Hazelight Studios: Fares si esprime sulla longevità dei giochi single player

It Takes Two

Hazelight Studios ha da poco pubblicato la sua ultima produzione It Takes Two. Acclamata da pubblico e critica internazionale, l’opera prevede la cooperazione tra due giocatori (alla stregua del precedente titolo, A Way Out) per portare avanti quella che tanti hanno descritto come “Terapia di coppia”, come potete anche vedere nella nostra recensione.

Josef Fares, boss del team dietro It Takes Two, è famoso per le sue opinioni riguardo molteplici settori e, recentemente, si è espresso riguardo un’altra questione che ha ormai preso piede da parecchio tempo a questa parte. Parlando ai microfoni di Inverse, Fares ha parlato della lunghezza dei titoli single player, descrivendoli, in linea generale, come troppo lunghi.

Credo che molti dei giochi single player durino un po’ troppo e le meccaniche al loro interno vengano usate per troppo tempo. I giochi sono troppo lunghi.

È strano che la gente parli di “rigiocabilità”. Perchè diavolo parliamo di “rigiocabilità”? Conoscete la percentuale della gente che, effettivamente, rigioca completamente un titolo? Non so quanto sia vero ciò che sto per dire, ma credo che le persone che acquistano un gioco senza nemmeno completarlo una sola volta, siano di più di quelle che lo rigiocano. E comunque, parliamo sempre di una minima parte.

Questo è il punto di vista di Josef Fares, direttore a capo di Hazelight Studios, sotto Electronic Arts, il team che ha dato vita all’ultima esperienza cooperativa It Takes Two attualmente disponibile su PC, Xbox Series X|S, Xbox One, PlayStation 5 e PlayStation 4.

It Takes Two

All'età di sei anni, Fabio ha potuto mettere le mani su quella che sarebbe diventata, in estremamente poco tempo, la sua passione più grande: il videogioco. Dalla prima Playstation, vagando tra le terre simil-burtoniane di MediEvil fino a Crash Bandicoot e Tombi arriva, nel suo percorso di videogiocatore, a farsi appassionare da una moltitudine di generi e a crescere con loro, facendoli diventare parte integrante della sua vita e riconoscendo nel videogame una nuova forma di pura arte, oltre che di intrattenimento. Da quel momento, i suoi interessi mettono radici anche altrove, arrivando alla Settima Arte e alla musica, il gioco di ruolo e la lettura e tutto ciò che permette di sentire e immaginare mondi che ci sembrano, o sono effettivamente, lontani dalle nostre realtà.