e riscattare le ricompense delle missioni secondarie, oltre a poter acquistare nuovi equipaggiamenti ed oggetti presso il negozio di Sophia. Il nuovo ritrovo dei Ladri Fantasma è situato nel camper con il quale affronteranno il viaggio, un hub in cui ritroveremo le principali funzionalità dei vecchi nascondigli, a cui si aggiungono la cucina e il negozio di Sophia. Una delle novità più gradite del titolo è la possibilità di rivisitare ogni volta che lo desideriamo le prigioni completate, in modo tale da completare delle questioni rimaste in sospeso. Uno dei punti di forza di Persona 5 era l’incredibile combinazione tra i due sistemi di progressione del protagonista (sociale e Ladro Fantasma), e l’assenza di questo connubio perfetto purtroppo grava sulla godibilità dell’esperienza ludica di Strikers, rinunciando a quell’incredibile coinvolgimento che influenzava le scelte del giocatore.

Persona 5 Strikers

Una trasposizione action incredibile

Come vi abbiamo già anticipato nella nostra anteprima, il sistema di combattimento di Persona 5 Strikers riesce a trasporre l’originale in una variante action, sottoponendo tutte le meccaniche di gioco a un adattamento davvero impeccabile. L’utilizzo delle Personae semplifica la realizzazione di combo, atte a spezzare la guardia dei nemici, dando vita ad attacchi sconvolgenti che li elimineranno in pochissimo tempo. Sostanzialmente, ritroviamo tutte le meccaniche di Persona 5, il cui impiego in battaglia non è di certo cambiato e anzi, Strikers permette di sfruttare una buona varietà di colpi per terminare lo scontro. Che si utilizzi la Persona, con la quale potremo utilizzare con maggiore frequenza le sue abilità, l’attacco melee o semplicemente le armi da fuoco, lo sfruttamento di meccaniche come la staffetta, il contrattacco o il colpo extra, rende tale combat system un gioiellino inaspettato. Questo perché, grazie al sistema di progressione denominato Legami, il giocatore potrà acquisire nuovi potenziamenti per vari aspetti del gioco, migliorando i benefici ottenuti e le statistiche del nostro party. Evolvendo tale sistema, i Ladri Fantasma saranno abbastanza abili da affrontare degli scontri più impegnativi, e un altro punto a favore di questo seguito è l’incredibile immediatezza con cui è possibile gestire il party. Sebbene in precedenza era necessario tornare all’inizio del palazzo per modificare la composizione del gruppo in utilizzo, in questa occasione il giocatore potrà cambiare i personaggi attivi in qualsiasi momento, purché non sia impegnato durante un combattimento. Omega Force è stata molto attenta sull’utilizzo dei personaggi, rendendo in questo modo ogni componente dei Ladri Fantasma fondamentale, incentivando una maggiore diversificazione grazie allo sblocco dei talenti magistrali, un sistema di “fidelizzazione” che sbloccherà delle combinazioni d’attacco ancor più complesse e devastanti.

Ciò che avvalora il sistema di combattimento di Strikers è la varietà di stili d’attacco di ciascun membro dei Ladri Fantasma, ognuno dei quali, si adatta molto bene alle situazioni che si presenteranno. Come se non bastasse, il ruolo di Futaba incide maggiormente sulle sorti delle battaglie, seppur rimanga ancorata al suo inutilizzo in combattimento. L’esperta hacker sarà fondamentale per lo sblocco di alcuni passaggi nelle Prigioni, tant’è che saremo chiamati a difenderla dall’ingente numero di nemici che tenteranno di attaccarla. Oltre a queste sezioni, nelle Prigioni ci siamo imbattuti in diversi nemici speciali denominati “ombre nefaste”, dei boss incredibilmente ostici che richiederanno statistiche migliori per essere affrontati, ma una volta abbattuti il giocatore potrà beneficiare di ricompense squisite. Ciò che invece non ci hanno convinto (salvo rare eccezioni) sono infine le boss fight. Tali scontri, purtroppo, peccano di complessità, risultando fin troppo semplici da leggere, lasciandoci con un po’ di amaro in bocca. Solo aumentando la difficoltà si ha la possibilità di assistere a qualche novità nei pattern d’attacco, ma niente che possa effettivamente impreziosire l’esperienza di gioco.

Persona 5 Strikers

Persona 5 Strikers: libertà vigilata

Come specificato poc’anzi, le Prigioni si avvalgono di meccanismi differenti rispetto a quelli che hanno definito i Palazzi. I Ladri Fantasma si ritroveranno spesso a seguire uno schema che man mano diventerà sempre più chiaro, soprattutto non appena si apprenderanno le leggi che definiscono queste nuove distorsioni. Le Prigioni sono dungeon divisi in macro aree, dove il giocatore potrà destreggiarsi tra combattimenti ed esplorazione; grazie anche ad un level design variegato e soprattutto ben architettato, ogni mappa scaturisce situazioni varie, sfruttando soprattutto la controparte cognitiva di ogni quartiere cittadino. Che si tratti di muoversi sui tetti, di utilizzare passaggi particolari o scendere in strada, Persona 5 Strikers riesce a stupire per la particolarità dei suoi livelli. Nonostante le Prigioni condividano le stesse caratteristiche, ciascun dungeon da noi affrontato non è mai caduto nell’ovvietà, tant’è che si verificheranno situazioni particolari che delineeranno intuizioni di design interessanti. La possibilità di rivisitare tali luoghi, anche dopo averli completati, incentiva una longevità che a conti fatti, si attesta sulle cinquanta ore di gioco per completare tutto ciò che il prodotto ha da offrire. Strikers si avvale di un post-game sufficiente per convincere a completare ogni attività che non sia legata alla main quest, come nemici extra, versioni potenziate dei boss e missioni secondarie, la cui buona parte di quest’ultime potranno essere rigiocate infinitamente. Grazie alla possibilità di poter cambiare la difficoltà del gioco, si possono testare le abilità dei Ladri Fantasma in vari modi, fino a trovare la combinazione perfetta di Personae e membri del party. L’endgame inoltre, si concentra nel farming e nello sblocco della Nuova Partita +, la quale sarà disponibile soddisfacendo delle precise condizioni. Tuttavia, sarà proprio in questa parte del gioco in cui si inizierà ad avvertire la monotonia, un po’ forzata soprattutto dal fatto che non si potrà fare altro che immergersi nel Metaverso per combattere.

Impossibile dimenticarsi della Stanza di Velluto, fulcro della creazione ed evoluzione delle Personae. Sebbene in Persona 5 Royal potevamo godere delle funzionalità extra legate a tale luogo, in Strikers invece troviamo uno snellimento dell’iconica Velvet Room, seppur non mancano le novità del caso. Le esecuzioni, per esempio, sono state raggruppate in un’unica lista, la cui fusione delle Personae oltre ad essere semplificata, non prevede il consueto level up previsto dall’arcana a cui la Persona appartiene, dedicando quest’aspetto all’unica e tangibile eccezione di questo sistema. Non sarà necessario possedere entrambe le Personae richieste nello stesso momento per crearne una nuova, ma la progressione di quest’ultima si protrae nei combattimento ed ottenimento di punti esperienza, oppure nell’utilizzo dei Punti Persona accumulati. Quest’ultimi sono necessari per il loro potenziamento, lasciando al giocatore la decisione su quale aspetto migliorare oltre al livello: in questo modo, la progressione delle Personae si mostra più mirata e libera, ma cade vittima di un meccanismo in cui sarà obbligatorio riciclare il proprio compendio per accumulare quanti più punti possibili, dato che nelle fasi più avanzate, sarà ancora più complesso potenziarle. Purtroppo anche il numero delle Personae ottenibili è stato diminuito (ve ne sono sessantasette in tutto), seppur quelli più noti alla serie non mancano all’appello.

Persona 5 Strikers

Tra remix metal e fluidità

A sorpresa, Persona 5 Strikers include due modalità grafiche anche su PlayStation 4 Standard, dedicate alla risoluzione e al frame rate, ma è quella che ne aumenta la fluidità a migliorare sensibilmente l’esperienza di gioco. Abbiamo giocato il titolo dando la precedenza al frame rate, il quale ci ha ripagato con una prestazione a dir poco solida e soddisfacente, catalizzando l’azione tra i cinquanta e i sessanta fotogrammi per secondo. Ad avvalorare un comparto grafico sicuramente non molto appetibile se paragonato alle grandi produzioni AAA, ci pensa una direzione artistica ancora una volta impeccabile, la quale non rinuncia affatto all’inconfondibile stile di Shigenori Soejima. L’interfaccia, riadattata per non interferire con la visuale, è rimasta invariata, conservandone ogni singolo aspetto dove il rosso è il colore predominante. Anche il menù stilizzato torna nel sequel sviluppato da Omega Force, riuscendo ad omaggiare il J-RPG di Atlus con un seguito che non trascura alcun elemento visivo del suo predecessore. Rimanendo in tema artistico, si riconferma la bellezza del level design già vissuta in Persona 5 Royal, in cui possiamo sottolineare come ciascuna Prigione sia a conti fatti unica e differente rispetto alle altre, nonostante siano della stessa natura, dove ritroviamo una grande ispirazione alla cultura giapponese e quella pop, il tutto modellato in base alla città di cui la Prigione fa parte. Piccola menzione onorevole va ai filmati, alcuni realizzati con la tradizionale animazione già assaporata in Persona 5 e altri invece prodotti in computer grafica. Quest’ultimi ci hanno piacevolmente stupito, e la regia ha saputo regalare delle inquadrature che calzavano a pennello con la scena in atto.

Anche il comparto sonoro ripesca a piene mani gli stessi effetti uditi in Persona 5, garantendo quindi una maggiore familiarità col prodotto di Atlus, ma il piatto forte come sempre rimane senza ombra di dubbio la colonna sonora, curata ancora volta dall’immancabile Shigenori Soejima. Quella di Persona 5 Strikers è una soundtrack che vede un arrangiamento metal di alcuni dei brani più importanti dell’opera di Atlus, senza farsi mancare le musiche originali realizzate esclusivamente per l’occasione. La musica in questo capitolo riesce a rendere calzante ogni singolo passaggio della trama, grazie ad una varietà succulenta che vede i vecchi e i nuovi brani amalgamarsi perfettamente. Torna la tanto desiderata localizzazione italiana ma con qualche errore sparso tra i testi dei dialoghi e i requisiti delle richieste, soprattutto quelle dedicate a Lavenza, in cui viene confuso il nome dell’abilità con la Persona richiesta. Inoltre, in alcuni dialoghi abbiamo notato come alcuni termini venissero mal interpretati nella lingua nostrana, generando una leggera confusione nella comprensione. Tutto sommato, la localizzazione ci è risultata ottima, seppur sparge qualche piccolo errore un varie occasioni.

Persona 5 Strikers è un ottimo seguito che non riesce però a replicare le stesse sensazioni provate con il mastodontico J-RPG di Atlus. Tuttavia, il vuoto emotivo lasciato alla fine dell’avventura è il medesimo, con la consapevolezza che non ci sarà una prossima volta. Strikers riflette ancora una volta sui temi legati alla società e al singolo individuo, fornendo ottimi spunti di discussione sulla nostra realtà quotidiana, senza dimenticare però di intrattenere il videogiocatore con un sistema di combattimento capace di soddisfare – e superare addirittura – le nostre aspettative. Difatti, quella che potremmo semplicemente definire “una trasposizione perfetta” del combat system di Persona 5 in un formato action, si presenta come il miglior punto di forza della produzione di Omega Force. Ciononostante, l’assenza di una componente social si avverte e nonostante sia contestualizzata, non possiamo che provare un pizzico di nostalgia a riguardo. Immancabile è il retaggio artistico di questo sequel, tra musica e design, Persona 5 Strikers riesce a stupirci, e sinceramente non potevamo chiedere di meglio.

VOTO: 8

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.