Greak Memories of Azur Recensione: la fratellanza fa la forza

Greak Memories of Azur

Quanto sono importanti le tematiche nei videogiochi? Un tempo pensavamo soltanto a divertirci con essi, a spegnere il cervello nelle sessioni di gaming innamorandoci soprattutto di storie che oggi risulterebbero alquanto banali. I tempi cambiano, la società cambia, e col vento del cambiamento bisogna sempre stare al passo lasciandosi trasportare talvolta anche dalle correnti più infingarde. Ed è quello che hanno fatto i videogiochi negli ultimi anni: dopo l’avanzamento tecnologico, la narrativa è uno degli aspetti che ha subito più mutazioni nella storia del medium, ed oggi ci interfacciamo con storie sempre più complesse, sempre più personali e politiche. Siamo abituati a temi come sessualità, accettazione, lutto, e spesso sono gli studi indipendenti a lanciarsi nel mercato raccontando un qualcosa di intimo. L’esempio di oggi è Greak Memories of Azur di Navegante Entertainment, il quale vuole parlarci dell’importanza della fratellanza nella sua nuova creatura.

Il titolo è la volontà di questi sviluppatori messicani di raccontare una storia che pone la famiglia al centro dell’attenzione, parlando nello specifico dell’incrollabile connessione e rapporto tra fratello e sorella, la quale svilupperà il plot principale di questa avventura a scorrimento laterale con tanto di animazioni disegnate a mano. Abbiamo giocato  negli ultimi giorni, completando il gioco ed esplorando ogni suo anfratto durante la nostra partita. Ve ne vogliamo parlare in questa nuova recensione.

Greak Memories of Azur

Greak Memories of Azur e l’importanza della famiglia

In un tempo remoto, nella vasta landa di Alyssia quando ancora la vita prendeva forma, nacquero i Courine, una razza  di uomini e donne dall’aspetto elfico e carnagione celestina, i quali hanno fondato la propria civiltà negli anni a venire curando e proteggendo quella terra. Un popolo pacifico, la cui esistenza ben presto viene minacciata dagli Ulrag, una piaga pronta a devastare con terrore e morte quel paradiso inviolato costruito e coltivato dai Courine. Nella storia si susseguiranno numerose guerre, che vede le bestie assetate di sangue e conquista avanzare nelle loro razzie, spingendo gli abitanti ad abbandonare le proprie case. In questo tetro contesto, vestiremo i panni di Greak, un giovincello Courine alla ricerca di sua sorella Adara e fratello maggiore Raydel, da cui si è separato a causa della guerra che ha devastato Azur. Il protagonista, ritrovato svenuto in una foresta da alcuni ricognitori, verrà condotto alla città di Drisdeen, nonché ultimo baluardo della resistenza alla lotta contro gli Ulrag. Da qui, il ragazzo una volta ripresosi inizierà a vagare nella piccola città, osservando con i propri occhi la dura realtà della guerra: un luogo ridotto quasi in macerie, dove le risorse e vi è una repentina necessità di fuggire finché si è in tempo. Drisdeen però non molla e i suoi abitanti lottano con le unghie e con i denti per poter finalmente raggiungere un luogo sicuro, lontano da quegli esseri che non conoscono altro al di fuori della violenza.

In questo contesto bellico che vede due razze combattersi, Greak ha una missione: riconciliarsi con suo fratello e sua sorella. Egli dovrà recarsi in luoghi pericolosi che lo porteranno lontano da Drisdeen, ma la sua determinazione sarà la lama che gli permetterà di superare qualsiasi ostacolo e rendere reale quel suo desiderio di riunirsi con la sua famiglia. Ciò che il titolo e Navegante Entertainment vogliono trasmettere in questa avventura, è come la forza che un sentimento come la fratellanza possa tenere uniti degli individui così distanti, collegando i loro cuori e le loro anime all’unisono. Ed è proprio grazie a questo forte legame che inizialmente permetterà a Greak di ritrovare sua sorella Adara, che attraverso le sue visioni cerca di rintracciare i suoi fratelli. I due inizialmente riuniti, supereranno con caparbietà gli Ulrag e gli ostacoli che si pareranno lungo il cammino come dei piccoli eroi delle più comuni storie fantasy. Sebbene infine si tratti di una storia veramente coraggiosa, non sarà possibile nascondere lo spettro di una guerra che man mano si farà sempre più violenta, mentre Greak e Adara continueranno la ricerca del loro fratellone Raydel.

Durante il viaggio nel tentativo di riunire questo terzetto Courine, ci siamo imbattuti in diverse missioni secondarie piuttosto semplici, le quali accompagnano la main quest senza deviare sensibilmente il nostro percorso, Nonostante Drisdeen sia martoriata dalla guerra mettendo alla dura prova i suoi abitanti, quest’ultimi non si lasciano sopraffare dalle emozioni negative e danno il tutto per tutto per sopravvivere. Negli attimi in cui torneremo in città, potremo scambiare quattro chiacchiere con i cittadini, le cui linee di dialogo possono variare a seconda del personaggio in utilizzo. Grazie a queste interazioni potremo scoprire qualche elemento extra sulla storia e sui personaggi che la compongono, dei retroscena che arricchiscono seppur di poco una narrazione tutto sommato soddisfacente ma non incredibile. La storia inoltre ha una durata intorno alle sei o sette ore di gioco, ma che tutto sommato scorrono lisce come l’olio. Greak Memories of Azur narrativamente parlando è un titolo coraggioso che tratta delle tematiche come famiglia e fratellanza non soltanto in un carattere molto sentimentale quanto fiabesco, ma anche in termini di gameplay e dinamiche di gioco.

Greak Memories of Azur

Un gameplay decisamente confusionario

Un elemento decisamente peculiare di Greak Memories of Azur è senza ombra di dubbio il gameplay, che prevede l’utilizzo di tre personaggi contemporaneamente. Greak, Adara e Raydel saranno giocabili man mano che avanzeremo nell’avventura in quel di Azur, dettando delle dinamiche di gioco promettenti, ma che nell’applicazione lasciano spazio a tantissimi dubbi. In primis il sistema di combattimento, che risulta minimale ma anche fin troppo confusionario. Questo perché, potendo combattere utilizzando tutti i personaggi nello stesso momento, non si ha una corretta lettura dell’azione né tanto meno l’esecuzione avverrà coordinata e con i tempismi desiderati. Nel suo carattere action, il combat system è un qualcosa che non può essere gestito utilizzando tutti i protagonisti nello stesso momento, obbligandoci più volte ad andare in avanscoperta con un singolo personaggio. Se è pur vero che un tema come la fratellanza viene narrativamente applicato piuttosto bene, nel momento della battaglia, dove dovrebbe risaltare maggiormente, perde tutta la sua magia, vanificando il desiderio degli sviluppatori di trasmettere il loro messaggio anche nelle meccaniche di gioco. Soprattutto nelle boss fight, gestire i tre fratelli è una vera sfida, poiché la morte di un personaggio decreterà automaticamente il game over. Soprattutto nella loro inattività risulteranno delle prede piuttosto facili, sebbene l’intelligenza artificiale reagirà ai nemici in avvicinamento. Il sistema di combattimento invece non ci ha notevolmente colpiti, dato che i tre Courine avranno stili differenti ma decisamente semplici da utilizzare, i quali però, in un utilizzo contemporaneo, entrano in forte contrasto tra loro. Non vi saranno abilità speciali combattive, se non un potenziamento dei loro attacchi e alcune mosse sbloccabili (come degli attacchi in volo o in discesa per Greak), eppure sottomettere gli Ulrag a suon di fendenti sarà fin troppo semplice anche senza tali migliorie. Questo perché, mettendo a segno i nostri fendenti, potremo persino annullare le animazioni dei nemici, rendendoli inermi ai nostri attacchi.

Greak Memories of Azur

Tuttavia il gameplay non inciampa solamente nel sistema di combattimento. Anche nell’esplorazione, per quanto concerne i ritmi, troviamo diverse incongruenze sulla sincronia del party. Nonostante sia possibile controllare tutti i personaggi raggruppandoli con un singolo tasto e muoverli mantenendolo sempre premuto, basterà una semplice azione come “saltare” per destabilizzare il gruppo. Anche qui, per esempio, Greak, Adara e Raydel avranno modi differenti per saltare, e il più delle volte si tradurrà in una rovinosa caduta verso il vuoto. Nella sua natura platform, il lineare level design del titolo dal carattere metroidvania risulterà infingardo in alcuni momenti dell’avventura, sebbene possiamo fare un piccolo plauso agli autori per come invece sono stati gestiti i vari puzzle ambientali. Essi rappresentano l’elemento che più simboleggia la tematica principale del gioco, permettendo al giocatore di aprire passaggi o sbloccare dei percorsi gestendo uno alla volta il terzetto. In alcune occasioni infatti, ci ritroveremo a gestire dei contrappesi per permettere ad uno dei protagonisti di avanzare nella ricerca di un oggetto chiave, oppure, azionando un marchingegno, possiamo attivare un montacarichi e farlo scendere con un’altra leva, permettendo così a chi è rimasto indietro di raggiungere il resto del party. Ciò che invece può risultare interessante è la possibilità di dirigersi con ognuno dei personaggi in luoghi differenti contemporaneamente, sebbene il level design stesso è stato pensato per non dividere per nessuna ragione al mondo il gruppo. Vi sono altri elementi che differenziano i tre fratelli: per esempio la capacità di nuotare, con Adara che ha un’apnea più prolungata rispetto a Greak e Raydel, con quest’ultimo che non sa nuotare; oppure la schivata stessa, che sempre nel caso del fratello maggiore è stata rimpiazzata dall’ausilio dello scudo.

Vi sono altri elementi di contorno che in un modo o nell’altro cercano di avvalorare Greak Memories of Azur. Nascosti nella mappa, troviamo diversi altari segreti che rappresentano una sfida dedicata al singolo personaggio, il cui completamento permette di potenziare i suoi punti vitali. Ovviamente per poter ripristinare i punti vitali persi il gioco mette a disposizione alcuni elementi come pozioni ma anche del normalissimo cibo, che potrà essere cucinato insieme ad altri ingredienti fino a sfornare una nuova ricetta. Tuttavia, tali ingredienti vengono immagazzinati in un inventario davvero esiguo, che renderà difficile la gestione degli oggetti in possesso. Un altro incentivo all’esplorazione sono gli scrigni disseminati nei vari dungeon. Al loro interno, si potranno trovare oggetti preziosi come frecce per la nostra balestra, denaro o artefatti preziosi da rivendere, i quali torneranno utili per l’acquisto di pozioni ed altri oggetti. Insomma, la creatura di Navegante Entertainment pone un gameplay dal buon potenziale, che purtroppo non riesce ad esprimersi al meglio delle sue possibilità per una serie di incongruenze sugli stili di gioco dei tre fratelli. Gestirli contemporaneamente, una caratteristica che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello del gioco, non sempre sarà un piacere ed anzi, spesso e volentieri spezzare questo inseparabile party sarà la soluzione migliore per superare determinate sezioni.

Greak Memories of Azur

L’arte fatta a mano

Sul profilo artistico Greak Memories of Azur risulta incantevole, merito soprattutto dei personaggi e delle ambientazioni disegnate a mano. Certamente, i colori tetri e talvolta soffocanti sottolineano l’atmosfera tesa che si respira in Azur, con una palette spenta e la pioggia battente che bagna la terra; ma i tre Courine, graziati da una carnagione molto chiara e capelli bianchi, sono coloro che illuminano quei luoghi che potremmo definire persino visivamente tristi. Ciononostante, alcuni dei fondali non sono così curati quanto i dettagli che adornano per esempio Drisdeen. Il titolo è un’avventura che unisce l’action e platform in uno scorrimento orizzontale, la cui telecamera dunque ci permette di apprezzare la direzione artistica che si palesa anche in una colonna sonora da avventuriero.

Per quanto concerne il comparto tecnico, su PlayStation 5 il titolo si comporta veramente bene, seppur riscontri qualche leggera difficoltà sui caricamenti. Soprattutto per quanto concerne il caricamento dei checkpoint o il salvataggio stesso, abbiamo notato qualche piccolo affanno nei caricamenti. Le prestazioni invece sono soddisfacenti, il gioco gira fluidamente a sessanta fotogrammi per secondo; anche i trigger adattivi del Dualsense sono stati discretamente sfruttati, soprattutto per il raggruppamento dei personaggi. Un piccolo dettaglio che possiamo apprezzare è come il led del pad di PlayStation 5 cambi colore a seconda del personaggio in utilizzo. Un altro elemento che invece non potevamo aspettarci è la presenza di una localizzazione italiana dei testi e dei menù.

Data d’uscita: 17 agosto
Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch, PC
Sviluppatore: Navegante Entertainment
Publisher: Team 17

La fratellanza fa la forza in quel di Greak Memories of Azur, seppur soltanto contestualmente. Il titolo di Navegante Entertainment pone alla base un’idea interessante che però non è stata applicata nel migliore dei modi: gestire tre personaggi contemporaneamente in un’azione libera che prevede elementi sia action che platform non è stato affatto semplice, e spesso ci siamo scontrati con i limiti di questa promettente produzione indie. Tuttavia, a risollevare le sorti di un gameplay altalenante ci pensano una trama semplice ma apprezzabile ed un retaggio artistico che ci ha leggermente ricordato Adventure Time, seppur Greak non abbia nulla da spartire con la serie di Pendleton Ward.

VOTO: 6.5

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.