Ni No Kuni 2 Il Destino di un Regno Recensione: l’isekai di Level-5 torna su Switch

Ni No Kuni 2 Il destino di un Regno Switch Recensione

Ni No Kuni 2 Il Destino di un Regno ha ricevuto ben più di qualche recensione entusiasta già ai tempi della release, prima di questa versione per Nintendo Switch. Certo, tutti o quasi erano concordi sul fatto che la magia animata del primo capitolo non era intensa tanto quanto avrebbe potuto/dovuto, ma gli ingredienti di una grande avventura JRPG erano ancora tutti presenti. Del resto, l’immaginario narrativo e ludico di Ni No Kuni La maledizione della strega cinerea sarebbero stati sprecati senza una serie degna di questo nome che ne espandesse annessi e connessi, Lore, passato e futuro. Quindi, oggi, diverso tempo dopo la release su PS4 e poi su PC, Ni No Kuni 2 Il Destino di un Regno approda su Nintendo Switch; proprio come La maledizione della strega cinerea aveva fatto tempo addietro. E similmente al suddetto, deve scendere a compromessi più o meno rigidi per funzionare come si deve su una console ibrida come la Switch; che negli anni ci ha ormai tanto coccolati con porting miracolosi e first party sloga-mascella, quanto sorpresi con conversioni al limite del “era proprio necessaria una versione Switch?”. La risposta, per Ni No Kuni 1 e 2, è certamente sì. Ma da fan dello Studio Ghibli potrei essere di parte…

Ni No Kuni 2 Il destino di un Regno Switch Recensione

Ni No Kuni 2 Il Destino di un Regno: dove eravamo rimasti?

Seguendo la tendenza tipica di questo tipo di JRPG, Ni No Kuni 2 il destino di un regno è perfettamente giocabile e godibile anche senza aver provato il primo capitolo. Alla trama del quale viene fatto un iniziale riferimento nella prefazione, che ha tuttavia il solo scopo di rendere chiaro che Il destino di un Regno è ambientato centinaia di anni dopo; e possiamo quindi concentrarci completamente sul nuovo cast di protagonisti, sulle loro avventure e disavventure. A dire il vero, il problema di Ni No Kuni 2 Il Destino di un Regno risiede proprio nel confronto con la trama del primo capitolo. L’art direction firmata Ghibli diventa, nel caso del secondo episodio della saga, solo “ispirata” a Ghibli. E il gioco perde di conseguenza anche i filmati in grafica anime dello studio di Miyazaki. Il che non sarebbe un problema, se non fosse che il gioco sembra perdere contestualmente anche parte della coerenza narrativa e intensità di La strega cinerea; e la carica immaginifica dei filmati realizzati con la grafica di gioco (per di più su Switch, e pertanto downscalati rispetto al gioco su PS4) non contribuisce di certo a restituire verve ai dialoghi e alle situazioni proposte. 

Tuttavia, non tutto il male viene per nuocere. Infatti, ritengo che Level 5 si sia potuta cimentare in Il destino di un regni con tematiche di stampo più maturo, rispetto a quelle proposte con La strega cinerea. E non posso fare a meno di pensare che parte di questo aggiornamento tematico sia dovuto alla maggior libertà espressiva garantita dal non doversi confrontare con Ghibli. Potrei sbagliare, ma chissà. Sta di fatto che se osservata nel suo complesso, la storia di Ni No Kuni 2 resta avvincente quanto basta per arrivare in fondo alle vicende narrate con curiosità costante. Con meno “stupore fanciullesco”, forse, e con scelte più mainstream e collaudate. 

Ni No Kuni 2 Il destino di un Regno Switch Recensione

Downgrade…

Come potrete facilmente immaginare, e come vi ho già anticipato, Ni No Kuni 2 ha subito un pesante processo di downgrade grafico per girare correttamente su Nintendo Switch. Il che è del tutto comprensibile. Il mastodontico gioco JRPG action di Level 5 gestisce ambienti dettagliatissimi, che pur se realizzati in stile anime richiedono alla console di renderizzare spesso nemici, oggetti distruttibili a schermo; effetti particellari, luci ed ombre in quantità e contemporaneamente. Non ha aiutato la gestione dei combattimento diversa da quella di Ni No Kuni “1”, con i nemici già presenti a schermo che senza soluzione di continuità (ovvero senza caricamenti) ci sfidano a singolar tenzone nella stessa area che stiamo esplorando sulla mappa. Niente “flash” per caricare un’arena quindi, ma solo una sottile linea azzurra che ci impedisce di uscire dalla zona dello scontro fuggendo in stile Souls (e impedendo così cheesing dei combattimenti da hit and run). Già solo la decisione di mantenere questa struttura ludica fedele alla release vanilla per PS4 deve essere costata parecchio in termini di ottimizzazione. 

Ad aver sofferto di più, però, non sono le sessioni di combattimento, come avrò modo di spiegare a breve. Bensì, le parti narrate, e le cut-scene girate con il motore grafico in game. Impossibile non accorgersi delle sgranature, delle texture che si fanno più slavate del normale e dei dettagli che inevitabilmente spariscono quando non si sta facendo altro che osservare una cut-scene. In particolare giocando in portabilità. Va decisamente meglio, invece, quando la console è collegata a una tv. Ma anche in quel caso, risolto un problema viene a crearsene un altro. Chi, infatti, ha avuto modo di giocare a Ni No Kuni il destino di un regno sulla console per il quale è stato sviluppato, o peggio, su PC, si accorgerà immediatamente dei compromessi fatti affinché la qualità del gameplay fosse immutata, osservandole immagini di gioco da una TV full HD o 4K.

Ni No Kuni 2 Il Destino di un Regno …ma in fondo basta che funzioni

A mio avviso, come sto cercando di scrivervi a più riprese nel corso di questa recensione di Ni No Kuni 2, il Destino di un Regno per Nintendo Switch, alla fine sono state effettuate solo scelte consapevoli dagli sviluppatori; che hanno portato alla realizzazione di una conversione godibilissima, e soprattutto rispettosa dell’opera originale. Il che non è sempre scontato. Ni No Kuni La maledizione della strega cinerea per Switch, infatti, aveva sofferto molto più di quanto non faccia questo secondo capitolo, a ridosso della release. Salvo poi essere sistemato da patch correttive, diventando sostanzialmente identico, in termini di rinunce tecniche, a questo Ni No Kuni 2 su Switch. Ovviamente è il contrario: è durante lo sviluppo di Il destino di un Regno che si è tenuto conto delle problematiche vissute da giocatori di La strega cinerea su Switch. Ma in fondo, l’importante è il risultato, no? Le battaglie, ad esempio, non subiscono cali di frame in nessuna situazione che ci è capitata di fronte. Ed è un bene, dato che il secondo capitolo della saga Isekai è ben più movimentato del primo, combattivamente parlando. 

Ben diverso, e peggiore, sarebbe stato il caso se si fosse erroneamente tentato di operare l’operazione inversa; specializzando cioè il porting con una fedeltà grafica maggiore, a discapito anche fosse di un paio di frame. Sebbene si qualifichi in pieno come JRPG Action, e non quindi action puro alla DMC per intenderci, la rapidità d’azione richiesta dai combattimenti di Il destino di un regno è cruciale per la godibilità dell’intera esperienza nel suo complesso. Non solo perché passerete molto tempo menando le mani su nemici di varia risma, natura, dimensione e abilità. Ma anche perché è scritto nello stesso DNA di Ni No Kuni 2, e nel suo gameplay. Avere a che fare con armi dalla durabilità variabile, che devono essere cambiate nel corso del combattimento più volte riprende rizzando l’apparenza estetica dello strumento al volo, non è esattamente la più semplice delle operazioni. O meglio lo è, se presa singolarmente. Ma non mentre la nostra Switch si sta occupando di alleati che combattono in autonomia controllati dalla CPU; di nemici fuori dalla nostra visuale; di effetti di luce, esplosioni e coreografie varie eseguite ogniqualvolta selezioniamo dal menu a scomparsa una mossa speciale per il nostro personaggio.

Capite, ora, cosa intendevo in apertura di questa sezione? Il gameplay in combattimento di Ni No Kuni 2, come quello del primo del resto, è un piccolo gioiello oggi come al momento della prima release. Un perfetto connubio di strategicitá, sotto forma di selezione delle armi tra cui fare switch durante le lotte e altri equipaggiamenti; ma, anche, azione in tempo reale, con tanto di schivate dotate di invincibility frames, parate, parry e, come dicevo poc’anzi, mosse speciali equipaggiabili tutte differenti. Immaginate dover gestire tutto questo con una grafica eccelsa, ma con un gameplay laggoso. Cosa preferireste voi? Io so come rispondere, e ribadisco: nella scelta -compromesso estetico VS compromesso di performance-, per Ni No Kuni 2 la scelta di favorire le performance è stata del tutto azzeccata. 

In conclusione: la portatilità fa il videogiocatore curioso

E poi diciamola tutta: non è che Ni No Kuni 2 sia inguardabile, tutt’altro. Non bastano nemmeno un paio di sfocature tattiche in più a rovinare l’art direction ispirata a Ghibli che è ormai un marchio di fabbrica imprescindibile, come lo è lo stile “Toriyama per Dragon Quest. Specialmente, non bastano se consideriamo che possiamo finalmente goderci il longevissimo JRPG di Level 5 comodamente seduti… ovunque. La portabilità: un eterno tarlo dei videogiocatori moderni, sempre in movimento, in locomozione, sballottati dalla labilitá delle vite contemporanee e dai tempi ristretti a cui sono sottoposte. Tempi che mal si conciliano, spesso se non sempre, con i JRPG e i loro Monti ore da 30, 40, 50 o più ore passate statici di fronte alla TV.

Piattaforme: PS5, PC, Xbox, Nintendo Switch

Sviluppatore: Level 5

Publisher: Level 5, Bandai Namco Entertainment

Ben vengano, quindi, i porting come quello di Ni No Kuni 2 il destino di un regno. Ben vengano con i loro compromessi, e le loro piccole rinunce. Chi ama questo genere sopperirà alla mancanza di dettagli con la fantasia. E, da oggi, si divertirà esattamente quanto i giocatori con più tempi da trascorrere sul divano. Non è questo il presupposto narrativo dell’intera saga, del resto? Un viaggio in un altro mondo che può iniziare ovunque siamo, chiunque siamo e in qualunque momento. Basta desiderarlo, ed essere pronti a rispondere alla chiamata del destino. O, in questo caso, al “click!” della Nintendo Switch!

VOTO: 8.6

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.