Tempo fa parlavo di Triangle Strategy con un mio amico appassionato di giochi Nintendo e il suo commento rammaricato è stato “sembra Octopath Traveler, peccato solo sia uno strategico“. Ecco. Trovo che questa frase racchiuda l’idea di una vasta fetta di videogiocatori, che non riescono proprio ad apprezzare questo genere. E non riesco a dare loro torto: è un gameplay che difficilmente sa trovare un buon bilanciamento tra essere interessante e troppo macchinoso e lento. Io stessa, che ho giocato decine di strategici e conosco tutti i capisaldi del genere, ho sempre qualche remora a dovermi tuffare in un titolo nuovo, a causa della lunga trafila dei tutorial e della sicura complessità di apprendimento iniziale. In più, detto onestamente, temevo che Triangle Strategy riproponesse la trama del cugino Octopath e dei lontani parenti della saga di Bravely, che non sono riuscita a digerire. Sono tutti giochi splendidi, come gran parte degli RPG classici di Square, ma davvero non avrei tollerato di dovere di nuovo raccogliere (o distruggere) cristalli insieme a qualche prescelto di turno. Triangle Strategy è tutta un’altra storia, letteralmente. Offre un racconto decisamente più maturo, che mi ha lasciata spiazzata, oltre ad un gameplay raffinato e levigato, che raramente si apprezza nel primo titolo di una nuova saga di videogiochi.
Triangle Strategy: conoscere il proprio campo di battaglia
Il battle system di Triangle Strategy è classico ed elegante. Ci si muove su scacchiera disegnata su diversi tipi di terreno, la cui conformazione è rilevante per definire la distanza a cui è possibile spostarsi, sommandola alle statistiche di movimento e salto del singolo personaggio. In discesa è più facile che in salita, mentre ostacoli naturali e artificiali bloccano il movimento, inoltre eventuali pozzanghere, ghiaccio e fiamme vanno sempre considerate nell’equazioni. Posizionare accuratamente le proprie truppe è essenziale e più di una volta mi è capitato di perdere un combattimento per uno schieramento poco curato. Durante la battaglia il posizionamento diventa ancora più cruciale: ogni attacco alle spalle è un critico, in più un guerriero circondato da due nemici viene attaccato in automatico da entrambi quando uno dei due agisce. È possibile creare catene di attacchi anche combinando colpi a distanza, come frecce, con colpi ravvicinati da truppe posizionate nel modo corretto. Tale strategia, insieme all’utilizzo di contrattacchi fisici o magici, è davvero in grado di fare la differenza tra vittoria e sconfitta. Triangle Strategy lo ripete in tutte le salse: imparate a disporre bene il vostro esercito. Lasciare i vostri guerrieri tutti vicini mentre affrontate maghi che possono colpire ad area, non è una grande idea. Abbandonare i guaritori in prima linea o in fondo a un dirupo, è una tattica ancora peggiore. Si impara con l’esperienza, cioè con dolorose battaglie, ma è anche disponibile in sistema di scritti militari che insegnano le basi ai novizi.
Il terreno e le condizioni di vittoria, che variano da combattimento a combattimento, rendono il grinding poco utile. Certo, fare salire di livello i nostri eroi è sempre una buona idea, ma non ci salverà da una battaglia mal pensata: ci si ritrova spesso in condizioni di partenza davvero disastrose, come in minoranza netta e ai piedi di una collina piena di arcieri nemici. Una o due unità sovra-livellate possono aiutare, ma non ci faranno vincere da sole il combattimento. La vera difficoltà del titolo è insita proprio in questo più che nell’apprendere meccaniche tutto sommato semplici: siamo (quasi) sempre in svantaggio e dobbiamo vincere riflettendo sulle nostre mosse.
Trovo interessante che Triangle Strategy non abbia un vero e proprio sistema di Punti Mana. Ogni personaggio ha qualche PT, che sfrutta a diverso costo per le varie abilità e che ricarica di turno in turno. Ciò fa si che tali punti finiscano in fretta e che già alla sua terza o quarta azione un personaggio che sfrutti molto le abilità si trovi a dover passare, se non aiutato da support che gli consentano un recupero più rapido, ma fa anche sì che la battaglia possa proseguire per tempi lunghi senza farci troppo soffrire. Nei giochi in cui i PM si consumano man mano, recuperarli è piuttosto faticoso o costoso, perciò ci si ritrova con i maghi che a fine battaglia arrancano e vanno avanti colpendo i nemici in testa con scettri e bastoni: non una bella scena. Qui non capita e non è necessario conservare le forze per il finale, anche se conviene riflettere un minimo per evitare di ritrovarsi tutti i personaggi con i PT scarichi nei momenti cruciali. Per fortuna l’abilità di cura base costa poco e niente, perciò un guaritore può sempre fare il suo lavoro. La magia è in effetti molto rilevante, poiché gli incantesimi elementali sono in grado di modificare il terreno per numerosi turni, o persino di cambiare la posizione degli avversari. Trascurare tali possibilità sarebbe un vero peccato, per cui assicuratevi di reclutare almeno un paio di guerrieri armati di tomi e cappelli a punta.

La storia, e non la guerra, è la vera protagonista.
Triangle Strategy non ha un vero e proprio job system: non esistono classi tra cui si può scegliere, piuttosto ogni personaggio della nostra squadra ha le proprie peculiarità. Gli eserciti nemici schierano truppe che variano in base al paese di origine, ma solo i loro generali possiedono abilità peculiari. Il nostro party viene invece costituito dai guerrieri che incontriamo lungo il nostro percorso e che variano in base alle nostre scelte e alle nostre convinzioni personali. Troveremo certamente diversi maghi o diversi guerrieri, ma ognuno sarà specializzato nelle sue attitudini particolari, come ad esempio usare il ghiaccio o attaccare da grandi distanze in stile cecchino. La classe di un personaggio si può potenziare, aumentando le sue statistiche, insegnandogli nuove mosse e cambiando in maniera molto gradevole anche l’aspetto, ma non si può davvero scegliere il suo percorso personale. Stesso discorso per le armi, che possono essere migliorate dando la precedenza a uno o un altro tipo di bonus, arrivando però allo stesso risultato finale. Tutto ciò ha una ragione chiara e semplice: caratterizzare a pieno i personaggi. Il nostro esercito non ha generici arcieri, ha personaggi particolari e noti, ognuno con forze e debolezze e con una storia da raccontare. Eventi secondari ci permettono sia di reclutare nuovi alleati che di conoscere le loro storie, con flashback brevi e gradevoli da seguire.
Il tentativo di rendere i personaggi credibili fa parte di uno storytelling di livello molto superiore alla media dei videogiochi. La storia raccontata da Triangle Strategy ci trasporta in un vespaio di intrighi, tradimenti e loschi accordi commerciali, in un mondo medievaleggiante che è sì popolato da stregoni, ma fa paura principalmente per la mente dei suoi governanti. Le personalità coinvolte sono numerose e di sicuro impatto e non si fanno alcuno scrupolo a far scoppiare una guerra per tentare di prendere il potere. Il racconto è più importante del gameplay stesso, anzi : le battaglie sono solo un mezzo per raccontare ciò che succede e che, in parte, è nostra responsabilità. Le nostre decisioni prese singolarmente non riescono a cambiare il mondo, però innescano una serie di avvenimenti e problematiche che complicano l’intreccio in atto.
Non è per nulla facile governare un casato, nemmeno in periodo di pace e prosperità. È perciò ovvio che ci troviamo in difficoltà durante la guerra e siamo portati a scegliere percorsi scomodi, dolorosi e poco etici. I tre principi che governano Triangle Strategy sono libertà, moralità e pragmatismo e le nostre decisioni aumentano uno di questi punteggi, a noi nascosti durante tutto il gioco. Le convinzioni che costruiamo man mano attirano nuovi alleati e nemici e creano nuovi capitoli di storia, seppur in alcuni casi diverse scelte conducano a risultati simili. Ero fermamente convinta di poter agire con moralità per tutto il mio percorso, ma mi sbagliavo: certe volte ho dovuto tradire e comportarmi da vigliacca. Questo perché pensare al benessere del popolo ha la priorità e perché alcune decisioni portano a percorsi più favorevoli, nonché a battaglie più propizie, ma anche perché non è facile convincere i propri alleati ad andare in una certa direzione. Ho sofferto, non lo nego, quando le mie azioni mi hanno costretto a proseguire sempre più in discesa verso il basso, compiendo scempi di cui non volevo rendermi colpevole. Ma dovevo, oramai.
Le nostre scelte in Triangle Strategy vengono prese tramite votazioni, effettuate con una bilancia rituale, che seguono una fase di gameplay in cui possiamo provare a convincere i nostri alleati, esponendo il nostro punto di vista. Le armi a nostra disposizione sono semplice buon senso e l’utilizzo di informazioni aggiuntive, che spesso ricaviamo parlando con il popolo o leggendo scritti, ma non sempre bastano a far volgere la situazione come vorremmo. Non sono in grado di dimostrare che le mie scelte e convinzioni precedenti influenzino la successiva fase di votazione, ma è verosimile. Ho seguito più path separati di scelte nel mio gameplay ed ho potuto constatare come alcune cambino poco il risultato, mentre altre creino strade alternative vere e proprie. Ci sono decisioni più o meno convenienti, sia per le alleanze che creano che per i personaggi che ci consentono di reclutare, ma è interessante provare ad esplorarle tutte. Non vi sorprenderà sapere che Triangle Strategy presenta diversi finali alternativi in base al nostro comportamento durante il gioco. È inoltre disponibile una modalità New game +, che aumenta ulteriormente la longevità del titolo, già di per sé piuttosto elevata se si vogliono visionare le possibili alternative.
Il terzo componente del gameplay è una piccola fase esplorativa, nella quale possiamo gironzolare per una zona limitata e parlare con gli NPC, raccattando in giro oggetti utili che compaiono come punti brillanti su schermo, che spesso non ho visto in tempo e mi sono persa per strada. È una modalità di breve durata e poco significativa, ma consente comunque di interagire con le persone e di capire come le nostre azioni abbiano un effetto sul popolo o sui nostri alleati. La modalità Accampamento permette inoltre di fare acquisti, potenziare le nostre truppe e combattere battaglie simulate di vario tipo. Queste ultime rappresentano l’unico modo per guadagnare punti esperienza al di fuori delle battaglie della storia, che possono comunque essere ripetute dopo la sconfitta conservando i livelli guadagnati. Nell’Accampamento possiamo anche spendere i Punti Encomio, che otteniamo in combattimento quando mostriamo una buona capacità tattica, come ad esempio attaccando da una buona posizione o colpendo più unità in contemporanea. Con tali punti si possono anche ottenere carte speciali da giocare in battaglia per ottenere vantaggi. Le ho ignorate per buona parte del gioco, considerando anche il loro costo elevato, ma possono davvero fare la differenza. Sono l’unico consumabile che è davvero il caso di usare con parsimonia, insieme a qualche strumento curativo più raro come quelli che possono guarire un’area su scacchiera.

La semplice bellezza del mondo di Triangle Strategy
La componente artistica di Triangle Strategy è molto particolare e credo che oramai sia ben nota, vista la demo rilasciata e i diversi trailer a disposizione. Ricorda in effetti Octopath Traveler, con questa combinazione di personaggi stilizzati quasi in pixel art e sfondi sfumati dai colori pastello. Sembra di camminare in un gigantesco quadro ad acquerelli. Il tutto viene completato da sporadici elementi che si muovono su schermo, come polvere che svolazza in un fascio di luce o lo scintillio dell’acqua, creando un effetto fiabesco e sognante. Trovo molto belle anche le animazioni di alcuni attacchi, in particolare le magie elementali e i supporti come Baluardo o Falco Pellegrino, ma reputo uno spreco che il bel character design dei personaggi non si veda mai, se non cliccando sul loro profilo. I loro ritratti sono davvero belli e raffinati, e li avrei preferiti alla loro versione in miniatura che ci accompagna per buona parte del tempo.
Trovo inoltre che lo stile degli sfondi a volte non sia l’ideale per distinguere i vari sentieri sul terreno e capirne la conformazione, ma ciò si risolve facilmente dopo i primi turni di gioco. I colori vivaci e neon delle caselle consentono di comprendere bene dove possiamo muoverci e dove possiamo essere colpiti dai nemici, inoltre la modalità simulazione ci permette di stimare l’effetto di ogni nostro attacco, aiutandoci ad orientarci quando la situazione non è del tutto chiara. Sulla soundtrack non ho lamentele: ci accompagna a perfezione ed alcune tracce mi sono rimaste davvero impresse. Sa adattarsi ai momenti più seri e drammatici o più leggeri, dando il colpo di grazia quando sottolinea avvenimenti catastrofici. Gli altri effetti audio sono gradevoli e anche il doppiaggio, che ho lasciato in lingua giapponese ma è disponibile anche in inglese, merita ed è realizzato con un certo impegno.

Mi riesce piuttosto difficile elencare veri e propri difetti di Triangle Strategy. Può non essere adatto a chi non apprezzi seguire dialoghi e una storia complessa, seppur narrata sempre con chiarezza, poiché buona parte del titolo racconta qualcosa ed è più il tempo passato a seguire la trama che quello speso a combattere. Ciò un po’ mi dispiace, poiché il battle system merita ed avrei apprezzato un numero maggiore di combattimenti, ma alcune battaglie impegnano davvero a lungo e compensano per il loro numero ridotto. Inoltre, è la natura stessa del gioco a creare questo bilanciamento e il risultato è comunque gradevole, anche partendo con un certo scetticismo. A volte in combattimento le unità nemiche rallentano un po’ e impiegano qualche secondo di troppo a scegliere come agire, ma capita solo con alcune abilità particolari, come il potenziamento dei difensori. Non ho altro da segnalare, a parte uno sporadico crash a circa 10 ore di gioco, che mi ha portato a dover riavviare Nintendo Switch e si è poi risolto da solo. Non senza spaventarmi un bel po’: volevo poter continuare a giocare.
Piattaforme: Nintendo Switch
Sviluppatore: Square Enix
Publisher: Nintendo
Triangle Strategy è un gioiellino: un titolo strategico longevo, ben realizzato e che racconta una storia intrigante e coinvolgente, migliore di quelle proposte persino nella maggioranza delle serie TV. Lo reputo uno dei migliori titoli per Nintendo Switch e lo consiglio a tutti: a meno che non odiate a tal punto il genere da essere allergici a qualsiasi gameplay a turni, dovreste davvero dargli una possibilità. Il gameplay è ben bilanciato e consente a tutti di impararne le basi e divertirsi in poco tempo, pur offrendo un livello di sfida calibrabile e adatto anche ai più esperti.