C’erano una volta (e ci sono ancora, per carità) due gemelli di origini belghe, Benjamin e Mathias Claeys, con una passione per l’arte illustrata, il graphic design e la comunicazione pubblicitaria. Prima di iniziare la loro carriera, nel 2004 realizzano Hell Bent for Whiskey, un cortometraggio ambientato nei ruggenti anni venti che segue le disastrose vicissitudini di due sicari della mafia, Vinnie e Paulie, le cui attività di contrabbando scatenano inavvertitamente un’apocalisse zombi a Chicago. Il breve cartone animato vince il premio dedicato agli studenti del Gent International Film Festival e si trasforma prima in un fumetto e poi, nel 2015, in un gioco intitolato Guns, Gore & Cannoli, un divertente sparatutto a scorrimento orizzontale sulla falsariga di classici del genere come Metal Slug, che ha catturato l’attenzione degli appassionati grazie al mix di azione frenetica, black humor e attenzione spasmodica per i dettagli. Il titolo beneficiò di un sequel nel 2018, che preservava e amplificava la giocabilità del primo pur peccando dal punto di vista dell’innovazione, dopodiché gli sviluppatori hanno abbandonato i gangster per trasporre le ormai consolidate meccaniche run and gun nell’universo narrativo di Warhammer, più precisamente nella sua variante futuristica, con il qui presente Warhammer 40.000 Shootas, Blood & Teef che ci catapulta nella scorza verdastra di uno degli esponenti della più aggressiva e bellicosa razza di alieni del 41° secolo: gli Orki! Nella breve demo che ho potuto testare con mano, la medesima offerta al pubblico a partire da oggi in occasione della Steam Next Fest, sono riuscito a farmi un’idea delle potenzialità del gioco e di cosa potrebbe avere in serbo per noi la sua incarnazione definitiva.
Warhammer 40.000 Shootas, Blood & Teef: peztiamo kualke ometto! Waaagh!
L’introduzione ci spiega in breve che il nostro alter ego, Gargaz Teefgrabba, era un membro della smisurata Waaagh! (nome che gli orki danno alle massicce campagne militari che periodicamente scatenano nella galassia come parte del loro eterno desiderio di guerra) Gutrekka e, dopo la conquista del pianeta Luteus Alpha, si stava beando delle sue vittorie sul campo. Di colpo però il kapoguerra del Waaagh!, Ogruk Gutrekka, lo bandisce dalla fortezza della tribù dopo avergli sottratto la sua bestia squiggosa, una forma di vita orkoide che i pelleverde allevano per fini utilitaristici e/o nutrizionali, e lo costringe all’esilio: decisamente furioso per il trattamento subìto, Gargaz si imbarca così in una crociata personale che lo vedrà scatenare la sua furia vendicativa fra gli intricati vicoli della cittadella alveare, spronando i suoi simili a seguirlo e riempiendo di proiettili di vario calibro quanti invece resteranno fedeli a Ogruk, fino a raggiungere quest’ultimo e porre un freno in maniera feroce e definitiva al suo dispotico predominio.
La prima impressione che mi ha fatto Warhammer 40.000 Shootas, Blood & Teef è stata, a dire il vero, piuttosto sconcertante: benché l’immaginario collettivo di Warhammer 40k sia una singolare mescolanza degli stereotipi più caratteristici della narrativa gotica e fantascientifica, e dunque pervaso da un’estetica oscura e brutale anche quando parliamo della compagine orkesca, da sempre caratterizzata da un certo senso comico ultraviolento grazie alla loro particolare natura di macchine da guerra inarrestabili e ben poco sensibili al dolore, nel titolo di Rogueside il comparto artistico è più simile a quello di un vivace cartone animato del pomeriggio dal budget neanche troppo elevato. Tutto ciò che compare a video, dagli onnipresenti orki ai gretchin passando per mezzi d’assalto, soldati, genestealer e space marine, gli ultimi quattro purtroppo assenti dal breve segmento interattivo ma che non mancheranno di infestare i livelli della versione finale, è realizzato in maniera caricaturale e verniciato con colori brillanti: per fortuna non mancano decapitazioni, smembramenti, frattaglie e copiose quantità di sangue mentre falciamo le ondate di avversari che osano contrastarci grazie alla potenza delle nostre bocche da fuoco, tuttavia la sensazione che ho continuato ad avvertire per l’intera durata della demo (meno di una mezz’oretta al massimo livello di difficoltà) è rimasta quella di una scelta bizzarra che non sono sicuro di condividere appieno.
Kolpisci duro, kolpisci zporco, e porta più dakka!
L’unico livello a disposizione è abbastanza lineare e prosegue dentro e fuori le baraccopoli del perimetro esterno della roccaforte di Ogruk, fino a raggiungere un affollato palco dove una band heavy metal orkesca si sta esibendo, e dove avremo modo di appianare (nel senso più letterale del termine) le nostre divergenze con il primo dei comandanti al servizio del Kapoguerra. Non mancano elementi del fondale con cui interagire e sezioni nascoste che è possibile raggiungere con un esame un po’ più attento del circondario, ma confesso di aver fatto una discreta fatica nel distinguere le piattaforme sulle quali potevo mettere le zampe da quelle che facevano semplicemente parte dello scenario, e soprattutto identificare i rialzi attraversabili dallo sprite di Gargaz da quelli solidi, confusione che mi ha portato diverse volte ad incastrarmi in situazioni spiacevoli. Le scelte cromatiche talvolta infelici non rendono difatti agevole la comprensione del level design, perciò armatevi di pazienza e di cautela ogni volta che metterete piede in una nuova sezione se non volete infilarvi con le vostre mani in sgradevoli vicoli ciechi, e cadere vittima delle asce e dei proiettili nemici. Se non altro, ogni tanto un provvidenziale squig fa capolino in mezzo al caos del combattimento, consentendoci di recuperare parte della salute perduta.
Il sistema di controllo è quello di un classico dual stick shooter, con una leva analogica deputata al movimento e l’altra alla mira; i pulsanti sono assegnati ad un’essenziale assortimento di azioni, in primis fare fuoco, saltare, scambiare l’arma imbracciata ed innescare leve e ingranaggi. Benché la demo contenga soltanto una pistola, un fucile a ripetizione ed una doppietta, il team francofono ha assicurato che il prodotto completo sarà provvisto di un arsenale mastodontico, oltre che dai suddetti veicoli di cui ci potremo impadronire. Il gioco è diviso in piccole arene collegate fra loro, le cui uscite vengono sbarrate finché non elimineremo tutto ciò che si muove al loro interno, evitando al contempo i fendenti delle asce, i proiettili sparati contro di noi e gli ostacoli ambientali come il fuoco che potrebbero pregiudicare il buon esito della nostra spedizione. La battaglia contro il boss di fine livello, un grosso orko decisamente più massiccio, impetuoso e coriaceo delle sue controparti di taglia normale, viene enfatizzata da un accompagnamento musicale cantato di notevole qualità, un’ottima prefazione che spero sia foriera di tanti altri brani simili all’interno della colonna sonora, altrimenti piuttosto dimenticabile.
Piattaforme: Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series S/X
Sviluppatore: Rogueside
Publisher: Rogueside
Data di uscita: 2022
In conclusione, la demo di Warhammer 40.000 Shootas, Blood & Teef mi ha divertito, ma resto alquanto scettico sulla decisione di trasporre in maniera così cartoonesca l’odissea personale di Gargaz: per quanto l’antitesi fra grafica coloratissima, proporzioni deformate e ultraviolenza belluina funzioni fino a un certo punto, il modo in cui fondali ed elementi interattivi si mescolano genera a mio avviso un eccessivo disorientamento. Per assurdo, la caratterizzazione di Guns, Gore & Cannoli, pur essendo a sua volta parodistica, non raggiungeva questi estremi grazie ad una palette cromatica meno accesa. Resto comunque curioso di provare il risultato finale e verificare se l’annunciata varietà di armi, mezzi e nemici riuscirà a farmi dimenticare le potenziali lacune che ho avvertito con questo assaggio.