Siege Survival Gloria Victis Recensione: lunga vita alla Resistenza

Siege Survival Gloria Victis

Non troppo tempo fa abbiamo avuto modo di provare in anteprima il titolo targato Black Eye Games e FishTankStudio, anteprima che in realtà già metteva in mostra una buona parte dei contenuti presenti nell’opera finale. Ancora non si sapeva però che, di lì a poco, sarebbe uscita la prima, vera versione di Siege Survival Gloria Victis tramite Steam, sulla quale ovviamente GamesVillage non vedeva l’ora di metter mani per recensirlo. Siamo qui infatti proprio per questo: analizzare il titolo fatto da un contesto originale, un gameplay rivisto e di un genere non proprio diffuso.

Siege Survival Gloria Victis

Siege Survival Gloria Victis: una storia tra le mura

FishTankStudio e Black Eye Games (principalmente quest’ultimo) hanno rielaborato ed espanso un universo a loro già conosciuto, essendone i creatori. Gloria Victis emerge infatti come un’ambientazione a sé, fondata sull’era medioevale e con tutti i problemi che questo “oscuro” periodo ebbe e che abbiamo imparato a conoscere a scuola tra i libri di storia. A quel mondo, quello fittizio dei team di sviluppo, aggiungiamoci un pizzico di dramma, un assedio al castello, tipico del periodo storico e una gestione di risorse e vite umane e voilà, avete appena appreso in linea molto generale di cosa tratta questo strategico RPG con visuale isometrica.

In Siege Survival ci verrà data la gestione di un manipolo di uomini comuni, da un falegname, a un tuttofare, ad una badante e così via, che dovranno tener in piedi l’ultimo bastione a difesa della città di Edring assediata dagli Ismiri. Rimasti chiusi in un’area della parte alta della città, quella che tecnicamente precede il castello, dobbiamo fornire materiali, cure, cibo e tutto ciò che serve all’ultimo bastione ancora popolato dai soldati alleati i quali, coraggiosamente, rispondono ai vari attacchi da parte dell’invasore ben armato, sia di armi che di spirito combattivo. Il format del gioco possiamo senza dubbio riportarlo al capolavoro targato 11bit Studios, This War of Mine. Proprio come quest’ultimo, il titolo in discussione cerca di proporre una narrazione drammatica, atta però a far andare avanti la storia che Black Eye Games ci propone.

Tra le situazioni più pragmatiche da affrontare (ovvero quelle relative alla sopravvivenza), avremo decisioni da prendere in forma di testo, come entrare o meno in un edificio, aiutare o meno una donna che cerca di tirar giù da un albero il suo figlio ormai senza vita e altro ancora, con ovviamente diverse conseguenze in base alla scelta fatta. Nel toto, comunque, Siege Survival Gloria Victis non riuscirà, secondo noi, a farsi granché largo sotto l’aspetto emotivo: rispetto alla produzione prima citata e al suo fortissimo contesto, questa è di certo più distante dal giocatore (non che sia di per sé un punto nettamente a sfavore, sia ben chiaro) ma ancor più è la scrittura che di sicuro non arriva a toccare le corde che avrebbero sperato gli autori.

Siege Survival Gloria Victis

La lotta per la sopravvivenza non si ferma mai

Una cosa possiamo affermare con certezza per Siege Survival Gloria Victis: il gameplay non si ferma in superficie. Per quanto possa sembrare, nelle fasi iniziali, piuttosto piatto e statico, in realtà Black Eye Games e FishTankStudios hanno elaborato un complesso insieme di meccaniche che ben si amalgamano tra loro, includendo fasi diurne e fasi notturne, con quest’ultime che sicuramente rendono il titolo più originale di altri, non nell’idea ma nell’atto pratico. Se durante la mattina amministriamo gli edifici da costruire, sfamiamo animali, creiamo cibo, cure ed equipaggiamento per il bastione, la notte il titolo si anima di stealth e azione in cerca di viveri, materiali e “missioni” che possono procurare nuove conoscenze per meglio resistere all’interno del forte. Di giorno dobbiamo resistere agli attacchi degli invasori, i quali possono anche distruggere i nostri edifici, e di notte possiamo andare per la città o dietro le linee nemiche. Quest’ultima opzione, comunque, non ci consentirà di muovere attivamente il personaggio scelto per la notte (come invece accade nella perlustrazione della città di cui parleremo a breve), piuttosto risulterà utile per conoscere l’attività nemica: la prima notte dietro le linee nemiche ci consentirà di capire quando sarà effettuato il prossimo assalto al bastione; la seconda con quanta forza (indicata da un valore numerico costantemente monitorato durante il giorno nell’HUD).

Siege Survival Gloria Victis

La notte è una delle metà equivalenti del gioco, durante la quale il giocatore potrà e dovrà, necessariamente, usare uno dei sopravvissuti disponibili per frugare tra i resti della città invasa per trovare tutti i possibili materiali. Qui Black Eye Games ha di certo lavorato non poco sulla formula e sull’avanzamento. L’esperienza non si ferma solo allo scavare tra macerie e rimanenze: il giocatore dovrà eludere le guardie che pattugliano la città, avanzare di distretto in distretto e tornare prima che il sole torni a splendere. In primis, le guardie ci attaccheranno a vista ma possono essere evitate nascondendoci in cespugli vari, ben posizionati in modo tale da non rendere frustrante la cosa. Secondo, i distretti non saranno liberamente esplorabili, nel senso che il giocatore, di volta in volta, dovrà sbloccare nuove vie nascoste per andare da una parte all’altra con l’ausilio di pale e torce fatte da sé o portate dall’accampamento diurno. Infine, si dovrà tornare “a casa” prima che il sole splenda del tutto, altrimenti risulterà molto, molto difficile tornare vivi. In queste tre macro-fasi che posso aver definito durante il playthrough, vi sono insiti dei problemi, più o meno rilevanti.

Siege Survival Gloria Victis

L’IA delle guardie è del tutto inesistente. Ciò, a nostro modo di vedere, non consiste in un vero problema ai fini dell’esperienza totale che Siege Survival Gloria Victis vuol proporre. Esse, infatti, non fanno altro che girare negli stessi posti alla stessa velocità in modo molto prevedibile. La difficoltà, piuttosto, aumenta quando si viene scoperti, con la conseguenza dell’aumento delle pattuglie che rondano nel distretto in particolare e per un piccolo ammontare di giorni. I distretti dovranno esser scoperti tramite eventi, segnati sulla mappa liberamente ispezionabile alla pressione di un tasto, o tramite azioni come scavare o l’uso di chiavi. Questo, probabilmente, segna l’aspetto più negativo dell’intera produzione. Infatti risulterà facilmente frustrante l’esperienza che il giocatore avrà nell’aprire le nuove vie, che risultano poi essenziali per l’avanzamento regolare dell’avventura. Troppe sono le strade sbloccabili con chiavi nascoste chissà dove (anche se i contenitori vengono poi evidenziati una volta in vista) e troppo poche quelle che, quando aggirate, possono essere aperte liberamente. Ogni quartiere della città avrà i propri materiali essenziali da raccogliere di volta in volta e risulteranno quindi necessari per il proseguimento.

La fase diurna che costituisce l’altra metà di questa esperienza, d’altra parte, costituisce un momento di apparente calma, dove costruiremo, cureremo e sfameremo i nostri sopravvissuti con tutto quello che abbiamo, pensando contemporaneamente a cosa dare ai soldati sul bastione che combattono per la nostra salvezza e quella del regnante. Qui di sicuro i tempi rallentano rispetto alla fase notturna, almeno superficialmente. In realtà, durante il giorno ci toccherà sempre più calcolare per bene ciò che può servirci quel giorno e ciò che possiamo rimandare, contando che tutti gli edifici possono esser migliorati ad una specie di “livello 2” che ci porterà diversi vantaggi. Sbagliare troppe volte (accorgendocene solo dopo, naturalmente) ci porterà ad una disfatta in men che non si dica. Tali errori, dunque, vanno evitati ma, quale miglior maestra può aiutarci se non la rigiocabilità? Proprio su questo punto si fonda una buona parte dell’avventura di Black Eye Games e FishTankStudio, non provata durante l’anteprima ma aperta ora a tutti con la versione finale del gioco.

Siege Survival Gloria Victis

Siege Survival Gloria Victis: una storia, tanti modi di giocarla

La prima run del titolo avremo a disposizione una sola opzione per iniziare la nostra partita. Questa sarà comprensiva del tutorial, che ben ricopre non solo le basi ma in generale tutti gli aspetti dell’opera, con tanto di obiettivi da seguire di volta in volta (e che, in realtà, compongono tutte le partite che giocheremo in Siege Survival Gloria Victis) che ci guideranno fino alla vittoria o alla sconfitta. I giorni vengono ovviamente contati e una volta giunti al settimo e senza necessariamente aver finito o dover continuare l’avventura corrente, ecco che nel menu, alla voce “Nuova Storia”, compariranno tante altre “modalità”, le quali mirano a rendere ben diverse le mosse da fare, i personaggi da usare, i quali hanno specializzazioni e punti deboli, oltre ad avere un background abbastanza basilare e stereotipato, e gli obiettivi da portare a termine.

Tra queste, ad esempio, troviamo la modalità “Esploratore” dove abbiamo meccaniche di survival semplificate per goderci la storia principale, oppure quella chiamata “Difensore” dove i nostri sforzi saranno incentrati principalmente sul reperire materiali ed equipaggiamenti da difesa per il bastione. Passata la prima settimana in gioco, sarà anche possibile partire con Nuova Storia+, la quale ci consentirà di personalizzare sotto molti aspetti la difficoltà dell’avventura che stiamo per intraprendere e ci lascia inoltre decidere con quali personaggi (di quelli sbloccati durante tutte le run fatte) partire nell’accampamento. Di sicuro, fa la sua figura anche la modalità Scenario Personalizzato che farà passare tantissime ore i fan nella creazione di scenari propri o nel giocare quelli altrui.

Siege Survival Gloria Victis

Non proprio un salto tecnico

Siege Survival Gloria Victis, come vi abbiamo già precedentemente anticipato nell’anteprima, non brilla di luce propria per il comparto tecnico e sonoro. Il primo è, a tutti gli effetti, nella norma e non presenta enormi punti forti, fermo restando comunque che a conti fatti e per il genere di gioco, e soprattutto la prospettiva usata che non rende giustizia a dei possibili dettagli (per quanto esista uno zoom durante la fase diurna), non è del tutto necessaria la grafica next-gen. La fisica, casomai, è piuttosto lodevole e le ombre dinamiche nelle fasi notturne, di tutto rispetto. In ultimo, la buona ottimizzazione in generale, grazie alla quale siamo sicuri farà funzionare il titolo anche sui PC più datati.

Il secondo, anch’esso già analizzato in fase d’anteprima, non risalta particolarmente sotto alcun punto di vista. La colonna sonora c’è, esiste, ma non si fa sentire più di tanto e forse, proprio in un genere che fa del dramma e della lotta alla sopravvivenza un punto (se non “il”) punto centrale, la colonna sonora dovrebbe avere più carattere: aiuterebbe sicuramente molto di più ad avvicinare il giocatore alle emozioni e alle sensazioni della situazione.

Piattaforme: PC

Sviluppatore: Black Eye Games, Fish Tank Studio

Publisher: Ravenscourt

Black Eye Games ha voluto sperimentare l’evoluzione del proprio universo, passando dalla prima formula MMORPG a questa: un survival narrativo strategico con vista dall’alto. Siege Survival Gloria Victis di sicuro non è il primo gioco sulla piazza che porta tali meccaniche e, ancor più sicuro, non riesce a portar bene il materiale narrativo per il quale vorrebbe portar alta la bandiera, come altri titoli già presenti sul mercato. Tutto sommato però, se non nell’ambito della scrittura, sotto l’aspetto del gameplay ha sicuramente il merito di aver esplorato un tantino di più rispetto ad altri, tenendo comunque ben in mente che parliamo di uno studio attualmente indie. GamesVillage rimarrà comunque in attesa di capire dove questo universo vuol andare a parare, cercando di immaginare verso quale produzione ci porteranno i ragazzi di Black Eye Games.

VOTO: 7.3

All'età di sei anni, Fabio ha potuto mettere le mani su quella che sarebbe diventata, in estremamente poco tempo, la sua passione più grande: il videogioco. Dalla prima Playstation, vagando tra le terre simil-burtoniane di MediEvil fino a Crash Bandicoot e Tombi arriva, nel suo percorso di videogiocatore, a farsi appassionare da una moltitudine di generi e a crescere con loro, facendoli diventare parte integrante della sua vita e riconoscendo nel videogame una nuova forma di pura arte, oltre che di intrattenimento. Da quel momento, i suoi interessi mettono radici anche altrove, arrivando alla Settima Arte e alla musica, il gioco di ruolo e la lettura e tutto ciò che permette di sentire e immaginare mondi che ci sembrano, o sono effettivamente, lontani dalle nostre realtà.