Metroid. Basterebbe solo questa parola ad attirare l’attenzione di ogni giocatore che abbia un minimo di conoscenza del mondo Nintendo. Poi appare Metroid 5 e subito dopo la scritta Dread. Un titolo che non ha Prime nel nome. Un colpo al cuore dei giocatori. Purtroppo per l’atteso quarto capitolo della serie in prima persona toccherà aspettare ancora. Eppure Metroid c’è stato a E3, anche se in questo modo quasi inaspettato. Quasi a sorpresa al team MercurySteam è stato affidato il compito di sviluppare un nuovo capitolo in due dimensioni platform dopo 19 anni dall’ultimo episodio originale di Metroid in stile metroidvania (“stile” che di fatto ha creato).
Una scelta molto curiosa da parte di Nintendo che ha forse premiato il buon lavoro svolto dallo stesso studio sul remake Metroid: Samus Returns su Nintendo 3DS circa quattro anni fa. Fin dal primo trailer mostrato durante la presentazione video di E3 si è visto un gioco molto singolare. E il gameplay mostrato nel Treehouse ha messo in mostra una serie delle meccaniche di gioco e un’atmosfera leggermente diversa dalle classiche avventure di Samus. Un gioco di cui si parlava molto tempo fa e che forse Nintendo ha tirato finalmente fuori dal cassetto.
L’anima del classico Metroid
Metroid Dread è collocato dopo gli avvenimenti del capitolo Fusion, con Samus Aran pronta a investigare su un messaggio proveniente dal pianeta ZDR. Rispetto agli altri Metroid non si parte dalla superficie per arrivare in profondità del pianeta, ma si parte dalle zone più interne per cercare di guadagnare la superficie. Fin da queste prime immagini sono stati presentati anche i nemici del gioco: i robotici E.M.M.I., una volta utili macchine ora pericolosa minacce. La loro presenza in gioco rappresenta più di nemico qualunque, ma ci arriveremo.
Lo stile da metroidvania non si nasconde. Metroid del resto nasce come una delle fonti d’ispirazione di questo genere. Ambientazioni da esplorare un passo dopo l’altro; abilità e potenziamenti da sbloccare per trovare nuove strade prima bloccate; una serie di stanze in cui scoprire i segreti e risolvere i puzzle ambientali. Questo nuovo Metroid sembra avere tutte le caratteristiche che hanno reso popolare e apprezzato il filone bidimensionale della serie Nintendo, ma c’è di più.
Una minaccia perenne
La necessità di fuggire costantemente dagli E.M.M.I., i robot quasi invincibili del gioco, pare costelli l’esplorazione di sezioni di fuga frenetica e ansiogena che insieme alle ambientazioni molto cupe (anche per la colonna sonora) potrebbero essere il cardine di questa nuova esperienza di Samus. La fuga dai robot sarà una parte ricorrente e particolarmente approfondita a quanto visto dai video di E3 2021 dato che sarà necessario nascondersi, evitare di essere inquadrati e, in caso non ci si riesca cercare di sfuggire alle grinfie dell’automa, rassegnarsi a un game over. Non è più solo quindi una questione di serbatoio di energia che si esaurisce, ma anche una battaglia per la sopravvivenza. Una meccanica che di sicuro cambierà molte carte in tavola e impatterà molto anche sul level design.
Di certo quello che sembra essere un punto forte del gioco è il combattimento. Esiste, vedendo i video di gameplay, anche la possibilità di puntare il target automatico su un bersaglio il che potrebbe rendere il combattimento molto più agevole. Questo anche in virtù dell’assoluta libertà di puntamento che il giocatore ha quando va in modalità mira. Si è visto un accenno di progressione delle abilità e armi sbloccabili oltre che dei potenziamenti extra da recuperare nelle aree più segrete del gioco. Ma sparare in Metroid Dread non è tutto. Il combattimento melee, soprattutto il dash, sembrano essere protagonisti di ogni scontro con boss e mostri semplici. Dinamiche di gioco mutuate da Samus Returns e ora ampliate.
Combattere prima di esplorare
Quello che ne viene fuori è un gameplay molto dinamico e frenetico con i puzzle ambientali che per ora sembrano fare da contorno. Ma è probabile che non abbiano voluto mostrare troppo per evitare di spoilerare troppi segreti subito. C’è da dire che a un primo impatto si può percepire un che di analogo a quanto MercurySteam ha prodotto con Castlevania Mirror of fate su Nintendo 3DS. C’è un che di familiare nei movimenti e nel modo in cui il personaggio interagisce con lo scenario e con i mostri. Non sembrerebbero dei buoni presupposti visti gli scarsi risultati di allora, ma c’è da dire che da quei momenti difficili datati 2013 il team ha incrementato la sua esperienza e con Metroid: Samus Returns, come detto, si è dimostrato meritevole di fiducia.
Grandi novità quindi, ma l’atmosfera non convince completamente. La caratterizzazione dei modelli e delle ambientazioni sembra per ora poco ispirata in alcuni frangenti. Si vedono un po’ troppi blob informi e pochi nemici davvero d’impatto. Non convince per ora nemmeno la presenza troppo ricorrente di cutscene vista nei video di gameplay; un senso di frammentazione dell’esplorazione che lascia qualche dubbio.
Una piccola nota a margine va fatta sulla special edition presentata con artbook e art card. Nulla di che, a dirla tutta. Non la più ricca e ispirata delle edizioni da collezione. Discorso diverso per gli Amiibo a tema con le figure di Samus e E.M.M.I. che sono sia belle da vedere che utili in gioco per ottenere energia o munizioni missile una volta al giorno. Una coppia di statuine che verrà immessa sul mercato lo stesso giorno di Metroid Dread. Già, la data di lancio. Non ci si deve dimenticare che il gioco annunciato a questo E3 sarà disponibile presto su Nintendo Switch e precisamente il giorno 8 ottobre 2021. Una sorpresa visti i tempi spesso dilatati tra annuncio ed effettiva pubblicazione a cui siamo stati abituati in questi mesi.
Le scelte artistiche e quelle di gameplay danno la percezione che questo non sia un Metroid puro, ma va bene così. Per ora di Metroid Dread si può apprezzare il lavoro di svecchiamento di alcune meccaniche fatto da MercurySteam su una serie difficile da gestire e della quale tutti aspettano un quarto capitolo first person adventure e non un certo un capitolo 2D stile metroidvania classico. L’azione di gioco sembra più frenetica e allo stesso tempo non mancano elementi tipici della tradizione bidimensionale. Nintendo l’ha presentato come Metroid 5 (da non confondere con la numerazione Prime) e quindi ci punta tanto ed è convinta del progetto. Per ora però sembra essere più un invitante stuzzichino da matrimonio. Un piccolo assaggio per aprire lo stomaco in vista dell’arrivo, si spera non troppo lontano, di Metroid Prime 4.