Originalità, caos e divertimento! Tre elementi che senza contesto possono non avere ampi significati, ma se uniti sotto un progetto videoludico possono generare un prodotto sicuramente interessante. Questo è il caso di Knockout City, il dodgebrawl game sviluppato da Velan Studios, lo studio di sviluppo che ha lavorato a Mario Kart Live, tornato con un titolo arcade competitivo multigiocatore molto particolare, sotto l’egida di Electronic Arts. La nostra prova della beta ci aveva lasciato sensazioni positive per quanto riguarda la solidità dell’offerta e qualche perplessità sul modello di business adottato per il game as service, rimandando a quello non proprio riuscito del brawl sparatutto Rocket Arena, della medesima schiera degli EA Originals, ma ora che il titolo è approdato sul mercato, nello specifico su PS4, Xbox One, Nintendo Switch e PC, cosa sarà cambiato? Siamo tornati nelle arene urbane per scoprirlo, e siamo pronti a parlarvene nella nostra recensione dedicata, a suon di dodgeball.
Knockout City: la palla avvelenata urbana secondo EA
Il titolo in questione propone battaglie multiplayer arcade alquanto frenetiche in cui saremo chiamati allo sport della palla avvelenata, riproposta sotto una veste urbana cartoonesca e più fantasiosa. I principi sono gli stessi, ma la varietà negli approcci è degna di uno sportivo fantasy a tutto tondo. Prima di addentrarci nell’esperienza offerta da Knockout City, è necessario illustrare quelle che sono le basi del dodgeball voluto da Velan Studios, apprendibili dapprima nel covo personale, una zona adibita ad hub in cui è possibile esercitarsi muniti di palle tradizionali, speciali e manichini, e poi attraverso un tutorial con sezioni dedicate ad ogni sfaccettatura relativa alle meccaniche di gioco, che apprendiamo subito essere di rapida comprensione.
Fin da subito, il titolo si presenta come immediato e accessibile, senza tralasciare una certa vena competitiva che inizia a pulsare quando gli scontri tra giocatori divengono più accesi. Infatti, gettandosi da subito nella mischia nella città rissosa dove ci si prende a pallonate con telecronaca annessa, sarà possibile macinare dei punti già nelle prime battute, ma dominare ogni movimento risulta essenziale per diventare degli ottimi brawler. In tal senso, il giocatore potrà tirare e parare come azioni principali, collaborando con gli altri compagni per effettuare combo di passaggi per sorprendere gli avversari e potenziare i tiri. Questi ultimi se caricati e il bloccaggio della palla conferiranno alla stessa una carica che ne potenzia l’efficacia in velocità, tanto da renderla difficilmente prendibile agli stadi più alti, una componente estremamente tattica che è possibile sfruttare tra le altre per avere la meglio negli scambi, che diverranno sempre più veloci finché qualcuno non verrà colpito o se si attende che la palla perda la sua carica accumulata.
Sarà possibile altresì fintare i tiri per far abbassare la guarda all’avversario, o caricare leggermente i colpi per tirare delle palle più lente e mandare fuori tempo la presa nemica, o ancora effettuare dei tiri ad effetto, possibili combinando il tiro classico con uno dei due trick a disposizione, utili per prolungare salti o confondere gli avversari. Ma non è finita qui, perché ogni giocatore avrà la possibilità di schivare i palloni con uno scatto, eludendo o respingendo i tiri in entrata. Lo stesso scatto potrà essere utilizzato per colpire i nemici per spingerli e fargli cadere il pallone, che possiamo raccogliere noi per ritornare in fase offensiva, in cui i bersagli di fronte a noi saranno agganciati automaticamente.
Come è possibile intuire, gli approcci adottabili sono molteplici, e sta al giocatore adattarsi in relazione alla situazione e alle arene, che giocano un ruolo fondamentale nell’economia ludica di Knockout City. Queste ultime sono 5 al lancio, ben strutturate e diversificate, capaci di favorire l’approccio strategico alle partite, presentandosi di medie dimensioni e munite di palle disseminate pronte per essere raccolte dai giocatori e palle speciali, particolari tipi di pallone dagli effetti impattanti, capaci di ribaltare il risultato se utilizzati a dovere. All’attivo sono disponibili 5 palle speciali: palla-gabbia, palla-bomba, palla da cecchino, multi-palla e palla-luna. Ad esempio, la prima forzerà il bersaglio in forma palla, così che possa essere raccolto e lanciato contro i bersagli o scaraventato fuori dall’arena per segnare un punto, risparmiando i due colpi a segno sullo stesso bersaglio necessari per incrementare il punteggio di squadra.
I giocatori potranno inoltre acquisire tale forma volontariamente per farsi lanciare, ottenendo una mossa speciale se caricati al massimo che prevede un impatto letale dall’alto con annessa esplosione che causerà K.O. istantanei se andata a segno. Attenzione però, rimanere in forma palla a lungo e senza criterio può essere controproducente se si viene raccolti da un avversario, ritrovandosi a premere forsennatamente il tasto per liberarsi dalla presa e risultando vulnerabili alle pallonate, essendo possibile solo rotolare. Alle possibilità di movimento si aggiunge anche quella relativa alla planata con l’aliante, utile per spostarsi per grandi distanze e sfruttare eventuali correnti ascensionali per rimanere in volo, tenendo presente che in tale fase si è estremamente vulnerabili alle pallonate avversarie, essendo lenti e ben visibili in aria.
Modalità ed esperienza di Knockout City
Le modalità a partire dal lancio previste da Knockout city sono molteplici. I giocatori potranno cimentarsi in Team KO 3v3, al momento la modalità fulcro dell’esperienza, Team KO Party 3v3, Diamond Dash 3v3 e Duello 1v1. La prima propone uno scontro tre contro tre in cui lo scopo è totalizzare 10 k.o. prima della squadra avversaria, vincendo dei round al meglio di tre per portare a casa l’intero match. La seconda modalità è uguale alla prima, con l’unica differenza che le uniche palle disponibili sono quelle speciali. In Diamond Dash saremo invece chiamati a raccogliere dei diamanti rilasciati dagli avversari abbattuti e preservare quelli rilasciati dagli alleati. Si vince portando a casa due round, con trenta diamanti per singolo round. Nell’ultima modalità, il Duello 1v1, due giocatori si affronteranno faccia a faccia, senza trucchi derivati da palle speciali e senza l’avviso a schermo della pallonata imminente, provvidenziale in qualsiasi altra occasione per comprendere la direzione dei colpi nemici e la loro prossimità, anche se è necessario abituarsi all’estetica di tale schermata, che può spesso confondere in situazioni di caos frenetico.
Nel complesso, l’esperienza si è dimostrata più profonda e sfaccettata del previsto, in cui il tempismo delle parate risulta fondamentale per un buon blocco e una carica migliore della palla in caso di presa, con l’impossibilità di ripetere l’azione di continuo. Un tempismo sbagliato significa essere colpiti, ed è dunque utile ragionare ad ogni azione, difensiva ed offensiva. Per quanto riguarda il lancio, caricare il tiro significa imprimere alla palla più potenza e velocità, rimanendo però scoperti e rallentati nel processo. Bisogna quindi, anche qui, scegliere come tirare in base alle situazioni, e adattarsi in relazione alle mappe è molto importante. Ad esempio, i tiri ad effetto possono aggirare gli ostacoli ambientali, rivelandosi talvolta letali se il nemico non riesce a percepirli, sfruttando magari proprio la posizione ignara del bersaglio, che non può difendersi se colpito alla schiena ad esempio.
I riflessi dunque sono più che fondamentali, e le opzioni in gioco per cavarsela sono molte, rendendo gli scontri sempre accesi e vivi, con qualche nota di diversificazione dettata anche dalle palle speciali, in cui la collaborazione può diventare la migliore delle armi. Delle perplessità sorgono proprio in merito alle palle speciali in ottica competitiva, capaci di sbilanciare le partite non di poco, risultando poco bilanciate anche tra loro. Fatta eccezione per esse, il fattore bilanciamento complessivo ci è sembrato sostanzialmente al sicuro almeno per ora, e fortunatamente il titolo di Velan Studios ed Electronic Arts non adotta il modello pay-to-win, lasciando la componente relativa alle microtransazioni interamente alla cosmesi, nonostante il titolo sia a pagamento, un altro fattore che ci ha sollevato qualche perplessità. Sarà possibile personalizzare il proprio alter ego brawler e non solo grazie ad una gran quantità di opzioni dalla testa ai piedi, con la possibilità di acquistare dal negozio dedicato elementi sempre nuovi in un regime ciclico giornaliero, in cui poter sfruttare la valuta di gioco, ottenibile grazie ai contratti, ovvero missioni intrinseche da compiere durante le partite, casuali o di lega, o acquistandola attraverso il denaro reale.
L’estetica e la tecnica nella capitale del dodgeball
Knockout City si presenta decisamente colorato e cartoonesco, non brillando per il design dei personaggi, dimostrandosi nel complesso non proprio originale dal punto di vista grafico ma proponendo un’esperienza visiva semplice capace di farsi apprezzare a più livelli. La nostra prova si è svolta su PS5, in modalità retrocompatibilità con PS4, risultando solida con un frame rate ancorato a 60, senza particolari accorgimenti aggiuntivi di natura tecnica, dei quali comunque non si sente la necessità, essendo il titolo concepito nativamente per la scorsa generazione, che comunque mostra un’ottima e fondamentale reattività ai comandi e una fisica della palla convincente quando non è in mano ai giocatori, che assumerà al contrario dinamiche molto più arcade prestandosi ai diversi tipi di lancio.
A tal proposito, abbiamo molto apprezzato l’inclusione fin da subito del cross-play e cross-progression, per permettere ai giocatori delle diverse piattaforme di giocare insieme, continuare a macinare livelli e contenuti su altre piattaforme e comunicare all’unisono attraverso la chat interna, grazie ad un sistema unificato. Anche i server ci sono sembrati all’altezza, almeno in questo primo periodo di lancio, risultando stabili e alquanto colmi di giocatori, attestando i tempi di attesa tra una partita e l’altra a pochi minuti. Chiaramente, il titolo per rimanere in auge dovrà essere supportato nel tempo con nuovi contenuti e modalità che possano mantenere alta l’attenzione del pubblico, anche a fronte di un modello di business non proprio coinvolgente. La volontà degli sviluppatori è comunque quella di voler supportare il proprio titolo nel tempo attraverso le stagioni che delineeranno il supporto post lancio insieme a nuovi elementi che possano arricchire ludicamente ed esteticamente il multiplayer competitivo di EA, ampliando l’esperienza per tutti i fruitori. Piccola menzione infine anche per la colonna sonora, che accompagna ottimamente gli intermezzi, utilizzando delle musiche azzeccate e ben amalgamate con il concept.
Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC
Sviluppatore: Velan Studios
Publisher: Electronic Arts
Knockout City si presenta come un buon titolo multiplayer arcade, originale e divertente, con uno sguardo al settore competitivo. L’intera validità del progetto, che parte da una base funzionale e concreta, sarà da valutare nei mesi avvenire con un supporto post lancio all’altezza del game as service, lasciandoci attualmente perplessi per il modello di business adottato, combinando il prezzo d’acquisto del titolo con le microtransazioni estetiche tipiche di un free-to-play. L’accessibilità e l’immediatezza sono le sue armi attuali più forti, rendendosi appetibile sia per giocatori più competitivi, che cercano meccaniche di gioco avanzate, che per semplici curiosi del multigiocatore. Peccato che l’originalità ludica non sia supportata anche da un design leggermente più ambizioso, lasciando comunque una colorata scena a fare da sfondo alle lotte urbane di dodgeball sfaccettate, in un’offerta ludica che può solo migliorare nel tempo se il dodgebrawl di Velan Studios ed EA avrà seguito.