L’E3 2021 si è dimostrata la luce in fondo al tunnel per molti fan di quei titoli di cui si erano perse le tracce da anni, tra cui The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2. Sebbene quest’ultimo non sia ancora il titolo ufficiale dell’opera, il nuovo teaser ci ha mostrato molti spunti di gameplay che ci permetteranno di fare alcune speculazioni sulla direzione della nuova fatica di Eiji Aonuma e Nintendo.
Ma cosa sappiamo su Breath of the Wild 2 già dal suo reveal del 2019? Il titolo era nato come un grande DLC delle avventure di Link del primo capitolo, per il quale il team aveva talmente tante idee che la rotta è virata sulla creazione di un sequel, dalle tinte più oscure, che strizzerebbe l’occhio all’amatissimo Majora’s Mask. Aonuma e i suoi, inoltre, dichiararono che per l’opera del 2017 furono particolarmente ispirati dal celeberrimo The Elder Scrolls V: Skyrim, questa volta è invece Red Dead Redemption 2 ad aver spinto il team a creare qualcosa di nuovo. È difficile immaginare in che modo l’opera Rockstar Games si confaccia alle nuove peripezie di Link, possiamo però supporre che la narrazione sarà uno degli elementi a venir approfondito maggiormente.
Breath of the Wild 2: luce e ombra
Il trailer si apre con la corruzione Ganon e due apparizioni, simili a jumpscare, che sottolineano subito la natura più dark di questa nuova opera. Nella prima vediamo il braccio di Link risucchiato dal miasma e nel secondo Ganondorf risvegliato, con il suo nuovo design scheletrico; questa prefazione si conclude con la principessa Zelda che cade in un abisso, insieme alle speranze di chi speculava sarebbe stata un partner giocabile in questa seconda avventura. Ci si sposta negli splendenti cieli di Hyrule, dove un Link dai capelli sciolti si destreggia tra isole volanti. Qui possiamo notare che il suo braccio destro è stato trasformato o ricostruito con la tecnologia Sheikah, probabilmente in seguito al contatto con la corruzione Ganon, che lo ha ferito o addirittura amputato. Non è ancora chiaro quale siano i nuovi poteri del protagonista derivati da questo braccio ancestrale, ma il filmato sembra farci notare una certa manipolazione dello spazio. I rinnovati poteri di Link non si limitano alla dimensione dello spazio, ma anche a quella del tempo: lo Stasys ora sembra essere in grado di invertire il flusso temporale degli oggetti per un vantaggio tattico senza precedenti.
Non ci è dato sapere molto sulle creature che popolano la nuova Hyrule, se non che i nostri amati Boblin sembrano aver fatto amicizia con i Sassorok mentre i Grublin hanno sviluppato un’affinità per delle nuove trappole. Un costrutto ancestrale viene mostrato nelle isole fluttuanti mentre un verme gigante attacca il protagonista sottoterra, ma l’origine di queste nuove creature ci è ancora completamente ignota. Il trailer sembra senz’altro porre l’enfasi sulla rinnovata verticalità che caratterizzerà il seguito di Breath of the Wild, dall’esplorazione dei cieli a quella dei sotterranei, in cui possiamo aspettarci il ritorno dei complessi dungeon richiesti a gran voce dai fan. Il filmato si chiude con l’ascesa del castello di Hyrule nel cielo, che sembra venir quasi strappato dal terreno da una forza malevola, accompagnata da una macabra melodia di sottofondo. Il castello sarà probabilmente ancora una volta il nostro obiettivo, seppur ben lontano da quello che abbiamo imparato a conoscere nel primo capitolo.
PIATTAFORME: Nintendo Switch
SVILUPPATORE: Nintendo EPD, Monolith Soft
PUBLISHER: Nintendo
DATA D’USCITA: 2022
Nonostante il suo vero nome sia ancora sconosciuto, The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2 promette di essere il grande ritorno ad Hyrule che ci aspettavamo. L’avventura nelle terre fantastiche che abbiamo imparato ad apprezzare nel primo capitolo riceverà un’ulteriore espansione verso i cieli e le sue profondità, ma anche le piane verranno completamente riscritte a causa del risveglio di Ganondorf. Sebbene il riutilizzo di asset sembra essere piuttosto prominente nel nuovo trailer, siamo fiduciosi che prossimi aggiornamenti sull’attesissimo sequel metteranno in luce quanto c’è di nuovo nel mondo esplorato quasi cinque anni fa.