Non siete davvero amanti degli strategici in tempo reale (in gergo degli RTS) se nell’ultimo anno non avete seguito prima la pubblicazione e poi (soprattutto) l’evoluzione di Iron Harvest. La campagna di aggiornamenti, integrazioni e aggiunte da parte degli sviluppatori di King Art Games è stata semplicemente mastodontica; ora che l’Anno Uno si è concluso, l’ultima sorpresa è stata la pubblicazione dell’Iron Harvest Complete Edition anche su console di nuova generazione. Dopo avervene parlato al momento dell’annuncio, abbiamo avuto modo di recensire il pacchetto completo su PlayStation 5: per ovvi motivi ci ha portato via parecchio tempo, ma finalmente siamo pronti per il verdetto. E vi anticipiamo già che, rispetto al titolo dello scorso anno, vi ritroverete tra le mani un titolo drasticamente diverso (in meglio). Passiamo alla recensione.
Trama di Iron Harvest Complete Edition: un vecchio (nuovo) mondo
Per comprendere al meglio la trama di Iron Harvest Complete Edition è sicuramente consigliato conoscere almeno le basi dell’opera di Jakub Różalski, artista polacco noto soprattutto di recente per la sua collaborazione come grafico al gioco da tavolo Scythe. Ora, il giocatore si ritrova catapultato nel 1920, ma non quello che conosceva: si tratta di un passato distopico, di un vecchio (nuovo) mondo in cui la Storia è poi andata avanti in modo molto differente. Per esempio nell’evoluzione tecnologica: sono state investite ingenti risorse nello sviluppare dei robottoni alimentati a diesel (noti come dieselpunk mecha), creando un po’ il contesto narrativo (sicuramente affascinante) di quello che potreste considerare il trisavolo di Cyberpunk 2077.
Questi mezzi, ultrapesanti e letali per l’epoca in questione, si accompagnano ad un ordine del mondo a sua volta assai diverso, nonostante i doverosi riferimenti alla Storia vera e propria. Concentrandosi sull’Europa orientale, Iron Harvest Complete Edition propone le vicende legate alle nazioni della Polania (esatto, non Polonia ma Polania), del Rusviet (Unione Sovietica allargata) e di Saxony (Regno di Sassonia-Germania), con l’aggiunta dell’Usonia, ovvero del territorio americano distopico di quell’epoca. La campagna principale, che ad oggi rappresenta ancora un’offerta imprescindibile del titolo in questione, affronta le linee narrative di queste quattro nazioni in lotta tra loro per la supremazia, con un’attenzione particolare anche per le vicende interne legate a singoli comandanti, condottieri ed eroi. Non meri pretesti, quindi, ma una vera e propria rappresentazione fedele del contesto; in questo modo la “lore” del gioco ne esce potenziata e conferma il proprio fascino.
Le novità della Complete Edition su PlayStation 5
Ora che il contesto vi è noto, è opportuno sottolineare le novità vere e proprie della Iron Harvest Complete Edition su PlayStation 5. Perché il giocatore che declinò l’acquisto nel settembre 2020 dovrebbe ora rivalutarlo? E perché chi abbia già abbandonato il titolo da mesi dovrebbe tornarvi? Il lato quantitativo mai come in questo caso può tornare utile a chi voglia convincervi: ma il miglioramento è talmente palese che sembra quasi sciocco ricordare tutto quanto è stato aggiunto negli ultimi dodici mesi. Ad oggi il prodotto contiene quattro campagne differenti, una per ogni fazione-nazione di cui vi abbiamo già parlato. A ciò bisogna aggiungere 12 eroi giocabili, con abilità particolari sul campo di battaglia, la bellezza di 18 mappe multigiocare online, il multiplayer cooperativo, infine trenta missioni liberamente selezionabili. Il monte ore, va detto, dipende dalla vostra abilità, e a questo proposito anche il livello di difficoltà è stato rivisto e corretto, con un’attenzione specifica per la reattività dell’intelligenza artificiale.
Bisogna anche considerare che trasportare Iron Harvest Complete Edition dal suo ambiente abituale (il mondo PC) alle console di nuova generazione non è di certo stato uno scherzo. Lo schema dei comandi e l’accessibilità sono stati rivisti, in modo di adattare tutte le principali funzionalità ai pad; benché non sia la stessa cosa che utilizzare mouse e tastiera, anche con il DualSense è abbastanza facile selezionare le proprie unità e impartire loro gli ordini desiderati. Certo è molto più agevole la navigazione tra i menù che la sessione di gioco vera e propria, ma difficilmente si sarebbe potuto pretendere di meglio. Miglioramenti discreti, invece, quelli dedicati al comparto tecnico e grafico: già su PC Iron Harvest Complete Edition non brillava particolarmente nelle sue texture e nei modelli poligonali. Qualcosa è stato rivisto e corretto, ma nulla di sensazionale. Il colpo d’occhio complessivo però resta comunque affascinante, ma il merito è semmai delle ambientazioni in sé.
Gameplay: un RTS puro
Dopo aver sottolineato le aggiunte, è opportuno ricordare un minimo anche qualche aspetto del gameplay di Iron Harvest Complete Edition. Quello di King Art Games è un RTS puro, uno strategico in tempo reale in cui il giocatore controlla un certo numero di unità sul campo appartenenti ad una specifica fazione di gioco: lo scopo è annientare il quartier generale della fazione nemica. Le modalità di gioco possono subire minime variazioni in base alle tante mappe multiplayer presenti: in Dropzone, ad esempio, vanno controllati i luoghi in cui scenderanno i rifornimenti dal cielo; in altri casi bisogna rispettare criteri più specifici, come eliminare un certo numero di nemici in un dato lasso di tempo. L’offerta principale, comunque, è quella standard della lotta tra le fazioni e le nazioni.
Cuore del gameplay sono i mecha alimentati a diesel, animati così bene da rendere graficamente e sonoramente la propria “pesantezza” rispetto all’ambiente circostante. Mezzi letali ma anche lenti: la loro avanzata sulla mappa di gioco va adeguatamente calcolata dal giocatore, e soprattutto alternata ad altre unità più tradizionali, vale a dire la fanteria e gli eroi. Questi ultimi possono anche modificare il risultato di una partita, possedendo abilità uniche che si ricaricano dopo un certo periodo di tempo; la fanteria consiste invece nelle unità standard che è possibile schierare. Sconsigliabile il loro rimpiazzo costante: potreste pensare che “morto un soldato se ne assolda un altro”, ma è meglio preservare quelli già arruolati poiché più combattono e più, acquisendo esperienza, diventano letali.
Le espansioni cui abbiamo accennato hanno introdotto tutta una serie di veicoli e possibilità inedite: basti pensare alla nazione americana di Usonia, che ha utilizzato il diesel per alimentare mezzi aerei letteralmente letali; ciò ha portato l’Europa orientale a munirsi di batterie antiaerei. La vivacità del gameplay è legata anche a queste novità che saltano fuori di mese in mese, che impongono nuovi approcci alle partite online contro avversari casuali (ma sono presenti anche le liste classificate). Discorso in parte diverso per il single player offline, dove tutto è abbastanza guidato dagli sviluppatori, e forse è anche un bene perché altrimenti molti neofiti se la darebbero a gambe dopo poche ore.
Piattaforme: PS5, Xbox Series X/S, PC
Sviluppatore: King Art Games
Pubisher: Deep Silver
Iron Harvest Complete Edition, ad un anno di distanza, è diventato un RTS ricchissimo di contenuti, estremamente interessante e, soprattutto, potenzialmente in grado di offrire ancora di più. Si è appena concluso l’Anno Uno, ma King Art Games ha confermato il supporto anche per il successivo Anno Due. Alle nuove fazioni introdotte, ai mecha inediti già arrivati, è dunque prevedibile che vengano ad aggiungersi altri contenuti mai visti prima. Intanto l’RTS è arrivato sulle console di nuova generazione in un pacchetto davvero interessante e completo, la cui interfaccia per quanto possibile è stata rivista per adattarsi ai pad. Certo, vi sono molte cose che vanno riviste, come il comparto grafico e varie ottimizzazioni legate alle partite, ma per il momento possiamo davvero confermare che “ci siamo”. L’universo di Jakub Różalski vanta un’ottima trasposizione videoludica.