La storia editoriale di Blood Bowl è stata alquanto burrascosa, come del resto quella di ogni altro gioco pubblicato dal reparto Specialist Games: nota un tempo come Fanatic Games, questa branca di Games Workshop ha rilasciato nel corso del tempo una nutrita serie di giochi da tavolo strategicamente più impegnativi rispetto a Warhammer Fantasy Battle e Warhammer 40.000, dedicati ad una fascia di veterani in cerca di autentiche sfide con cui cimentarsi. Stampato inizialmente nel 1986, Blood Bowl si è da subito dimostrato molto popolare e beneficiò di una nutrita serie di edizioni fino a quando la sua distribuzione non venne interrotta, assieme al resto degli Specialist Games, poco dopo l’arrivo del nuovo millennio. In seguito, a novembre del 2015, arrivò l’annuncio che la divisione sarebbe risorta, con Blood Bowl come primo titolo da rinnovare proprio grazie al costante supporto ricevuto dagli appassionati di tutto il mondo. Una sesta edizione, intitolata Blood Bowl: Second Season Edition, è stata presentata nel novembre 2020 assieme ad una revisione semplificata dell’intero regolamento. Inoltre, grazie agli accordi stretti fra la compagnia guidata da Kevin Rountree e la software house francese Cyanide Studio, quest’ultima sta apportando gli ultimi ritocchi al terzo adattamento videoludico del gioco da tavolo, di cui ho avuto modo di saggiare la più recente closed beta. Speriamo che la magia del rumore delle rotule elfiche frantumate sia rimasta inalterata…
Blood Bowl 3: da grandi ricchezze derivano grandissime truffe
Per quanti ancora non l’avessero capito, Blood Bowl è un gioco di fantafootball: no, la finta compravendita di giocatori e il conteggio delle azioni effettuate in partita non c’entrano nulla, sto parlando di un Vecchio Mondo alternativo di Warhammer dove orchi, umani, nani, non morti e molte altre creature più o meno senzienti hanno deposto le armi per partecipare ad una parafrasi del rugby moderno un pizzico meno violenta della guerra vera e propria. Questa nuova beta di Blood Bowl 3, la seconda che gli sviluppatori mettono gentilmente a disposizione, dovrebbe anche essere l’ultima prima dell’arrivo effettivo del titolo sugli scaffali digitali, anche se una data definitiva non è stata ancora rivelata. Della dozzina di squadre promesse al lancio, solo quattro erano disponibili: Nobiltà Imperiale, Orchi Neri, Unione Elfica e Nani, tutte utilizzabili tanto nel tutorial quanto nelle partite contro la IA, nelle amichevoli online e persino in una variante molto condensata del campionato che apparirà nella versione definitiva.
Le funzionalità basilari sono già tutte al loro posto: possiamo creare una squadra, comprare gli atleti, affibbiare loro nomignoli stupidi (una tradizione senza età), personalizzare colori e logo del team, e scendere finalmente in campo. Cyanide si è sbilanciata promettendo una customizzazione approfondita dei nostri campioni, fattore importantissimo per un gioco che consente di migliorare le loro abilità con l’esperienza, posto che riescano a sopravvivere agli incontri cui prendono parte. Una volta schierati, dovremo fare i conti con l’unica regola di Blood Bowl rimasta immutata fin dalla sua prima apparizione: i dadi ci odiano e si impegneranno per vederci fallire, perciò assicuratevi sempre di effettuare tutte le azioni che non richiedono lanci prima di raccomandare l’anima al dio protettore della casualità. Il gioco procede a turni alterni tra noi e l’avversario, i giocatori passano la maggior parte del tempo a massacrarsi in mischia, gli infortuni si accumulano, la palla qualche volta viene raccolta da terra e forse anche passata. Alla fine, di solito una delle due squadre emerge vittoriosa (anche se l’assenza di tempi supplementari rende il pareggio un’eventualità da non escludere), ma non tutti i contendenti arrivano integri, o vivi, a fine partita. A differenza del secondo gioco della serie, Blood Bowl 3 segue da vicino le regole dell’edizione attuale: c’è una statistica dedicata al passaggio, si possono saltare i giocatori abbattuti, abbiamo la facoltà di ripetere i tiri più di una volta per turno e così via. Di contro, sono ancora consentite tutte le classiche giocate “infami” della controparte da tavolo, come prendere la palla e accamparsi vicino alla end zone per far scorrere il tempo e perdere turni all’altra squadra.
Bisogna essere molto molto forti, o molto molto stupidi, per partecipare
In conseguenza di ciò, la vostra esperienza online grazie agli abbinamenti casuali potrebbe spaziare tra chi vuole effettivamente mettere alla prova ingegno e reattività e chi invece ripiega sugli espedienti più beceri per strappare una vittoria senza troppa fatica, che di solito includono l’impiego di fastidiosi raddoppi di marcatura tipici della compagine nanica. Del resto, Blood Bowl è da sempre stato intossicato da atteggiamenti sgradevoli e regole che incoraggiano l’ostilità: anche nel gioco da tavolo, le direttive che in teoria dovrebbero velocizzare le partite, come il turnover, diventano in pratica strumenti per penalizzare chi non esegue i passaggi nel giusto ordine e costringerlo a cedere la mano. Purtroppo, questo tipo di condotta assolutamente deprecabile che soffonde l’universo di gioco si estende anche alla vita reale.
Va da sé pertanto che il vero indicatore del divertimento che potreste ricavare da Blood Bowl 3 dipende dal tipo di giocatore che avete intenzione di interpretare: volete gustarvi uno strategico atipico che raccoglie tutte le convenzioni tipiche del genere fantasy e le catapulta in un contesto sportivo cruento e demenziale, oppure siete intenzionati ad approfittare di ogni singolo escamotage regolistico per rendere la vita difficile a chiunque vi ritroverete a sfidare, gettando nel cestino qualsiasi traccia di fair play? Perché, anche se le nuove edizioni hanno reso il gioco un po’ più accessibile e meno fumoso per i principianti, e di sforzi per rendere l’efficacia degli atleti meno legata alle statistiche di blocco e schivata ne sono stati fatti parecchi, nessuna di esse è ancora immune alla mancanza di spirito sportivo in campo.
Testamento? I giocatori non sanno nemmeno cosa voglia dire
A sua volta, la versione provata non era affatto dispensata da bug di ogni tipo, alcuni riguardanti persino l’interfaccia utente: sebbene infatti il gioco tenti di comunicarci tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno, e grazie agli Dei del Caos non saremo mai obbligati a calcolare mentalmente le zone di placcaggio. Tuttavia, né la disposizione delle finestre né le dimensioni delle icone o i colori funzionano come si deve, mentre i controlli potrebbero beneficiare di qualche ritocco dato che puntamenti errati e mosse accidentali sono all’ordine del giorno. Malgrado i feedback disseminati online riguardo le scarse prestazioni del titolo, non mi sono imbattuto in difetti particolarmente gravosi che hanno minato la mia esperienza, e per quanto riguarda le performance vere e proprie sono disposto a chiudere un occhio su qualche sbavatura poiché, in fin dei conti, si tratta sempre di una beta ancora parziale.
Alcuni modelli, in particolar modo quelli delle cheerleader degli Umani, sono abbastanza inguardabili, mentre gli stadi ostentano una certa monotonia in termini di palette pur svolgendo in maniera egregia il proprio dovere, e le animazioni sono divertenti e ben coreografate. Riguardo al comparto sonoro, a parte l’occasionale schitarrata metal di tutto rispetto, non c’è molto altro da segnalare: i due telecronisti, Bob e Jim, si esibiscono in un conciso repertorio di commenti e battute abbastanza spassoso, ma necessitano disperatamente di una maggiore varietà perché dopo pochissimo le frasi a loro disposizione si ripetono come una pessima filastrocca. Oh e, già che ci siamo, quegli stomachevoli rumori di quando si puliscono i denti col risucchio… anche un po’ meno, grazie.
Piattaforme: Nintendo Switch, PlayStation 4, PlayStation 5, PC, Xbox One, Xbox Series X|S
Sviluppatore: Cyanide Studio
Publisher: Nacom
Data di uscita: 2022
Tutto sommato, non è facile capire cosa verrà fuori da questo Blood Bowl 3 dopo il lancio: Cyanide è una specialista del franchise e si è già cimentata in tre precedenti trasposizioni digitali (compreso Chaos League, che era un Blood Bowl senza licenza in tutto e per tutto), perciò non dovrebbe avere problemi nel trattarlo come si deve. Se riusciranno a limare gli aspetti tecnici più grezzi, il vero fardello ricadrà sulle spalle del set di regole e dei modi che i più scaltri troveranno per sfruttarle a proprio vantaggio. Ma forse, anche nel caso in cui la comunità online si trasformasse in un coacervo di farabutti della peggior specie, potreste sempre radunare un manipolo di indomiti estimatori del football fantasy di Games Workshop e organizzare qualche campionato locale senza il rischio di (troppi) colpi bassi.