eFootball Anteprima: Konami dà una nuova pelle a PES

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Se dieci anni fa ci avessero detto che PES sarebbe deceduto nel 2021, dopo una pandemia da un virus ancora sconosciuto, che metà del calcio mondiale sarebbe finito nelle mani di sceicchi e improbabili figure imprenditoriali (Manenti vi ricorda qualcosa) e che Konami avrebbe comunque lanciato una nuova simulazione calcistica, ma completamente gratuita e dal nome eFootball, beh, probabilmente avremmo preso per pazzo chiunque facesse una previsione simile. Eppure è successo per davvero: c’è davvero una pandemia in corso, metà del calcio mondiale effettua rapidamente cambi di proprietà all’ordine del giorno e PES, quello storico Pro Evolution Soccer, non esiste più! Difficile da credere, però è la fine di un’epoca, forse la più importante per tutti i ragazzi (anzi, uomini) degli anni ’90, che sono cresciuti davanti ai primi capitoli per PlayStation One, con i nomi finti per problemi di licenze e che hanno visto nascita, rinascimento e declino di un modello di business che oramai sembra non attirare più nessuno.

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È vero, il non poter più vedere il nome PES negli scaffali dei negozi di videogiochi è sicuramente un trauma per molti. Ma non è solo la dicitura eFootball a stravolgere completamente il mondo dei simulatori sportivi, perché un cambio di brand è ovviamente una prassi standard nel mondo finanziario ed economico, soprattutto quando si vuole dare un taglio netto con il passato ed è proprio questa la manovra di Konami, che già da diverso tempo a questa parte ha affidato le sue speranze (e i suoi introiti) al mercato mobile, trasformando così il suo portfolio di IP in un’altra cosa rispetto al passato. Era dunque naturale che anche PES (pardon, eFootball, scusate ma ci vorrà un po’ prima di abituarsi a questo nuovo nome) attraversasse un cambiamento del genere, tra modello di business e ulteriori novità che riguardano la sua distribuzione ma sicuramente il timing con cui certe scelte sono state comunicate è decisamente strano, considerando proprio quanta valenza ha un simulatore calcistico, sport che negli anni è cresciuto sempre di più fino ad attirare anche una platea di pubblico da sempre molto estranea come quella statunitense. Strana è anche la diffusione delle informazioni, attualmente ancora molto fumose, anche se ci danno un’indicazione chiara di cosa succederà alla serie nei prossimi anni.

Tra pallone e marketing: cosa cambia con eFootball

Il primo, grosso shock è la distribuzione: eFootball sarà infatti un gioco (quasi) gratuito. Ricalcando dunque a menadito quella che è la filosofia di certi prodotti, che fanno dell’Esport e della competizione la loro filosofia, la versione base del simulatore made in Japan sarà gratis. Questo significa che ogni giocatore potrà scaricare la versione che preferisce, tra PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series S, Xbox Series X, PC e mobile (Android e iOS) senza dover scucire la classica lira. Discorso diverso, però, per quanto riguarda il pacchetto completo. Se è vero infatti che la disponibilità del gioco sarà interamente gratuita, i successi pacchetti invece saranno a pagamento, un po’ come avviene per Fortnite e Apex Legends, che mettono sul piatto l’intero gioco sì gratuito ma con dei Battle Pass per avere un’esperienza diversa. La differenza con eFootball però è ancora più marcata, perché in realtà la versione base, la prima ad essere disponibile, non includerà diverse opzioni che rendono il gioco quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi.

Insomma, che tipo di opzioni avremo una volta scaricata la versione base di eFootball? Pochissimo. A partire dai primi giorni autunnali il tutto farà capolino sui vari store ed includerà la possibilità di giocare offline con i “club più rinomati al mondo”, ovvero quelli in partnership con Konami (per l’Italia ci sarà solo la Juventus, mentre per il Regno Unito troviamo Manchester United e Arsenal) in partite amichevoli. Successivamente sarà introdotto anche la possibilità di giocare online in cross-generation, ovvero tra utenti PlayStation 5 e PlayStation 4 e Xbox Series X|S e Xbox One. Nelle settimane successive cominceranno ad affacciarsi i DLC, che renderanno l’esperienza decisamente più corposa: partiranno le “Online Leagues”, che dovrebbero essere una sorta di evoluzione della Master League, ovvero la modalità Carriera, il Team Building Mode, i match cross platform e il Match Pass System. L’inverno infine chiuderà la roadmap (probabilmente ancora provvisoria) con l’introduzione dei tornei Esport, il cross-platform anche con Mobile e il supporto ai controller per Android e iOS. Nelle intenzione di Konami dunque c’è quella di rendere eFootball un vero e proprio contenitore di LEGO, dove mano a mano verranno acquistati i mattoncini che più ci piacciono per costruirci la nostra esperienza di gioco. E non è un caso che per la prima volta in assoluto si sia dato più spazio al marketing: è tutto costruito per poter attirare i giocatori ad acquistare, a renderli partecipi di questa nuova formula, con l’intento ovviamente di poter non più vendere un prodotto completo ma più che altro gli ingredienti per formare la loro ricetta preferita. E questo appare ancora più evidente nel comunicato stampa di annuncio, che parla di “Brand Identity” e non di “gioco”. Insomma, una manovra commerciale figlia però dei tempi che cambiano, perché probabilmente Konami ha ancora una volta ragione e dopo aver conquistato il mercato mobile per prima con una serie di giochi ed esperienze in grado di far volare i conti societari (To The Moon!), anticipa la nuova filosofia dei giochi di calcio, da sempre oramai distanti dalle modalità Carriere in single player che hanno permesso ai giovani di coltivare il sogno di una neopromossa dalla zona retrocessione alla Champions League. E poi, per quelle imprese, c’è il simulatore per eccellenza, distribuito da SEGA, un certo Football Manager…

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Chiaro nelle intenzioni, meno nelle spiegazioni

Il successo di eFootball non ci interessa. Non siamo veggenti, non abbiamo improbabili sfere di cristallo sulle nostre scrivanie e sarà solamente il pubblico a decretare vincente la formula di Konami. Quello su cui però ci focalizziamo ora è come questo reveal non sia stato accompagnato da una comunicazione cristallina. Abbiamo una roadmap, sicuramente molto chiara, ma allo stesso tempo con i nomi delle modalità ancora da definire o da confermare (o meglio, annunciare). Non sappiamo se saranno previsti in futuro ulteriori DLC con contenuti offline e soprattutto non sappiamo come verranno gestiti i campionati e quali licenze saranno presenti. In aggiunta, per giochi del genere, con servizi e multiplayer al centro, il percorso di sviluppo include un anno intero, mentre qui vengono coperti solamente i primi tre/quattro mesi dall’uscita. Insomma, se le intenzioni di Konami sono chiarissime, non lo sono le spiegazioni in merito al funzionamento dell’impianto.

Discorso diverso invece per questo riguarda la parte tecnica. eFootball si dimostra essere un prodotto avanti con i tempi. La scelta dell’Unreal Engine 5 mostra la volontà di rifinire non solo il comparto grafico, ma anche quello di gameplay. Grazie all’introduzione del Motion Matching, sviluppato con alcuni dei più importanti ex calciatori come Iniestra (FC Barcellona e Spagna, con un altissimo numero di trofei vinti in carriera), ci saranno animazioni ben 4 volte superiori e i movimenti saranno i più realistici di sempre. A differenza del diretto concorrente (FIFA 22), la nuova tecnologia sarà applicata su tutte le console, incluse le versioni PC e mobile, anche se ovviamente sulla bontà del progetto non possiamo ancora esprimerci, visto che non abbiamo avuto modo di testare il tutto.

https://www.youtube.com/watch?v=Jzd7OpCHCi0

Data d’uscita: autunno 2021

Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, PC, mobile

Sviluppatore: Konami

Publisher: Konami

Il nuovo calcio secondo Konami partirà in autunno. La data di uscita di eFootball non è ancora stata comunicata ma nel corso delle prossime settimane ne sapremo sicuramente di più, con l’annuncio di nuove licenze in esclusiva e nuovi brand ambassador oltre Lionel Messi e Neymar Jr. Al di là del marketing, però, speriamo che dal Giappone venga fatta chiarezza su tanti punti ancora nascosti. Sicuramente l’approccio scelto è interessante e molto probabilmente il team ha intercettato quello che sarà il trend nel prossimo futuro per i giochi sportivi ma tutti i giudizi sono rimandati alla prima prova, dove scopriremo se anche il gameplay e l’effettiva valenza del gioco saranno al pari di questo nuovo ciclo, che sembra comunque molto promettente per il futuro degli Esport e dei modelli di distribuzione di certi generi di videogiochi.

Alessandro muove i primi passi nei videogiochi grazie a Crash Bandicoot 2 e The Curse of Monkey Island. Il suo genere preferito restano le avventure grafiche e narrative ma ama anche gli sportivi come ad esempio FIFA (dove comunque non sarà mai bravo quanto vorrebbe). Nel tempo libero impreca per i risultati dell'Inter, legge e suona la chitarra

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