Bravely Default 2 Provato: il meraviglioso viaggio verso un futuro già passato

Bravely Default 2, di cui vi proponiamo oggi l’anteprima, è un JRPG che più classico di così non si poteva fare. Gli ingredienti necessari e sufficienti per comporre la formula perfetta ci sono tutti, nessuno escluso: guerrieri della luce, combattimento a turni, cristalli parlanti, maghi bianchi, maghi neri, world map, dungeon ecc.. Inoltre, chi ha giocato ai precedenti capitoli Bravely Default e Bravely Second End Layer non faticherà nell’apprendere meccaniche del tutto simili a quelle già vissute nei due diamantini (qualcuno ha detto cristalli?) disponibili su Nintendo 3DS; dai quali Bravely Default 2 attinge a piene mani. 

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: quanto si può, si deve, si dovrebbe (?) cambiare una formula oramai ventennale (quella dei JRPG) per proporla nella nostra epoca tutta azione e open world, proiettili e online? E quanto  si può, si deve, si osa, di contro, battere il ferro caldissimo dell’incudine degli appassionati JRPGisti? In bilico tra conservazione e sperimentazione fin dall’esordio, la saga di Bravely Default vive in un mondo tutto suo, che vuole modificarsi senza cambiare, migliorarsi senza snaturarsi. E ci riesce: a volte più a fatica, a volte meno.

Bravely Default 2 Anteprima

Bravely Default 2: sulla rotta delle Fantasie Finali

Bravely Default è stato uno dei miei giochi preferiti disponibili su 3DS. Forse, uno dei miei preferiti in generale. Per uno come me, che respiro grinding, combattimenti a turni, viaggi in mondi fantastici non necessariamente fotorealistici, ma sufficientemente evocativi da farmi viaggiare con la fantasia, Bravely fu un risveglio. Un ritorno al mio io da tempo assopito dietro trame moderne e futuristiche; abituato, non sempre in senso negativo, alla necessità di vivere esperienze al cardiopalma “da vero gamer”, dove i riflessi fanno il videogiocatoreBravely Default, e anche Bravely Second, con il loro stile tinteggiato pastello rilassante e onirico, mi fecero tornare alla mente sensazioni che mi apparvero nuove… pur non essendolo. Ai tempi delle Fantasie Finali medievaleggianti trasportate a dorso di aeronave; in rotta verso il prossimo Cristallo, il prossimo Dungeon, la prossima sfida. In una routine rassicurante e “rewarding”, dove la parola d’ordine era “gradualità”.

Eppure, a dirla tutta, non è che all’epoca (il 2021) mancassero esempi virtuosi di JRPG in cui tuffarmi; dai vari Dragon Quest, ai Fire Emblem sempre su 3DS, tanto per citare due delle mie saghe preferite. Bravely si insinuò come un cuneo in uno spazio piccolo piccolo, lasciato vuoto proprio da questi nomi più ingombranti e blasonati. E grazie alle innovazioni, piccole, ma grandi, nella OST, nel combat system e nella gestione delle classi su tutte, si fece spazio sempre più in fondo nel mio cuore. Non è, tuttavia, una mera questione di sentimentalismo personale. Bravely piacque a molti, e venne disprezzato da altrettanti, proprio a causa della sua volontà di sperimentare un “viaggio nel tempo” inverso: andare indietro così tanto da tornare avanti. Portando con sé nel passato la qualità della vita moderna, ancora una volta, però, gradualmente. Non con in mano uno smartphone da consegnare a un cavernicolo; piuttosto, con un orologio da taschino da regalare a un filosofo greco.

Bravely Default 2 Anteprima

Giocando a Bravely Default 2 in anteprima su Nintendo Switch, incredibilmente, la sensazione è rimasta esattamente la stessa; ma i soggetti e i protagonisti sono cambiati. Sì, intendo i protagonisti “in game”, un nuovo quartetto di guerrieri della luce, con una nuova missione in un nuovo mondo inedito. Ma, anche, intendo dire che siamo diversi noi, è diversa (più potente) la console di riferimento; è diversa, pure, la missione dei developer/viaggiatori nel tempo. Definiti con chiarezza gli stili e la volontà di farci vivere un’esperienza da JRPG puro, purista, integrate nel pacchetto le novità cult della serie, ovvero le meccaniche Bravely e Default, il quadrante della macchina del tempo di Square Enix si è resettato. E il team di sviluppo è tornato nel presente, con le consapevolezze ottenute nel passato e il desiderio di rendere il futuro un posto dove farci “tornare indietro più comodamente”. 

Tabula rasa sul “tablet” Nintendo

Il modo migliore per riuscire in questo intento è stato, perciò, recepire la prima lezione impartita dalla saga di Final Fantasy. Il cui successo, forse, e la cui diffusione generazione dopo generazione sono legati anche alla capacità di adattamento di ogni release. Ogni Fantasia Finale è stata per gli appassionati un’emozione assolutamente nuova da vivere, con personaggi mai visti e storie ambientate in mondi sempre diversi. Ma, un grandissimo ma, collegati da un filo rosso ben visibile, che ogni volta faceva sentire “a casa” i videogiocatori. Parte di un tutto più ampio che trascende la necessità di seguire una serie di eventi collegati fra loro di anno in anno. Un tutto fatto di dettagli, rimandi, citazioni, elementi di gameplay capaci di modernizzarsi senza diventare irriconoscibili. 

Se mi è concesso, l’“insuccesso”, fra molte virgolette, della saga FF nel presente è legato proprio alla rottura di questo “filo rosso” avvenuta più o meno intorno a FF12. E a dimostrazione di ciò è anche l’esplosiva popolarità di FFXIV: il primo capitolo dopo molti anni che quel fil rouge lo ha ricucito in un continuum; giammai “nostalgico”, ma indubbiamente evocativo, e perciò familiare. Così, pur essendo solo il terzo arrivato della giovane saga, Bravely Default 2 conserva intatto (quasi) l’impianto ludico e artistico dei due precedenti Bravely; nonché la struttura da JRPG old style con città da visitare, negozi con armi da comprare, Dungeon da esplorare (lo abbiamo già detto nell’intro, non fatemi essere ripetitivo). Ma per tutto il resto, trama, personaggi, lore del mondo di gioco, i primi due titoli Bravely appartengono a una timeline “altra”.

Bravely Default 2: botte da goblin passate, presenti e future

Dunque, abbiamo capito che il solco di base è tracciato, e anche se la strada porta chissà dove, va bene così: è il viaggio che conta. E abbiamo anche già specificato che in Bravely Default 2 Square e i developer di Silicon Studio hanno conservato le meccaniche basilari dei due capitoli 3DS. Pur essendo ispirato da un’epoca del videogioco dove le spiegazioni erano relegate all’esperienza, Bravely Default 2, come le precedenti esperienze, necessita ugualmente di qualche ragguaglio, e di qualche conoscenza di base. Letteralmente di base: niente di eccessivamente specifico; nessun lungo tutorial vessa le ore di gioco iniziali su Bravely Default 2, come non accadeva nemmeno su 3DS. Semplicemente, un breve testo ci introduce al Bravely e al Default, i due elementi di gameplay che da soli hanno reso la saga un cult; e permesso a me oggi di sproloquiare al riguardo e confondervi le idee con tutti questi viaggi di qua e di là nel tempo. Ma che volete farci: Bravely si fonda proprio sul concetto di distorsione e rimaneggiamento del tempo e dello spazio…

Così, il Bravely è una semplice ma geniale intuizione di Silicon Studio, tematicamente collegata proprio al concetto di “futuro e passato”. I personaggi del nostro quartetto di combattenti possono, ogni volta che la loro barra azione si riempie e consente loro di agire, sfruttare fino a 3 “turni futuri”, in un solo colpo. Il che significa attaccare quattro volte di seguito, oppure sfruttare un turno per curare tutto il team, o ancora mille altre possibilità strategiche diverse. Il tutto ha un prezzo: i turni sfruttati in anticipo costringono ad altrettanti turni di inattività, in balia dei nemici e dei loro attacchi. Inoltre, anche gli avversari possono effettuare letali Bravely, e distruggere il nostro team in pochi colpi ben assestati. Che dire poi dei nemici che, mentre facciamo un bravely, possono contrattaccare? Spaventosi. Il Default, invece, è l’opposto del Bravely: un turno di guardia che riduce i danni subiti, e ci fa accumulare un punto Bravely. Ogni punto Bravely a nostra disposizione può essere poi speso per effettuare un Bravely, appunto, senza sprecare un turno futuro.  

Bravely Default 2 Anteprima

Capite ora perché il gioco non può e non deve sprecar tempo (letteralmente) a spiegare le implicazioni di un simile sistema? Semplicemente, perché non è possibile farlo: sono troppe le diramazioni che si aprono di fronte al giocatore ogni volta che sceglie di usare il Bravely o il Default, o nessuno dei due persino. E ancora, il numero di vie che potremmo percorrere si moltiplica per il numero di personaggi in campo, diversificandosi in base ai mostri o Boss che stiamo affrontando, in base alla Classe e alla sottoclasse di ogni PG, alle abilità dinamiche o statiche, ai Buff o Debuff subiti e inflitti. “Ma non era un caro vecchio JRPG vecchio stile? Cosa sono tutte queste complicazioni?” direte voi. Eh, e dire che vi avevo avvisato. 

Perfezionamento e perfezionismo

Affermare che Bravely Default e Bravely second End Layer fossero perfetti, però, sarebbe mentire. In parte per via della loro complessa identità sperimentale, in parte a causa di scomodità ereditate dal genere di riferimento, il JRPG d’annata, piccole e grandi problematiche erano impossibili da ignorare in entrambi i giochi. Bravely Default 2 modifica puntualmente quei tasti dolenti uno ad uno. Lo si era visto, del resto, già in fase di DEMO, quando il feedback degli utenti fu fondamentale per migliorare l’interfaccia utente e i menu. Fa piacere sapere di essere ascoltati, e che il concetto di DEMO inteso da Silicon Studio sia quello che dovrebbe essere sempre: un assaggio volto a testare il gioco, per migliorarsi e migliorare. Nella versione che abbiamo noi al momento, i menù sono perfetti, ve lo assicuriamo; tanto per i giocatori più casuali, quanto per i fanatici di numeri e statistiche.

Infine, ho particolarmente apprezzato il cambiamento delle battaglie casuali in battaglie con mostri visibili a schermo, tanto sulla mappa che nei dungeon. Tanto per cominciare, perché in questo modo la gestione degli scontri e del grinding diventa estremamente più moderna e  divertente; e poi, perché ha permesso ai dev di divertirsi con mostri “nascosti” nel terreno, nei muri, pronti a balzare su di voi all’improvviso; senza farvi perdere, quindi, quella sensazione mista di sorpresa e disagio di quando “oh no, questo scontro non ci voleva proprio, e ora?”. 

Se mi mettessi a parlare del sistema di classi nel dettaglio, infine , potrei scrivere così tanto che questa anteprima di Bravely Default 2 diventerebbe una recensione. Mi limiterò a raccontarvi di come il sistema “alla FFV”, con classi strutturate su livelli, ciascuno dei quali sblocca abilità uniche, sia rimasto intatto. Come nei due capitoli precedenti, quindi, ogni personaggio può accedere a classi sbloccabili nel corso dell’avventura, e selezionare una classe principale e una secondaria. Ogni classe ha il suo skill tree, con abilità combinabili tra loro e classi più o meno sinergiche. Senza fare esempi specifici, potete creare un mago nero che usa magie bianche per curare il party, con abilità passive tanto di magia bianca che nera. In tal senso, anche se squadra che vince non si cambia, è apprezzabile lo sforzo degli sviluppatori nel rimodernare persino un così collaudato sistema. Infatti, alle statistiche del personaggio si aggiunge un “peso” determinato dall’equip. Va da sé che classi più furtive (ladro/monaco ecc.) si muoveranno per prime nelle battaglie; ma la loro rapidità, in Bravely 2, sarà condizionata anche dal tuning dell’equipaggiamento scelto dal giocatore. Della serie, vuoi più difesa? Sarai più pesante, e quindi più lento.

Chiudo questo capitolo tecnico introducendo il prossimo: quello più “artistico”. E citando alcune delle lamentele più frequenti successive alla Demo e ai primi filmati in game. Ci tengo, infatti, a far presente quanto sia importante, nel mondo dei videogiochi moderni, il concetto di “autorialità” e “coerenza stilistica”. Mi rivolgo a chi potrebbe non averci pensato, e a chi si chiede perché un gioco su Switch, non la più potente, ma nemmeno la più debole delle console, sia così “cartoonoso”; condito di cut-scene così semplici, di pochi, sapientemente dosati, effetti “esplosivi e pirotecnici”. Esistono altri modi per estrinsecare “la potenza” di una console; vedi la presenza di mostri a schermo, la quantità enormemente aumentata di classi, la cura riposta nei dettagli dell’Overworld, l’ampiezza e il numero dei dungeon. E poi, alla fine di tutto, c’è la volontà autoriale, il famoso “filo rosso che unisce i capitoli” che è bene non dimenticare mai; e lo stile. Che, a mio avviso, a Bravely Default 2 decisamente non manca.

Bravely Default 2: come nella mente di un pittore (con il naso?)

Avete mai chiuso gli occhi di fronte a un dipinto, immaginando di tuffarvi nei colori ad olio, e riemergere trasfigurati dall’altro lato, parte di un mondo che esisteva, prima, solo nella mente dell’artista? Riferimenti a Super Mario 64 a parte, Sin dal primo Bravely Default è esattamente così che mi sono sentito; muovendomi dentro alle città tratteggiate a mano con uno stile e un livello di dettaglio eccezionale già sul piccolo 3DS; nell’overworld variegato e tematizzato a meraviglia, nei dungeon tutti diversi, tutti bellissimi e unici a loro modo. Purtroppo, il lavoro artistico stupendo dei primi Bravely cadeva nel dimenticatoio proprio a causa del level design poco ispirato e piatto, a “corridoi”. E a causa del backtracking, che costringeva il player a snervanti percorrenze reiterate di certi ambienti. Anche la Gioconda, se resti a fissarla per 10 giorni di fila con una fatina che ti urla nelle orecchie ogni 10 minuti rischia di venire a noia (ERESIA, SACRILEGIO, E’ PERFETTA LA GIOCONDA vabbè perdonatemi l’esempio imperfetto, siate clementi). 

La potenza rinnovata di Switch ha consentito ai developer di trasformare questi difetti in pregi. Le ambientazioni incontrate nei primi due capitoli di Bravely Default 2 sono così quanto di più classico possiate incontrare in un JRPG: una pianura verdeggiante e un deserto. Ma diversi elementi di novità vivacizzano l’esplorazione trasformando i viaggi nell’overworld in qualcosa di più di una sequenza di scontri casuali con nemici arrabbiatissimi. Così, preparatevi a cercare segreti nascosti sotto l’erba, che possiamo tagliare in real time con la spada del personaggio, ai forzieri occultati e a eventuali incontri con Boss potentissimi, che spawnano casualmente di giorno o di notte nella mappa. Chiudono il cerchio, e soddisfano tanto necessità di gameplay, quanto la vista, la telecamera liberamente orientabile nell’open world che collega città e dungeon; e un level-design altimetricamente diversificato che consente, fra l’altro, di orientarsi con punti di riferimento e scorci di notevole bellezza, pur nella loro semplicità caricaturale.  

Fra i tanti cambiamenti, l’art style amplifica il notevole distacco tra ambienti e mostri “realistici” e dettagliati, e personaggi chibi e abbozzati, già parte della struttura dei primi Bravely. Tuttavia, alcuni hanno “storto il naso” proprio per via della dotazione di ogni personaggio a schermo di una fiammante appendice nasale. Il naso, storicamente (guardate Final Fantasy Tactics, Final Fantasy 3, i primi due Bravely) è un elemento straniante quando si aderisce a uno stile Chibi. E ammetto che anche io, prima di notare questo dettaglio, mi chiedevo come mai i PG di Bravely Default 2 mi sembrassero tanto diversi da quelli dei primi Bravely. Non voglio dilungarmi troppo, ma ritenevo giusto dirvelo, per evitarvi ore di occhietti strizzati persi ad analizzare i modelli di ogni protagonista. Discorso chiuso, ci farete l’abitudine, o forse no: ormai è fatta, i personaggi hanno il naso. Ugh.

Tolto il dente (e messo il naso) concludo con un appello a tutti voi che giocherete al titolo: indossate un bel paio di cuffie comode e avvolgenti. Non vorrete perdervi nemmeno una nota dell’incredibile colonna sonora di Bravely Default 2. Un potpourri di sonorità moderne e antiche, classiche e stranianti, ora dissonanti e ora armoniche; ma sempre azzeccate e calzanti per il momento e la situazione: trascinanti e uniche. Un ca-po-la-vo-ro.

Il filo rosso che avvolge il tempo

Vi faccio notare, in conclusione, che in questa anteprima di Bravely Default 2 non ho volutamente trattato, per ora, la trama. Nessun accenno, nessun “c’era una volta” abbozzato, niente puntini di sospensione alla fine di una frase per sottintendere che… 

Ho deciso di concentrarmi, in questa fase di anteprima, totalmente e completamente su una singola missione. Un viaggio nel tempo attraverso i miei ricordi, che tenta di dare una primordiale risposta a un interrogativo pesante, ma imprescindibile. Quale spazio è rimasto per i JRPG come Bravely Default? Nei nostri animi, nei nostri tempi tesi di persone freneticamente avvolte da un tornado di eventi sempre in fermento. Ma anche, e forse soprattutto: quanto spazio SERVE ad un gioco così fortemente legato al passato dei videogame; per niente voglioso di imporsi come “il futuro” di quel genere, coerente con il suo, personalissimo, passato? Desideroso, bramoso di trasportarci con la testa e il cuore nel SUO tempo, ora rallentato, ora accelerato? 

Non posso dirvi se amerete, come sta accadendo a me, ogni singolo componente del cast di personaggi. Se vi emozionerete vedendo i protagonisti fallire e ritentare, o riuscire e complimentarsi tra loro, dialogare, legare attraverso cut-scene più o meno articolate, dialoghi opzionali solo apparentemente superflui; ma che, in realtà, sono parte della “trama” che compone non solo la storia, ma ogni elemento di Bravely Default 2. Un JRPG capace di viaggiare nel tempo tra passato, presente e futuro. Modellato e rimodellato con tanti aggiustamenti “quality of life” importantissimi, in un contesto videoludico che sente gli anni passare con velocità sempre crescente di generazione in generazione. Bravely Default 2 su Nintendo Switch può essere la scusa perfetta per fermarsi un attimo e immergersi nella storia dei videogiochi; per far lavorare la fantasia, laddove la tecnica, volutamente, lascia lo stile più “caricaturale” e fiabesco. E chissà, forse anche voi, alla fine, vi sentirete “parte del tutto”; avvinti da un filo rosso che trascende tempo e spazio, innovazione e conservazione. Realtà, e fantasia.

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.